Guida alle Piante e ai Fiori di Settembre
I colori di piante e fiori nel giardino di settembre
Chiara Palombo
1 settembre 2018
Collaboratrice Houzz Magazine. Garden writer, fotografa e stylist per progetti editoriali legati al verde, al giardino e al country living.
Contributor for Houzz Magazine. Garden writer, content manager, photographer and stylist for projects concerning gardening, home and country lifestyle.
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L’estate si avvia alla fine, piano piano i colori in giardino iniziano a spegnersi: comincia lo spettacolo di fioriture meno gridate e dal fascino più sottile, che ricordano boschi e orti di campagna. Ecco i fiori e le piante che salutano l’estate e ci accompagnano alle porte dell’autunno.
Gaura
In settembre fanno capolino le piccole corolle di Gaura lindheimeri, intrigante erbacea perenne originaria del Nordamerica. Ha un aspetto leggero, aggraziato, con i lunghi fusti rosso-bruni punteggiati dalle piccole foglie rossastre e da spighe di fiori tra il bianco e il rosa, a gola rosa acceso, rossa o fucsia, che spuntano a fine estate e fioriscono in successione per tutto l’autunno. Grazie al suo fascino insolito, da pianta quasi “da prateria”, si è guadagnata molto favore in Italia, dove finora è stata poco diffusa.
Assicurandole del terreno lavorato in profondità e arricchito con compost e concime a rilascio graduale, al sole, fiorisce e si dissemina spontaneamente senza problemi. Una spuntatura ad inizio primavera aiuterà a mantenere il cespuglio compatto.
In settembre fanno capolino le piccole corolle di Gaura lindheimeri, intrigante erbacea perenne originaria del Nordamerica. Ha un aspetto leggero, aggraziato, con i lunghi fusti rosso-bruni punteggiati dalle piccole foglie rossastre e da spighe di fiori tra il bianco e il rosa, a gola rosa acceso, rossa o fucsia, che spuntano a fine estate e fioriscono in successione per tutto l’autunno. Grazie al suo fascino insolito, da pianta quasi “da prateria”, si è guadagnata molto favore in Italia, dove finora è stata poco diffusa.
Assicurandole del terreno lavorato in profondità e arricchito con compost e concime a rilascio graduale, al sole, fiorisce e si dissemina spontaneamente senza problemi. Una spuntatura ad inizio primavera aiuterà a mantenere il cespuglio compatto.
Cosmea
Allegro e arruffato cespuglio di campagna, Cosmos bipinnatus lo si trova spesso negli orti piuttosto che nei giardini; le sue corolle porpora, bianche, cremisi o rosa punteggiano gli steli sottili dal fogliame fine, leggero e frastagliato.
Avendo l’accortezza di seminarlo sul tardi, verso fine aprile-maggio, nei climi miti fiorirà tra settembre e ottobre, in un periodo dove molte delle fioriture si spengono; sistemandolo sotto delle fronde protettive di un albero o contro un muro che protegga dal vento dominante, si eviterà di trovare il cespuglio sdraiato a terra alla prima pioggia. Chi è più preciso potrà predisporre dei tutori per proteggere gli steli.
Per il resto, la cosmea è poco esigente: pianta da sole e da mezz’ombra, è sufficiente terra da giardino comune, con una manciata di sabbia e una (piccola) di compost. Ottimo fiore da taglio, specie se si amano le composizioni dal sapore più campagnolo.
Allegro e arruffato cespuglio di campagna, Cosmos bipinnatus lo si trova spesso negli orti piuttosto che nei giardini; le sue corolle porpora, bianche, cremisi o rosa punteggiano gli steli sottili dal fogliame fine, leggero e frastagliato.
Avendo l’accortezza di seminarlo sul tardi, verso fine aprile-maggio, nei climi miti fiorirà tra settembre e ottobre, in un periodo dove molte delle fioriture si spengono; sistemandolo sotto delle fronde protettive di un albero o contro un muro che protegga dal vento dominante, si eviterà di trovare il cespuglio sdraiato a terra alla prima pioggia. Chi è più preciso potrà predisporre dei tutori per proteggere gli steli.
Per il resto, la cosmea è poco esigente: pianta da sole e da mezz’ombra, è sufficiente terra da giardino comune, con una manciata di sabbia e una (piccola) di compost. Ottimo fiore da taglio, specie se si amano le composizioni dal sapore più campagnolo.
Lagerstroemia
Tra i grandi arbusti, è l’ultimo a esplodere a fine estate in una fioritura colorata e appariscente: è Lagerstroemia indica, un nome un po’ ingrato per una pianta così bella e generosa, assegnatole dal botanico Linneo come dedica a Magnus von Lagerstroem, un direttore della Compagnia delle Indie. Cresce bene in tutta Italia, può raggiungere anche le dimensioni di un piccolo albero, dal tronco liscio e dalla chioma formata da piccole foglie allungate, lunghe circa 5-7 cm, e dai racemi di fiori che assomigliano a grandi grappoli, in rosa, in bianco o porpora.
Tra i grandi arbusti, è l’ultimo a esplodere a fine estate in una fioritura colorata e appariscente: è Lagerstroemia indica, un nome un po’ ingrato per una pianta così bella e generosa, assegnatole dal botanico Linneo come dedica a Magnus von Lagerstroem, un direttore della Compagnia delle Indie. Cresce bene in tutta Italia, può raggiungere anche le dimensioni di un piccolo albero, dal tronco liscio e dalla chioma formata da piccole foglie allungate, lunghe circa 5-7 cm, e dai racemi di fiori che assomigliano a grandi grappoli, in rosa, in bianco o porpora.
Molto diffusa anche negli ambienti urbani, dove prospera incurante di polveri e inquinamento; bella da lasciar affacciare su muretti e cancellate. Si trova a suo agio in terreno argilloso, arricchito con terriccio di foglie e un po’ di concime organico. Inattaccabile anche dai parassiti: sul suo legno, estremamente compatto e resistente, crea vita difficile agli insetti che vorrebbero svernare su di lui.
Volendo, si può coltivare in vaso, in questo caso però bisogna avere l’accortezza di ritirarla in luogo fresco se le temperature invernali scendono al di sotto dello zero.
Volendo, si può coltivare in vaso, in questo caso però bisogna avere l’accortezza di ritirarla in luogo fresco se le temperature invernali scendono al di sotto dello zero.
Dalie
Immancabili per dare colore ad orti e giardini da metà estate fino ai primi geli, Dahlia è uno di quei fiori amati da sempre, per le sue doti di rusticità, salute e non da ultimo per l’aspetto allegro e gioioso. Prova ne sono le infinite varietà frutto di un lavoro di ibridazione e di coltivazione intenso, portato avanti un po’ in tutta Europa a partire dal XVIII secolo, quando i primi tuberi arrivarono dal Messico in Spagna.
Immancabili per dare colore ad orti e giardini da metà estate fino ai primi geli, Dahlia è uno di quei fiori amati da sempre, per le sue doti di rusticità, salute e non da ultimo per l’aspetto allegro e gioioso. Prova ne sono le infinite varietà frutto di un lavoro di ibridazione e di coltivazione intenso, portato avanti un po’ in tutta Europa a partire dal XVIII secolo, quando i primi tuberi arrivarono dal Messico in Spagna.
Difficile, se non impossibile, non trovare la propria favorita tra i vari tipi: a pompon, dai fiori sferici e rotondi; a fiore semplice, a ninfea, a palloncino, a cactus e semicactus, dai petali lunghi e stretti, un po’ disordinati, varietà particolarmente adatta da recidere. In quanto ai colori, quasi tutto lo spettro dei colori è rappresentato, anzi le novità degli ultimi anni hanno portato tra le mani degli appassionati anche varietà dai colori insoliti, come Dahlia ‘Cafè au Lait’, dal delicato tono marrone chiaro che schiarisce in pesca verso i margini dei petali.
La coltivazione è semplice, se si ha cura di piantare i tuberi in zona assolata, in terreno lavorato in profondità e senza lesinare sul concime; da evitare i concimi liquidi, che rischiano di far marcire i tuberi. Nei climi miti si possono lasciare i tuberi nel terreno, altrove invece è meglio rimuoverli e ripiantarli l’anno seguente, tra marzo e aprile. Tra una pianta e l’altra meglio lasciare circa mezzo metro, per arieggiarle e anche per avere abbastanza agio per piantare i necessari tutori, alti circa un metro, a cui legare gli steli seguendone la crescita.
Allo spuntare dei getti, sfoltirli lasciando i 2-3 più robusti e promettenti e cimarli quando avranno raggiunto i 20 cm; questo passaggio irrobustirà la pianticella. Durante il periodo di fioritura, tagliare i capi sfioriti per non far sprecare energia alla pianta.
La coltivazione è semplice, se si ha cura di piantare i tuberi in zona assolata, in terreno lavorato in profondità e senza lesinare sul concime; da evitare i concimi liquidi, che rischiano di far marcire i tuberi. Nei climi miti si possono lasciare i tuberi nel terreno, altrove invece è meglio rimuoverli e ripiantarli l’anno seguente, tra marzo e aprile. Tra una pianta e l’altra meglio lasciare circa mezzo metro, per arieggiarle e anche per avere abbastanza agio per piantare i necessari tutori, alti circa un metro, a cui legare gli steli seguendone la crescita.
Allo spuntare dei getti, sfoltirli lasciando i 2-3 più robusti e promettenti e cimarli quando avranno raggiunto i 20 cm; questo passaggio irrobustirà la pianticella. Durante il periodo di fioritura, tagliare i capi sfioriti per non far sprecare energia alla pianta.
Anemone giapponese
Cugino dell’Anemone coronaria, a fioritura primaverile, Anemone japonica o A. hupehensis inizia a fiorire a fine agosto per continuare fino ad ottobre; si tratta di una erbacea perenne che forma cespugli abbastanza ampi e densi, dal fogliame verde medio da cui si innalzano gli steli fiorali che portano circa 5-6 fiori ciascuno. Le corolle vanno dal bianco puro al rosa intenso, passando per tutte le sfumature; le antere sono giallo oro, abbastanza evidenti.
Cugino dell’Anemone coronaria, a fioritura primaverile, Anemone japonica o A. hupehensis inizia a fiorire a fine agosto per continuare fino ad ottobre; si tratta di una erbacea perenne che forma cespugli abbastanza ampi e densi, dal fogliame verde medio da cui si innalzano gli steli fiorali che portano circa 5-6 fiori ciascuno. Le corolle vanno dal bianco puro al rosa intenso, passando per tutte le sfumature; le antere sono giallo oro, abbastanza evidenti.
Apprezza il terriccio leggero, le zone dall’ombra rada; è meglio ripararlo dai venti, per evitare di danneggiare i fiori. Si aiuta la vigorìa della pianta con un taglio alla parte aerea dopo la sfioritura. I fiori recisi durano a lungo.
Aster
Detto anche settembrino proprio per il periodo in cui esibisce la sua fioritura sbarazzina, Aster novae Belgi rallegra prati e bordure con i suoi capolini fioriti tra l’azzurro pallido, il malva, il rosa, il bianco, fino al rosso e al porpora, con al centro un bottone dorato.
Esiste di diverse altezze, le più basse, fino a 30 cm di altezza, formano dei cuscini di fiori fitti che nascondono il resto della pianta; le varietà più alte, belle da inserire tra cespugli sempreverdi o al limitare di zone erbose, arrivano anche a 75 cm circa. Al sole o a mezz’ombra, non hanno particolari esigenze in fatto di terreno ma apprezzano qualche irrigazione in più nel periodo caldo; ogni 2-3 anni è opportuno dividere i cespi, accorciandoli, per regalare nuova energia alla pianta.
Detto anche settembrino proprio per il periodo in cui esibisce la sua fioritura sbarazzina, Aster novae Belgi rallegra prati e bordure con i suoi capolini fioriti tra l’azzurro pallido, il malva, il rosa, il bianco, fino al rosso e al porpora, con al centro un bottone dorato.
Esiste di diverse altezze, le più basse, fino a 30 cm di altezza, formano dei cuscini di fiori fitti che nascondono il resto della pianta; le varietà più alte, belle da inserire tra cespugli sempreverdi o al limitare di zone erbose, arrivano anche a 75 cm circa. Al sole o a mezz’ombra, non hanno particolari esigenze in fatto di terreno ma apprezzano qualche irrigazione in più nel periodo caldo; ogni 2-3 anni è opportuno dividere i cespi, accorciandoli, per regalare nuova energia alla pianta.
Ciclamino selvatico
A fine estate, guardando attentamente ai piedi di alberi e tra gli arbusti, è possibile scorgere i piccoli fiori di Cyclamen hederifolium, altrimenti detto ciclamino selvatico, introdotto in Europa nel XVII secolo. Non ci mise molto a scatenare una corsa alla sua coltivazione, sia per il grazioso aspetto e colore, sia per il finissimo profumo. Le foglie verde grigio a forma di cuore non fanno che aggiungere pregi a questa piccola perla da giardino, da non confondere con il classico ciclamino da vaso (Cyclamen persicum), dai fiori più grandi e senza profumo.
Se lo incontrate nei boschi, non prelevatelo assolutamente, tanto si acclimaterà in modo capriccioso se spostato; vale la pena cercarlo per vivai, dal momento che si ottengono migliori risultati con le piantine acquistate, oppure da seme.
Per coltivarlo in modo soddisfacente, vanno ricreate le condizioni del suo habitat ideale, quelle del sottobosco delle foreste di latifoglie e di conifere, dove occhieggia piacevolmente dall’ombra leggera, confortato da terriccio fresco e leggermente umido.
Altro
Fiore del Mese: I Ciclamini
Questo Ideabook è stato originariamente pubblicato il 15 settembre 2016
A fine estate, guardando attentamente ai piedi di alberi e tra gli arbusti, è possibile scorgere i piccoli fiori di Cyclamen hederifolium, altrimenti detto ciclamino selvatico, introdotto in Europa nel XVII secolo. Non ci mise molto a scatenare una corsa alla sua coltivazione, sia per il grazioso aspetto e colore, sia per il finissimo profumo. Le foglie verde grigio a forma di cuore non fanno che aggiungere pregi a questa piccola perla da giardino, da non confondere con il classico ciclamino da vaso (Cyclamen persicum), dai fiori più grandi e senza profumo.
Se lo incontrate nei boschi, non prelevatelo assolutamente, tanto si acclimaterà in modo capriccioso se spostato; vale la pena cercarlo per vivai, dal momento che si ottengono migliori risultati con le piantine acquistate, oppure da seme.
Per coltivarlo in modo soddisfacente, vanno ricreate le condizioni del suo habitat ideale, quelle del sottobosco delle foreste di latifoglie e di conifere, dove occhieggia piacevolmente dall’ombra leggera, confortato da terriccio fresco e leggermente umido.
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Paolo Nardin