Cosa Rende Felice una Casa?
Alla conferenza Liveable City si è riflettuto su come la casa influisca sul benessere psico-fisico e cosa possiamo fare
Le sfide degli ultimi anni – in particolare la pandemia e l’attuale crisi energetica, che hanno cambiato radicalmente il modo in cui viviamo e concepiamo le nostre case – ci hanno reso più consapevoli del complesso rapporto tra architettura residenziale e benessere.
Questo è stato il fulcro di una sessione della conferenza Liveable City (Londra, 28-29 giugno 2022), organizzata dalla Danish Embassy nell’ambito del London Festival of Architecture. La relatrice Deborah Nagan, Head of Placemaking and Nature presso il Future Homes Hub, ha riassunto al meglio l’approccio che sta alla base della cosiddetta “casa felice”: «Io associo la felicità alla salute…dobbiamo considerare la salute, il benessere e l’essere mentalmente sicuri e a proprio agio nel luogo in cui si siamo».
Questo è stato il fulcro di una sessione della conferenza Liveable City (Londra, 28-29 giugno 2022), organizzata dalla Danish Embassy nell’ambito del London Festival of Architecture. La relatrice Deborah Nagan, Head of Placemaking and Nature presso il Future Homes Hub, ha riassunto al meglio l’approccio che sta alla base della cosiddetta “casa felice”: «Io associo la felicità alla salute…dobbiamo considerare la salute, il benessere e l’essere mentalmente sicuri e a proprio agio nel luogo in cui si siamo».
Un famoso esempio dell’impatto negativo dell’architettura sulla salute mentale: la casa di Farnsworth, progettata da Ludwig Mies van der Rohe per la sua cliente (e forse amante) Edith Farnsworth. La casa è composta da un unico vano circondato da vetrate a tutta altezza. Il progetto fu ampiamente criticato perché considerato inadatto a un’abitazione felice: un articolo di House Beautiful descriveva l’iconica casa come “un gabbia di vetro su palafitte”
Dalla teoria alla pratica. L’impatto delle condizioni fisiche delle abitazioni sul benessere mentale è alla base delle politiche della salute pubblica del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale del Regno Unito. Il responsabile del programma Michael Chang ha parlato del fatto che una casa adeguata è la chiave per ottenere una varietà di risultati riguardanti la salute mentale, in particolare per le popolazioni vulnerabili.
Questo approccio si è concretizzato nel programma NHS Healthy New Towns lanciato nel 2015, che ha visto il Servizio Sanitario Nazionale lavorare con le città con l’obiettivo di creare ambienti ed edifici abitativi che incoraggino l’esercizio fisico e si adattino ai bisogni delle popolazioni vulnerabili, come gli anziani.
Dalla teoria alla pratica. L’impatto delle condizioni fisiche delle abitazioni sul benessere mentale è alla base delle politiche della salute pubblica del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale del Regno Unito. Il responsabile del programma Michael Chang ha parlato del fatto che una casa adeguata è la chiave per ottenere una varietà di risultati riguardanti la salute mentale, in particolare per le popolazioni vulnerabili.
Questo approccio si è concretizzato nel programma NHS Healthy New Towns lanciato nel 2015, che ha visto il Servizio Sanitario Nazionale lavorare con le città con l’obiettivo di creare ambienti ed edifici abitativi che incoraggino l’esercizio fisico e si adattino ai bisogni delle popolazioni vulnerabili, come gli anziani.
The black square. Parco urbano Superkilen, 2012. Foto di Iwan Baan concessa da Superflex
La casa è il luogo in cui creiamo ricordi. Ma la struttura fisica non è tutto. La dottoressa Gesche Huebner, Senior Research Associate alla The Bartlett School of Environment, Energy & Resources presso l’UCL, avverte: «Dobbiamo stare attenti a considerare le case non solo come strutture fisiche, ma come luoghi che hanno un significato emotivo per noi. (…) La casa non è solo una struttura fisica; è lì che creiamo ricordi, dove sviluppiamo sentimenti di sicurezza e riparo».
Gran parte delle azioni consiste nella creazione di case adattate ai loro abitanti, alle comunità e all’ambiente circostante. Nagan ha parlato di come la progettazione di uno spazio può favorire oppure ostacolare il senso di appartenenza degli utenti che fruiscono di quello spazio.
Ha fatto l’esempio di Superkilen (nella foto), un parco pubblico in un quartiere multiculturale di Copenaghen, progettato dagli architetti del Bjarke Ingels Group (BIG), dagli artisti del collettivo Superflex e dai paesaggisti di Topotek1. Il progetto ha coinvolto i membri della comunità chiedendo di nominare le caratteristiche dei loro paesi d’origine da incorporare nel design del parco. In questo modo, non solo lo sviluppo del progetto ha profondamente coinvolto la comunità fin dall’inizio, ma ha anche fatto in modo che questi spazi pubblici incarnassero i ricordi della casa. Anche se Nagan parlava principalmente di spazi pubblici, questo approccio è adattabile al design di diversi ambienti e in tutte le scale.
La casa è il luogo in cui creiamo ricordi. Ma la struttura fisica non è tutto. La dottoressa Gesche Huebner, Senior Research Associate alla The Bartlett School of Environment, Energy & Resources presso l’UCL, avverte: «Dobbiamo stare attenti a considerare le case non solo come strutture fisiche, ma come luoghi che hanno un significato emotivo per noi. (…) La casa non è solo una struttura fisica; è lì che creiamo ricordi, dove sviluppiamo sentimenti di sicurezza e riparo».
Gran parte delle azioni consiste nella creazione di case adattate ai loro abitanti, alle comunità e all’ambiente circostante. Nagan ha parlato di come la progettazione di uno spazio può favorire oppure ostacolare il senso di appartenenza degli utenti che fruiscono di quello spazio.
Ha fatto l’esempio di Superkilen (nella foto), un parco pubblico in un quartiere multiculturale di Copenaghen, progettato dagli architetti del Bjarke Ingels Group (BIG), dagli artisti del collettivo Superflex e dai paesaggisti di Topotek1. Il progetto ha coinvolto i membri della comunità chiedendo di nominare le caratteristiche dei loro paesi d’origine da incorporare nel design del parco. In questo modo, non solo lo sviluppo del progetto ha profondamente coinvolto la comunità fin dall’inizio, ma ha anche fatto in modo che questi spazi pubblici incarnassero i ricordi della casa. Anche se Nagan parlava principalmente di spazi pubblici, questo approccio è adattabile al design di diversi ambienti e in tutte le scale.
Questa casa vicino ad Hannover, in Germania, progettata da Andreas Wenning di Baumraum (architettura) e Gabriele Ebert di Raumkonzepte Ebert (design d’interni), privilegia il legame con la natura e un solido isolamento termico
Fare spazio alla natura. Un altro fattore sottolineato da tutti i relatori è lo spazio verde. Jeremy Smalley, Deputy Director of Regeneration and Property del Royal Borough of Greenwich, ha parlato dell’enfasi del suo programma di edilizia residenziale sociale sul verde pubblico, la sostenibilità e l’accessibilità.
Joe, un cittadino che ha beneficiato di tale programma, ha testimoniato attraverso un video trasmesso durante la conferenza dove ha lodato l’edilizia pubblica, definendo la zona come una delle più verdi di Londra e perfettamente accessibile. «Ora, quando mia moglie Vivian non riesce a camminare o è dolorante, posso metterla sulla sedia a rotelle e portarla a Greenwich Park; è così vicino e così bello!».
Fare spazio alla natura. Un altro fattore sottolineato da tutti i relatori è lo spazio verde. Jeremy Smalley, Deputy Director of Regeneration and Property del Royal Borough of Greenwich, ha parlato dell’enfasi del suo programma di edilizia residenziale sociale sul verde pubblico, la sostenibilità e l’accessibilità.
Joe, un cittadino che ha beneficiato di tale programma, ha testimoniato attraverso un video trasmesso durante la conferenza dove ha lodato l’edilizia pubblica, definendo la zona come una delle più verdi di Londra e perfettamente accessibile. «Ora, quando mia moglie Vivian non riesce a camminare o è dolorante, posso metterla sulla sedia a rotelle e portarla a Greenwich Park; è così vicino e così bello!».
Questa casa centenaria si trova a Victoria, in Australia, ed è stata progettata da Inbetween Architecture; è stata selezionata per la categoria Sostenibilità agli Houses Awards 2022
Ristrutturare per la felicità
La maggior parte dei relatori ha dato per scontato che l’edilizia sostenibile debba essere la modalità predefinita per eventuali progetti futuri orientati alla salute. «La neutralità carbonica è costosa… ma è un gioco da ragazzi. Perché dovresti costruire qualcos’altro in questo momento?», dice Smalley.
In effetti, costruire per la felicità e costruire per la sostenibilità sono due obiettivi allineati. Dopotutto, lo spazio verde fa bene al pianeta e l’isolamento per l’efficienza energetica rende le case calde, asciutte (quindi prive di muffe) e silenziose, eliminando tre dei quattro rischi fondamentali evidenziati da Freshwater.
Ciò significa concentrarsi sulle nuove costruzioni a zero emissioni di carbonio, ma ancora più importante, sull’adeguamento delle case esistenti, assicurandosi che le abitazioni siano adatte agli abitanti e rendendo la maggior parte del patrimonio abitativo esistente più sostenibile.
Infine, come ha sottolineato Nagan, le case più sostenibili sono quelle in cui rimaniamo e dove torniamo, generazione dopo generazione. E questo significa garantire che le case siano adatte alle esigenze dei loro abitanti – e quindi assicurandosi che le case siano “felici”.
Ristrutturare per la felicità
La maggior parte dei relatori ha dato per scontato che l’edilizia sostenibile debba essere la modalità predefinita per eventuali progetti futuri orientati alla salute. «La neutralità carbonica è costosa… ma è un gioco da ragazzi. Perché dovresti costruire qualcos’altro in questo momento?», dice Smalley.
In effetti, costruire per la felicità e costruire per la sostenibilità sono due obiettivi allineati. Dopotutto, lo spazio verde fa bene al pianeta e l’isolamento per l’efficienza energetica rende le case calde, asciutte (quindi prive di muffe) e silenziose, eliminando tre dei quattro rischi fondamentali evidenziati da Freshwater.
Ciò significa concentrarsi sulle nuove costruzioni a zero emissioni di carbonio, ma ancora più importante, sull’adeguamento delle case esistenti, assicurandosi che le abitazioni siano adatte agli abitanti e rendendo la maggior parte del patrimonio abitativo esistente più sostenibile.
Infine, come ha sottolineato Nagan, le case più sostenibili sono quelle in cui rimaniamo e dove torniamo, generazione dopo generazione. E questo significa garantire che le case siano adatte alle esigenze dei loro abitanti – e quindi assicurandosi che le case siano “felici”.
Questa casa di Burnazzi Feltrin Architetti a Borgo Valsugana, in Italia, è efficiente dal punto di vista energetico, utilizza materiali sostenibili e offre molto spazio alla famiglia che ci abita per trascorrere del tempo insieme
La complicata economia delle case felici e sostenibili
Quindi, ricapitolando, le case felici sono case sostenibili. Allora perché non costruiamo semplicemente in modo più sostenibile? È qui che le cose si complicano, in particolare nel mondo post-pandemia così economicamente e politicamente precario.
Come ha sottolineato Smalley, le case sostenibili (e felici) sono anche costose da realizzare, e questo è particolarmente allarmante durante l’attuale crisi del costo della vita. «Quando le persone hanno problemi a pagare le bollette è difficile convincerle a fare investimenti a lungo termine».
Questo vale sia per gli interventi di vasta scala che per le case private. Con i costi dei materiali alle stelle a causa del crollo delle catene di approvvigionamento globali, è facile che in un progetto di edilizia residenziale gli obiettivi di sostenibilità passino in secondo piano.
Lo stesso vale per la nostra capacità di integrare spazi verdi nei progetti abitativi. I relatori e il pubblico hanno discusso sulle problematiche relative alla fornitura e alla creazione di alloggi adeguati, soprattutto data l’attuale carenza – in molti paesi – di immobili a prezzi accessibili e dello spazio verde di cui abbiamo bisogno sia per la salute mentale che per la biodiversità.
Una risposta potrebbe essere quella di aumentare la densità edilizia territoriale, ma questa soluzione lascerebbe poco spazio al verde. E naturalmente, come notato sopra, entrambi i lati di quell’equazione hanno un impatto sulla salute mentale e fisica. Dunque, a quale dare la priorità?
La complicata economia delle case felici e sostenibili
Quindi, ricapitolando, le case felici sono case sostenibili. Allora perché non costruiamo semplicemente in modo più sostenibile? È qui che le cose si complicano, in particolare nel mondo post-pandemia così economicamente e politicamente precario.
Come ha sottolineato Smalley, le case sostenibili (e felici) sono anche costose da realizzare, e questo è particolarmente allarmante durante l’attuale crisi del costo della vita. «Quando le persone hanno problemi a pagare le bollette è difficile convincerle a fare investimenti a lungo termine».
Questo vale sia per gli interventi di vasta scala che per le case private. Con i costi dei materiali alle stelle a causa del crollo delle catene di approvvigionamento globali, è facile che in un progetto di edilizia residenziale gli obiettivi di sostenibilità passino in secondo piano.
Lo stesso vale per la nostra capacità di integrare spazi verdi nei progetti abitativi. I relatori e il pubblico hanno discusso sulle problematiche relative alla fornitura e alla creazione di alloggi adeguati, soprattutto data l’attuale carenza – in molti paesi – di immobili a prezzi accessibili e dello spazio verde di cui abbiamo bisogno sia per la salute mentale che per la biodiversità.
Una risposta potrebbe essere quella di aumentare la densità edilizia territoriale, ma questa soluzione lascerebbe poco spazio al verde. E naturalmente, come notato sopra, entrambi i lati di quell’equazione hanno un impatto sulla salute mentale e fisica. Dunque, a quale dare la priorità?
Uno dei più piccoli progetti di edilizia residenziale sociale di Greenwich; foto concessa dal Royal Borough of Greenwich
Non esiste una risposta facile a questa domanda. Nel caso dei programmi di edilizia sociale di Greenwich rappresentati da Smalley, ciò ha comportato una valutazione caso per caso: in alcune zone le normative sulla conservazione vietano gli alloggi ad alta densità; in altri casi è stato possibile costruire lasciando spazio al verde.
D’altra parte, per quanto la spesa sia una preoccupazione crescente quando si tratta di investire in progetti su larga scala, Smalley sottolinea che i cittadini che si trasferiscono negli immobili di Greenwich a zero emissioni ricevono una bolletta energetica mensile di appena 30 sterline, molto al di sotto della media nazionale. Si tratta di un’enorme vittoria in un momento in cui, secondo il rapporto di Velux, 50 milioni di europei vivono in condizioni di povertà energetica.
Come valutiamo il benessere? La questione fondamentale, quando si tratta di case sane, felici e sostenibili, è questa. Come molti dei relatori hanno sottolineato, il profitto è naturalmente parte importante di qualsiasi progetto di costruzione e sia i risultati in termini di salute che di sostenibilità sono notoriamente difficili da quantificare. Come si fa a dare una cifra al comfort di una casa? O come si quantifica il valore dello spazio verde per qualcuno che soffre?
Ultimamente si registrano alcuni tentativi di dimostrare i benefici immateriali delle case sane in termini economici. Uno è lo studio di Velux sopra citato, che quantifica i potenziali benefici economici delle case sane sfruttando una metodologia relativamente nuova.
Nei progetti residenziali privati, questo è un calcolo molto più semplice, se non necessariamente più facile: qual è il valore di una casa felice per te?
Non esiste una risposta facile a questa domanda. Nel caso dei programmi di edilizia sociale di Greenwich rappresentati da Smalley, ciò ha comportato una valutazione caso per caso: in alcune zone le normative sulla conservazione vietano gli alloggi ad alta densità; in altri casi è stato possibile costruire lasciando spazio al verde.
D’altra parte, per quanto la spesa sia una preoccupazione crescente quando si tratta di investire in progetti su larga scala, Smalley sottolinea che i cittadini che si trasferiscono negli immobili di Greenwich a zero emissioni ricevono una bolletta energetica mensile di appena 30 sterline, molto al di sotto della media nazionale. Si tratta di un’enorme vittoria in un momento in cui, secondo il rapporto di Velux, 50 milioni di europei vivono in condizioni di povertà energetica.
Come valutiamo il benessere? La questione fondamentale, quando si tratta di case sane, felici e sostenibili, è questa. Come molti dei relatori hanno sottolineato, il profitto è naturalmente parte importante di qualsiasi progetto di costruzione e sia i risultati in termini di salute che di sostenibilità sono notoriamente difficili da quantificare. Come si fa a dare una cifra al comfort di una casa? O come si quantifica il valore dello spazio verde per qualcuno che soffre?
Ultimamente si registrano alcuni tentativi di dimostrare i benefici immateriali delle case sane in termini economici. Uno è lo studio di Velux sopra citato, che quantifica i potenziali benefici economici delle case sane sfruttando una metodologia relativamente nuova.
Nei progetti residenziali privati, questo è un calcolo molto più semplice, se non necessariamente più facile: qual è il valore di una casa felice per te?
Alcune caratteristiche fisico-spaziali sono imprescindibili per raggiungere la felicità. Neil Freshwater, responsabile degli affari pubblici presso il produttore di finestre e lucernari Velux, ha individuato quattro pericoli per la salute che si nascondono in un edificio scadente: freddo eccessivo, rumore eccessivo, mancanza di luce naturale, umidità e muffa. Secondo l’Healthy Homes Barometer, che l’azienda pubblica ogni anno in collaborazione con l’istituto di ricerca Rand Europe, un europeo su tre segnala almeno uno di questi pericoli: una cifra che si traduce in 163 milioni di famiglie in tutta l’Unione Europea. Gli effetti sono preoccupanti. Secondo lo studio, coloro che segnalano tutti e quattro i rischi hanno quattro volte più probabilità di avere anche cattive condizioni di salute.
Il rovescio della medaglia è che il miglioramento di questi bisogni fisici di base si traduce anche in un miglioramento della salute mentale. Lo stesso studio utilizza una valutazione del benessere per stimare i benefici a catena del miglioramento di questi bisogni fisici di base, tenendo conto di fattori come l’aumento della produttività dei lavoratori che dormono bene la notte. Si stima che ciò possa tradursi in un guadagno di 600 miliardi di euro in benefici cumulativi per le economie dell’Unione Europea e del Regno Unito entro il 2050.