Architettura e design
Come Progettano i Giovani Designer?
Il futuro del design nelle parole dei giovani intercettati attraversando il Salone Satellite e la città di Milano
Salone del Mobile 2022: quali sono le tendenze dei più giovani? Ci sono filosofie comuni e trasversali? In realtà interpretare il mondo del design emergente è difficile, perché i parametri sono moltissimi e le declinazioni del progetto altrettante. Per questo ci siamo fatti aiutare da due figure di riferimento: Marva Griffin creatrice del Salone Satellite (la parte dedicata ai nuovi ingressi nel mondo dei design internazionale) nel 1998 e da quella data sua curatrice, e Valentina Ciuffi, autrice, con Joseph Grima, del progetto Alcova, uno degli indirizzi più frequentati durante il Fuorisalone e ricco di energia e idee nuove.
Parole d’ordine? Sostenibilità, artigianalità, autoproduzione e dignità.
Parole d’ordine? Sostenibilità, artigianalità, autoproduzione e dignità.
Marva Griffin, creatrice del Salone Satellite
Da 23 edizioni curatrice della mostra, Marva Griffin, venezuelana ma milanese di adozione, vincitrice nel 2014 del Premio Compasso d’Oro alla Carriera, ha il polso della situazione quando si parla di giovani designer e sottolinea alcuni tratti legati al presente: «Il Salone Satellite si è evoluto come i ragazzi. La tecnologia digitale è stata determinante in questa evoluzione, come anche il concetto di autoproduzione e l’interpretazione del concetto di sostenibilità. Ciascuno, inoltre, sviluppa i propri progetti in coerenza con le proprie origini».
Da qui, l’uso frequente nei progetti di materiali locali e di origine naturale, l’attenzione verso l’artigianalità e il contenimento dei consumi, oltre all’interpretazione del concetto di sostenibilità intrecciato anche con quello di ‘dignità’, come successo nel progetto che ha ottenuto il primo premio al SaloneSatellite Award.
Da 23 edizioni curatrice della mostra, Marva Griffin, venezuelana ma milanese di adozione, vincitrice nel 2014 del Premio Compasso d’Oro alla Carriera, ha il polso della situazione quando si parla di giovani designer e sottolinea alcuni tratti legati al presente: «Il Salone Satellite si è evoluto come i ragazzi. La tecnologia digitale è stata determinante in questa evoluzione, come anche il concetto di autoproduzione e l’interpretazione del concetto di sostenibilità. Ciascuno, inoltre, sviluppa i propri progetti in coerenza con le proprie origini».
Da qui, l’uso frequente nei progetti di materiali locali e di origine naturale, l’attenzione verso l’artigianalità e il contenimento dei consumi, oltre all’interpretazione del concetto di sostenibilità intrecciato anche con quello di ‘dignità’, come successo nel progetto che ha ottenuto il primo premio al SaloneSatellite Award.
Deambulatore RemX di Lani Adeoye vincitrice del primo premio al SaloneSatellite Award 2022
Il deambulatore progettato da Lani Adeoye, infatti, è nato dalla volontà di trasmettere un senso di dignità e ‘dare forza’ al suo fruitore: “proporre qualcosa di piacevole da avere nel proprio ambiente e che si potesse usare volentieri”, comunica il Salone, e la motivazione della giuria è stata la seguente: “Sposa eleganza e dignità in un oggetto utile per tutti. È un valido esempio di artigianato contemporaneo che riesce a unire lavorazioni locali e ispirazioni progettuali globali. Risponde infine in modo incisivo e semplice al tema del SaloneSatellite 2022: Designing for our future selves”.
Il deambulatore progettato da Lani Adeoye, infatti, è nato dalla volontà di trasmettere un senso di dignità e ‘dare forza’ al suo fruitore: “proporre qualcosa di piacevole da avere nel proprio ambiente e che si potesse usare volentieri”, comunica il Salone, e la motivazione della giuria è stata la seguente: “Sposa eleganza e dignità in un oggetto utile per tutti. È un valido esempio di artigianato contemporaneo che riesce a unire lavorazioni locali e ispirazioni progettuali globali. Risponde infine in modo incisivo e semplice al tema del SaloneSatellite 2022: Designing for our future selves”.
Lampade Lamps di Belgium Is Design / Studio Gilles progetto vincitore del secondo premio al SaloneSatellite Award 2022
Arredi urbani Meenghe di Young Balkan Designers / Djurdja Garčević vincitore del terzo premio al SaloneSatellite Award 2022
In termini di sostenibilità e di interpretazione del suo concetto, un esempio concreto è quello proposto da Djurdja Garčević che ha usato i trucioli di pneumatico per modellare oggetti di arredo urbano e che così descrive Meenghe e la sua idea: «Questo progetto è una proposta per risolvere il problema dei rifiuti eccessivi di materiale pneumatico in discarica e natura. Nello stesso momento, le città crescono costantemente e hanno bisogno di più oggetti mobili urbani ed ergonomici.
La tecnologia di produzione è principalmente meccanica: si separa il materiale, si tritura e poi si stampa con l’ausilio di una colla poliuretanica. Sono consapevole che il mondo è in una situazione difficile e che non stiamo facendo abbastanza per salvare il pianeta; questo premio mi fa sperare che ci sarà più visibilità e comprensione per le questioni ambientali».
In termini di sostenibilità e di interpretazione del suo concetto, un esempio concreto è quello proposto da Djurdja Garčević che ha usato i trucioli di pneumatico per modellare oggetti di arredo urbano e che così descrive Meenghe e la sua idea: «Questo progetto è una proposta per risolvere il problema dei rifiuti eccessivi di materiale pneumatico in discarica e natura. Nello stesso momento, le città crescono costantemente e hanno bisogno di più oggetti mobili urbani ed ergonomici.
La tecnologia di produzione è principalmente meccanica: si separa il materiale, si tritura e poi si stampa con l’ausilio di una colla poliuretanica. Sono consapevole che il mondo è in una situazione difficile e che non stiamo facendo abbastanza per salvare il pianeta; questo premio mi fa sperare che ci sarà più visibilità e comprensione per le questioni ambientali».
Progetto +1,5 Celsius di Atelier Ferraro, menzione speciale al SaloneSatellite Award 2022. La sedia si trasforma in altri elementi d’arredo
Ease Chair di Rasmus Palmgren, menzione speciale al SaloneSatellite Award 2022
Idee di sostenibilità, stavolta legata al ciclo di vita e alla filiera produttiva, anche per il finlandese Rasmus Palmgren che con il progetto Ease Chair ha ricevuto la tensione speciale al SaloneSatellite Award. «La sedia Ease è una sedia impilabile realizzata in legno di faggio europeo coltivato localmente. Il suo ‘linguaggio di design’ calmo e la struttura robusta la rendono una sedia che può durare nel tempo e funzionare in molti ambienti diversi», racconta.
A mettere in relazione la filosofia del progetto e il mondo della produzione è la giuria del premio, che così ha motivato la menzione: “Semplice, ben disegnato con un design appagante, e funzionale nell’uso è un prodotto maturo per la produzione”.
Idee di sostenibilità, stavolta legata al ciclo di vita e alla filiera produttiva, anche per il finlandese Rasmus Palmgren che con il progetto Ease Chair ha ricevuto la tensione speciale al SaloneSatellite Award. «La sedia Ease è una sedia impilabile realizzata in legno di faggio europeo coltivato localmente. Il suo ‘linguaggio di design’ calmo e la struttura robusta la rendono una sedia che può durare nel tempo e funzionare in molti ambienti diversi», racconta.
A mettere in relazione la filosofia del progetto e il mondo della produzione è la giuria del premio, che così ha motivato la menzione: “Semplice, ben disegnato con un design appagante, e funzionale nell’uso è un prodotto maturo per la produzione”.
I vincitori del SaloneSatellite Award e, sulla destra, Marva Griffin, creatrice del Salone Satellite
Valentina Ciuffi (fondatrice di Studio Vedèt) e Joseph Grima (fondatore di Space Caviar) autori del progetto Alcova. Foto di Elisabetta Claudio
I designer giovani hanno presentato i propri progetti anche in città, durante il Fuorisalone. Fra i vari indirizzi, il progetto Alcova, al Centro Ospedaliero Militare di Baggio, ha ospitato molte idee per il futuro, raccontate dall’autrice della mostra Valentina Ciuffi che presenta l’evento: «Alcova nasce da contatti che ho nel settore del collectible design e con le aziende, grazie a Studio Vedét, e da quelli di Joseph Grima, direttore dell’Accademia di Eindhoven e quindi connesso alle istituzioni e alle scuole. In Alcova siamo quindi collettori delle idee che ci arrivano dalle nostre reti.
Fra queste, una delle idee che abbiamo individuato riguarda il rapporto in evoluzione con il craft, la tradizione, l’artigianalità, conseguenza di un particolare momento nel settore.
I designer giovani hanno presentato i propri progetti anche in città, durante il Fuorisalone. Fra i vari indirizzi, il progetto Alcova, al Centro Ospedaliero Militare di Baggio, ha ospitato molte idee per il futuro, raccontate dall’autrice della mostra Valentina Ciuffi che presenta l’evento: «Alcova nasce da contatti che ho nel settore del collectible design e con le aziende, grazie a Studio Vedét, e da quelli di Joseph Grima, direttore dell’Accademia di Eindhoven e quindi connesso alle istituzioni e alle scuole. In Alcova siamo quindi collettori delle idee che ci arrivano dalle nostre reti.
Fra queste, una delle idee che abbiamo individuato riguarda il rapporto in evoluzione con il craft, la tradizione, l’artigianalità, conseguenza di un particolare momento nel settore.
Allestimento presso Alcova con progetti di Zaven, Maya Leroy e Mario Tsai di SEM, nuova azienda che nasce da Spotti Milano e che, grazie al rapporto con gli artigiani locali, ha messo in relazione artigiani e designer. Foto di Mattia Parodi
Abbiamo vissuto maggior disponibilità da parte di artigiani e laboratori dal momento in cui le aziende di design hanno cominciato a trasferire le produzioni all’estero e hanno ‘liberato’ gli artigiani locali. Per esempio, in Brianza c’è stato più spazio per un rapporto diretto fra designer e produttori artigianali; rapporto diretto che può avvenire in modi retorici o nostalgici o può avvenire con i designer in un ruolo più proattivo.
Tanti dei ragazzi di oggi sono ‘hands on’ e non solo vanno dall’artigiano, ma ci vanno con un’ottica completamente diversa, sovversiva, irriverente, sfidante, e la bottega o reagisce male e respinge o integra e si raggiunge proprio un’evoluzione del craft, che sta avvenendo grazie ai giovani».
Abbiamo vissuto maggior disponibilità da parte di artigiani e laboratori dal momento in cui le aziende di design hanno cominciato a trasferire le produzioni all’estero e hanno ‘liberato’ gli artigiani locali. Per esempio, in Brianza c’è stato più spazio per un rapporto diretto fra designer e produttori artigianali; rapporto diretto che può avvenire in modi retorici o nostalgici o può avvenire con i designer in un ruolo più proattivo.
Tanti dei ragazzi di oggi sono ‘hands on’ e non solo vanno dall’artigiano, ma ci vanno con un’ottica completamente diversa, sovversiva, irriverente, sfidante, e la bottega o reagisce male e respinge o integra e si raggiunge proprio un’evoluzione del craft, che sta avvenendo grazie ai giovani».
Unproduced di Maximilian Marchesani
A proposito di materiali, racconta sempre Valentina Ciuffi, c’è un filone di ricerca sulla sostenibilità, quasi ossessivo, come mostra ad esempio il progetto di Maximilian Marchesani, che mette sotto resine delle piante.
“‘Unproduced’ è la mia ossessione su ambienti e sistemi totalmente snaturati e controllati dall’artificio, dove l’uomo assume il controllo totale delle variabili. Contemplo gli ecosistemi naturali metropolitani, quando la natura collide con manufatti, abitudini e specie aliene e ad essi si adatta, riscrivendo i codici della propria biodiversità, genetica ed estetica. L’assenza di variabili, la standardizzazione dovuta al processo industriale e la saturazione degli ambienti constringono le forme di vita a trovare nuovi equilibri. Questo genera dentro me mondi di interscambio materico e funzionale tra naturale e artificiale, dove la materia non è più forzata dal desiderio antropocentrico”, comunica Maximilian Marchesani a proposito di quanto esposto.
A proposito di materiali, racconta sempre Valentina Ciuffi, c’è un filone di ricerca sulla sostenibilità, quasi ossessivo, come mostra ad esempio il progetto di Maximilian Marchesani, che mette sotto resine delle piante.
“‘Unproduced’ è la mia ossessione su ambienti e sistemi totalmente snaturati e controllati dall’artificio, dove l’uomo assume il controllo totale delle variabili. Contemplo gli ecosistemi naturali metropolitani, quando la natura collide con manufatti, abitudini e specie aliene e ad essi si adatta, riscrivendo i codici della propria biodiversità, genetica ed estetica. L’assenza di variabili, la standardizzazione dovuta al processo industriale e la saturazione degli ambienti constringono le forme di vita a trovare nuovi equilibri. Questo genera dentro me mondi di interscambio materico e funzionale tra naturale e artificiale, dove la materia non è più forzata dal desiderio antropocentrico”, comunica Maximilian Marchesani a proposito di quanto esposto.
Progetto Materia Sensibile di La Succulente, basata sull’uso del micelio. Foto di Magali Avezou
Un altro esempio è il progetto di La Succulente, uno studio creativo che opera all’incrocio tra arte, artigianato e comunicazione. “Lavoriamo
con artisti e artigiani per esplorare temi contemporanei. Con un’ampia rete internazionale di creatori, offriamo esperienze estetiche e critiche, attraverso manufatti e progetti.
Per Alcova 2022, l’installazione Materia Sensibile esplora il nostro rapporto intrecciato con l’ambiente naturale”, raccontano nella loro presentazione.
Il progetto si basa sull’uso del micelio – intreccio di filamenti che nasce dai funghi – come materiale su cui basare progetti di design e architettura.
Un altro esempio è il progetto di La Succulente, uno studio creativo che opera all’incrocio tra arte, artigianato e comunicazione. “Lavoriamo
con artisti e artigiani per esplorare temi contemporanei. Con un’ampia rete internazionale di creatori, offriamo esperienze estetiche e critiche, attraverso manufatti e progetti.
Per Alcova 2022, l’installazione Materia Sensibile esplora il nostro rapporto intrecciato con l’ambiente naturale”, raccontano nella loro presentazione.
Il progetto si basa sull’uso del micelio – intreccio di filamenti che nasce dai funghi – come materiale su cui basare progetti di design e architettura.
Polcha ad Alcova. Foto di Charlotte Tarbouriech
In termini di estetica e di stile, pur in un panorama molto vasto, si riconosce un ritorno all’estetica degli anni Novanta. «Vedo un design meno minimal, più osato, colorato, iper-sperimentale nella combinazione di colori e materiali», racconta l’autrice di Alcova presentando come esempio il progetto di Polcha, firmato da Charlotte Tarbouriech e Pauline Leyravaud.
In termini di estetica e di stile, pur in un panorama molto vasto, si riconosce un ritorno all’estetica degli anni Novanta. «Vedo un design meno minimal, più osato, colorato, iper-sperimentale nella combinazione di colori e materiali», racconta l’autrice di Alcova presentando come esempio il progetto di Polcha, firmato da Charlotte Tarbouriech e Pauline Leyravaud.
Conversation Chair di Uniform realizzata con divise dismesse e trasformate dando loro altre funzioni
Esposizione RO Collectible 2022 Designers and Crafters alla Rossana Orlandi Gallery durante la settimana del Salone del Mobile. Foto di Andrea Ceriani
Cuscini Mumutane realizzati con tessuti africani parte di The Danish Design alla Rossana Orlando Gallery
Attenzione ad artigianato e autoproduzione, alla sostenibilità, al rispetto verso le tradizioni, alla ricerca di un significato etico senza perdere di vista la forza comunicativa dei colori sono fra i concetti che ritornano nei progetti dei nuovi designer, che spiccano anche per singole originalità.
Attenzione ad artigianato e autoproduzione, alla sostenibilità, al rispetto verso le tradizioni, alla ricerca di un significato etico senza perdere di vista la forza comunicativa dei colori sono fra i concetti che ritornano nei progetti dei nuovi designer, che spiccano anche per singole originalità.
Primo appuntamento: Fiera Milano, Salone Satellite.
Giunta alla sua 23esima edizione, hanno partecipato al Satellite circa 600 giovani designer provenienti da 48 Paesi. Il tema che ha fatto da sfondo è stato “Designing for our future selves / Progettare per i nostri domani”, dove la sostenibilità – e le sue declinazioni – hanno avuto un ruolo fondamentale.
“La sostenibilità è un messaggio che la manifestazione intende diffondere pensando ai benefici di una progettazione allargata alle esigenze di autonomia e inclusione che riguardano la società nel suo insieme e nei bisogno di singole fasce di età e diverse abilità, con l’idea che non siamo tutti uguali e che le esigenze cambiano nell’arco della vita. E, soprattutto, che un progetto studiato con tale apertura di vedute è, di per sé, sostenibile, perché di lunga durata”, hanno dichiarato gli organizzatori nel comunicato descrittivo dell’evento e, in questo, hanno indicato un indirizzo ai designer emergenti. Indirizzo accolto con entusiasmo.