Da Pro a Pro: Come Ristrutturare Casa nei Centri Storici
L'Italia è fatta di edifici antichi e centri storici meravigliosi: quali sono le difficoltà che i pro affrontano?
Maria Laura Leo
10 ottobre 2019
Architetto e Houzz Italia Contributor, amo combinare, nei miei testi, la passione per la scrittura e quella per l'architettura e il design.
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Affascinanti e difficili: le case nei centri storici sono un’enigma quando si tratta di ristrutturare. Quali sono le buone pratiche da seguire quando si ristruttura casa in un centro storico? Quali i materiali da preferire? Come bisogna comportarsi quando un nuovo intervento deve inserirsi in un contesto antico e relazionarsi armonicamente con esso?
I professionisti di Houzz che hanno affrontato questi progetti raccontano la loro esperienza.
A seguire i consigli di:
Matteo Soddu, titolare di Studiotamat, Roma
Bibi Barberi, titolare di Turn Key Italia, Mantignana (PG)
Paolo Omodei Salè Architetto, Vicenza
Paolo Balzanelli, titolare di Arkispazio, Milano
I professionisti di Houzz che hanno affrontato questi progetti raccontano la loro esperienza.
A seguire i consigli di:
Matteo Soddu, titolare di Studiotamat, Roma
Bibi Barberi, titolare di Turn Key Italia, Mantignana (PG)
Paolo Omodei Salè Architetto, Vicenza
Paolo Balzanelli, titolare di Arkispazio, Milano
Il professionista che interviene in un centro storico o il proprietario di una casa antica che si appresta ad effettuare una ristrutturazione dovrebbero tenere a mente numerosi fattori prima di lanciarsi in questa avventura. I lavori di ristrutturazione nei centri storici richiedono studi approfonditi e attente analisi affinché il progetto risulti gradevole e, soprattutto, rispettoso e ben integrato.
Un elemento particolarmente delicato nella scelta degli interventi da effettuare è caratterizzato dai materiali da utilizzare. Non tutti, infatti, si sposano con le peculiarità dei centri storici, soprattutto italiani, caratterizzati per loro natura da stili, tecniche costruttive e tipologie architettoniche ben definite. O comunque non tutti i materiali possono essere utilizzati indifferentemente in un contesto piuttosto che in un altro.
Cerca i professionisti vicino a te cercando sulla pagina di Houzz dedicata alle imprese edili
Un elemento particolarmente delicato nella scelta degli interventi da effettuare è caratterizzato dai materiali da utilizzare. Non tutti, infatti, si sposano con le peculiarità dei centri storici, soprattutto italiani, caratterizzati per loro natura da stili, tecniche costruttive e tipologie architettoniche ben definite. O comunque non tutti i materiali possono essere utilizzati indifferentemente in un contesto piuttosto che in un altro.
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Per fare un po’ di chiarezza su come muoversi in questo delicatissimo contesto, ci siamo rivolti a quattro professionisti che nell’esercizio della professione di architetto si sono dedicati concretamente all’attività di ristrutturazione nei centri storici e hanno affrontato la questione dell’utilizzo dei materiali giusti in contesti antichi.
1. Tra i tanti materiali utilizzati in edilizia, ce n’è uno che si dovrebbe preferire in assoluto nella ristrutturazione nei centri storici? Esiste, in generale, una regola per scegliere i materiali giusti da abbinare all’esistente?
A questa domanda i Pro che abbiamo consultato rispondono quasi all’unanimità: le soluzioni vanno sicuramente valutate di volta in volta. È tuttavia preferito il ricorso a «Materiali da costruzione geograficamente più vicini e possibilmente non importati», afferma Matteo Soddu, titolare di Studiotamat, che continua, «Rispettosi della tradizione costruttiva tipica del contesto in cui si interviene».
Trattandosi di centri storici e, quindi, di edifici che, nella maggior parte dei casi, ripropongono tecniche costruttive basate sull’utilizzo di materiali tradizionali, «Il legno massello e la pietra naturale possono trovare ampio e corretto impiego», afferma Paolo Omodei Salè Architetto.
A questa domanda i Pro che abbiamo consultato rispondono quasi all’unanimità: le soluzioni vanno sicuramente valutate di volta in volta. È tuttavia preferito il ricorso a «Materiali da costruzione geograficamente più vicini e possibilmente non importati», afferma Matteo Soddu, titolare di Studiotamat, che continua, «Rispettosi della tradizione costruttiva tipica del contesto in cui si interviene».
Trattandosi di centri storici e, quindi, di edifici che, nella maggior parte dei casi, ripropongono tecniche costruttive basate sull’utilizzo di materiali tradizionali, «Il legno massello e la pietra naturale possono trovare ampio e corretto impiego», afferma Paolo Omodei Salè Architetto.
«La scelta dei materiali porta con sé anche texture, luce e colori», prosegue l’architetto, e la selezione dell’uno o dell’altro elemento è l’esito di un dialogo tra ciò che desidera il cliente e ciò che il luogo stesso richiede. «È l’immobile che ci impone la scelta dei materiali, dei colori e l’uso degli stessi», afferma Bibi Barberi, titolare di Turn Key Italia. «Non credo nelle regole fisse; credo maggiormente nella capacità di un professionista nel saper leggere uno spazio esistente e, di volta in volta, di farsi guidare dalla propria sensibilità» continua Paolo Balzanelli.
2. È meglio puntare sul contrasto tra materiali nuovi e vecchi o ricercare materiali antichi e di recupero?
I professionisti si dividono praticamente a metà di fronte a questa scelta. C’è chi decide di puntare sul contrasto, «Per far risaltare sì la storia, ma da un punto di vista contemporaneo», come Matteo Soddu, chi, invece, preferisce interventi più diplomatici, basati sullo studio del singolo caso e sull’intervento in cui l’antico e il moderno non necessariamente si escludono a vicenda. «Anzi, al contrario, proprio in virtù del fatto che stiamo ristrutturando l’antico, possiamo inserire elementi moderni a contrasto, così come è doveroso cercare di recuperare i materiali ben conservati», afferma Paolo Omodei Salè.
I professionisti si dividono praticamente a metà di fronte a questa scelta. C’è chi decide di puntare sul contrasto, «Per far risaltare sì la storia, ma da un punto di vista contemporaneo», come Matteo Soddu, chi, invece, preferisce interventi più diplomatici, basati sullo studio del singolo caso e sull’intervento in cui l’antico e il moderno non necessariamente si escludono a vicenda. «Anzi, al contrario, proprio in virtù del fatto che stiamo ristrutturando l’antico, possiamo inserire elementi moderni a contrasto, così come è doveroso cercare di recuperare i materiali ben conservati», afferma Paolo Omodei Salè.
Affine a questo pensiero è anche quello di Paolo Balzanelli, che pur affermando di essere propenso a recuperare i materiali esistenti di maggior pregio estetico, non disdegna l’utilizzo di soluzioni a contrasto, capaci di dare maggior valore allo spazio su cui si interviene.
Anche per Turn Key Italia la soluzione andrebbe valutata caso per caso, ma la regola generale seguita dallo studio è la seguente, come afferma Bibi Barberi: «Se si tratta di un risanamento di una parte antica è d’obbligo, a nostro parere, usare materiali affini agli esistenti; se invece si tratta di aggiungere un nuovo corpo, un fondello o un elemento di modernità, come ad esempio bagni e luci, allora è interessante usare materiali di contrasto per sottolineare il passaggio dall’antico ai tempi nostri».
Sei un professionista? Per tenere aggiornato il cliente su costi e calendario molti professionisti usano dei software di management. Houzz Pro è uno di questi. Scopri come può aiutarti a rendere il tuo lavoro più facile e a farti notare dai clienti.
Anche per Turn Key Italia la soluzione andrebbe valutata caso per caso, ma la regola generale seguita dallo studio è la seguente, come afferma Bibi Barberi: «Se si tratta di un risanamento di una parte antica è d’obbligo, a nostro parere, usare materiali affini agli esistenti; se invece si tratta di aggiungere un nuovo corpo, un fondello o un elemento di modernità, come ad esempio bagni e luci, allora è interessante usare materiali di contrasto per sottolineare il passaggio dall’antico ai tempi nostri».
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3. Come si fa a mettere in comunicazione la parte più antica di un edificio del centro storico con i materiali moderni?
«È qui la chiave di una ristrutturazione di successo», afferma Bibi Barberi. La sfida dei professionisti chiamati a intervenire nei centri storici si gioca tutta sul rapporto tra tecniche di costruzione, materiali e modus operandi moderni ed edifici realizzati con metodi, strumentazioni e materiali antichi. Il rischio maggiore quando si ristruttura nei centri storici è dato proprio dalla possibilità che gli interventi moderni vadano a intaccare la bellezza e il valore degli elementi costruttivi originali, come la pietra a vista, i soffitti a volte o i pavimenti autentici. «È sostanziale puntare su armonia ed equilibrio e fare in modo che tutto si sposi perfettamente ed esalti ciò che la storia ci ha lasciato, che è unico e insostituibile», proseguono i membri dello stesso team di progettazione.
«È qui la chiave di una ristrutturazione di successo», afferma Bibi Barberi. La sfida dei professionisti chiamati a intervenire nei centri storici si gioca tutta sul rapporto tra tecniche di costruzione, materiali e modus operandi moderni ed edifici realizzati con metodi, strumentazioni e materiali antichi. Il rischio maggiore quando si ristruttura nei centri storici è dato proprio dalla possibilità che gli interventi moderni vadano a intaccare la bellezza e il valore degli elementi costruttivi originali, come la pietra a vista, i soffitti a volte o i pavimenti autentici. «È sostanziale puntare su armonia ed equilibrio e fare in modo che tutto si sposi perfettamente ed esalti ciò che la storia ci ha lasciato, che è unico e insostituibile», proseguono i membri dello stesso team di progettazione.
In generale, secondo Paolo Omodei Salè, il rapporto tra antico e moderno dovrebbe essere gestito nel modo più spontaneo e naturale possibile e, al tempo stesso, supportato dal valore aggiunto che, in termini di tecnologia e innovazione, il moderno può apportare all’antico. La funzione e le funzionalità delle parti dell’edificio su cui si interviene devono essere arricchite, quando possibile, da elementi moderni capaci di instaurare un dialogo con il passato e, contemporaneamente, comunicare l’evoluzione dei modi di abitare e vivere gli spazi.
4. Quali sono le maggiori difficoltà che si possono incontrare quando si deve scegliere un materiale per ristrutturare casa nel centro storico?
Le problematiche riscontrate dai Pro sono molteplici e di varia natura e, relativamente alla scelta dei materiali, occorre fare attenzione per evitare di dare al cliente una soluzione ‘sbagliata’. Questo, a parere di Paolo Balzanelli, pregiudica il risultato finale. «Non possiamo permetterci errori, perché alla fine dei conti quello che abbiamo fatto è qualcosa che sarà visibile agli occhi di tutti».
Un’altra difficoltà evidenziata da chi si è occupato di ristrutturare casa nei centri storici è la capacità di risanare elementi architettonici esistenti in maniera corretta. Questo compito deve essere affidato, per Bibi Barberi, a un’efficiente e preparata squadra di restauratori, capaci di mettere in risalto le caratteristiche di valore dell’edificio senza intaccarne la bellezza e la funzionalità.
Le problematiche riscontrate dai Pro sono molteplici e di varia natura e, relativamente alla scelta dei materiali, occorre fare attenzione per evitare di dare al cliente una soluzione ‘sbagliata’. Questo, a parere di Paolo Balzanelli, pregiudica il risultato finale. «Non possiamo permetterci errori, perché alla fine dei conti quello che abbiamo fatto è qualcosa che sarà visibile agli occhi di tutti».
Un’altra difficoltà evidenziata da chi si è occupato di ristrutturare casa nei centri storici è la capacità di risanare elementi architettonici esistenti in maniera corretta. Questo compito deve essere affidato, per Bibi Barberi, a un’efficiente e preparata squadra di restauratori, capaci di mettere in risalto le caratteristiche di valore dell’edificio senza intaccarne la bellezza e la funzionalità.
A queste considerazioni si aggiunge anche quella di natura economica, di fronte alla quale il professionista deve necessariamente confrontarsi con il cliente. «Spesso le migliori soluzioni hanno anche costi elevati che vanno ben valutati e spiegati alla committenza», afferma Paolo Omodei Salè. Inoltre «La natura dei cantieri è estremamente particolare per collocazione, vicinato, accessibilità, portata delle strutture e via dicendo», caratteristiche che potrebbero influire sui costi dell’intervento e, quindi, sul portafogli dei proprietari.
5. La filosofia che sta alla base dei suoi interventi di ristrutturazione nei centri storici (o, più in generale, che ritiene debba essere seguita quando si ristruttura casa in un centro storico), qual è? Rifare come un tempo o puntare sul nuovo e, quindi, sul contrasto con l’antico?
Dare una risposta secca è difficile per i nostri professionisti, ma a farlo sono proprio i loro lavori. «Cercare di rifare come un tempo è una filosofia lontana dal nostro modo di concepire un progetto», afferma Paolo Balzanelli. «Noi cerchiamo di valorizzare tutto ciò che riteniamo debba essere recuperato ed amiamo usare nuovi materiali in contrasto. Se un materiale, anche se antico, non è bello, a mio avviso non deve essere recuperato a tutti i costi».
Completamente diversa è l’idea di Bibi Barberi, nel cui portfolio spiccano pareti in pietra lasciate a vista, travi in legno che sorreggono soffitti a falda e pavimenti in cotto dalle sfumature più eterogenee. «La nostra filosofia si basa sul rispetto dell’immobile che ci è stato consegnato dal tempo. Perciò ci dedichiamo a recuperare tecniche e materiali costruttivi tradizionali, al fine di migliorare e preservare l’irripetibilità della casa, cercando contemporaneamente di riportare alla luce tutte le tipicità nascoste dal tempo».
Dare una risposta secca è difficile per i nostri professionisti, ma a farlo sono proprio i loro lavori. «Cercare di rifare come un tempo è una filosofia lontana dal nostro modo di concepire un progetto», afferma Paolo Balzanelli. «Noi cerchiamo di valorizzare tutto ciò che riteniamo debba essere recuperato ed amiamo usare nuovi materiali in contrasto. Se un materiale, anche se antico, non è bello, a mio avviso non deve essere recuperato a tutti i costi».
Completamente diversa è l’idea di Bibi Barberi, nel cui portfolio spiccano pareti in pietra lasciate a vista, travi in legno che sorreggono soffitti a falda e pavimenti in cotto dalle sfumature più eterogenee. «La nostra filosofia si basa sul rispetto dell’immobile che ci è stato consegnato dal tempo. Perciò ci dedichiamo a recuperare tecniche e materiali costruttivi tradizionali, al fine di migliorare e preservare l’irripetibilità della casa, cercando contemporaneamente di riportare alla luce tutte le tipicità nascoste dal tempo».
Più diplomatica è stata la risposta fornitaci da Paolo Omodei Salè, che nei suoi lavori punta sulla teoria del “giusto mezzo”. Rifare tutto come un tempo potrebbe portare il progettista a compiere un falso storico, cercando, di fatto, di imitare qualcosa che non è più figlia del tempo in cui viviamo e delle tecniche con cui operiamo al giorno d’oggi. Proporre in maniera eccessiva la modernità, di contro, rischierebbe di far perdere il fascino dell’antico. «Il giusto equilibrio di entrambe le azioni progettuali porterà al migliore risultato possibile».
Molto simile è la posizione di Matteo Soddu di Studiotamat, che preferisce puntare sulla «Combinazione tra le diverse epoche storiche. Non amiamo il finto antico o la copia di un originale. Il contrasto mette in risalto tutto ciò che di autentico c’è”».
Molto simile è la posizione di Matteo Soddu di Studiotamat, che preferisce puntare sulla «Combinazione tra le diverse epoche storiche. Non amiamo il finto antico o la copia di un originale. Il contrasto mette in risalto tutto ciò che di autentico c’è”».
6. Che consiglio vorrebbe dare, sulla base della sua esperienza, ai professionisti che si trovano a dover affrontare situazioni come quelle già vissute da lei?
«Il consiglio migliore è quello di stare dalla parte del cliente e della tutela e valorizzazione del bene immobile che è stato affidato» afferma Paolo Omodei Salè
«Di studiare sia sul campo che con artigiani che possano trasmettere l’esperienza. È importante anche essere aggiornati, in modo da poter integrare il proprio bagaglio culturale e storico», suggerisce Matteo Soddu.
«Il consiglio migliore è quello di stare dalla parte del cliente e della tutela e valorizzazione del bene immobile che è stato affidato» afferma Paolo Omodei Salè
«Di studiare sia sul campo che con artigiani che possano trasmettere l’esperienza. È importante anche essere aggiornati, in modo da poter integrare il proprio bagaglio culturale e storico», suggerisce Matteo Soddu.
«Grandissima attenzione nello studio di tutti i materiali esistenti: valutarne il pregio estetico e le possibilità di poterlo recuperare per bene. Consultarsi con bravi professionisti del restauro che, probabilmente, hanno più competenza specifica di un progettista», secondo Paolo Balzanelli
«Due concetti, a nostro parere, sono vincenti: rispettare l’immobile e la semplicità. Quando si ha un contenitore ben restaurato, con elementi tipici in vista e materiali in armonia con la struttura originale, si raggiunge l’obiettivo di avere una ristrutturazione senza tempo e mai datata», conferma Bibi Barberi.
Hai ristrutturato casa in centro storico? Vuoi raccontarci le tue esperienze in questo ambito? Scrivici nei Commenti.
Altro
I Borghi Non Stanno Morendo. Ristrutturazioni Coraggiose e Chic
«Due concetti, a nostro parere, sono vincenti: rispettare l’immobile e la semplicità. Quando si ha un contenitore ben restaurato, con elementi tipici in vista e materiali in armonia con la struttura originale, si raggiunge l’obiettivo di avere una ristrutturazione senza tempo e mai datata», conferma Bibi Barberi.
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Ho ristrutturato nel 2015 a Venezia zona Rialto, 1 anno per i permessi , presentazione DIA (nel 2014) ,sovraintendenza per apertura da finestra a portafinestra, magistrato alle acque, per le fosse settiche in opera e la "vascatura " per difendere l'immobile dalle alte maree..... uso di materiali per le finestre e la porta d'entrata, solo legno di colore già esistente e in stile "veneziano" obbligo di rispettare la stessa planimetria esistente al catasto "aggiornata" al 1930 che comprendeva il servizio igenico, (molti edifici antecedenti avevano solamente un angolo wc). Tutte le opere sono state controllate di volta in volta dal personale del Comune di Venezia. Alla fine sono riuscita ad ottenere anche il certificato di ABITABILITA' , cosa rara in questa meravigliosa città.
non potrei vivere altrove se non in un centro storico
ho un apppartamento nel centro storico di Torino ALLOSTATOORIGINALE (quasi).
Sw qualcuno prova a parlarmi di parquet in bagno, open space, loft lo butto dal balcone!!!!!