Il Fotografo per i Progetti di Architettura e Interni
Attrezzature da avere, copyright e compensi di un fotografo di interni
Fotografare un progetto di architettura o di interni è un incarico che prevede, per il fotografo, di avere l’attrezzatura specifica e anche un’esperienza tale da riuscire a capire quali tempi saranno necessari per portare a termine il lavoro e che preventivo sviluppare.
Attraverso la testimonianza di tre professionisti sul campo, cerchiamo di dare alcuni consigli e stabilire dei parametri.
I consigli professionali di
Adriano Castelli, fotografo, Milano
Diambra Mariani, fotografa, Verona
Adriano Pecchio, fotografo, provincia di Milano
Attraverso la testimonianza di tre professionisti sul campo, cerchiamo di dare alcuni consigli e stabilire dei parametri.
I consigli professionali di
Adriano Castelli, fotografo, Milano
Diambra Mariani, fotografa, Verona
Adriano Pecchio, fotografo, provincia di Milano
Adriano Pecchio amplia la gamma di strumenti, consigliando anche il banco ottico e specificando di cosa si tratta: «Accademicamente parlando, l’attrezzatura per antonomasia per la realizzazione di immagini architettoniche è il banco ottico.
Il banco ottico è formato da una guida su cui scorrono due elementi dette stendarde: una anteriore porta ottica e una posteriore porta dorso/portapellicola, unite da un soffietto a tenuta di luce. La caratteristica principale di questo strumento è che le stendarde, grazie alla possibilità di basculare e decentrare sia sull’asse verticale che orizzontale, permettono il totale controllo sia della prospettiva che della profondità di campo. Ad ogni modo, a mio parere, grazie alla qualità sempre più elevata dei sensori digitali in commercio, si può evitare di acquistare tali attrezzature che peraltro hanno un costo non certo trascurabile, utilizzando ottiche grandangolari che abbiano una lunghezza focale almeno di 24mm, a volte occorre anche qualcosa di più spinto come un 15 o18 mm. Nel caso in cui il sensore della fotocamera sia invece in formato APS vale a dire 15x26mm rispetto al 24x36 di un full frame, l’obbiettivo per avere la stessa copertura del 15mm deve avere la lunghezza focale di 10mm quindi con un rapporto di 1,5.
Alla correzione delle inevitabili distorsioni prospettiche si procederà solo in un secondo tempo durante la post-produzione utilizzando un software come Photoshop o Lightroom».
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Il banco ottico è formato da una guida su cui scorrono due elementi dette stendarde: una anteriore porta ottica e una posteriore porta dorso/portapellicola, unite da un soffietto a tenuta di luce. La caratteristica principale di questo strumento è che le stendarde, grazie alla possibilità di basculare e decentrare sia sull’asse verticale che orizzontale, permettono il totale controllo sia della prospettiva che della profondità di campo. Ad ogni modo, a mio parere, grazie alla qualità sempre più elevata dei sensori digitali in commercio, si può evitare di acquistare tali attrezzature che peraltro hanno un costo non certo trascurabile, utilizzando ottiche grandangolari che abbiano una lunghezza focale almeno di 24mm, a volte occorre anche qualcosa di più spinto come un 15 o18 mm. Nel caso in cui il sensore della fotocamera sia invece in formato APS vale a dire 15x26mm rispetto al 24x36 di un full frame, l’obbiettivo per avere la stessa copertura del 15mm deve avere la lunghezza focale di 10mm quindi con un rapporto di 1,5.
Alla correzione delle inevitabili distorsioni prospettiche si procederà solo in un secondo tempo durante la post-produzione utilizzando un software come Photoshop o Lightroom».
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I tempi
In generale, il tempo da prevedere per portare a termine un servizio fotografico dipende dal progetto in sé e dalla destinazione finale del servizio. «Io direi che per uno spazio piccolo, come un ufficio o un monolocale, possono bastare un paio d’ore. In media, per un appartamento di media grandezza, mezza giornata si rivela sufficiente», prova a quantificare Diambra Mariani.
Adriano Castelli stabilisce i tempi in funzione dell’obiettivo finale: «Molto dipende dalle dimensioni del progetto e dalla tipologia di shooting. Per capirci: un’agenzia immobiliare che chiede un servizio in una piccola casa abitata può non avere più di un’ora di tempo (con ovvie modalità di gestione del lavoro limitate). Un castello con quindici ambienti è il lavoro di una giornata. In generale, anche per bilanciare il lavoro di post produzione limitandolo al necessario - e quindi facendo bene gli scatti in origine - un appartamento si può fotografare in un’ora, se non è richiesto home staging particolare».
In generale, il tempo da prevedere per portare a termine un servizio fotografico dipende dal progetto in sé e dalla destinazione finale del servizio. «Io direi che per uno spazio piccolo, come un ufficio o un monolocale, possono bastare un paio d’ore. In media, per un appartamento di media grandezza, mezza giornata si rivela sufficiente», prova a quantificare Diambra Mariani.
Adriano Castelli stabilisce i tempi in funzione dell’obiettivo finale: «Molto dipende dalle dimensioni del progetto e dalla tipologia di shooting. Per capirci: un’agenzia immobiliare che chiede un servizio in una piccola casa abitata può non avere più di un’ora di tempo (con ovvie modalità di gestione del lavoro limitate). Un castello con quindici ambienti è il lavoro di una giornata. In generale, anche per bilanciare il lavoro di post produzione limitandolo al necessario - e quindi facendo bene gli scatti in origine - un appartamento si può fotografare in un’ora, se non è richiesto home staging particolare».
6/7 ore è il numero stabilito da Adriano Pecchio come media quando lavora su un progetto anche se concorda con i colleghi: «ci sono diverse variabili che possono incidere sulla durata di uno shooting, le più importanti sono ovviamente il numero di immagini da realizzare, il tempo per la preparazione dell’ambiente per renderlo idoneo alla ripresa e il tempo per l’analisi dell’illuminazione esistente degli ambienti e quindi stabilire i punti di vista più efficaci, eloquenti e suggestivi per raccontare lo spazio».
Cerca ispirazione fra le foto di case e interni! Puoi scegliere colore, dimensione, luogo e budget dei progetti che vuoi scoprire.
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Gli accordi sul copyright
Stabilire chi ha i diritti sulle foto è un argomento talvolta spinoso, perché abbraccia diversi scenari. Cerca di fare chiarezza Adriano Castelli: «In generale, il copyright delle immagini è sempre di chi le realizza. L’accordo si può trovare sull’uso che se ne fa. Un cliente che paga un servizio per l’uso delle immagini (ad esempio una piattaforma on line che pubblicizza un immobile) esige che quelle immagini non abbiano altro utilizzo».
Adriano Pecchio racconta la sua esperienza, che si basa sulla relazione con i progettisti: «Fondamentalmente gli accordi dipendono dal tipo di utilizzo cui sono destinate le immagini. Detto questo va da sé che le immagini rimangono di proprietà dell’autore e che se ne cedono solo i diritti di utilizzo.
Sarebbe inoltre auspicabile ottenere sempre una liberatoria da parte della proprietà per poter utilizzare le immagini sia in ambito web che eventualmente cartaceo».
Stabilire chi ha i diritti sulle foto è un argomento talvolta spinoso, perché abbraccia diversi scenari. Cerca di fare chiarezza Adriano Castelli: «In generale, il copyright delle immagini è sempre di chi le realizza. L’accordo si può trovare sull’uso che se ne fa. Un cliente che paga un servizio per l’uso delle immagini (ad esempio una piattaforma on line che pubblicizza un immobile) esige che quelle immagini non abbiano altro utilizzo».
Adriano Pecchio racconta la sua esperienza, che si basa sulla relazione con i progettisti: «Fondamentalmente gli accordi dipendono dal tipo di utilizzo cui sono destinate le immagini. Detto questo va da sé che le immagini rimangono di proprietà dell’autore e che se ne cedono solo i diritti di utilizzo.
Sarebbe inoltre auspicabile ottenere sempre una liberatoria da parte della proprietà per poter utilizzare le immagini sia in ambito web che eventualmente cartaceo».
Diambra Mariani cerca di semplificare: «Io preferisco vendere il servizio insieme a tutti i diritti, in modo che gli architetti possano spedire liberamente le immagini a riviste e a clienti, pubblicarle sui social, usarle per presentazioni e per il loro sito internet».
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Il compenso
Due numeri e una considerazione: Adriano pecchio comunica che un costo medio possa essere stabilito su circa 650 euro a servizio (escluse tasse, spese di trasferimento e spese vive), mentre Diambra Mariani racconta che il minimo, per uno spazio piccolo, dovrebbe aggirarsi attorno ai 300 euro.
Adriano Castelli sottolinea il valore dell’esperienza, quando racconta che «È davvero difficile stabilire un compenso medio, perché molto dipende da tempistica, dimensione e tipologia del progetto. È facile capire che una cifra di 100€ possa essere considerata il minimo nelle condizioni di lavoro più rapide e facili possibili (con ridotto lavoro di post produzione). Un lavoro prolungato, di giorni o settimane, con home staging o seguendo l’evoluzione del progetto, ha evidentemente un costo commisurato all’impegno e all’esperienza del professionista.
Due numeri e una considerazione: Adriano pecchio comunica che un costo medio possa essere stabilito su circa 650 euro a servizio (escluse tasse, spese di trasferimento e spese vive), mentre Diambra Mariani racconta che il minimo, per uno spazio piccolo, dovrebbe aggirarsi attorno ai 300 euro.
Adriano Castelli sottolinea il valore dell’esperienza, quando racconta che «È davvero difficile stabilire un compenso medio, perché molto dipende da tempistica, dimensione e tipologia del progetto. È facile capire che una cifra di 100€ possa essere considerata il minimo nelle condizioni di lavoro più rapide e facili possibili (con ridotto lavoro di post produzione). Un lavoro prolungato, di giorni o settimane, con home staging o seguendo l’evoluzione del progetto, ha evidentemente un costo commisurato all’impegno e all’esperienza del professionista.
Ad esempio, io ho fotografato circa duemila abitazioni in quindici anni, per ogni tipo di cliente. Ho la fortuna di fotografare residenze splendide e il costo di un lavoro che duri anche e solo due ore è commisurato a tutto lo studio, l’esperienza e la competenza che hai maturato.
Realizzare e postprodurre bene un’immagine d’interno può essere un lavoro di cinque minuti, più i vent’anni di esperienza precedente, senza i quali non faresti bene ciò che un altro non saprebbe fare».
Hai altre domande sul lavoro del fotografo? Scrivici nei Commenti!
Realizzare e postprodurre bene un’immagine d’interno può essere un lavoro di cinque minuti, più i vent’anni di esperienza precedente, senza i quali non faresti bene ciò che un altro non saprebbe fare».
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Diambra Mariani racconta quali sono le sue scelte, in termini di strumentazione da usare: «Io preferisco viaggiare leggera, uso una macchina fotografica digitale Canon, un obiettivo 16/24, un obiettivo 24/70 (entrambi molto luminosi), un cavalletto. Non uso illuminazione artificiale, solo luce naturale. In alcuni casi può rivelarsi necessario, d’accordo con lo studio di architettura, allestire l’interno per renderlo più fotogenico, utilizzando, ad esempio, piante, soprammobili, quadri, oggetti, fiori…».
La luce naturale è uno ‘strumento’ indispensabile anche per Adriano Castelli, che la comprende fra l’attrezzatura per lui necessaria: «Il tipo di lavoro da fare influenza la scelta su ciò che serve ma in generale ciò che è necessario non è molto, in termini pratici. Servono poche cose, necessarie: una fotocamera reflex, un buon cavalletto, luce naturale (è evidente che in base alla tipologia di lavoro possano servire luci esterne). Tantissima pazienza e tutta la dedizione possibile a curare i dettagli. Una fotografia d’interni è come un dipinto, definito e non modificabile, di quel luogo. Quindi è necessario essere sicuri di ciò che si sta facendo e del risultato che si vuole ottenere».