Giardino: Come Grattacieli tra i Fiori, le Svettanti Spighe Azzurre
Parla L'esperto. Baptisia, Delphinium, Lupinus, e altri fiori blu a “spiga”: come tappezzare il giardino con piante dai colori profondi
L’azzurro è da sempre il colore più amato e ricercato tra i fiori, vuoi per la sua rarità, vuoi perché di blu veramente tali, ce ne sono pochi anche tra i fiori azzurri. In genere le sfumature tendono spesso al viola chiaro e al rosa. I blu profondi, netti, oltremarini, come quello di alcuni Iris e dell’Aconitum, sono veramente rari. Altrettanto rari sono i fiori dal colore celeste pallido, o di un azzurro verdino, come quello delle Puya. Meglio, a volte, affidarsi ad alcuni fogliami dalle sfumature fredde, come Hosta.
Il blu dipende anche poi dal pH, dalle condizioni del suolo e l’esposizione troppo assolata, che specie in climi caldi, gioca un ruolo molto importante. Il pH deve essere leggermente acido e l’esposizione riparata dai raggi caldi delle ore centrali del giorno (preferite esposizioni ad est).
Con l’avanzare della fioritura di solito la tonalità tende a colori più porporini e grigiastri: cercate di capire come si comportano le piante nel vostro giardino, e quando il colore non vi piace più, non esitate a tagliare le spighe. Se volete conservare i semi per l’anno successivo, vi basterà lasciare uno o due steli fioriti. Legate uno spago, un cordoncino o un filo di lana del colore dei fiori e appuntatelo sulla busta nel momento di scrivere l’etichetta.
I fiori a spiga sono particolarmente amati in giardino, perché si prestano a svettare tra le piante un po’ più basse, creando un allegro disordine e movimento tra i volumi della bordura. Potete anche piantarle in masse per creare un effetto “filler” o “lago”, ma le piante suggerite si prestano perfettamente come accenti verticali che attirano lo sguardo.
Il blu, tra l’altro, è un colore magneticamente attraente.
Ognuna di queste piante si accompagna molto bene a fogliami dai colori giallognoli, o a composizioni con fiori bianchi e fogliame variegato di bianco e giallo.
Nota botanica: la spiga è un infiorescenza precisa, qui sono state considerate le infiorescenze alte e affusolate, compresi racemi e pannocchie. Vedi “infiorescenza“ su Wikipedia.
Il blu dipende anche poi dal pH, dalle condizioni del suolo e l’esposizione troppo assolata, che specie in climi caldi, gioca un ruolo molto importante. Il pH deve essere leggermente acido e l’esposizione riparata dai raggi caldi delle ore centrali del giorno (preferite esposizioni ad est).
Con l’avanzare della fioritura di solito la tonalità tende a colori più porporini e grigiastri: cercate di capire come si comportano le piante nel vostro giardino, e quando il colore non vi piace più, non esitate a tagliare le spighe. Se volete conservare i semi per l’anno successivo, vi basterà lasciare uno o due steli fioriti. Legate uno spago, un cordoncino o un filo di lana del colore dei fiori e appuntatelo sulla busta nel momento di scrivere l’etichetta.
I fiori a spiga sono particolarmente amati in giardino, perché si prestano a svettare tra le piante un po’ più basse, creando un allegro disordine e movimento tra i volumi della bordura. Potete anche piantarle in masse per creare un effetto “filler” o “lago”, ma le piante suggerite si prestano perfettamente come accenti verticali che attirano lo sguardo.
Il blu, tra l’altro, è un colore magneticamente attraente.
Ognuna di queste piante si accompagna molto bene a fogliami dai colori giallognoli, o a composizioni con fiori bianchi e fogliame variegato di bianco e giallo.
Nota botanica: la spiga è un infiorescenza precisa, qui sono state considerate le infiorescenze alte e affusolate, compresi racemi e pannocchie. Vedi “infiorescenza“ su Wikipedia.
Delphinium, Gruppo Elatum
I Delphinium sono piante amatissime e molto coltivate, sia per i loro colori, che vanno dal bianco fino al rosso porpora, fino a toccare tonalità nerastre. Se la varietà di azzurri tra questi fiori è notissima, sono quasi assenti i gialli, tanto che le pochissime cultivar a fiore giallo sono di difficile reperibilità e piuttosto costose.
Ne esistono molte specie e infinite cultivar. Appartenendo alla famiglia delle Ranunculaceae sono molto tossiche se ingerite, e il contatto con le foglie, in soggetti predisposti, può provocare irritazioni. Tuttavia non allarmatevi: sono tra le piante più coltivate del mondo e nessuno è mai morto a causa di un Delphinium in giardino!
Se la Baptisia ama suoli poveri e secchi, per il Delphinium vale l’esatto opposto, tanto che coltivarli sui litorali di zone calde è un’impresa davvero ardua, che dà pochi o nulli risultati. Il terreno deve essere soffice e ricco, ammendato di continuo con letame stramaturo o con compost. Le irrigazioni devono essere quotidiane in estate, ma l’acqua non deve mai stagnare. Questo è un pericolo gravissimo per il Delphinium, che detesta il ristagno.
Il Gruppo più coltivato è quello degli Ibridi Pacific, che raggiungono altezze notevoli, quasi due metri. Gli Ibridi Pacific sono coltivati come annuali o biennali, e vengono sostituiti dopo la fioritura. Non conviene lasciare andare a seme, ma acquistare ogni anno dei semi di prima generazione (F1) e sostituire le piante appena dimostrano cenni di stanchezza.
I Delphinium sono piante amatissime e molto coltivate, sia per i loro colori, che vanno dal bianco fino al rosso porpora, fino a toccare tonalità nerastre. Se la varietà di azzurri tra questi fiori è notissima, sono quasi assenti i gialli, tanto che le pochissime cultivar a fiore giallo sono di difficile reperibilità e piuttosto costose.
Ne esistono molte specie e infinite cultivar. Appartenendo alla famiglia delle Ranunculaceae sono molto tossiche se ingerite, e il contatto con le foglie, in soggetti predisposti, può provocare irritazioni. Tuttavia non allarmatevi: sono tra le piante più coltivate del mondo e nessuno è mai morto a causa di un Delphinium in giardino!
Se la Baptisia ama suoli poveri e secchi, per il Delphinium vale l’esatto opposto, tanto che coltivarli sui litorali di zone calde è un’impresa davvero ardua, che dà pochi o nulli risultati. Il terreno deve essere soffice e ricco, ammendato di continuo con letame stramaturo o con compost. Le irrigazioni devono essere quotidiane in estate, ma l’acqua non deve mai stagnare. Questo è un pericolo gravissimo per il Delphinium, che detesta il ristagno.
Il Gruppo più coltivato è quello degli Ibridi Pacific, che raggiungono altezze notevoli, quasi due metri. Gli Ibridi Pacific sono coltivati come annuali o biennali, e vengono sostituiti dopo la fioritura. Non conviene lasciare andare a seme, ma acquistare ogni anno dei semi di prima generazione (F1) e sostituire le piante appena dimostrano cenni di stanchezza.
Delphinium Elatum
Adatti per le aiuole tardo primaverili o estive, la fioritura dei Delphinium è piuttosto tardiva, specie in climi freddi.
Se si ha l’accortezza di mischiare al Delphinium Gruppo Pacific, anche degli esemplari di Delphinium del Gruppo Elatum, la fioritura si prolungherà, poiché, l’Elatum ha spighe fiorali laterali che si dischiudono dopo quella centrale, quindi i fiori saranno meno appariscenti e meno statuari, ma pur sempre numerosi.
L’Elatum può talvolta rifiorire in autunno, in maniera meno abbondante.
Per avere una fioritura più prolungata, scalate le semine di almeno una settimana, continuando a seminare da marzo a maggio (in climi freddi).
Gli Elatum si riproducono anche da talea basale, prelevando un robusto tallone e un ramo lungo 10 cm, spesso almeno mezzo centimetro.
In zone poco ventilate e troppo ombrose tendono a soffrire di oidio.
L’esposizione migliore è in luce parziale (meglio quella del mattino).
Adatti per le aiuole tardo primaverili o estive, la fioritura dei Delphinium è piuttosto tardiva, specie in climi freddi.
Se si ha l’accortezza di mischiare al Delphinium Gruppo Pacific, anche degli esemplari di Delphinium del Gruppo Elatum, la fioritura si prolungherà, poiché, l’Elatum ha spighe fiorali laterali che si dischiudono dopo quella centrale, quindi i fiori saranno meno appariscenti e meno statuari, ma pur sempre numerosi.
L’Elatum può talvolta rifiorire in autunno, in maniera meno abbondante.
Per avere una fioritura più prolungata, scalate le semine di almeno una settimana, continuando a seminare da marzo a maggio (in climi freddi).
Gli Elatum si riproducono anche da talea basale, prelevando un robusto tallone e un ramo lungo 10 cm, spesso almeno mezzo centimetro.
In zone poco ventilate e troppo ombrose tendono a soffrire di oidio.
L’esposizione migliore è in luce parziale (meglio quella del mattino).
Lobelia siphilitica
Appartenente alla famiglia delle Campanulaceae / Lobeliaceae, è originaria delle zone umide degli Stati Uniti orientali e centrali.
La coltivazione della Lobelia siphilitica non è difficile, a patto di darle subito ciò che cerca: una buona insolazione con un terreno ricco e piuttosto umido. Ottima vicino a corsi d’acqua o lasciata inselvatichire in prati umidi e fangosi.Ha un grande pregio: quello di fiorire davvero tardi, dall’estate fino alle soglie dell’autunno, con racemi di fiori azzurro chiaro con gola bianca, che hanno una grande durata.
Ne esiste una forma a colore bianco (Lobelia siphilitia f. albiflora).
Altre lobelie a fiore affusolato sono la nota Lobelia cardinalis (fiore estivo rosso, un metro d’altezza, circa) e la Lobelia x gerardii ‘Vedrariensis’, con fiori estivi color porpora, di altezza fino a 1,2 mt.
Molto apprezzate sono la Lobelia tupa, con fiori estivi rosso e vinaccia alla sfioritura, molto persistenti, alta fino a 2 metri, e la Lobelia ‘Will Scarlet’ dedicata all’omonimo personaggio delle avventure di Robin Hood, con fiori di grande fascino, dal color rosso molto ricco, con sfumature color mattone. Anche questi durano per tutta l’estate.
L’altezza è attorno al metro.
Appartenente alla famiglia delle Campanulaceae / Lobeliaceae, è originaria delle zone umide degli Stati Uniti orientali e centrali.
La coltivazione della Lobelia siphilitica non è difficile, a patto di darle subito ciò che cerca: una buona insolazione con un terreno ricco e piuttosto umido. Ottima vicino a corsi d’acqua o lasciata inselvatichire in prati umidi e fangosi.Ha un grande pregio: quello di fiorire davvero tardi, dall’estate fino alle soglie dell’autunno, con racemi di fiori azzurro chiaro con gola bianca, che hanno una grande durata.
Ne esiste una forma a colore bianco (Lobelia siphilitia f. albiflora).
Altre lobelie a fiore affusolato sono la nota Lobelia cardinalis (fiore estivo rosso, un metro d’altezza, circa) e la Lobelia x gerardii ‘Vedrariensis’, con fiori estivi color porpora, di altezza fino a 1,2 mt.
Molto apprezzate sono la Lobelia tupa, con fiori estivi rosso e vinaccia alla sfioritura, molto persistenti, alta fino a 2 metri, e la Lobelia ‘Will Scarlet’ dedicata all’omonimo personaggio delle avventure di Robin Hood, con fiori di grande fascino, dal color rosso molto ricco, con sfumature color mattone. Anche questi durano per tutta l’estate.
L’altezza è attorno al metro.
Lupinus specie e varietà
Ecco un’altra pianta tardiva, che fiorisce dalla tarda primavera fino all’estate, se si ha avuto l’accortezza di scalare le semine.
Purtroppo anche questa è off-limits per le zone costiere calde, mentre è ottima in climi più freschi o nell’entroterra.
Esistono molti lupini perenni, come il Lupinus arboreus, di color giallo pallido, ma la maggior parte di quelli coltivati in giardino sono annuali o si comportano come tali. Occorre quindi seminarli ogni anno, ma questo è un vantaggio, perché scalando le semine si possono ottenere fioriture distanziate. Attenzione a non ingerire i semi, poiché sono tossici.
Molto comuni sono i cosiddetti Ibridi Russel, la quantità di colori è innumerevole, dal porpora all’azzurro leggero, fino al bianco, al rosso, al rosa più o meno scuro, e al giallo dorato, che sfuma nel pesca e nell’albicocca. Possono essere anche bicolori.
Si trovano a loro agio in zone non troppo assolate, fresche, ma non troppo umide. Non gradiscono un terreno troppo ricco di sostanza organica, né troppo compatto. La sabbia silicea, quindi tendente all’acido, giova moltissimo. Evitate come drenaggio sabbia e ghiaia di fiume; procuratevi piuttosto materiale inerte in negozi di acquariologia.
Per aiutare i lupini non c’è niente di meglio del trinciato… di lupini! Un ammendante biologico che inacidisce un po’ il terriccio, e che potete usare anche per ortensie, azalee, camelie rododendri. Purtroppo è molto caro.
Ecco un’altra pianta tardiva, che fiorisce dalla tarda primavera fino all’estate, se si ha avuto l’accortezza di scalare le semine.
Purtroppo anche questa è off-limits per le zone costiere calde, mentre è ottima in climi più freschi o nell’entroterra.
Esistono molti lupini perenni, come il Lupinus arboreus, di color giallo pallido, ma la maggior parte di quelli coltivati in giardino sono annuali o si comportano come tali. Occorre quindi seminarli ogni anno, ma questo è un vantaggio, perché scalando le semine si possono ottenere fioriture distanziate. Attenzione a non ingerire i semi, poiché sono tossici.
Molto comuni sono i cosiddetti Ibridi Russel, la quantità di colori è innumerevole, dal porpora all’azzurro leggero, fino al bianco, al rosso, al rosa più o meno scuro, e al giallo dorato, che sfuma nel pesca e nell’albicocca. Possono essere anche bicolori.
Si trovano a loro agio in zone non troppo assolate, fresche, ma non troppo umide. Non gradiscono un terreno troppo ricco di sostanza organica, né troppo compatto. La sabbia silicea, quindi tendente all’acido, giova moltissimo. Evitate come drenaggio sabbia e ghiaia di fiume; procuratevi piuttosto materiale inerte in negozi di acquariologia.
Per aiutare i lupini non c’è niente di meglio del trinciato… di lupini! Un ammendante biologico che inacidisce un po’ il terriccio, e che potete usare anche per ortensie, azalee, camelie rododendri. Purtroppo è molto caro.
Aconitum carmichaelii e Aconitum napellus
Questo fiore ha una ricca corte di aneddoti e racconti per via della sua tossicità, che consiglia ai meno esperti una manipolazione attenta, con mani preferibilmente coperte da guanti. Anche questo fiore appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae, una specie di “famiglia Borgia” dei giardini, assieme alle Solanaceae.
In realtà l’accortezza deve essere quella di non strofinarsi gli occhi o portarsi le mani al viso o alla bocca mentre si manipola il rizome, e di lavarsi bene dopo averlo piantato.
Colette nel suo bellissimo libro Per un erbario ne descriveva il colore come un azzurro puro che raramente si trova nei fiori.
Oltre al colore e la stranezza del fiore cucullato che gli vale in Inghilterra il soprannome di “cappuccio del monaco”, la bellezza dell’aconito è la fioritura davvero tardiva, che inizia a fine estate, e si accompagna a molte rose rifiorenti, a graminacee e alle capsule di semi decorative.
Il terreno deve essere morbido, ricco di sostanza organica, preferibilmente “sfatticcio” di foglie (querce o castagno, non alberi sempreverdi), umido ma non zuppo, ben drenato. L’esposizione può essere in ombra filtrata o in mezz’ombra. Evitate invece l’ombra parziale (cioè la situazione di poca luce diretta, seguita o preceduta da ombra).
Questo fiore ha una ricca corte di aneddoti e racconti per via della sua tossicità, che consiglia ai meno esperti una manipolazione attenta, con mani preferibilmente coperte da guanti. Anche questo fiore appartiene alla famiglia delle Ranunculaceae, una specie di “famiglia Borgia” dei giardini, assieme alle Solanaceae.
In realtà l’accortezza deve essere quella di non strofinarsi gli occhi o portarsi le mani al viso o alla bocca mentre si manipola il rizome, e di lavarsi bene dopo averlo piantato.
Colette nel suo bellissimo libro Per un erbario ne descriveva il colore come un azzurro puro che raramente si trova nei fiori.
Oltre al colore e la stranezza del fiore cucullato che gli vale in Inghilterra il soprannome di “cappuccio del monaco”, la bellezza dell’aconito è la fioritura davvero tardiva, che inizia a fine estate, e si accompagna a molte rose rifiorenti, a graminacee e alle capsule di semi decorative.
Il terreno deve essere morbido, ricco di sostanza organica, preferibilmente “sfatticcio” di foglie (querce o castagno, non alberi sempreverdi), umido ma non zuppo, ben drenato. L’esposizione può essere in ombra filtrata o in mezz’ombra. Evitate invece l’ombra parziale (cioè la situazione di poca luce diretta, seguita o preceduta da ombra).
Perovskia atriplicifolia
Detta “salvia russa” per il color bluastro e l’origine. Cresce infatti nei luoghi rocciosi dell’Asia centrale fino all’Himalaya.
È apprezzata e coltivata per il fogliame fine e glauco, leggermente tomentoso. A tarda estate la Perovskia regala una gran profusione di fiori azzurro-lavanda, molto persistenti sulla pianta.
Richiede terreno povero e asciutto, molto drenato, con una certa insolazione. Risulta molto meglio se piantata in massa. Periodicamente, ma anche ogni anno, si può accorciare ad una gemma giovane, bassa, per ottenere una fioritura più compatta e abbondante.
Apprezzata moltissimo accanto alle graminacee e alle capsule decorative, oppure come “filler”, cioè come pianta-riempitivo, che accompagna l’occhio da un elemento vegetale a un altro.
La cultivar ‘Blue Spire’ è la più nota e diffusa, e di gran lunga la migliore. L’altezza è di circa 1,2 metri. Le infiorescenze sono pannocchie, non spighe.
Detta “salvia russa” per il color bluastro e l’origine. Cresce infatti nei luoghi rocciosi dell’Asia centrale fino all’Himalaya.
È apprezzata e coltivata per il fogliame fine e glauco, leggermente tomentoso. A tarda estate la Perovskia regala una gran profusione di fiori azzurro-lavanda, molto persistenti sulla pianta.
Richiede terreno povero e asciutto, molto drenato, con una certa insolazione. Risulta molto meglio se piantata in massa. Periodicamente, ma anche ogni anno, si può accorciare ad una gemma giovane, bassa, per ottenere una fioritura più compatta e abbondante.
Apprezzata moltissimo accanto alle graminacee e alle capsule decorative, oppure come “filler”, cioè come pianta-riempitivo, che accompagna l’occhio da un elemento vegetale a un altro.
La cultivar ‘Blue Spire’ è la più nota e diffusa, e di gran lunga la migliore. L’altezza è di circa 1,2 metri. Le infiorescenze sono pannocchie, non spighe.
Campanula persicifolia ‘Blue-Eyed Blonde’
Le campanule sono numerosissime per portamento, ma quasi tutte hanno fiori di un color azzurro variabile.
Tra le campanule a portamento eretto, la Campanula persicifolia è una delle più coltivate. Questa specie e la pyramidalis, con qualche accortezza, possono rappresentare una valida alternativa al Lupinus o al Delphinium per i giardinieri delle zone costiere calde.
Per coltivare bene la Campanula persicifolia e la Campanula pyramidalis occorre esporle in ombra, specie al Sud, in terreno fertile, da neutro a moderatamente alcalino, ben drenato ma mai lasciato seccare, pena il deperimento della pianta.
La fioritura è estiva, e l’altezza raggiunge il metro, ma in cattive condizioni di coltura rimane più bassa. Le infiorescenze sono racemi.
Le campanule sono numerosissime per portamento, ma quasi tutte hanno fiori di un color azzurro variabile.
Tra le campanule a portamento eretto, la Campanula persicifolia è una delle più coltivate. Questa specie e la pyramidalis, con qualche accortezza, possono rappresentare una valida alternativa al Lupinus o al Delphinium per i giardinieri delle zone costiere calde.
Per coltivare bene la Campanula persicifolia e la Campanula pyramidalis occorre esporle in ombra, specie al Sud, in terreno fertile, da neutro a moderatamente alcalino, ben drenato ma mai lasciato seccare, pena il deperimento della pianta.
La fioritura è estiva, e l’altezza raggiunge il metro, ma in cattive condizioni di coltura rimane più bassa. Le infiorescenze sono racemi.
Echium candicans
Originario del Mediterraneo, vive nelle zone sassose, specie se in pendenza, cresce sui dorsali collinari pietrosi, sulle scogliere, tingendoli di un blu spettacolare.
La coltivazione è davvero semplice: molto drenaggio e terriccio non troppo ricco, ma con umidità abbondante, specie in estate, cioè durante il periodo di fioritura.
Ideale è coltivarlo su declivi, anche piuttosto ripidi, dove possa eventualmente anche “sdraiarsi”.
Non è adatto ad una coltivazione in vaso perché soffre, e comunque tende a espandersi moltissimo, quindi ha bisogno di un grande spazio attorno a sé.
L’altezza varia dal metro e mezzo fino ai due metri a seconda delle condizioni di coltivazione.
Il fogliame argenteo è molto fitto ed è apprezzabile anche senza fiori. Le infiorescenze sono pannocchie.
Molto noto e amato, specie dai cultori del giardino mediterraneo, l’Echium pininana, una biennale o perenne a breve vita, che porta delle infiorescenze alte fine a quattro metri, di colore azzurro porpora. Quest’ultimo è originario delle isole Canarie.
Originario del Mediterraneo, vive nelle zone sassose, specie se in pendenza, cresce sui dorsali collinari pietrosi, sulle scogliere, tingendoli di un blu spettacolare.
La coltivazione è davvero semplice: molto drenaggio e terriccio non troppo ricco, ma con umidità abbondante, specie in estate, cioè durante il periodo di fioritura.
Ideale è coltivarlo su declivi, anche piuttosto ripidi, dove possa eventualmente anche “sdraiarsi”.
Non è adatto ad una coltivazione in vaso perché soffre, e comunque tende a espandersi moltissimo, quindi ha bisogno di un grande spazio attorno a sé.
L’altezza varia dal metro e mezzo fino ai due metri a seconda delle condizioni di coltivazione.
Il fogliame argenteo è molto fitto ed è apprezzabile anche senza fiori. Le infiorescenze sono pannocchie.
Molto noto e amato, specie dai cultori del giardino mediterraneo, l’Echium pininana, una biennale o perenne a breve vita, che porta delle infiorescenze alte fine a quattro metri, di colore azzurro porpora. Quest’ultimo è originario delle isole Canarie.
Verbena stricta
Le verbene sono molto amate e coltivate per il loro delicato profumo e per il colore rosa azzurrino. Hanno inoltre la gradevole capacità di attirare insetti impollinatori.
Le verbene più note sono quelle decombenti, usate per i cesti appesi, che abbracciano molti colori.
La Verbena stricta non era molto conosciuta fino a qualche anno fa, finché il giardinaggio ha rivolto lo sguardo alle piante spontanee, specie quelle delle praterie, in grado di autodisseminarsi senza diventare invadenti.
La coltivazione è elementare: è sufficiente seminare in situ su terreno appena zappettato. Il terriccio deve essere asciutto, povero, ben drenato, ma non siccitoso. L’aria deve avere un minimo di umidità.
La Verbena stricta può raggiungere anche i 2 metri d’altezza e rimane in fiore per tutta l’estate.
Molte altre verbene sono conosciute e apprezzate per il loro portamento eretto, come la V. bonariensis. Meno alta ma molto bella è anche la V. rigida.
Quale preferisci? Hai anche tu delle spighe colorate nel tuo giardino? Quali? Scrivilo nei Commenti qui sotto.
Le verbene sono molto amate e coltivate per il loro delicato profumo e per il colore rosa azzurrino. Hanno inoltre la gradevole capacità di attirare insetti impollinatori.
Le verbene più note sono quelle decombenti, usate per i cesti appesi, che abbracciano molti colori.
La Verbena stricta non era molto conosciuta fino a qualche anno fa, finché il giardinaggio ha rivolto lo sguardo alle piante spontanee, specie quelle delle praterie, in grado di autodisseminarsi senza diventare invadenti.
La coltivazione è elementare: è sufficiente seminare in situ su terreno appena zappettato. Il terriccio deve essere asciutto, povero, ben drenato, ma non siccitoso. L’aria deve avere un minimo di umidità.
La Verbena stricta può raggiungere anche i 2 metri d’altezza e rimane in fiore per tutta l’estate.
Molte altre verbene sono conosciute e apprezzate per il loro portamento eretto, come la V. bonariensis. Meno alta ma molto bella è anche la V. rigida.
Quale preferisci? Hai anche tu delle spighe colorate nel tuo giardino? Quali? Scrivilo nei Commenti qui sotto.
Perenne cespugliosa, piuttosto eretta, che può anche allargarsi, originaria delle praterie aride degli Stati Uniti Orientali o Meridionali.
Si adatta molto bene a sostituire i lupini e i Delphinium in zone più secche, come le zone costiere e assolate dell’Italia meridionale. Questo non ne fa una pianta che non necessita acqua, ma se ben collocata, tra altre erbacee o perenni cespugliose basse, con un’ottima pacciamatura alla base, è possibile coltivarla al sole pieno con tre irrigazioni a settimana (in estate), purché molto profonde.
Il terreno deve essere povero ma molto drenato. Se preparate la buca con il letame o con il compost, fate uno scasso di 50 cm di profondità, mettendo sul fondo della ghiaia di pezzatura media, 5 litri di letame (o compost), e terriccio da giardino. Cercate quello più “chiaro” del vostro giardino, e se troppo compatto, aggiungete sabbia.
Appartiene alla famiglia delle Leguminose/Papilionaceae, quindi ha un fiore molto simile a quello del pisello odoroso. Il colore è azzurro chiaro con delle macchie bianche all’attaccatura dei piccioli.
Il fiore è un racemo, alto e affusolato. Il pericolo dellaBaptisia è che può “sdraiarsi”, cioè espandersi. Se in un prato fiorito o in una prateria moderna, questo è un vantaggio, in una bordura mista può essere un disastro. Può succedere per un’eccessiva concimazione; nel caso disponete dei tutori (quelli per iDelphinium sono ottimi), ma riducete drasticamente la concimazione organica, preferendo concime ad alto tenore di potassio e fosforo (o unbokashi di bucce di banana).
La fioritura non è precoce; si accompagna bene con le rose e con tutte le piante in fiore tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
In climi più freschi tenderà a fiorire più tardi e a mantenere i fiori un po’ più a lungo.
In Italia la Baptisia è totalmente rustica.