Cosa Devo Sapere per Rifare il Tetto? I Consigli di Tre Esperti
Ristrutturare il tetto: dai tempi e costi di intervento, alle fasi critiche e novità per una copertura all’avanguardia
La nostra abitazione, sia se viviamo in un condominio sia se abitiamo in una casa indipendente, può richiedere col passare del tempo dei lavori edili importanti. Più spesso del previsto diventa necessario intervenire sulla struttura e rifare il tetto. Ciò può capitare per esempio anche se acquistiamo un vecchio stabile da ristrutturare.
Da dove incominciare? Cosa bisogna sapere? Quali sono le fasi di progettazione? Quali sono i prezzi al metro quadro e i tempi necessari per il rifacimento del tetto? Ne abbiamo parlato con tre professionisti di Houzz.
Consigli professionali di:
Da dove incominciare? Cosa bisogna sapere? Quali sono le fasi di progettazione? Quali sono i prezzi al metro quadro e i tempi necessari per il rifacimento del tetto? Ne abbiamo parlato con tre professionisti di Houzz.
Consigli professionali di:
- Mauro Maria Borrelli, architetto di Costruzioni Roma (Roma)
- Marco Cairoli, ingegnere di Sistema Ingegneria (prov. di Perugia)
- Fabio Manueli, geometra (Genova)
Fasi di intervento
In funzione della tipologia di tetto, cambiano i materiali e le fasi di lavoro. Il tetto a falde richiede: «La demolizione della copertura esistente che può essere realizzata con coppi, ardesie o tegole; la rimozione o modifica della struttura portante del tetto che in genere è in legno (assito o travetti per esempio); la verifica, riparazione e modifica di tutti gli impianti che arrivano a tetto (canne fumarie, antenna Tv, tubazioni, ecc.); la posa delle lattonerie (che possono essere in piombo, rame, zinco, lamiera o titanio); la posa della nuova copertura di finitura (in genere in ardesia); infine lo smontaggio dei ponteggi e le pulizie finali. Da non dimenticare se prevista la posa della coibentazione termica (obbligatoria per un rifacimento completo in alcuni comuni) e quella della linea vita per gli operatori che dovranno salire sul tetto per la futura manutenzione ordinaria», precisa Manueli.
In funzione della tipologia di tetto, cambiano i materiali e le fasi di lavoro. Il tetto a falde richiede: «La demolizione della copertura esistente che può essere realizzata con coppi, ardesie o tegole; la rimozione o modifica della struttura portante del tetto che in genere è in legno (assito o travetti per esempio); la verifica, riparazione e modifica di tutti gli impianti che arrivano a tetto (canne fumarie, antenna Tv, tubazioni, ecc.); la posa delle lattonerie (che possono essere in piombo, rame, zinco, lamiera o titanio); la posa della nuova copertura di finitura (in genere in ardesia); infine lo smontaggio dei ponteggi e le pulizie finali. Da non dimenticare se prevista la posa della coibentazione termica (obbligatoria per un rifacimento completo in alcuni comuni) e quella della linea vita per gli operatori che dovranno salire sul tetto per la futura manutenzione ordinaria», precisa Manueli.
«Il tetto piano richiede la demolizione fino al vivo della copertura esistente che in genere è formata da piastrelle e sottofondo, terra e/o ghiaia, guaina impermeabile; la verifica, riparazione e modifica di tutti gli impianti che arrivano a tetto; la realizzazione delle pendenze previa posa di guaine; la posa del manto impermeabile; la posa delle lattonerie; la posa della pavimentazione finale, solitamente formata da piastrelle a colla o galleggianti, plance in Wpc, legno o ghiaia; infine smontaggio e pulizie», sipega Manueli.
I tipi di intervento, seppur simili, presentano delle differenze. Pertanto, concordano gli intervistati, è importante rivolgersi a un professionista che abbia la completa competenza in materia.
I tipi di intervento, seppur simili, presentano delle differenze. Pertanto, concordano gli intervistati, è importante rivolgersi a un professionista che abbia la completa competenza in materia.
Quanto dovrebbe durare una buona copertura?
Per legge, spiegano i pro, un tetto dovrebbe durare dieci anni; avrà però una durata maggiore se è stato realizzato con materiali di qualità.
«Affinché duri nel tempo, è importante ricordarsi di effettuare le manutenzioni ordinarie così da evitare filtrazioni d’acqua in casa. È opportuno controllare periodicamente risvolte a casotti, comignoli, muretti, abbaini, ecc. Inoltre è fondamentale non dimenticare di pulire i canaloni di gronda, le gronde e i pluviali per lo smaltimento dell’acqua piovana», specifica Manueli.
«I tetti sono parte integrante di un edificio, la durata di questi elementi dipende da due aspetti: qualità dei materiali e corretta posa in opera», puntualizza Cairoli.
Per legge, spiegano i pro, un tetto dovrebbe durare dieci anni; avrà però una durata maggiore se è stato realizzato con materiali di qualità.
«Affinché duri nel tempo, è importante ricordarsi di effettuare le manutenzioni ordinarie così da evitare filtrazioni d’acqua in casa. È opportuno controllare periodicamente risvolte a casotti, comignoli, muretti, abbaini, ecc. Inoltre è fondamentale non dimenticare di pulire i canaloni di gronda, le gronde e i pluviali per lo smaltimento dell’acqua piovana», specifica Manueli.
«I tetti sono parte integrante di un edificio, la durata di questi elementi dipende da due aspetti: qualità dei materiali e corretta posa in opera», puntualizza Cairoli.
Attenzione ai rischi
«Il colmo, i displuvi, le pendenze richiedono maggiore cura in fase di lavoro, così come è opportuno prestare attenzione alle intersezioni con altre coperture non interessate dall’intervento, all’attacco con le strutture verticali, ai passaggi dalle zone coperte e agli sporti di gronda. Vi sono poi dettagli funzionali da verificare, quali canali di gronda, lattonerie di collegamento con altri edifici o ancora stratigrafie per l’isolamento temo-acustico», spiega Cairoli.
E aggiunge: «Sempre più spesso il tetto è alloggiato in quegli stessi impianti destinati all’utilizzo delle fonti rinnovabili. Questo può causare delle criticità costruttive alle quali solo un buon progetto e una perfetta realizzazione possono ovviare. Aumentano infatti gli attraversamenti della struttura e del manto di copertura per il passaggio degli impianti delle condotte e delle esalazioni, aggiungendosi alle tradizionali antenne o canne fumarie. Questi elementi richiedono grande attenzione poiché l’infiltrazione d’acqua e le discontinuità sulla superficie sono i rischi maggiori di questo lavoro di ristrutturazione».
«Il colmo, i displuvi, le pendenze richiedono maggiore cura in fase di lavoro, così come è opportuno prestare attenzione alle intersezioni con altre coperture non interessate dall’intervento, all’attacco con le strutture verticali, ai passaggi dalle zone coperte e agli sporti di gronda. Vi sono poi dettagli funzionali da verificare, quali canali di gronda, lattonerie di collegamento con altri edifici o ancora stratigrafie per l’isolamento temo-acustico», spiega Cairoli.
E aggiunge: «Sempre più spesso il tetto è alloggiato in quegli stessi impianti destinati all’utilizzo delle fonti rinnovabili. Questo può causare delle criticità costruttive alle quali solo un buon progetto e una perfetta realizzazione possono ovviare. Aumentano infatti gli attraversamenti della struttura e del manto di copertura per il passaggio degli impianti delle condotte e delle esalazioni, aggiungendosi alle tradizionali antenne o canne fumarie. Questi elementi richiedono grande attenzione poiché l’infiltrazione d’acqua e le discontinuità sulla superficie sono i rischi maggiori di questo lavoro di ristrutturazione».
Costi di intervento
Diverse variabili influiscono sul prezzo. «I costi per rifare il tetto cambiano in funzione della tipologia di copertura e dei materiali utilizzati, ma vi sono altri parametri che condizionano come per esempio l’accessibilità all’immobile, la presenza di spazi circostanti, la forma dell’edificio – spiega Manueli – la forbice è molto ampia: da 30 a 300 mila euro per coperture piane molto grandi o con coibentazioni particolari».
«Ipotizzando una nuova realizzazione su edificio esistente, il costo è di circa 150-200 euro al metro quadrato per coperture senza grandi necessità geometriche o di prestazioni, si arriva fino a 500-600 euro al metro quadrato per interventi su tetti con alte prestazioni energetiche o di grande pregio. Se però non sono previsti lavori sulle strutture, i costi possono anche scendere di un 15-30%», aggiunge Cairoli.
Diverse variabili influiscono sul prezzo. «I costi per rifare il tetto cambiano in funzione della tipologia di copertura e dei materiali utilizzati, ma vi sono altri parametri che condizionano come per esempio l’accessibilità all’immobile, la presenza di spazi circostanti, la forma dell’edificio – spiega Manueli – la forbice è molto ampia: da 30 a 300 mila euro per coperture piane molto grandi o con coibentazioni particolari».
«Ipotizzando una nuova realizzazione su edificio esistente, il costo è di circa 150-200 euro al metro quadrato per coperture senza grandi necessità geometriche o di prestazioni, si arriva fino a 500-600 euro al metro quadrato per interventi su tetti con alte prestazioni energetiche o di grande pregio. Se però non sono previsti lavori sulle strutture, i costi possono anche scendere di un 15-30%», aggiunge Cairoli.
Tempi di realizzazione
«Una ristrutturazione leggera che richiede ponteggi, cambio del materiale di copertura, lattonerie e finiture può concludersi in un mese; mentre gli interventi più invasivi ne possono richiedere anche 4 o 5», risponde Manueli. E precisa Cairoli: «Coperture in legno preassemblato (x-lam o pannelli, per esempio) richiedono tempi di realizzazione minori rispetto a soluzioni più elaborate che coniugano materiali costitutivi differenti o con caratteristiche di maturazione e realizzazione in opera più elaborate (coperture voltate, gettate in opera o a sbalzo, ecc.)».
«Una ristrutturazione leggera che richiede ponteggi, cambio del materiale di copertura, lattonerie e finiture può concludersi in un mese; mentre gli interventi più invasivi ne possono richiedere anche 4 o 5», risponde Manueli. E precisa Cairoli: «Coperture in legno preassemblato (x-lam o pannelli, per esempio) richiedono tempi di realizzazione minori rispetto a soluzioni più elaborate che coniugano materiali costitutivi differenti o con caratteristiche di maturazione e realizzazione in opera più elaborate (coperture voltate, gettate in opera o a sbalzo, ecc.)».
Qual è la stagione migliore?
«Generalmente è consigliabile intervenire quando si hanno minori probabilità di precipitazioni o comunque condizioni atmosferiche che permettano di ridurre i rischi di danneggiamenti da infiltrazioni d’acqua e neve. Dalla primavera inoltrata, quindi, fino agli inizi di ottobre», spiega Cairoli.
E aggiunge Manueli: «Il periodo migliore è l’estate, ma è possibile posizionare delle coperture temporanee per poter realizzare questi tipi di intervento anche in inverno. I costi, però, aumentano. Consiglio di optare per questa idea se la superficie del tetto va dai 200 ai 300 metri quadrati».
«Generalmente è consigliabile intervenire quando si hanno minori probabilità di precipitazioni o comunque condizioni atmosferiche che permettano di ridurre i rischi di danneggiamenti da infiltrazioni d’acqua e neve. Dalla primavera inoltrata, quindi, fino agli inizi di ottobre», spiega Cairoli.
E aggiunge Manueli: «Il periodo migliore è l’estate, ma è possibile posizionare delle coperture temporanee per poter realizzare questi tipi di intervento anche in inverno. I costi, però, aumentano. Consiglio di optare per questa idea se la superficie del tetto va dai 200 ai 300 metri quadrati».
Novità in materia
I materiali per l’isolamento termico e acustico del tetto sono diversi e molti consentono performance importanti. Più sono innovativi e più tempi e costi di intervento rischiano di essere più alti.
L’architetto Borelli spiega quali sono le novità del settore per avere una copertura all’avanguardia. «Esistono tegole curve, prodotti per stampaggio che fotocatalizzano e ossidano gli agenti inquinanti rendendo l’aria più pulita. Vi sono anche tegole fotovoltaiche, dette solari, un’interessante alternativa per integrare questa tipologia di impianti sul tetto della nostra abitazione».
Ed elenca le tipologie più diffuse: «Le coppi sono tegole utilizzate per inserire moduli fotovoltaici su tetti di edifici siti in centri storici soggetti a vincoli di vario genere che ne vietino modifiche estetiche; le marsigliesi sono molto diffuse nella posa in quanto grazie ai denti laterali ad incastro rendono più agevole la sovrapposizione; le portoghesi sono caratterizzate da un pannello che viene applicato sulla tegola; le piane sono molto utilizzate, risultano essere quelle di più facile applicazione poiché si adattano senza problemi a tutte le tipologie di superfici; infine esistono le trasparenti in plexiglass, utilizzate per realizzare elementi trasparenti come lucernari o simili».
Questo Ideabook è stato originariamente pubblicato il 5 aprile 2017 e poi aggiornato
E tu? Eri a conoscenza di queste informazioni? Hai già dovuto rifare il tetto della tua casa? Raccontaci la tua esperienza!
Altro
Come Installare un Impianto Fotovoltaico sul Tetto di Casa
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Ed elenca le tipologie più diffuse: «Le coppi sono tegole utilizzate per inserire moduli fotovoltaici su tetti di edifici siti in centri storici soggetti a vincoli di vario genere che ne vietino modifiche estetiche; le marsigliesi sono molto diffuse nella posa in quanto grazie ai denti laterali ad incastro rendono più agevole la sovrapposizione; le portoghesi sono caratterizzate da un pannello che viene applicato sulla tegola; le piane sono molto utilizzate, risultano essere quelle di più facile applicazione poiché si adattano senza problemi a tutte le tipologie di superfici; infine esistono le trasparenti in plexiglass, utilizzate per realizzare elementi trasparenti come lucernari o simili».
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E tu? Eri a conoscenza di queste informazioni? Hai già dovuto rifare il tetto della tua casa? Raccontaci la tua esperienza!
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Come Installare un Impianto Fotovoltaico sul Tetto di Casa
È importante prima sapere se si tratta di una tipologia di tetto a falde o piano, cioè a terrazza. «In un caso o nell’altro – spiega il geometra Manueli – l’obiettivo è sempre quello di ripristinare, restaurare e ricostruire la copertura di un immobile per difenderlo dalle intemperie. A seconda di una tipologia o dell’altra, però, vi sono delle differenze. Non dimentichiamo che anche i vincoli storici architettonici influenzano in particolare i colori, i materiali e la forma del tetto».