Architettura e design
Houzz per i Pro
Cos'è il Metodo Cradle to Cradle? E Come Cambia il Design?
Houzz ha incontrato Michael Braungart, ideatore di un rivoluzionario modello di riciclo dei prodotti
Lo sapevate che le nostre case e gli oggetti con cui le arrediamo possono trasformarsi in preziose fonti di materiale riciclabile? La gran parte di ciò che usiamo, sistemiamo e costruiamo tra le mura di casa è riciclabile. Anzi, il metodo di produzione Cradle to Cradle (Dalla culla alla culla) ci offre l’opportunità di recuperare il 100% di tutti i materiali. L’approccio Cradle to Cradle si fonda sul monitoraggio continuo dell’intera catena di produzione di un oggetto. Al termine della loro vita utile, i manufatti realizzati con materiali ecosostenibili possono, a loro volta, diventare la materia prima per nuovi prodotti. L’obiettivo di questo ciclo è recuperare materiali puri e utilizzare, quindi, i loro componenti grezzi. In questo modo, il processo imita la natura, che non produce mai rifiuti.
Il modello Cradle to Cradle è stato sviluppato agli inizi degli anni Novanta dal chimico tedesco Michael Braungart e dall’architetto americano William McDonough. Houzz ha incontrato il Professor Braungart: in questa chiacchierata abbiamo scoperto che Cradle to Cradle non soltanto propone un modo diverso di produzione e di gestione delle materie prime ecosostenibili, ma anche nuovi modelli di business.
Il modello Cradle to Cradle è stato sviluppato agli inizi degli anni Novanta dal chimico tedesco Michael Braungart e dall’architetto americano William McDonough. Houzz ha incontrato il Professor Braungart: in questa chiacchierata abbiamo scoperto che Cradle to Cradle non soltanto propone un modo diverso di produzione e di gestione delle materie prime ecosostenibili, ma anche nuovi modelli di business.
Un esempio semplice della filosofia Cradle to Cradle: i rifiuti della cucina si trasformano all’interno di una compostiera in una sostanza ricca di humus che fornisce nutrimento alle piante. Il giardiniere è premiato con frutta e fiori che, a loro volta, un giorno, finiranno nella compostiera. In questo modo, ogni elemento entrerà a far parte del ciclo dei rifiuti del giardino
Professor Braungart, ci potrebbe spiegare il principio del Cradle to Cradle?
Di fatto è molto semplice. I produttori non vendono più moquette, ma un’assicurazione sulla finitura del pavimento. Non si vendono più sedie da scrivania, ma delle assicurazioni di seduta salutare che durano dieci anni. Il produttore fornisce soltanto il servizio. Il cliente sa che riceverà una buona sedia da scrivania che sopravvivrà per dieci anni, o che una data finitura per pavimenti manterrà il suo bell’aspetto per dieci anni.
Professor Braungart, ci potrebbe spiegare il principio del Cradle to Cradle?
Di fatto è molto semplice. I produttori non vendono più moquette, ma un’assicurazione sulla finitura del pavimento. Non si vendono più sedie da scrivania, ma delle assicurazioni di seduta salutare che durano dieci anni. Il produttore fornisce soltanto il servizio. Il cliente sa che riceverà una buona sedia da scrivania che sopravvivrà per dieci anni, o che una data finitura per pavimenti manterrà il suo bell’aspetto per dieci anni.
Un numero crescente di produttori di rivestimenti per pavimento lavora seguendo i principi Cradle to Cradle: un esempio è offerto da Tarkett. Tappeti come quelli della Desso Home Touch Collection (nella foto), per esempio, rilasciano quantità minime di COV. Tarkett ha poi avviato un programma di restituzione e riciclo ricco di ripercussioni positive. I rivestimenti da pavimento restituiti sono trasformati in nuovi tappeti o in finiture viniliche
E il produttore che cosa ci guadagna?
Con questo business model, il produttore diventa una banca dei materiali. Vende soltanto l’uso di un prodotto, ovvero soltanto il suo possesso, e non la proprietà. Questo gli permette di usare materiali molto migliori, più sani e più belli, e non i più economici. In questo modo, il mio cliente diventa un amico. La durabilità non è più al centro di tutto. Piuttosto, lo è un periodo d’uso definito con chiarezza grazie all’innovazione. Poi, dopo l’uso, il prodotto è restituito al produttore, che può recuperare i materiali, o, alternativamente, vendere le materie prime grezze: questo processo dà al produttore stesso la necessaria sicurezza finanziaria a lungo termine.
E il produttore che cosa ci guadagna?
Con questo business model, il produttore diventa una banca dei materiali. Vende soltanto l’uso di un prodotto, ovvero soltanto il suo possesso, e non la proprietà. Questo gli permette di usare materiali molto migliori, più sani e più belli, e non i più economici. In questo modo, il mio cliente diventa un amico. La durabilità non è più al centro di tutto. Piuttosto, lo è un periodo d’uso definito con chiarezza grazie all’innovazione. Poi, dopo l’uso, il prodotto è restituito al produttore, che può recuperare i materiali, o, alternativamente, vendere le materie prime grezze: questo processo dà al produttore stesso la necessaria sicurezza finanziaria a lungo termine.
A Brooklyn, in un edificio portuale del 1900, l’azienda IceStone produce rivestimenti per cucine e bagni in vetro riciclato certificati Cradle to Cradle. L’azienda ricicla il 90% dei propri scarti di produzione e segue processi sostenibili nell’intero ciclo di produzione così come all’interno della società
Potrebbe spiegare questo principio con un esempio concreto?
In questo momento abbiamo un magnifico progetto di assicurazione sulla cucina. In linea di principio, il produttore vende l’uso della cucina per quindici anni. L’industriale può così ricorrere ai migliori materiali high-tech invece che usare truciolare di scarso valore: vende solo il servizio, non i materiali. Il consumatore non deve aspettare che la sua vecchia cucina si deteriori per giustificare l’acquisto di un modello nuovo. E il designer potrà progettare cucine che sono più belle e non rilasciano vapori tossici. Tutto questo è motivo di innovazione e, soprattutto, di alta qualità.
In che modo questo processo rende più sostenibile il prodotto?
Non stiamo parlando di sostenibilità, stiamo parlando di qualità. Un prodotto che contiene elementi tossici e a un certo punto diventa un rifiuto ha semplicemente un problema di qualità. Qui io non vedo alcuna implicazione di tipo morale. La qualità può diventare innovazione e aprire spazi di business completamente nuovi.
Potrebbe spiegare questo principio con un esempio concreto?
In questo momento abbiamo un magnifico progetto di assicurazione sulla cucina. In linea di principio, il produttore vende l’uso della cucina per quindici anni. L’industriale può così ricorrere ai migliori materiali high-tech invece che usare truciolare di scarso valore: vende solo il servizio, non i materiali. Il consumatore non deve aspettare che la sua vecchia cucina si deteriori per giustificare l’acquisto di un modello nuovo. E il designer potrà progettare cucine che sono più belle e non rilasciano vapori tossici. Tutto questo è motivo di innovazione e, soprattutto, di alta qualità.
In che modo questo processo rende più sostenibile il prodotto?
Non stiamo parlando di sostenibilità, stiamo parlando di qualità. Un prodotto che contiene elementi tossici e a un certo punto diventa un rifiuto ha semplicemente un problema di qualità. Qui io non vedo alcuna implicazione di tipo morale. La qualità può diventare innovazione e aprire spazi di business completamente nuovi.
L’azienda statunitense di arredi Steelcase lavora con il Professor Braungart dal 1994. La collaborazione ha portato al lancio della sedia Think Chair, che ha ottenuto una certificazione “bronzo” Cradle to Cradle (a ciascun prodotto viene assegnato un livello diverso sulla base di criteri come la riutilizzabilità dei materiali e la responsabilità della produzione per incoraggiare un miglioramento continuo degli standard). Steelcase lavora continuativamente su questo approccio, esplorando le più svariate alternative proposte da progetti pilota in tutto il mondo
Ci sono altri produttori che hanno adottato questo concetto dell’uso temporaneo?
Sì, l’industria dell’arredamento. Il settore degli arredi da ufficio è particolarmente avanzato, in questo senso.
Ci sono altri produttori che hanno adottato questo concetto dell’uso temporaneo?
Sì, l’industria dell’arredamento. Il settore degli arredi da ufficio è particolarmente avanzato, in questo senso.
I classici sistemi di arredamento Haller di USM sono in produzione dal 1969, e già all’epoca erano all’avanguardia in termini di sostenibilità. Tutti i moduli sono facilmente configurabili e combinabili grazie a un giunto che è un marchio registrato di USM. È facile modificare o variare l’ampiezza del sistema: la struttura cresce assieme ai suoi proprietari e agli ambienti. Questo anche perché il sistema è rimasto praticamente invariato dal 1969: i nuovi colori e moduli sono stati semplicemente aggiunti. Nel 2018, questo elemento d’arredo ha ottenuto una certificazione “bronzo” Cradle to Cradle
Perché bisognerebbe restituire il prodotto, se è ancora utilizzabile?
Il punto è che la restituzione del prodotto porta dei benefici alla salute del cliente, per esempio alla schiena. Quand’anche una sedia fosse ancora intatta, dopo dieci anni ha senso cambiarla. E anche per il produttore, l’uso a tempo determinato rappresenta un vantaggio. In questo modo, il produttore diventa una sorta di banca dei materiali. Questo significa per lui non essere obbligato a produrre continuamente sedie. L’industriale può siglare un contratto di “futures” e dichiarare per esempio che, nel 2027, 24 tonnellate di un dato materiale diventeranno disponibili: chi potrebbe utilizzare queste materie prime? In questo modo la società non perde valore. Può ipotecare questo patrimonio e rivolgersi a una banca, se ha bisogno di liquidità.
Perché bisognerebbe restituire il prodotto, se è ancora utilizzabile?
Il punto è che la restituzione del prodotto porta dei benefici alla salute del cliente, per esempio alla schiena. Quand’anche una sedia fosse ancora intatta, dopo dieci anni ha senso cambiarla. E anche per il produttore, l’uso a tempo determinato rappresenta un vantaggio. In questo modo, il produttore diventa una sorta di banca dei materiali. Questo significa per lui non essere obbligato a produrre continuamente sedie. L’industriale può siglare un contratto di “futures” e dichiarare per esempio che, nel 2027, 24 tonnellate di un dato materiale diventeranno disponibili: chi potrebbe utilizzare queste materie prime? In questo modo la società non perde valore. Può ipotecare questo patrimonio e rivolgersi a una banca, se ha bisogno di liquidità.
Professor Braungart, lei è noto per avere lanciato diversi progetti in varie parti del mondo. Dov’è più richiesto l’approccio Cradle to Cradle? Stiamo lavorando ad alcuni progetti su grande scala in Cina. Ma anche più vicino. Nel sud della Germania abbiamo un progetto pilota con alcuni produttori di arredi per scuole: le aziende possono realizzare i migliori prodotti, e non per forza i più economici. In Germania, siamo spesso un po’ indietro quanto a nuovi modelli di business. È una corsa contro il tempo. Abbiamo bisogno di nuovi paradigmi, e molte aziende nel campo dell’arredamento sono troppo lente. L’ingegneria meccanica l’ha capito da molto tempo. Non si vende una lavatrice, si vendono tremila cicli di lavaggio. Questo significa che la macchina, in sé, non è che un servizio. Anche i produttori di rivestimenti per pavimento hanno colto il concetto, e hanno cominciato a vendere “assicurazioni sulla finitura del pavimento”. Spunti interessanti stanno arrivando anche dall’industria tessile e dalla moda.
Le ceramiche dell’azienda olandese Mosa hanno tutte la certificazione Cradle to Cradle. Sono prive di composti organici volatili, contribuendo così a mantenere la salubrità dell’aria negli interni. Per Mosa, aderire ai principi Cradle to Cradle è sinonimo non solo di impiego di materie prime pure e riciclabili, ma anche di minore consumo di energia, di gestione ecosostenibile dell’acqua nella produzione e di garanzia di ottime condizioni di lavoro
Da attivista di Greenpeace, negli anni Ottanta, lei si è dedicato in particolare allo studio dell’impiego di materiali tossici in vari prodotti. È tuttora impegnato sul fronte dell’innovazione?
Sì, questo è ancora il leitmotiv e il principio dell’azione di Cradle to Cradle. Vogliamo prodotti e arredi che siano salubri. Potremmo, per esempio, realizzare arredi con tappezzerie edibili. Bisogna sapere che, spesso, gli scarti dell’industria del mobile sono così tossici da dover essere smaltiti come rifiuti pericolosi. È una cosa assurda. A dirla tutta, dovremmo usare “ingredienti” che possano perfino essere mangiati senza indugio. Questo tipo di tappezzeria ha già un ruolo fondamentale nell’industria aeronautica, poiché la qualità dell’aria dentro un aeroplano è un tema di primaria importanza. È interessante osservare, peraltro, che queste fibre naturali permettono economie fino al 20 per cento.
Da attivista di Greenpeace, negli anni Ottanta, lei si è dedicato in particolare allo studio dell’impiego di materiali tossici in vari prodotti. È tuttora impegnato sul fronte dell’innovazione?
Sì, questo è ancora il leitmotiv e il principio dell’azione di Cradle to Cradle. Vogliamo prodotti e arredi che siano salubri. Potremmo, per esempio, realizzare arredi con tappezzerie edibili. Bisogna sapere che, spesso, gli scarti dell’industria del mobile sono così tossici da dover essere smaltiti come rifiuti pericolosi. È una cosa assurda. A dirla tutta, dovremmo usare “ingredienti” che possano perfino essere mangiati senza indugio. Questo tipo di tappezzeria ha già un ruolo fondamentale nell’industria aeronautica, poiché la qualità dell’aria dentro un aeroplano è un tema di primaria importanza. È interessante osservare, peraltro, che queste fibre naturali permettono economie fino al 20 per cento.
La collezione OceanSafe di Deco Design Fürus vanta una certificazione Cradle to Cradle “oro”. Le lenzuola, gli asciugamani, le tende e i tessuti per l’arredamento hanno origine biologica e sono compostabili. Al termine del loro ciclo di vita, questi prodotti saranno ritrasformati dai microorganismi in biomassa. Le materie prime sono perfino edibili. «All’inizio del processo, vengono impiegati soltanto materiali di buona qualità e alla fine del processo risultano solo materiali di buona qualità», ci ha spiegato il fondatore dell’azienda Manuel Schweizer alla fiera Heimtextil 2020
Ci sono altri vantaggi nell’impiegare materiali sicuri?
Naturalmente. Le condizioni lavorative sono migliori: i miei dipendenti lavorano in un ambiente più salubre e sono maggiormente motivati. Grazie a un’intelligente pianificazione del processo di produzione, non ho bisogno di altri processi di trattamento. Tuttavia, questa scelta presuppone che i tessuti, il legno e le vernici siano trattati in un certo modo e che contengano solo elementi adatti a essere re-immessi nel ciclo biologico. In questo modo, quindi, il rifiuto si ritrasforma in sostanza nutritiva, com’era all’origine. E gli ingredienti non trattati ritornano al ciclo vitale.
Ci sono altri vantaggi nell’impiegare materiali sicuri?
Naturalmente. Le condizioni lavorative sono migliori: i miei dipendenti lavorano in un ambiente più salubre e sono maggiormente motivati. Grazie a un’intelligente pianificazione del processo di produzione, non ho bisogno di altri processi di trattamento. Tuttavia, questa scelta presuppone che i tessuti, il legno e le vernici siano trattati in un certo modo e che contengano solo elementi adatti a essere re-immessi nel ciclo biologico. In questo modo, quindi, il rifiuto si ritrasforma in sostanza nutritiva, com’era all’origine. E gli ingredienti non trattati ritornano al ciclo vitale.
Il letto Essential di Auping è realizzato principalmente in alluminio. Può essere completamente smontato, e il materiale può essere riciclato al 100%. Il prodotto ha ricevuto la certificazione “bronzo”
La coscienza ambientale è un grande tema per le nuove generazioni. Secondo lei stiamo assistendo a una nuova tendenza?
Sì! Fortunatamente in molte aziende è in atto un cambio generazionale. Per i giovani non è più sufficiente guadagnare soltanto uno stipendio. Quello che pensano è: non ci guadagno nulla se la mia società raddoppia le vendite ma, così facendo, non lascia un segno importante. L’imprenditore è loro riconoscente e cerca di abbracciare idee e metodi più innovativi, potendo così contare su una generazione futura di dipendenti motivati. Una generazione futura che intende cambiare le cose per davvero. Per l’approccio Cradle to Cradle non si tratta di essere meno cattivi e ridurre i danni ambientali. No, vogliamo essere buoni fin dall’inizio.
Per maggiori informazioni, consultate il sito del Cradle to Cradle Products Institute.
Altro
Sai Cos’è? Il Life Cycle Assessment e la Vita dei Prodotti Green
Tessuti per la Casa Più Sostenibili: News dalla Fiera Heimtextil
La coscienza ambientale è un grande tema per le nuove generazioni. Secondo lei stiamo assistendo a una nuova tendenza?
Sì! Fortunatamente in molte aziende è in atto un cambio generazionale. Per i giovani non è più sufficiente guadagnare soltanto uno stipendio. Quello che pensano è: non ci guadagno nulla se la mia società raddoppia le vendite ma, così facendo, non lascia un segno importante. L’imprenditore è loro riconoscente e cerca di abbracciare idee e metodi più innovativi, potendo così contare su una generazione futura di dipendenti motivati. Una generazione futura che intende cambiare le cose per davvero. Per l’approccio Cradle to Cradle non si tratta di essere meno cattivi e ridurre i danni ambientali. No, vogliamo essere buoni fin dall’inizio.
Per maggiori informazioni, consultate il sito del Cradle to Cradle Products Institute.
Altro
Sai Cos’è? Il Life Cycle Assessment e la Vita dei Prodotti Green
Tessuti per la Casa Più Sostenibili: News dalla Fiera Heimtextil
Il Professor Braungart ci spiega come l’intero settore, dall’industria degli arredi domestici a quelli per gli uffici, passando per i produttori di materiali di rivestimento, abbia accolto i principi Cradle to Cradle con grande entusiasmo.