Le Fiere del Futuro Come Saranno? Le Anticipazioni del Salone
Il Salone del Mobile svela i piani per l'edizione dell'anno prossimo: on line? Non solo. Non c'è un Salone senza Milano
Leonora Sartori
18 giugno 2020
Presidente del Salone del Mobile, Claudio Luti racconta come il team alle spalle della più grande fiera di design al mondo sta organizzando l’evento dell’anno prossimo. Dopo aver saltato l’appuntamento del 2020, Il Salone del Mobile pensa a un evento maestoso eppure diverso, nel quale cade anche l’anniversario che celebra i 60 anni di una delle fiere più longeve al mondo. Le folle fanno paura? Che futuro immaginano per le fiere? L’effetto virus non passerà, nemmeno psicologicamente, e il Salone decide di ripartire dai suoi punti di forza, senza paura di trasformarsi. «Lo abbiamo sempre fatto, ogni anno». Con una certezza. Le anime e le forme di incontro e comunicazione non saranno solo quelle classiche, l’on-line diventerà importante, e la sostenibilità un lato determinante per il successo reale di una fiera. Ma non ci potrà essere un Salone del Mobile senza la città di Milano.
Claudio Luti, qual è la prospettiva del Salone del Mobile per il futuro? La situazione Coronavirus è un ostacolo temporaneo per voi o immaginate di pianificare il futuro tenendo conto di questa variabile?
La pandemia ha cambiato e cambierà il mondo. Oggi, tutti stanno progettando la Nuova Normalità, come noi stiamo immaginando un Nuovo Salone. Naturalmente, consideriamo questa situazione come una variabile imprescindibile. Ma non è una novità, noi lo abbiamo sempre fatto: a ogni edizione ci mettiamo in discussione, osserviamo la società intorno a noi, svisceriamo necessità e desiderata, cogliamo stimoli e suggerimenti per migliorarci e per essere davvero un volano insostituibile per i progetti e il business degli espositori. Ne sono testimoni le innovazioni che in questi anni hanno portato a definire nuovi format espositivi, rispondendo alle esigenze del mercato e delle nostre aziende, ma anche le centinaia di migliaia di persone che, ogni anno, tornano a Milano per emozionarsi e per toccare con mano design e prodotti che solo qui possono incontrare.
La pandemia ha cambiato e cambierà il mondo. Oggi, tutti stanno progettando la Nuova Normalità, come noi stiamo immaginando un Nuovo Salone. Naturalmente, consideriamo questa situazione come una variabile imprescindibile. Ma non è una novità, noi lo abbiamo sempre fatto: a ogni edizione ci mettiamo in discussione, osserviamo la società intorno a noi, svisceriamo necessità e desiderata, cogliamo stimoli e suggerimenti per migliorarci e per essere davvero un volano insostituibile per i progetti e il business degli espositori. Ne sono testimoni le innovazioni che in questi anni hanno portato a definire nuovi format espositivi, rispondendo alle esigenze del mercato e delle nostre aziende, ma anche le centinaia di migliaia di persone che, ogni anno, tornano a Milano per emozionarsi e per toccare con mano design e prodotti che solo qui possono incontrare.
Se apporterete dei cambiamenti alla vostra classica formula, quali saranno? Puntate sempre sulla fiera milanese come momento di incontro o state prevedendo altre soluzioni (on line o non on line ma ridotte e diffuse sul territorio)?
Il Salone del Mobile affonda le proprie radici a Milano, nasce e si evolve in questa città che riesce a concentrare una serie di eccellenze che ne sono il motore. In quella settimana, la città è il place to be in cui tutti vogliono essere. Non ci può essere il Salone senza Milano. Anche se introdurremo nuovi servizi digitali, nulla sostituirà l’esperienza diretta. Crediamo fortemente che il design e i nostri prodotti vadano visti, toccati e il Salone vada vissuto in prima persona: è un’emozione e una sensazione a fior di pelle che non ammette surrogati.
Il Salone del Mobile affonda le proprie radici a Milano, nasce e si evolve in questa città che riesce a concentrare una serie di eccellenze che ne sono il motore. In quella settimana, la città è il place to be in cui tutti vogliono essere. Non ci può essere il Salone senza Milano. Anche se introdurremo nuovi servizi digitali, nulla sostituirà l’esperienza diretta. Crediamo fortemente che il design e i nostri prodotti vadano visti, toccati e il Salone vada vissuto in prima persona: è un’emozione e una sensazione a fior di pelle che non ammette surrogati.
Come state provando a delineare la prossima edizione milanese 2021 e le altre edizioni sorelle nel mondo? Quali cambiamenti nella settimana in fiera? Qualche esempio concreto può aiutarci a capire cosa aspettarci.
L’edizione dell’anno prossimo del Salone del Mobile sarà per molte aziende e professionisti il primo reale incontro dopo mesi di distanziamento sociale e allo stesso tempo una tappa fondamentale nella storia del Salone, che festeggerà i suoi 60 anni. Sarà una grande festa. La stiamo progettando, come sempre, con tutte le nostre energie e la nostra creatività, facendo sistema con le aziende che vi parteciperanno. Immaginiamo, per la prima volta nella nostra storia, un evento corale: insieme al Salone Internazionale del Mobile, al Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, a Workplace3.0, S.Project e al SaloneSatellite ci prefiggiamo di ospitare anche tutte le biennali: accanto a Euroluce, già prevista nel 2021, anche EuroCucina, con il suo evento collaterale FTK - Technology for the Kitchen e il Salone Internazionale del Bagno.
Vero è che, a seguito di questa pandemia, forse non potremo avere grandi affollamenti come negli ultimi anni, non lo sappiamo delineare con certezza ancora, ma saremo pronti a un dare a tutti una grande emozione. Stiamo studiando come potenziare, per esempio, l’esperienza e il servizio digitale per il Salone del Mobile di Milano. Per le edizioni Moscow e Shanghai, invece, abbiamo ancora un po’ di tempo per decidere: stiamo costantemente monitorando la situazione e decideremo presto quale direzione prendere.
L’edizione dell’anno prossimo del Salone del Mobile sarà per molte aziende e professionisti il primo reale incontro dopo mesi di distanziamento sociale e allo stesso tempo una tappa fondamentale nella storia del Salone, che festeggerà i suoi 60 anni. Sarà una grande festa. La stiamo progettando, come sempre, con tutte le nostre energie e la nostra creatività, facendo sistema con le aziende che vi parteciperanno. Immaginiamo, per la prima volta nella nostra storia, un evento corale: insieme al Salone Internazionale del Mobile, al Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, a Workplace3.0, S.Project e al SaloneSatellite ci prefiggiamo di ospitare anche tutte le biennali: accanto a Euroluce, già prevista nel 2021, anche EuroCucina, con il suo evento collaterale FTK - Technology for the Kitchen e il Salone Internazionale del Bagno.
Vero è che, a seguito di questa pandemia, forse non potremo avere grandi affollamenti come negli ultimi anni, non lo sappiamo delineare con certezza ancora, ma saremo pronti a un dare a tutti una grande emozione. Stiamo studiando come potenziare, per esempio, l’esperienza e il servizio digitale per il Salone del Mobile di Milano. Per le edizioni Moscow e Shanghai, invece, abbiamo ancora un po’ di tempo per decidere: stiamo costantemente monitorando la situazione e decideremo presto quale direzione prendere.
In generale e non solo per il Salone, quali cambiamenti prevede per l’ambito fieristico in genere?
Siamo davanti a un cambiamento culturale epocale. Anche gli eventi fieristici dovranno sostenere una nuova evoluzione progettuale, concentrandosi, per esempio, sull’impronta ecologica di allestimenti, trasporti e visite: avranno l’occasione di reinventarsi in maniera sostenibile. Siamo abituati a guardare solo ai grandi numeri dei visitatori come indice del successo, non considerando l’impatto a livello ambientale: d’ora innanzi, questi eventi potrebbero avere una dimensione più contenuta. Sarà molto importante sviluppare nuove forme di comunicazione con imprenditori, designer, architetti, professionisti, clienti. Andare per fiere non è solo vedere, vendere o acquistare nuovi prodotti, ma è soprattutto incontrare colleghi, discutere, vivere e condividere l’emozione, capire come si muove il mondo.
Il digitale sarà importante: promozione ed esperienza virtuale, da un lato, e fiera fisica, dall’altro, potranno completarsi a vicenda. Ma tour e showroom virtuali, realtà aumentata, immagini in 3D compenseranno l’esperienza? Ne dubito, mi creda: il bello e l’emozione di visitare fiere, incontrarsi e toccare con mano le novità non verrà mai meno.
Siamo davanti a un cambiamento culturale epocale. Anche gli eventi fieristici dovranno sostenere una nuova evoluzione progettuale, concentrandosi, per esempio, sull’impronta ecologica di allestimenti, trasporti e visite: avranno l’occasione di reinventarsi in maniera sostenibile. Siamo abituati a guardare solo ai grandi numeri dei visitatori come indice del successo, non considerando l’impatto a livello ambientale: d’ora innanzi, questi eventi potrebbero avere una dimensione più contenuta. Sarà molto importante sviluppare nuove forme di comunicazione con imprenditori, designer, architetti, professionisti, clienti. Andare per fiere non è solo vedere, vendere o acquistare nuovi prodotti, ma è soprattutto incontrare colleghi, discutere, vivere e condividere l’emozione, capire come si muove il mondo.
Il digitale sarà importante: promozione ed esperienza virtuale, da un lato, e fiera fisica, dall’altro, potranno completarsi a vicenda. Ma tour e showroom virtuali, realtà aumentata, immagini in 3D compenseranno l’esperienza? Ne dubito, mi creda: il bello e l’emozione di visitare fiere, incontrarsi e toccare con mano le novità non verrà mai meno.
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....l' incontrarsi, il condividere, il toccare, il percepire sono sensazioni che ci completano che ci arricchiscono.
l'evento Fiera sarà una nuova frontiera!
So che sarà complicato, ma prevedo più eventi a numero chiuso, un po' come sta avvenendo con i musei, i concerti, il teatro. Quindi le iniziative dovranno essere comunicate per tempo, in modo che chi interessato si potrà prenotare.
in effetti è vero, partecipare, toccare e scambiare opinioni in loco, è assolutamente una necessità per la sopravvivenza della fiera, qualsiasi essa sia. Ho partecipato anni fa ad una fiera virtuale, con tanto di percorso da fare tra gli stand. Al di là dell'esperimento, che poteva essere interessante, il tutto si è dimostrato una cosa tristissima e per nulla pratica. Infatti non è stata più ripetuta.