Architettura e design
Icone del Design: la Parentesi, 45 anni e non sentirli
Una lampada che è un’icona. Come il Maestro che l’ha progettata: Achille Castiglioni
Ci sono oggetti, immagini, odori, suoni che si fissano silenziosamente in qualche angolo della memoria, pronti ad affiorare anni e anni dopo con una minima sollecitazione.
Mi è successo con la Parentesi. Era un oggetto luminoso curioso, divertente, intrigante, che illuminava il soggiorno della casa dove sono nata. Mi piaceva il rumore che faceva quando scorreva su e giù per il cavo, ero affascinata dal contrappeso che non toccava terra e si poteva far oscillare come un pendolo. Un oggetto familiare, bellissimo. Poi ho cambiato casa e l’ho dimenticato. Tanti anni dopo, all’università, eccolo comparire, insieme a molti altri oggetti noti, durante le lezioni di un professore a dir poco speciale che diceva (tanti anni prima di Steve Jobs): «se non siete curiosi lasciate perdere». Questo professore si chiamava Achille Castiglioni (1918-2002) e saliva in piedi sulla cattedra per mostrarci meglio tutti gli oggetti che collezionava e che ora si possono vedere nel suo studio presso la Fondazione che porta il suo nome.
Le citazioni riferite ad Achille Castiglioni sono tratte da qui e da: Eugenio Bettinelli, La voce del maestro Achille Castiglioni. I modi della didattica, Corraini Edizioni, Mantova, 2014, pag. 24-25.
Mi è successo con la Parentesi. Era un oggetto luminoso curioso, divertente, intrigante, che illuminava il soggiorno della casa dove sono nata. Mi piaceva il rumore che faceva quando scorreva su e giù per il cavo, ero affascinata dal contrappeso che non toccava terra e si poteva far oscillare come un pendolo. Un oggetto familiare, bellissimo. Poi ho cambiato casa e l’ho dimenticato. Tanti anni dopo, all’università, eccolo comparire, insieme a molti altri oggetti noti, durante le lezioni di un professore a dir poco speciale che diceva (tanti anni prima di Steve Jobs): «se non siete curiosi lasciate perdere». Questo professore si chiamava Achille Castiglioni (1918-2002) e saliva in piedi sulla cattedra per mostrarci meglio tutti gli oggetti che collezionava e che ora si possono vedere nel suo studio presso la Fondazione che porta il suo nome.
Le citazioni riferite ad Achille Castiglioni sono tratte da qui e da: Eugenio Bettinelli, La voce del maestro Achille Castiglioni. I modi della didattica, Corraini Edizioni, Mantova, 2014, pag. 24-25.
Un po’ di storia. Progettata nel 1970, Compasso d’Oro nel 1979, Parentesi è prodotta da Flos, azienda italiana nota per tante altre icone del design (dalla Arco di Castiglioni alle storiche lampade di Gino Sarfatti). Come raccontò Castiglioni stesso: «La prima idea della Parentesi è di Pio Manzù, che aveva pensato ad un’asta fissa verticale e a una scatola cilindrica con una fessura per la luce che andava su e giù: per fermarla ci voleva una vite. Ho sostituito l’asta con una corda metallica che, deviata, fa attrito e permette alla lampada di stare in posizione senza bisogno di alcuna vite».
Pochi semplici elementi. La Parentesi è costituita da un cavo d’acciaio, un contrappeso cilindrico rivestito in gomma, un tenditore da barca a vela fissato al basamento, un disco circolare con gancio da inserire nel soffitto della stanza, il portalampada in gomma con un giunto rotante, la lampadina-spot a vista e quindi un sostegno per il portalampade in tubino laccato sagomato a forma di “parentesi”.
Qualche dato tecnico. Il movimento verticale del corpo illuminante è ottenuto mediante lo scorrimento di un tubolare di acciaio sagomato, verniciato a liquido o nichelato, su un cavetto di acciaio teso tra il plafone e pavimento. La testa dell’apparecchio è in elastomero stampato a iniezione di colore nero; al suo interno è alloggiato l’interruttore dell’apparecchio. La lunghezza utile del cavo elettrico, dal portalampada, è di mm 4000. Peso netto kg 3,6.
Curiosità innata. Da instancabile osservatore di oggetti, meccanismi, elementi costruttivi, Achille Castiglioni prende in prestito il cavo dal settore nautico: teso dal contrappeso, passa all’interno del tubino a forma di parentesi e crea un attrito in grado di bloccarlo all’altezza desiderata insieme con il portalampada e la lampadina. In questo modo la lampada si può posizionare nel punto desiderato senza rischiare di scivolare (a meno che non si alzi il contrappeso in fondo, togliendo la tensione ndr.) e senza dover ricorrere a elementi di fissaggio aggiuntivi.
Kit di montaggio. Il progetto non si fermò solo alla definizione della lampada ma, coinvolgendo l’utente in una ludica e costruttiva attività di fai-da-te, si estese all’imballaggio e alle fasi di montaggio. La prima versione di Parentesi venne infatti venduta in un kit d’imballaggio trasparente che lasciava vedere tutte le sue componenti ed era completo di una maniglia per facilitare il trasporto. Il cavo viene fissato a soffitto mediante un gancio a espansione; la sua tensione è assicurata dal contrappeso cilindrico in piombo rivestito di gomma. A fissare l’altezza da terra interviene l’apposito gancio tenditore, anch’esso di provenienza nautica.
La curiosità. Achille Castiglioni insisteva molto con i suoi studenti sul tema della curiosità come fondamento della ricerca e del progetto. Ma questa è una predisposizione che fornisce a tutti – studenti e utenti – la capacità critica di osservare qualsiasi oggetto e di verificarne di continuo le funzioni e le motivazioni. «Cominciate ad allenarvi all’autoironia e all’autocritica», esortava Castiglioni. «Liberatevi dall’ossessione di voler a ogni costo tutto inquadrare, tutto catalogare, tutto giudicare con il metro della tendenza e del tipo o, peggio, del premio e del successo».
I consigli del Maestro. «Un buon progetto nasce non dall’ambizione di lasciare un segno, ma dalla volontà di instaurare uno scambio, anche piccolo, con l’ignoto personaggio che userà l’oggetto da voi progettato. Mettetevi in testa che il lavoro di ricerca è tutto, e il singolo oggetto prodotto ne è una tappa, un momentaneo stop più che una conclusione. La strada, il cinema, la TV: è lì che si impara ad osservare criticamente i gesti ovvii, gli atteggiamenti conformisti, le forme scontate. Per scoprire che si può e si deve fare altro».
La Parentesi oggi. La Parentesi ha ispirato diversi omaggi d’autore. I più noti sono quelli di Ingo Maurer con la sua Hot Achille (1994), dal nome più che evocativo, e di Konstantin Grcic con la sua OK del 2014, sempre per Flos. Spiega Grcic a tale proposito: «[…] Disegnare una lampada oggi non si limita alla creazione di un oggetto intorno a una data fonte luminosa: significa disegnare la fonte luminosa stessa. Questo mi ha spinto a pensare alla Parentesi, la lampada che in assoluto ha celebrato il bulbo tradizionale nel modo più affascinante ed efficace. Sarebbe stato possibile ripensarla ancora una volta, ipotizzando un passaggio del testimone da Manzù-Castiglioni ad un altro futuro?».