Le Case di Houzz
Genitori e Collezionisti Fanno Spazio a Opere d'Arte e Bambini!
A Milano, un appartamento ristrutturato mescola le esigenze di una famiglia con quelle di poter esporre opere d'arte
Ristrutturare per fare spazio alle opere d’arte (e ai bambini). I committenti di questo progetto sono infatti due genitori e collezionisti d’arte contemporanea e avevano bisogno di ampie pareti per esporre quadri e opere d’arte. Un pezzo di design da collezione è stato invece l’ispirazione principale nella scelta delle cementine e del colore azzurro, entrambi temi ricorrenti in quasi tutta la casa: si tratta di una toeletta disegnata negli anni Sessanta dall’architetto Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento, acquistata all’asta dai proprietari e ora nella loro camera da letto. Per lo stesso albergo, Ponti disegnò anche i pavimenti in ceramica, idealmente rievocati dalle cementine.
In questo appartamento milanese arte e design sono una presenza che si fa notare, pur senza intaccare l’atmosfera informale e familiare della casa, in cui vive una famiglia con due bambini piccoli. L’ingresso coincide con il salotto: qui la grande opera dell’artista austriaco Hermann Nitsch occupa la parete più ampia, posta di fronte alla zona living in cui i committenti hanno voluto inserire il divano e le poltrone anni Cinquanta che appartenevano ai nonni. È stata degli architetti l’idea di integrarli con un divano contemporaneo in un azzurro pastello accogliente e discreto. L’azzurro, del resto, è il colore ricorrente della casa, come accennato in precedenza.
Divano: Love me tender di Patricia Urquiola per Moroso
Divano: Love me tender di Patricia Urquiola per Moroso
Alle spalle del divano verde è stato collocato un arredo di proprietà dei committenti, anch’esso risalente agli anni Cinquanta, che si apre e diventa mobile bar. Nella nicchia creata dal vano ascensore condominiale è stata ricavata una zona studio, per consentire ai proprietari di lavorare al computer in tranquillità. Sulla parete è stata istallata una libreria a montanti triangolari, disegnata dagli architetti e realizzata dalla ditta di falegnameria Art Design di Ajazi, in pino non trattato. «Il pino è un’essenza che ricorre nel progetto – spiega Andrea Pezzoli» e vedremo come più avanti. La stessa azienda ha realizzato anche gli altri elementi in legno che troveremo nel resto della casa.
Anche la scrivania è studiata su misura e presenta un cassetto in cui si può riporre il computer e portare velocemente ordine. L’asta bianca che vediamo sulla sinistra è una luce sospesa al soffitto, che può essere orientata. Il pavimento di tutta la casa è il parquet che già era presente quando è stata acquistata: essendo di buona qualità, si è preferito levigarlo e riportarlo al suo colore naturale, piuttosto che rimuoverlo e sostituirlo.
Lampada: Xilema di Linea Light
Lampada: Xilema di Linea Light
Il pilastro portante del salotto è stato rivestito con una sottilissima lamina di ottone, agganciata a una struttura in legno. «Per riflettere la stanza, piuttosto che costituire un ostacolo visivo», spiega Giulia Urciuoli. Ed è stata una trovata indovinata per rendere interessante un elemento che comunque si faceva notare e non poteva essere eliminato.
Nell’angolo a sinistra si intravede un fischietto sospeso a un filo dal soffitto: è un’opera d’arte di Lara Favaretto.
Di fronte al divano azzurro, un pannello scorrevole nasconde il televisore, una specifica richiesta dei committenti.
Nell’angolo a sinistra si intravede un fischietto sospeso a un filo dal soffitto: è un’opera d’arte di Lara Favaretto.
Di fronte al divano azzurro, un pannello scorrevole nasconde il televisore, una specifica richiesta dei committenti.
Il tavolo da pranzo è stato disegnato dagli architetti per essere abbinato alle sedie, degli anni Settanta, di proprietà dei committenti. L’area pranzo è delimitata dal pavimento in cementine con disegno geometrico azzurro, in continuità con la cucina. La parete che divide la cucina dal living è nuova – in origine era un open space – e come tutte le nuove edificazioni della casa è in legno di pino. Una scelta fatta proprio per evidenziare gli elementi che sono stati aggiunti nel corso di questa ristrutturazione.
«Per la scelta delle cementine – prosegue Giulia – ci siamo ispirati alle maioliche vietresi disegnate negli anni Sessanta da Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento».
La simmetria è il filo conduttore che unisce i due disegni di Pablo Bronstein posti sulla parete e le due porte di accesso a cucina e corridoio, e ha ispirato anche il disegno dei due poligoni sul soffitto, realizzati con i cavi del lume.
Lampada sferica: String lights di Michael Anastassiades per Flos; Cementine: Mosaic del sur
«Per la scelta delle cementine – prosegue Giulia – ci siamo ispirati alle maioliche vietresi disegnate negli anni Sessanta da Gio Ponti per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento».
La simmetria è il filo conduttore che unisce i due disegni di Pablo Bronstein posti sulla parete e le due porte di accesso a cucina e corridoio, e ha ispirato anche il disegno dei due poligoni sul soffitto, realizzati con i cavi del lume.
Lampada sferica: String lights di Michael Anastassiades per Flos; Cementine: Mosaic del sur
In origine la cucina era aperta sul salotto, ma i committenti la preferivano chiusa. Ecco perché gli architetti hanno deciso di creare una sorta di scatola stretta e lunga in cui contenerla, riuscendo anche a ricavare, in fondo, un angolo colazione.
La cucina è stata disegnata dagli architetti e realizzata in falegnameria dalla ditta già citata, con apertura degli scomparti a gola e un sistema di contenimento quasi a tutta altezza.
Struttura e anta sono in MDF laccato bianco, il top è in Corian.
La cucina è stata disegnata dagli architetti e realizzata in falegnameria dalla ditta già citata, con apertura degli scomparti a gola e un sistema di contenimento quasi a tutta altezza.
Struttura e anta sono in MDF laccato bianco, il top è in Corian.
Ed ecco la cucina vista dal corridoio, racchiusa in una sorta di scatola di legno di pino. La parete di destra è anche alloggio per una piccola zona lavanderia, un ripostiglio per le scope e, in alto, quattro armadietti.
Nel bagno principale ritroviamo le stesse cementine di cucina e zona pranzo, ma questa volta declinate nei toni del verde salvia. Il mobile del lavabo riprende il legno di pino utilizzato per la libreria dello studio e il box della cucina. «Per avere un legname omogeneo in tutta la casa abbiamo chiesto al falegname di utilizzare un’unica fornitura, in modo tale da ridurre al minimo le differenze di tonalità e venature», spiega l’architetto.
Di fronte al bagno principale si trova la cameretta, in cui tutte le pareti sono invase dall’intervento pittorico della disegnatrice Insunsit. Il soggetto è una foresta immaginaria.
Lampada da terra: Toio di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos
Lampada da terra: Toio di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos
Nel grande dipinto è stata integrata anche una testa di cervo in cartapesta di Studio Gnu, di proprietà dei committenti.
Sulla parete della porta è stato istallato un armadio a ponte, anch’esso in legno di pino. Il condizionatore è nascosto negli scomparti sopra alla porta, che in estate vengono lasciati aperti.
Lampada: Vertigo di Constance Guisset per Petite Friture
Lampada: Vertigo di Constance Guisset per Petite Friture
Ed eccoci nella camera da letto padronale in cui è stato collocato il mobile da toletta di Gio Ponti – a sinistra. Sul letto campeggia un’altra grande opera di Herman Nitsch. Anche qui l’armadio è in pino, mentre i comodini sono stati realizzati su disegno degli architetti.
Accanto alla camera padronale troviamo il secondo bagno, senza finestra. Le mattonelle sono le stesse del bagno padronale, con un mosaico bianco a rivestire il box doccia.
Lampada a soffitto: IC di Michael Anastassiades per Flos
Lampada a soffitto: IC di Michael Anastassiades per Flos
Gli architetti si sono occupati anche del terrazzo, a cui si accede dal salotto. «Per la scelta delle piante siamo partiti dall’intenzione di creare coni visivi gradevoli dall’interno, quindi abbiamo puntato su piante sempreverdi molto folte, quasi selvagge, che fossero compatibili con l’esposizione prevalentemente ombrosa della zona». Il risultato, voluto, è che all’ordine dell’interno si contrappone il “disordine” dell’esterno. Anche la parete è stata arredata, inserendo una serie di vasi sospesi in ceramica fatti a mano e muniti di impianto di irrigazione.
Vasi in ceramica: Marlik Ceramics
Vasi in ceramica: Marlik Ceramics
Dalla pianta si evince chiaramente la linearità adottata nella distribuzione degli spazi: del progetto si apprezzano da un lato la capacità di gestire le proporzioni in modo equilibrato, senza tralasciare la necessità di contenimento e, dall’altro, la giusta misura di elementi di decoro, presenti, ma mai sovrastanti rispetto alle opere d’arte. Arte e design convivono con grande naturalezza, senza cadere nell’effetto “galleria”, ma integrandosi con disinvoltura in un contesto familiare e vivace.
Qui, altre foto del progetto.
Sei un proprietario di casa o un professionista che ha usato Houzz per realizzare un progetto? Mostraci il tuo lavoro! Carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto aredazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Qui, altre foto del progetto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: una coppia di collezionisti e i loro due bambini piccoli
Dove: Milano
Architetti: Andrea Pezzoli e Giulia Urciuoli di co.arch
Superficie: 120 m²
Anno di Ristrutturazione: 2016
Costo: 120.000 euro, arredi inclusi