I Consigli di 2 Pro per Ristrutturare a Distanza ed Essere Felici
Ristrutturare a distanza è possibile? Sì, e con gli strumenti digitali è semplice: due progetti ne sono esempio concreto
Due casi di ristrutturazione a distanza: nel primo, seguito dall’architetta Chiara Mangiarotti, i committenti vivevano in Brasile ma erano in procinto di trasferirsi a Milano, dove avrebbero dovuto trovare un appartamento pronto per accoglierli. Nel secondo l’architetta Chantal Forzatti ha seguito il progetto per la ristrutturazione di una casa per le vacanze in Italia di una famiglia svedese.
Sulla carta sembrerebbero percorsi più complicati rispetto a quelli ‘classici’, dove progettisti e committenti si trovano nella stessa città e non hanno ostacoli logistici per incontrarsi e per andare in cantiere, ma ascoltando l’esperienza di Chiara Mangiarotti e Chantal Forzatti non è stato così, anzi. La distanza ha obbligato a una maggiore organizzazione e chiarezza del percorso, che è quindi risultato più lineare. HouzzPro, videochiamate, condivisione di moodboard e riunioni online hanno accorciato le distanze e l’aggiornamento continuo delle progettiste ha dato fiducia ai committenti.
L’unico ostacolo – complice anche il momento specifico della pandemia – è stata la difficoltà di far vedere ai committenti la matericità delle finiture e le sfumature dei colori, ma la fiducia verso le progettiste ha permesso di risolvere il problema.
Sulla carta sembrerebbero percorsi più complicati rispetto a quelli ‘classici’, dove progettisti e committenti si trovano nella stessa città e non hanno ostacoli logistici per incontrarsi e per andare in cantiere, ma ascoltando l’esperienza di Chiara Mangiarotti e Chantal Forzatti non è stato così, anzi. La distanza ha obbligato a una maggiore organizzazione e chiarezza del percorso, che è quindi risultato più lineare. HouzzPro, videochiamate, condivisione di moodboard e riunioni online hanno accorciato le distanze e l’aggiornamento continuo delle progettiste ha dato fiducia ai committenti.
L’unico ostacolo – complice anche il momento specifico della pandemia – è stata la difficoltà di far vedere ai committenti la matericità delle finiture e le sfumature dei colori, ma la fiducia verso le progettiste ha permesso di risolvere il problema.
«I committenti, Alice e Tommaso, vivevano in Brasile quando mi hanno contattata. Avevano acquistato un appartamento a Milano, perché si sarebbero dovuti trasferire l’anno seguente, e cercavano un architetto che potesse ristrutturare la loro casa a distanza, qualcuno di cui fidarsi, non potendo essere presenti durante i lavori»: comincia così il racconto di Chiara Mangiarotti a proposito del progetto ‘Una casa a colori‘.
Dopo un primo contatto telefonico si è passati allo scambio di mail e quando progettista e committenti hanno capito di essere ‘sulla stessa lunghezza d’onda’ hanno cominciato il loro percorso insieme. «Abbiamo deciso di condividere ogni scelta attraverso condivisioni di cartelle di lavoro in cloud, Ideabook su Houzz e proposte planimetriche di progetto. E questo metodo ha funzionato perfettamente».
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La distanza si è quasi trasformata in un vantaggio, perché i committenti sono stati ‘obbligati’ a delegare a Chiara Mangiarotti diverse scelte, come racconta: «Credo che il fatto di essere lontani abbia in qualche modo fatto sì che i committenti dovessero “af-fidarsi” molto al professionista. Io ero i loro occhi qui e questo ha reso me molto responsabile e loro molto fiduciosi.
Altro punto di forza è la scoperta di quanto i mezzi che abbiamo a disposizione (videochiamate, condivisione di cartelle, cloud, Houzz) possano essere utilizzati nel lavoro al meglio permettendo di annullare i km di distanza, anche su un progetto molto complesso come è stato quello di questa ristrutturazione totale».
Altro punto di forza è la scoperta di quanto i mezzi che abbiamo a disposizione (videochiamate, condivisione di cartelle, cloud, Houzz) possano essere utilizzati nel lavoro al meglio permettendo di annullare i km di distanza, anche su un progetto molto complesso come è stato quello di questa ristrutturazione totale».
La condivisione ‘digitale’ è stata fondamentale, perché ha fatto sentire costantemente coinvolti e partecipi i committenti in ogni tappa del percorso: «Abbiamo utilizzato videochiamate sia dallo studio per le fasi di progettazione, sia dal cantiere per il coinvolgimento del committente nei lavori», chiude l’architetta.
Anche Houzz Pro, per esempio, può essere molto utile in questo contesto, perché aiuta i professionisti a comunicare il percorso seguito e le novità di progetto, pur a distanza, e i committenti a essere aggiornati in tempo reale.
Ma quali sono state le difficoltà da superare in un percorso così originale? «Se penso a quali possano essere stati gli ostacoli, forse posso affermare che oltre al fuso orario differente, l’unico che ho intravisto è stato quello di mostrare ai clienti la matericità delle finiture e le sfumature dei colori che spesso a seconda dei video si sfalsano leggermente.
Ci siamo perciò affidati a mazzette di colori internazionali e a campionature di materiali e tutto è proceduto al meglio».
Anche Houzz Pro, per esempio, può essere molto utile in questo contesto, perché aiuta i professionisti a comunicare il percorso seguito e le novità di progetto, pur a distanza, e i committenti a essere aggiornati in tempo reale.
Ma quali sono state le difficoltà da superare in un percorso così originale? «Se penso a quali possano essere stati gli ostacoli, forse posso affermare che oltre al fuso orario differente, l’unico che ho intravisto è stato quello di mostrare ai clienti la matericità delle finiture e le sfumature dei colori che spesso a seconda dei video si sfalsano leggermente.
Ci siamo perciò affidati a mazzette di colori internazionali e a campionature di materiali e tutto è proceduto al meglio».
In termini di tempi e costi, una ristrutturazione a distanza non necessariamente richiede tempi più lunghi e budget più onerosi. Le eventuali varianti vengono gestite come succede normalmente e ogni tappa viene prevista e condivisa. «Anzi, credo che il fatto che il cliente debba fidarsi del professionista sul posto, semplifichi molto l’andamento del cantiere, senza che nessun flusso venga interrotto per dubbi o incertezze.
Non cambierei nulla di questa esperienza, è stata decisamente positiva. Anzi, direi costruttiva per il mio studio. Abbiamo utilizzato più mezzi digitali e abbiamo imparato ad essere precisi nel linguaggio e nelle descrizioni di progetto e di cantiere», chiude Chiara Mangiarotti.
Non cambierei nulla di questa esperienza, è stata decisamente positiva. Anzi, direi costruttiva per il mio studio. Abbiamo utilizzato più mezzi digitali e abbiamo imparato ad essere precisi nel linguaggio e nelle descrizioni di progetto e di cantiere», chiude Chiara Mangiarotti.
Il secondo caso è quello del progetto 6AVB seguito da Chantal Forzatti per la ristrutturazione di una casa per le vacanze sul lago di Como di una famiglia svedese.
Il percorso, all’inizio, è stato ‘ibrido’, fra contatti digitali e incontri dal vivo, come racconta la progettista: «Sono stata contattata via messaggio tramite la piattaforma Houzz Pro. Dopo un breve scambio di messaggi e mail, abbiamo organizzato un sopralluogo conoscitivo presso la loro nuova abitazione, prima della conclusione dell’acquisto, così da valutare insieme l’immobile e aiutarli a finalizzare la proposta (essendo loro stranieri questo primo step risultava ancora più complicato)».
Il percorso, all’inizio, è stato ‘ibrido’, fra contatti digitali e incontri dal vivo, come racconta la progettista: «Sono stata contattata via messaggio tramite la piattaforma Houzz Pro. Dopo un breve scambio di messaggi e mail, abbiamo organizzato un sopralluogo conoscitivo presso la loro nuova abitazione, prima della conclusione dell’acquisto, così da valutare insieme l’immobile e aiutarli a finalizzare la proposta (essendo loro stranieri questo primo step risultava ancora più complicato)».
Secondo Chantal Forzatti il percorso di ristrutturazione a distanza non deve spaventare e tempi e costi non subiscono alcun cambiamento rispetto a quelli tradizionali: «Ristrutturando a distanza e non avendo quindi modo di fare visite ispettive frequenti in cantiere, il cliente è costretto ad avere già ben definita l’idea e il mood che vuole ottenere. Questo sicuramente semplifica il nostro lavoro di ricerca e progettazione.
In termini di tempi, possono essere solo più brevi e serrati rispetto ai percorsi ‘in presenza’ in quanto tutto viene ben definito prima dell’inizio dei lavori e, non avendo la possibilità di visitare il cantiere, i clienti non hanno modo di crearsi dubbi o ripensamenti».
In termini di tempi, possono essere solo più brevi e serrati rispetto ai percorsi ‘in presenza’ in quanto tutto viene ben definito prima dell’inizio dei lavori e, non avendo la possibilità di visitare il cantiere, i clienti non hanno modo di crearsi dubbi o ripensamenti».
Anche nel caso della ristrutturazione sul lago di Como la complicazione maggiore è stata relativa ai materiali: «Gli ostacoli sono stati principalmente legati alla scelta delle finiture e dei materiali poiché si è impossibilitati a vederli dal vivo insieme. In più, in questa specifica occasione, gli ostacoli sono stati doppi poiché si sono aggiunte anche le chiusure degli showroom per via delle restrizioni anti Covid-19. Per questo abbiamo organizzato all’inizio delle demolizioni due giorni di full immersion in cantiere dove poter vedere insieme le finiture per i nuovi spazi».
A seguire, committenti e progettista hanno usato tutti i mezzi di comunicazione disponibili: mail, messaggi e videochiamate con Houzz Pro.
A seguire, committenti e progettista hanno usato tutti i mezzi di comunicazione disponibili: mail, messaggi e videochiamate con Houzz Pro.
Un consiglio per chi si trovasse a dover affrontare un percorso di ristrutturazione a distanza? «Fare il possibile per accorciare le distanze, cercando di anticipare e prevedere le esigenze. Per esempio: abbiamo fatti recapitare a casa alcuni campioni che non avevamo avuto modo di vedere assieme nella due giorni in cantiere.
Un altro consiglio è cercare di tenere i clienti sempre al corrente di tutto perchè riteniamo che la trasparenza generi fiducia. Noi, ad esempio, quotidianamente inviavamo foto dal cantiere e davamo aggiornamenti dai vari fornitori, soprattutto a ridosso della consegna della casa. Questo continuo aggiornamento crediamo abbia tranquillizzato i committenti e li abbia resi un po’ più partecipi rispetto a un semplice scambio di mail.
Sono state anche molto utili e apprezzate le viste tridimensionali; i disegni 3D si sono rivelati ancora più utili del solito perché può essere difficile per un cliente tenere a mente gli spazi di una casa che non ha potuto visitare spesso. Noi architetti siamo abituati a ragionare tridimensionalmente, però per chi non è del mestiere questo aspetto risulta ancora più difficile».
Hai vissuto un’esperienza simile? Scrivici nei Commenti!
Un altro consiglio è cercare di tenere i clienti sempre al corrente di tutto perchè riteniamo che la trasparenza generi fiducia. Noi, ad esempio, quotidianamente inviavamo foto dal cantiere e davamo aggiornamenti dai vari fornitori, soprattutto a ridosso della consegna della casa. Questo continuo aggiornamento crediamo abbia tranquillizzato i committenti e li abbia resi un po’ più partecipi rispetto a un semplice scambio di mail.
Sono state anche molto utili e apprezzate le viste tridimensionali; i disegni 3D si sono rivelati ancora più utili del solito perché può essere difficile per un cliente tenere a mente gli spazi di una casa che non ha potuto visitare spesso. Noi architetti siamo abituati a ragionare tridimensionalmente, però per chi non è del mestiere questo aspetto risulta ancora più difficile».
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