Cos’è il Genius Loci e Perché Tutti i Giardinieri ne Parlano?
È lo spirito del luogo, il carattere di un posto. Era una divinità per i Latini e ora lo è per i paesaggisti
Lidia Zitara
16 luglio 2017
Giornalista
Il genius loci è ciò che anima un giardino o un paesaggio, il suo carattere, proprio come quello di una persona. È dannatamente sfuggente e per comprenderlo bisogna avere un buon occhio e conoscere un po’ di quel posto, della sua storia, delle persone che ci vivono. Chi viaggia spesso è enormemente facilitato. Riconoscere e rispettare il genius loci è uno dei compiti più ardui che spettano al paesaggista. In mani poco abili il genius loci viene invariabilmente tradito o ignorato, generando giardini stonati, magari attrezzatissimi e molto lussuosi, ma totalmente fuori posto. In altre mani diventa ciò che era per gli antichi Romani, un vero e proprio nume tutelare a cui chiedere ispirazione per ottenere quanto scritto da Frank Lloyd Wright: un giardino che sembri appartenere a quel luogo.
Da “Nullus locus sine genio” ai nonluoghi di Marc Augé
La mitologia latina è densa di divinità legate ai posti, quelle dei campi erano detti Lares Agrestes. Il Genius Loci era dunque uno spirito, un nume, che proteggeva e animava quel determinato luogo. Fu Servio, in un commento all’Eneide, a scrivere che “nessun luogo è privo di Genio”, frase che per molti paesaggisti è valida anche più di allora, al punto da diventare un mantra ripetuto anche un po’ a vuoto, specie se si pensa che oggi viviamo in un mondo uniformato, che le città si assomigliano tutte, e le campagne perdono progressivamente la loro unicità. Su questo si molto ben espresso Marc Augé nel libro Nonluoghi.
La mitologia latina è densa di divinità legate ai posti, quelle dei campi erano detti Lares Agrestes. Il Genius Loci era dunque uno spirito, un nume, che proteggeva e animava quel determinato luogo. Fu Servio, in un commento all’Eneide, a scrivere che “nessun luogo è privo di Genio”, frase che per molti paesaggisti è valida anche più di allora, al punto da diventare un mantra ripetuto anche un po’ a vuoto, specie se si pensa che oggi viviamo in un mondo uniformato, che le città si assomigliano tutte, e le campagne perdono progressivamente la loro unicità. Su questo si molto ben espresso Marc Augé nel libro Nonluoghi.
Partiamo con qualcosa di iconico
Quando si pensa al carattere di un luogo ci si immagina più facilmente posti che di carattere ne hanno da vendere, come la Sicilia, la Toscana, la Provenza. In questi posti il genius loci è così spiccato, così noto – anche da un punto di vista mediatico – che individuarlo è più semplice.
L’insieme “antico casale + vegetazione mediterranea” è quello più iconico e celebrato anche al cinema (pure questo ha le sue “trappole”, naturalmente).
Inoltre il genius loci è davvero variabilissimo non solo in relazione alla geografia, ma anche a quella millenaria sovrapposizione tra i luoghi, le persone che li hanno modificati e che li abitano, la storia e le lingue che vi si parlano.
Quando si pensa al carattere di un luogo ci si immagina più facilmente posti che di carattere ne hanno da vendere, come la Sicilia, la Toscana, la Provenza. In questi posti il genius loci è così spiccato, così noto – anche da un punto di vista mediatico – che individuarlo è più semplice.
L’insieme “antico casale + vegetazione mediterranea” è quello più iconico e celebrato anche al cinema (pure questo ha le sue “trappole”, naturalmente).
Inoltre il genius loci è davvero variabilissimo non solo in relazione alla geografia, ma anche a quella millenaria sovrapposizione tra i luoghi, le persone che li hanno modificati e che li abitano, la storia e le lingue che vi si parlano.
Rispettare il genius loci non significa restaurare, ma anche cambiare
Questo cortile interno in Puglia è perfettamente coerente e coeso al suo genius, eppure sono presenti elementi antichi, come i muri imbiancati a calce, associati a mobili moderni.
Quando un luogo ha un carattere molto forte, può accogliere elementi del tutto diversi ed estranei, proprio come un albero robusto resiste a un forte vento.
È il colore bianco opaco unito alla linea leggera dei mobili a renderli adatti a un cortile antico.
Ecco perché seguire, rispettare e dare corpo al genius loci non significa esclusivamente restaurare in modo fedele, ma anche una scelta tra le molte voci che quel luogo parla, alcune delle quali sono necessariamente contemporanee.
Questo cortile interno in Puglia è perfettamente coerente e coeso al suo genius, eppure sono presenti elementi antichi, come i muri imbiancati a calce, associati a mobili moderni.
Quando un luogo ha un carattere molto forte, può accogliere elementi del tutto diversi ed estranei, proprio come un albero robusto resiste a un forte vento.
È il colore bianco opaco unito alla linea leggera dei mobili a renderli adatti a un cortile antico.
Ecco perché seguire, rispettare e dare corpo al genius loci non significa esclusivamente restaurare in modo fedele, ma anche una scelta tra le molte voci che quel luogo parla, alcune delle quali sono necessariamente contemporanee.
Credete che le città non abbiano genius? Sbagliato
Le città più antiche e più monumentali, come Napoli, Roma, Genova, Venezia, hanno un carattere molto spiccato. Ma anche quelle più moderne nordeuropee, o le piccole città a “misura d’uomo” della costa pacifica nordamericana, come Vancouver e Portland, hanno un’impronta ben definita.
In foto si percepisce bene la solidità dei palazzi romani, nei quali i balconi e i terrazzini sono spesso piccoli, ma molto graziosi e luminosi, e dove viene di solito mantenuto uno stile agreste. Roma d’altronde a metà Novecento manteneva ancora uno spirito per molti versi rurale.
Le città più antiche e più monumentali, come Napoli, Roma, Genova, Venezia, hanno un carattere molto spiccato. Ma anche quelle più moderne nordeuropee, o le piccole città a “misura d’uomo” della costa pacifica nordamericana, come Vancouver e Portland, hanno un’impronta ben definita.
In foto si percepisce bene la solidità dei palazzi romani, nei quali i balconi e i terrazzini sono spesso piccoli, ma molto graziosi e luminosi, e dove viene di solito mantenuto uno stile agreste. Roma d’altronde a metà Novecento manteneva ancora uno spirito per molti versi rurale.
Eclettismo metropolitano
Anche le grandi città hanno spesso nuclei urbani sorprendentemente romantici e dall’aspetto antico e vecchio stile. Milano, nota per la sua modernità e anche per la congestione degli spazi, non manca di quartieri dove il tempo sembra aver rallentato. Balconi, anche stretti, con ringhiere di ferro che disegnano volute e spirali, accolgono la semplicità di fiori dall’aria rétro. Una fila di fiori variopinti, come primule o viole del pensiero, accostate come fossero matite colorate, non teme l’effetto “vivaio” e comunica una sensazione di ingenuità e freschezza. Il pensiero volerà a richiami letterari come il libro Cuore di De Amicis, alla Scapigliatura milanese e al decadentismo.
Anche le grandi città hanno spesso nuclei urbani sorprendentemente romantici e dall’aspetto antico e vecchio stile. Milano, nota per la sua modernità e anche per la congestione degli spazi, non manca di quartieri dove il tempo sembra aver rallentato. Balconi, anche stretti, con ringhiere di ferro che disegnano volute e spirali, accolgono la semplicità di fiori dall’aria rétro. Una fila di fiori variopinti, come primule o viole del pensiero, accostate come fossero matite colorate, non teme l’effetto “vivaio” e comunica una sensazione di ingenuità e freschezza. Il pensiero volerà a richiami letterari come il libro Cuore di De Amicis, alla Scapigliatura milanese e al decadentismo.
Geni moderni
Se ci viene difficile captare lo spirito dei luoghi italiani, con quelli esteri ci troviamo spesso smarriti.
Tresarca è un’abitazione che noi definiremmo monumentale, ma che nel vasto deserto del Nevada trova lo spazio necessario per svilupparsi in ampiezza. Il suo genius è molto stratificato, trae spunto da elementi primari della natura, a cui vengono associati superfici riflettenti come metallo e vetro. La complessa distribuzione dei volumi richiama i rilievi orografici del Red Rock Canyon e la piatta distesa di arenaria rossa del deserto, mentre la sua lussuosità si raccorda con la vicina Las Vegas.
Se ci viene difficile captare lo spirito dei luoghi italiani, con quelli esteri ci troviamo spesso smarriti.
Tresarca è un’abitazione che noi definiremmo monumentale, ma che nel vasto deserto del Nevada trova lo spazio necessario per svilupparsi in ampiezza. Il suo genius è molto stratificato, trae spunto da elementi primari della natura, a cui vengono associati superfici riflettenti come metallo e vetro. La complessa distribuzione dei volumi richiama i rilievi orografici del Red Rock Canyon e la piatta distesa di arenaria rossa del deserto, mentre la sua lussuosità si raccorda con la vicina Las Vegas.
Perché associare il moderno all’antico?
Tradizione tutta italiana, che ci viene dalle Avanguardie pittoriche e da De Chirico.
Il paesaggio italiano rurale è a volte severo, molto più vicino alle favole cupe che non all’immaginario cinematografico masscult.
Un giardino immerso in un paesaggio montuoso ma aperto, con ampi pianori, viene proiettato verso l’esterno (quindi verso il paesaggio circostante, cioè il genius) da uno specchio d’acqua di forma regolare e da una scacchiera potenzialmente infinita, che muta linee di fuga a seconda della posizione dell’osservatore.
È questo elemento, moderno, che si raccorda con lo spirito del luogo.
Tradizione tutta italiana, che ci viene dalle Avanguardie pittoriche e da De Chirico.
Il paesaggio italiano rurale è a volte severo, molto più vicino alle favole cupe che non all’immaginario cinematografico masscult.
Un giardino immerso in un paesaggio montuoso ma aperto, con ampi pianori, viene proiettato verso l’esterno (quindi verso il paesaggio circostante, cioè il genius) da uno specchio d’acqua di forma regolare e da una scacchiera potenzialmente infinita, che muta linee di fuga a seconda della posizione dell’osservatore.
È questo elemento, moderno, che si raccorda con lo spirito del luogo.
Quando il genio è il giardiniere
Alcune volte è il giardiniere a inventare un genius per il suo luogo. Sono casi rari e di solito molto felici (qui siamo a Venezia, a casa di Anna Toscano).
Alcune volte è il giardiniere a inventare un genius per il suo luogo. Sono casi rari e di solito molto felici (qui siamo a Venezia, a casa di Anna Toscano).
Quel poco e nulla più
Il genius è rispettato quando si esalta quel tanto che basta, senza esagerare. Quando non c’è più nulla da togliere, non da aggiungere.
Il genius è rispettato quando si esalta quel tanto che basta, senza esagerare. Quando non c’è più nulla da togliere, non da aggiungere.
La bordura mista poco geniale
Nel suo luogo di origine la bordura mista è davvero splendida, specie se ben fatta come quella in foto. Ma la sua ripetitività è ossessiva, e ormai è diventata come una vernice pesante e lucida, stesa alla meno peggio per coprire brutte superfici. Ecco perché tra tutti gli stili quello del mixed border inglese è – a mio avviso – quello che si presta a accontentare un po’ tutti i gusti senza esplorare lo spirito del luogo, anzi, spesso ignorandolo.
Nel suo luogo di origine la bordura mista è davvero splendida, specie se ben fatta come quella in foto. Ma la sua ripetitività è ossessiva, e ormai è diventata come una vernice pesante e lucida, stesa alla meno peggio per coprire brutte superfici. Ecco perché tra tutti gli stili quello del mixed border inglese è – a mio avviso – quello che si presta a accontentare un po’ tutti i gusti senza esplorare lo spirito del luogo, anzi, spesso ignorandolo.
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facile trovare il genius loci nei posti che hai descritto...e che mi dici di una cittadina di provincia nel milanese? Molto, molto difficile...:-)
Ciao Giovanna, è vero, tutti questi luoghi hanno come una magia "visibile". I giardini di provincia sembrano tutti eguali, come le case, è difficile trovare una sorta di unicità, di ispirazione. Spesso sottolineo come la sfida più ardua per un progettista sia il famoso "giardino a elle". In quel caso bisogna essere noi il genio. Andare a fondo nella ricerca di quello che per noi è il bello, di ciò che amiamo nel giardino.A livello puramente tecnico una recinzione o un alta siepe aiutano molto poiché creano una sorta di quinta scenica entro cui inventare noi un genio del luogo. È un tema molto caldo, su cui molti studiosi del paesaggio e dell'urbanistica si sono soffermati. La scelta parrebbe tra isolarsi o no, e l'elemento di discordia sarebbe la siepe.Altre volte una sorta di genio può essere un oggetto che c'è nel nostro giardino. Ad esempio avevo una enorme bottiglia di vetro verde, di quelle usate per il vino. Poi purtroppo l'ho accidentalmente rotta. Sempre più spesso tocca attivare noi il motore dell'inventiva e annche di una certa spiritualità che anima il giardino.
ehgggià. Comunque un bel tema hai sollevato, sono curiosa di avere altre opinioni.
hai ragione. In giardino, specie se piccolo, propendo per la siepe...anche perchè di solito il paesaggio esterno non è molto invitante...ancora più difficile quando si tratta di un terrazzino, perchè chiuderlo con pergolati potrebbe togliere luce all'abitazione stessa...