È Meglio un Tetto in Legno o in Cemento?
Tre esperti professionisti spiegano quali sono i fattori da considerare e svelano pregi e difetti dell’uno e dell’altro
Greta La Rocca
27 giugno 2018
Collaboratore Houzz Magazine. Giornalista, svolgo anche attività di Ufficio Stampa e mi occupo di tutto ciò che riguarda la Comunicazione, off e on line.
Curiosa e appassionata scrivo da sempre (anche) di architettura e design.
Affascinata dalla bellezza, cerco il giusto compromesso tra estetica e funzionalità.
Collaboratior of Houzz Magazine. Journalist; I do PR activities also and in communication in general, both on and off line.
Curious and passionate, I write since ever (also) of Architecture and Design. Fascinated by beauty, I look for the right balance between esthetic and functionality.
Collaboratore Houzz Magazine. Giornalista, svolgo anche attività di Ufficio Stampa... Altro
Legno versus cemento: quale materiale è il più indicato per costruire un tetto? E deve essere mono-materiale? Il dubbio deriva da una discussione nata proprio su Houzz. Abbiamo quindi pensato che fosse utile, per fare il punto sulla questione, rivolgersi a dei professionisti di Houzz, che in questo Ideabook suggeriscono quando scegliere un materiale piuttosto che un altro e indicano pregi e difetti di ciascuno. A partire dall’acustica.
Ne abbiamo parlato con:
Ne abbiamo parlato con:
- Arch. Michele Abbate (MT)
- Matteo Dell’Uomo, direttore tecnico Sacer (RM)
- Arch. Sergio Seritti, Studio Seritti (LI)
Per iniziare
Alla domanda “Meglio i tetti in legno o in cemento?”, Sergio Seritti risponde subito con una precisazione: «Non esistono tetti completamente in legno o in cemento. I tetti, siano piani o inclinati, sono generalmente composti da tre elementi principali: una struttura portante, di solito composta da travature; una superficie rigida coprente realizzata in vari spessori e materiali, e una superficie protettiva. A queste viene aggiunto l’elemento isolante».
E spiega: «La struttura può essere in legno, realizzata con travi e travicelli, o in cemento armato (travi in calcestruzzo con armatura di ferro interna) o in acciaio (putrelle estruse variamente sagomate). Ogni struttura ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma la scelta è in genere determinata dalla dimensione, dalla forma e dalle tipologie richieste (tetti a capanna, a padiglione, piani, ecc.).
L’elemento coprente può essere invece in laterizio con sovrapposto un massetto in cemento e sabbia o in tavolame di legno massello o a scaglie pressate (OSB), o essere realizzato con pannelli autoportanti estrusi. Vi sono poi altre casistiche, meno frequenti e diffuse dove la falda, o parte coprente del tetto, può essere interamente in legno portante stratificato (conosciuto come X-LAM) o in cemento armato se la parte coprente, di solito piana, deve sopportare carichi gravosi.
L’elemento protettivo è composto da una superficie impermeabile all’acqua che può essere realizzata, a seconda dell’esposizione (paesi caldi o zone fredde) e dell’inclinazione del tetto, con guaine impermeabili bituminose, tegole in laterizio o in scaglie di ardesia, lavagna o altre pietre che permettono di proteggere le falde anche con inclinazioni estreme».
Alla domanda “Meglio i tetti in legno o in cemento?”, Sergio Seritti risponde subito con una precisazione: «Non esistono tetti completamente in legno o in cemento. I tetti, siano piani o inclinati, sono generalmente composti da tre elementi principali: una struttura portante, di solito composta da travature; una superficie rigida coprente realizzata in vari spessori e materiali, e una superficie protettiva. A queste viene aggiunto l’elemento isolante».
E spiega: «La struttura può essere in legno, realizzata con travi e travicelli, o in cemento armato (travi in calcestruzzo con armatura di ferro interna) o in acciaio (putrelle estruse variamente sagomate). Ogni struttura ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma la scelta è in genere determinata dalla dimensione, dalla forma e dalle tipologie richieste (tetti a capanna, a padiglione, piani, ecc.).
L’elemento coprente può essere invece in laterizio con sovrapposto un massetto in cemento e sabbia o in tavolame di legno massello o a scaglie pressate (OSB), o essere realizzato con pannelli autoportanti estrusi. Vi sono poi altre casistiche, meno frequenti e diffuse dove la falda, o parte coprente del tetto, può essere interamente in legno portante stratificato (conosciuto come X-LAM) o in cemento armato se la parte coprente, di solito piana, deve sopportare carichi gravosi.
L’elemento protettivo è composto da una superficie impermeabile all’acqua che può essere realizzata, a seconda dell’esposizione (paesi caldi o zone fredde) e dell’inclinazione del tetto, con guaine impermeabili bituminose, tegole in laterizio o in scaglie di ardesia, lavagna o altre pietre che permettono di proteggere le falde anche con inclinazioni estreme».
«Il legno, quindi – prosegue Seritti – può partecipare in gran parte alla realizzazione del tetto e in varie soluzioni (massello, lamellare, in fibra o stratificato) o non essere assolutamente presente e venire sostituito da altri materiali. Questo vale anche per il cemento (sempre inteso come legante con impasto di sabbia e acqua). Le strutture portanti, invece, possono essere in cemento, miscelato con ghiaia ed irrigidito da armature interne in acciaio, comunemente definito cemento armato».
Quando scegliere l’uno o l’altro?
Seritti continua: «In genere parliamo comunque della struttura. La scelta di un materiale o di un altro dipende dalla presenza di eventuali vincoli paesaggistici, dalla cultura ambientale e bioclimatica del committente o dalle necessità strutturali impellenti».
Gli fa eco Matteo Dell’Uomo: «In fase di scelta, uno dei fattori più importanti e da non sottovalutare è questo: è più facile rimuovere un tetto in legno. Per esempio, qualora vi fosse la possibilità di aggiungere un livello ad un’abitazione con mansarda o sottotetto, sarà molto più semplice (anche dal punto di vista burocratico) rimuovere un tetto in legno piuttosto che uno cemento».
Seritti continua: «In genere parliamo comunque della struttura. La scelta di un materiale o di un altro dipende dalla presenza di eventuali vincoli paesaggistici, dalla cultura ambientale e bioclimatica del committente o dalle necessità strutturali impellenti».
Gli fa eco Matteo Dell’Uomo: «In fase di scelta, uno dei fattori più importanti e da non sottovalutare è questo: è più facile rimuovere un tetto in legno. Per esempio, qualora vi fosse la possibilità di aggiungere un livello ad un’abitazione con mansarda o sottotetto, sarà molto più semplice (anche dal punto di vista burocratico) rimuovere un tetto in legno piuttosto che uno cemento».
«Scelgo generalmente il calcestruzzo cementizio armato se desidero solai di copertura rigidi e una maggiore massa dal punto di vista acustico. Le condizioni geografiche, in linea di massima, non sono delle vere e proprie discriminati nei confronti del legno a vantaggio del cemento, ma comunque sarebbe opportuno tenerle in giusto conto. Per condizioni geografiche intendo le forti escursioni termiche che si possono verificare in alcune regioni di Italia o per esempio la vicinanza al mare: in questi contesti preferisco il calcestruzzo» spiega Michele Abbate.
E prosegue: «Scelgo invece le coperture in legno lamellare quando opero sugli edifici esistenti, soprattutto se in muratura portante e se hanno carenze di carattere statico. Questo materiale ha minore massa rispetto al calcestruzzo cementizio armato e, meno pesa una struttura, migliore è il comportamento che quest’ultima ha nei confronti della domanda sismica. Inoltre, in caso di copertura in legno lamellare, la velocità di posa in opera è maggiore, mentre i costi sono minori e, infine, non dimentichiamo la bellezza ed il calore che trasmette un tetto in legno».
E prosegue: «Scelgo invece le coperture in legno lamellare quando opero sugli edifici esistenti, soprattutto se in muratura portante e se hanno carenze di carattere statico. Questo materiale ha minore massa rispetto al calcestruzzo cementizio armato e, meno pesa una struttura, migliore è il comportamento che quest’ultima ha nei confronti della domanda sismica. Inoltre, in caso di copertura in legno lamellare, la velocità di posa in opera è maggiore, mentre i costi sono minori e, infine, non dimentichiamo la bellezza ed il calore che trasmette un tetto in legno».
I pro e i contro, dell’uno e dell’altro
Il legno ha un’altissima resistenza al fuoco. Seritti spiega: «Questo materiale quando brucia si consuma di solo 0,7 cm al minuto. Pensiamo all’acciaio che comincia a deformarsi con temperature poco superiori ai 200 °C, o al cemento che collassa oltre i 600 °C improvvisamente. Il cemento permette di realizzare grandi coperture, soprattutto piane. Va però protetto dal fuoco, ma se ben realizzato ha una buona resistenza alle infiltrazioni: per esempio in Olanda è consuetudine progettare case galleggianti su scafi in calcestruzzo cementizio armato, immersi per 2/3 nell’acqua. Consiglio comunque una protezione ulteriore e un isolamento esterno delle strutture in calcestruzzo, onde evitare concentrazioni di muffe».
Sacer ricorda che il legno, materiale vivo e flessibile, subisce di più il passare del tempo.
E Abbate afferma: «Il calcestruzzo cementizio armato può prendere qualsiasi forma, è inoltre meno sensibile agli ambienti salini, umidi e all’acqua. Se parliamo di acustica, è nettamente più performante del legno. E, l’abbiamo detto, è più indicato se è richiesta una certa rigidità ai solai. Infine, anche se entrambi i materiali non sono eterni, in assenza di manutenzione, la durata del calcestruzzo è più alta di quella del legno».
Il legno ha un’altissima resistenza al fuoco. Seritti spiega: «Questo materiale quando brucia si consuma di solo 0,7 cm al minuto. Pensiamo all’acciaio che comincia a deformarsi con temperature poco superiori ai 200 °C, o al cemento che collassa oltre i 600 °C improvvisamente. Il cemento permette di realizzare grandi coperture, soprattutto piane. Va però protetto dal fuoco, ma se ben realizzato ha una buona resistenza alle infiltrazioni: per esempio in Olanda è consuetudine progettare case galleggianti su scafi in calcestruzzo cementizio armato, immersi per 2/3 nell’acqua. Consiglio comunque una protezione ulteriore e un isolamento esterno delle strutture in calcestruzzo, onde evitare concentrazioni di muffe».
Sacer ricorda che il legno, materiale vivo e flessibile, subisce di più il passare del tempo.
E Abbate afferma: «Il calcestruzzo cementizio armato può prendere qualsiasi forma, è inoltre meno sensibile agli ambienti salini, umidi e all’acqua. Se parliamo di acustica, è nettamente più performante del legno. E, l’abbiamo detto, è più indicato se è richiesta una certa rigidità ai solai. Infine, anche se entrambi i materiali non sono eterni, in assenza di manutenzione, la durata del calcestruzzo è più alta di quella del legno».
A proposito di acustica
«Un materiale più è compatto e pesante e più resiste al rumore; anche per questo il legno, che rispetto all’acciaio e al calcestruzzo ha una densità molto inferiore (da 4 a 10 volte minore), ha una scarsa resistenza all’impatto acustico» spiega Seritti.
Sacer puntualizza: «Il legno – avendo meno spessore rispetto a un tetto in calcestruzzo – permette di aggiungere pacchetti isolanti senza crescere troppo di spessore e peso (il calcestruzzo ha uno spessore medio di base di circa 25 cm)».
Abbate spiega: «Esistono delle soluzioni che permettono di lavorare sull’acustica del legno. Pensiamo per esempio all’uso combinato con strati di altri materiali, che per particolari loro caratteristiche rispondono meglio a determinate frequenze di suono rispetto al legno. È anche possibile lasciare un’intercapedine tra due strati di legno o tra uno di legno e l’altro di un diverso materiale. L’uso intelligente del legno, combinato con altri materiali, fa sì che le sue caratteristiche acustiche migliorino sensibilmente».
A proposito dell’isolamento termico? «Il legno – spiega Abbate – si comporta meglio, ma entrambi i materiali hanno bisogno di essere accoppiati ad altri per garantire le prestazioni oggi richieste».
«Un materiale più è compatto e pesante e più resiste al rumore; anche per questo il legno, che rispetto all’acciaio e al calcestruzzo ha una densità molto inferiore (da 4 a 10 volte minore), ha una scarsa resistenza all’impatto acustico» spiega Seritti.
Sacer puntualizza: «Il legno – avendo meno spessore rispetto a un tetto in calcestruzzo – permette di aggiungere pacchetti isolanti senza crescere troppo di spessore e peso (il calcestruzzo ha uno spessore medio di base di circa 25 cm)».
Abbate spiega: «Esistono delle soluzioni che permettono di lavorare sull’acustica del legno. Pensiamo per esempio all’uso combinato con strati di altri materiali, che per particolari loro caratteristiche rispondono meglio a determinate frequenze di suono rispetto al legno. È anche possibile lasciare un’intercapedine tra due strati di legno o tra uno di legno e l’altro di un diverso materiale. L’uso intelligente del legno, combinato con altri materiali, fa sì che le sue caratteristiche acustiche migliorino sensibilmente».
A proposito dell’isolamento termico? «Il legno – spiega Abbate – si comporta meglio, ma entrambi i materiali hanno bisogno di essere accoppiati ad altri per garantire le prestazioni oggi richieste».
Parliamo di risparmio energetico
«Il legno e il cemento armato vanno entrambi protetti e isolati. Se ben progettato, nel rispetto delle regole e dei parametri vigenti, sia un tetto in legno che uno in cemento possono avere gli stessi risultati in termini di risparmio energetico. Ovviamente il legno, avendo una densità inferiore, risulta più isolante, ma al tempo stesso, avendo poca inerzia (la capacità di trattenere il calore e di rilasciarlo gradatamente), necessita di ulteriori accorgimenti» puntualizza Seritti.
«Il risparmio energetico è definito esclusivamente dal pacchetto isolante scelto, indifferentemente dalla tipologia costruttiva del tetto» precisa Sacer.
Il legno, come è stato già detto, avendo una densità molto più bassa rispetto al cemento, risulta maggiormente isolante a livello termico, ma poco a livello acustico, l’esatto contrario del cemento. Non di rado i due materiali si abbinano per migliorare il risultato complessivo.
«Il legno e il cemento armato vanno entrambi protetti e isolati. Se ben progettato, nel rispetto delle regole e dei parametri vigenti, sia un tetto in legno che uno in cemento possono avere gli stessi risultati in termini di risparmio energetico. Ovviamente il legno, avendo una densità inferiore, risulta più isolante, ma al tempo stesso, avendo poca inerzia (la capacità di trattenere il calore e di rilasciarlo gradatamente), necessita di ulteriori accorgimenti» puntualizza Seritti.
«Il risparmio energetico è definito esclusivamente dal pacchetto isolante scelto, indifferentemente dalla tipologia costruttiva del tetto» precisa Sacer.
Il legno, come è stato già detto, avendo una densità molto più bassa rispetto al cemento, risulta maggiormente isolante a livello termico, ma poco a livello acustico, l’esatto contrario del cemento. Non di rado i due materiali si abbinano per migliorare il risultato complessivo.
Una casa con il tetto in legno vale di più?
Seritti spiega che «Se la casa ha il tetto in legno, ma il resto è di epoca precedente, costruito con materiali tradizionali e non adeguati alle nuove normative, il valore nel suo complesso non subisce grandi sconvolgimenti. Se il tetto invece è un opera di completamento, organica con il complesso dell’edificio e funzionale ad una effettiva riduzione di risparmio energetico, allora il valore dell’immobile può subire un sensibile aumento. Questo vale in ambedue i casi, sia se il tetto è in cemento che in legno, ma nel caso in cui l’intervento sia un’opera di restauro o di recupero, allora la realizzazione del tetto in legno (seppur costosa), consentirà almeno il recupero del valore storico dell’edificio».
Seritti spiega che «Se la casa ha il tetto in legno, ma il resto è di epoca precedente, costruito con materiali tradizionali e non adeguati alle nuove normative, il valore nel suo complesso non subisce grandi sconvolgimenti. Se il tetto invece è un opera di completamento, organica con il complesso dell’edificio e funzionale ad una effettiva riduzione di risparmio energetico, allora il valore dell’immobile può subire un sensibile aumento. Questo vale in ambedue i casi, sia se il tetto è in cemento che in legno, ma nel caso in cui l’intervento sia un’opera di restauro o di recupero, allora la realizzazione del tetto in legno (seppur costosa), consentirà almeno il recupero del valore storico dell’edificio».
Raccontaci: hai seguito o conosci progetti di coperture in legno o cemento? Pubblica le foto nei Commenti qui sotto.
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