Le Case di Houzz
Ristrutturare
Guarda Come un Pro Ha Unito Due Appartamenti Difficili e Bui
I nodi nell'unione di due unità immobiliari, affrontati e risolti per comporre un appartamento luminoso e confortevole
Come unire due appartamenti che si presentavano inizialmente non belli e con alcune difficoltà: erano cupi, il colore dominante era il marrone, la luce mancava, la struttura – tipica di una casa a ringhiera – aveva anche bisogno di un intervento di aggiornamento per quanto riguarda l’isolamento acustico e il solaio aveva ceduto in fase di cantiere, nel momento in cui era stata abbattuta la sottile parete che divideva le due unità immobiliari.
Una serie di complicazioni strutturali ed estetiche per unire i due appartamenti che sono state affrontate e risolte dall’architetto Caterina Martini; oltre a risanare la struttura, la progettista si è occupata di riorganizzare gli spazi e rivoluzionare del tutto finiture e rivestimenti, per ottenere un appartamento funzionale, super luminoso e di stile.
Una serie di complicazioni strutturali ed estetiche per unire i due appartamenti che sono state affrontate e risolte dall’architetto Caterina Martini; oltre a risanare la struttura, la progettista si è occupata di riorganizzare gli spazi e rivoluzionare del tutto finiture e rivestimenti, per ottenere un appartamento funzionale, super luminoso e di stile.
Una foto prima dei lavori
Milano, quartiere Isola. L’architetto Caterina Martini comincia subito a descrivere intenzioni e stato di fatto: «Il committente era proprietario di due unità immobiliari adiacenti all’interno di una casa di ringhiera in via Borsieri. Le due unità erano state oggetto di ristrutturazioni ormai superate, sia funzionalmente che esteticamente, e l’aspetto che più colpiva entrando all’interno dei due appartamenti era la mancanza di luce, dovuta anche alla scelta di colori scuri di pavimento e rivestimento.
Anche le tipiche porte in legno e vetro di questi appartamenti erano verniciate in marrone: l’atmosfera era cupa e poco accogliente».
Milano, quartiere Isola. L’architetto Caterina Martini comincia subito a descrivere intenzioni e stato di fatto: «Il committente era proprietario di due unità immobiliari adiacenti all’interno di una casa di ringhiera in via Borsieri. Le due unità erano state oggetto di ristrutturazioni ormai superate, sia funzionalmente che esteticamente, e l’aspetto che più colpiva entrando all’interno dei due appartamenti era la mancanza di luce, dovuta anche alla scelta di colori scuri di pavimento e rivestimento.
Anche le tipiche porte in legno e vetro di questi appartamenti erano verniciate in marrone: l’atmosfera era cupa e poco accogliente».
La pianta precedente il progetto
La pianta di progetto
La pianta con l’indicazione, in giallo, delle demolizioni e, in rosso, delle nuove pareti
Ne è seguito un progetto mosso dalla volontà di unire i due appartamenti per ricavarne uno più comodo e luminoso, per una giovane coppia.
La nuova distribuzione, come anche le scelte estetiche, doveva essere vincolata alla massima funzionalità e realizzata con grande attenzione al rispetto del budget prefissato, di circa 60.000 euro.
Ne è seguito un progetto mosso dalla volontà di unire i due appartamenti per ricavarne uno più comodo e luminoso, per una giovane coppia.
La nuova distribuzione, come anche le scelte estetiche, doveva essere vincolata alla massima funzionalità e realizzata con grande attenzione al rispetto del budget prefissato, di circa 60.000 euro.
Aperto il cantiere, racconta ancora l’architetto, «La ristrutturazione ha avuto inizio con la demolizione di tutti i tavolati esistenti e dei rivestimenti (pavimenti e piastrelle). Trattandosi di una casa che non subiva ristrutturazioni importanti da decenni, fin dalle prime fasi ci sono stati alcuni imprevisti: demolendo i pavimenti ci si è resi conto che il sottofondo era praticamente inesistente: il pavimento era incollato su un massetto sottilissimo, che è stato impossibile separare dal pavimento e che è quindi stato demolito. Sotto di esso solo l’assito del solaio, con i residui di massetto ormai del tutto incoerente e sfaldato. È stato quindi necessario procedere con la realizzazione di un nuovo sottofondo per garantire lo spessore per il passaggio dei moderni impianti, che altrimenti non avrebbero avuto possibilità di essere posati.
Altro imprevisto è avvenuto durante la demolizione del tavolato che frazionava i due appartamenti originari: demolendo il tavolato è stata inevitabilmente demolita una piccola porzione di soffitto in arelle (tipica tecnica costruttiva lombarda del passato, che utilizzava delle cannette di fiume applicate all’orditura in legno del solaio per realizzare una sorta di controsoffitto cui applicare poi l’intonaco).
Restaurare l’orditura in legno (molto deteriorata dal punto di vista estetico) e portarla a vista sarebbe stato architettonicamente interessante ma eccessivamente oneroso e si è quindi optato per un placcaggio, cioè si è realizzato con nuovo controsoffitto in cartongesso immediatamente sotto lo strato di arelle per rendere regolare il soffitto senza affrontare la spese di un totale rifacimento».
Restaurare l’orditura in legno (molto deteriorata dal punto di vista estetico) e portarla a vista sarebbe stato architettonicamente interessante ma eccessivamente oneroso e si è quindi optato per un placcaggio, cioè si è realizzato con nuovo controsoffitto in cartongesso immediatamente sotto lo strato di arelle per rendere regolare il soffitto senza affrontare la spese di un totale rifacimento».
La costruzione delle contropareti in fase di cantiere
Il progetto strutturale ha dovuto tener conto anche dello stato delle pareti che separavano le due unità immobiliari. Racconta Caterina Martini: «Le pareti che separavano le unità oggetto di intervento da quelle adiacenti sono costituite da semplici tavolati di spessore ridottissimo. Per consentire il passaggio degli impianti senza danneggiare l’appartamento adiacente e senza ridurre le già scarse prestazioni di isolamento acustico si è quindi optato per realizzare delle contropareti in cartongesso coibentate, da utilizzare per migliorare la prestazione della parete e per consentire il passaggio del nuovo impianto elettrico».
Il progetto strutturale ha dovuto tener conto anche dello stato delle pareti che separavano le due unità immobiliari. Racconta Caterina Martini: «Le pareti che separavano le unità oggetto di intervento da quelle adiacenti sono costituite da semplici tavolati di spessore ridottissimo. Per consentire il passaggio degli impianti senza danneggiare l’appartamento adiacente e senza ridurre le già scarse prestazioni di isolamento acustico si è quindi optato per realizzare delle contropareti in cartongesso coibentate, da utilizzare per migliorare la prestazione della parete e per consentire il passaggio del nuovo impianto elettrico».
Superati gli inconvenienti tecnici, la ristrutturazione e la nuova composizione degli spazi hanno permesso di ottenere una distribuzione pratica e funzionale, oltre che ambienti molto luminosi, grazie anche alle finiture: per il pavimento è stato scelto gres simil legno a doghe color rovere sbiancato, le porte sono verniciate di bianco e anche pareti e soffitti sono bianchi.
Fra i dettagli di maggior effetto, lo studio della cucina, separata dalla zona giorno da una colonna con nicchie in muratura usate come area di contenimento. «L’arredamento è semplice e moderno. La cucina bianca con ante pantografate è abbinata a piastrelle tipo cementine; il tavolo è accompagnato da vecchie sedie riverniciate in colori diversi», racconta la progettista.
Scopri altri progetti di appartamenti che sono stati uniti
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Un dettaglio del piano di lavoro e del rivestimento in cementine
Fra le soluzione pratiche scaturite dalla nuova conformazione degli spazi, la creazione di una zona lavanderia nascosta.
Due pannelli scorrevoli specchiati, infatti, nascondono lavatrice, asciugatrice e caldaia.
Le porte sono state tutte recuperate e ridipinte nella stessa tonalità di bianco, per cercare una nuova coerenza – anche cromatica – fra i due appartamenti.
Come racconta la progettista, infatti, «Le porte tipiche di questa epoca, in precedenza verniciate in color marrone, sono state restaurate, con posa di vetro satinato e verniciate di bianco. A pavimento, un gres a doghe anch’esso chiaro, color rovere sbiancato. Le pareti ei soffitti sono bianchi, come la cucina e la spalletta con nicchie in muratura. I colori chiari e senza contrasti aiutano a riflettere la luce, per conferire all’appartamento una nuova luminosità e per donare all’ambiente un aspetto coerente, fresco e pulito, come da desiderio dei committenti».
Le porte sono state tutte recuperate e ridipinte nella stessa tonalità di bianco, per cercare una nuova coerenza – anche cromatica – fra i due appartamenti.
Come racconta la progettista, infatti, «Le porte tipiche di questa epoca, in precedenza verniciate in color marrone, sono state restaurate, con posa di vetro satinato e verniciate di bianco. A pavimento, un gres a doghe anch’esso chiaro, color rovere sbiancato. Le pareti ei soffitti sono bianchi, come la cucina e la spalletta con nicchie in muratura. I colori chiari e senza contrasti aiutano a riflettere la luce, per conferire all’appartamento una nuova luminosità e per donare all’ambiente un aspetto coerente, fresco e pulito, come da desiderio dei committenti».
Il dettaglio di uno dei bagni, rinnovato
Coerenza cromatica anche negli esterni, dove i due appartamenti uniti ora si confondono, grazie all’omogeneità di trattamento seguita anche per imposte e ringhiera.
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Anno di costruzione: l’edificio è una casa di ringhiera dei primi del ‘900
Anno di ristrutturazione: 2016-2017
Chi vive in questa casa: una giovane coppia
Superficie: 65 m²
Costo dell’intervento: 60.000 euro
Architetto: Caterina Martini