Come Prendersi Cura dell’Acero Giapponese
Amatissimo per il fogliame e il portamento aperto e a “cupola”. Di facile coltura sia in giardino che in balcone
Lidia Zitara
27 settembre 2017
Giornalista
Esistono circa 200 specie di aceri, oltre a un numero imprecisato di varietà: un invito a nozze per collezionisti e botanici. Il mondo degli aceri è infatti un po’ a sé, ma è innegabile che il fascino di questo albero ha rapidamente conquistato una grande fetta di acquirenti e appassionati.
Gli aceri sono spontanei in Italia e in molte parti del mondo, e creano boschi bellissimi non solo in autunno, quando arrossano il fogliame, ma rallegrano di verdi luminescenze anche la campagna primaverile. Mettiamo da parte il cliché che l’acero è l’albero dello sciroppo, della bandiera canadese e dei giardini zen!
Gli aceri sono spontanei in Italia e in molte parti del mondo, e creano boschi bellissimi non solo in autunno, quando arrossano il fogliame, ma rallegrano di verdi luminescenze anche la campagna primaverile. Mettiamo da parte il cliché che l’acero è l’albero dello sciroppo, della bandiera canadese e dei giardini zen!
Si fa presto a dire “acero giapponese”, ma che specie è?
Molto spesso i rivenditori applicano diciture improprie agli aceri, confondendo l’acquirente. Diffidate sempre da cartellinature generiche: per essere affidabile il cartellino deve essere annodato al fusto e riportare genere, specie, varietà e altre particolarità.
L’acero giapponese non è una sola specie, ma almeno cinque o sei, e non tutte originarie del Giappone. La specie più comunemente individuata come acero giapponese è l’Acer palmatum, in particolare le varietà ‘Dissectum’, ‘Atropurpureum’, ‘Dissectum Nigrum’ e ‘Dissectum Atropurpureum’. I colori sono variabili dal porpora nerastro al rosso fuoco, ma il portamento è sempre aperto, basso, a cupola.
Ce ne sono altre, che hanno fogliame di colore diverso, più tendente al verde, o al dorato, o all’arancio, e portamenti differenti, ma accomunate dalla taglia ridotta e dalla bella ramificazione laterale che rende questi alberi simili a dei grandi bonsai naturali.
Molto spesso i rivenditori applicano diciture improprie agli aceri, confondendo l’acquirente. Diffidate sempre da cartellinature generiche: per essere affidabile il cartellino deve essere annodato al fusto e riportare genere, specie, varietà e altre particolarità.
L’acero giapponese non è una sola specie, ma almeno cinque o sei, e non tutte originarie del Giappone. La specie più comunemente individuata come acero giapponese è l’Acer palmatum, in particolare le varietà ‘Dissectum’, ‘Atropurpureum’, ‘Dissectum Nigrum’ e ‘Dissectum Atropurpureum’. I colori sono variabili dal porpora nerastro al rosso fuoco, ma il portamento è sempre aperto, basso, a cupola.
Ce ne sono altre, che hanno fogliame di colore diverso, più tendente al verde, o al dorato, o all’arancio, e portamenti differenti, ma accomunate dalla taglia ridotta e dalla bella ramificazione laterale che rende questi alberi simili a dei grandi bonsai naturali.
L’acero è per molti, ma non per tutti
L’acero giapponese è elegantissimo. Coltivarlo non è difficile, ma ci sono due importanti condizioni da rispettare:
L’acero giapponese è elegantissimo. Coltivarlo non è difficile, ma ci sono due importanti condizioni da rispettare:
- 1. Il clima. Se vivete in zone a inverni miti ed estati molto calde e a scarsa piovosità, l’acero giapponese non è la scelta più indicata. Benché sia una pianta piuttosto adattabile ciò che davvero mal sopporta è il caldo, sia estivo che autunnale. Sconsigliato in climi secchi, marini, dove non arriverebbe a esprimere la sua bellezza e la sua essenza, mentre in altre zone d’Italia, più fresche, l’acero è addirittura una presenza invadente. Tutti gli aceri hanno bisogno di piovosità autunnale e fresco, che gli consente di arrossare le foglie (in realtà è la clorofilla verde che vien meno), seguito da un inverno freddo.
- 2. Il terriccio e l’umidità. Tutti gli aceri, e a maggior ragione quelli coltivati in vaso, desiderano un terriccio molto ricco di humus vegetale e sostanze nutritive, in grado di trattenere l’umidità ma senza inzupparsi. Inoltre la reazione deve essere leggermente acida. In vaso è più facile gestire le necessità di queste specie, molto meno in piena terra, dove è bene ammendare il terreno già mesi prima dell’impianto, aggiungendo terricciato di foglie e ghiaietta grossolana, trinciato di lupini e un cucchiaio di farina di roccia.
È importante pacciamare abbondantemente per tutto l’anno. In inverno la pacciamatura provvederà a rilasciare sostanza organica, mentre in estate limiterà l’evaporazione dell’acqua. Anche qui è necessaria una accortezza: lasciare libero il colletto della pianta (se avete paura che la pacciamatura si sposti, potete appoggiare al terreno un circolo di pietre o cocci per riparare il colletto). In ogni caso è sempre meglio piantare l’albero con il colletto ben fuori dal terreno.
In giardino
Dato per scontato il corretto impianto degli alberelli, questi faranno un po’ da sé. Le cure saranno necessarie i primi anni, ma poi l’albero, pur accrescendosi con lentezza, diventerà più autonomo.
Bisogna intervenire tempestivamente in caso di parassiti e malattie, ma in genere gli aceri giapponesi sono abbastanza sani.
La concimazione va fatta preferibilmente a fine inverno con concime a lenta cessione, di buona qualità e sempre nelle dosi riportate sull’etichetta.
Nel corso degli anni questi alberelli formano delle cupole di fogliame che creano dei sorprendenti punti focali in tutte le stagioni. Sono particolarmente adatti in piccoli dislivelli, che consentono di apprezzarne il portamento a cupola.
Dato per scontato il corretto impianto degli alberelli, questi faranno un po’ da sé. Le cure saranno necessarie i primi anni, ma poi l’albero, pur accrescendosi con lentezza, diventerà più autonomo.
Bisogna intervenire tempestivamente in caso di parassiti e malattie, ma in genere gli aceri giapponesi sono abbastanza sani.
La concimazione va fatta preferibilmente a fine inverno con concime a lenta cessione, di buona qualità e sempre nelle dosi riportate sull’etichetta.
Nel corso degli anni questi alberelli formano delle cupole di fogliame che creano dei sorprendenti punti focali in tutte le stagioni. Sono particolarmente adatti in piccoli dislivelli, che consentono di apprezzarne il portamento a cupola.
Sul terrazzo
L’acero giapponese è forse uno degli alberi più adatti alla coltivazione in vaso, è perfetto dunque per i terrazzi, purché non siano esposti al vento o troppo in ombra.
Avendo cura di scegliere una varietà adatta, l’acero si presta a molte soluzioni stilistiche, dal contemporaneo al più romantico.
L’acero giapponese è forse uno degli alberi più adatti alla coltivazione in vaso, è perfetto dunque per i terrazzi, purché non siano esposti al vento o troppo in ombra.
Avendo cura di scegliere una varietà adatta, l’acero si presta a molte soluzioni stilistiche, dal contemporaneo al più romantico.
Si può portare anche al chiuso
È di certo una forzatura, ma l’acero giapponese può stare dentro casa un paio di settimane l’anno. Non è una pianta da interno, ma se posizionata alla luce (non troppo a ridosso di una finestra bollente), può rallegrare una stanza.
Non vi abituate troppo, però, e non fate troppi spostamenti. Se intravedete segni di caduta foliare, riportatelo immediatamente all’esterno (ma non alla luce diretta!).
È di certo una forzatura, ma l’acero giapponese può stare dentro casa un paio di settimane l’anno. Non è una pianta da interno, ma se posizionata alla luce (non troppo a ridosso di una finestra bollente), può rallegrare una stanza.
Non vi abituate troppo, però, e non fate troppi spostamenti. Se intravedete segni di caduta foliare, riportatelo immediatamente all’esterno (ma non alla luce diretta!).
Buone compagnie
Quando è giovane e somiglia più a un arbusto che a un albero (specie quando è carico di fogliame che ne copre le ramificazioni), l’acero giapponese è incomparabile in giardino, dove può resistere anche in posizioni non perfettamente baciate dal sole.
L’esposizione ideale è a est o a ovest. Assolutamente da evitare il sole diretto nelle ore centrali della giornata.
Se lo collocate in posizioni più assolate, specie in climi secchi, occorre coprirlo con un telo o piantare nei dintorni un altro albero che gli faccia un po’ d’ombra.
In foto i delicati fiori blu del Geranium e della Hosta creano un’atmosfera molto selvatica e “inglese”.
Quando è giovane e somiglia più a un arbusto che a un albero (specie quando è carico di fogliame che ne copre le ramificazioni), l’acero giapponese è incomparabile in giardino, dove può resistere anche in posizioni non perfettamente baciate dal sole.
L’esposizione ideale è a est o a ovest. Assolutamente da evitare il sole diretto nelle ore centrali della giornata.
Se lo collocate in posizioni più assolate, specie in climi secchi, occorre coprirlo con un telo o piantare nei dintorni un altro albero che gli faccia un po’ d’ombra.
In foto i delicati fiori blu del Geranium e della Hosta creano un’atmosfera molto selvatica e “inglese”.
Non dimenticate la corteccia!
Chi non sa che gli aceri hanno una corteccia tra le più belle? Sebbene questo elemento sia maggiormente apprezzabile in alberi a fusto singolo, anche i piccoli aceri giapponesi non scherzano.
(Per vedere con i vostri occhi potete visitare il sito ‘Politica, aceri e rock and roll’, del noto giardiniere e specialista in aceri Alessandro Biagioli.)
Chi non sa che gli aceri hanno una corteccia tra le più belle? Sebbene questo elemento sia maggiormente apprezzabile in alberi a fusto singolo, anche i piccoli aceri giapponesi non scherzano.
(Per vedere con i vostri occhi potete visitare il sito ‘Politica, aceri e rock and roll’, del noto giardiniere e specialista in aceri Alessandro Biagioli.)
Raccontaci: hai un acero giapponese nel tuo giardino o sul tuo terrazzo? Raccontaci come lo curi e se hai suggerimenti e consigli da condividere con la community di Houzz. Per inserire le foto basta trascinarle nella finestra di dialogo!
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Buongiorno Alessandro e Lidia, ho preso un palmatum autumn red di altezza 40 cm, ho qualche speranza che possa crescere in una fioriera di 20×60cm o mi conviene metterlo da subito in un vaso più grande? Nella fioriera di 20×60 per non farla sembrare troppo vuota potrei mettere insieme qualche altro alberello/arbusto? Come posso accelerare la crescita del mio piccolo acero? Grazie della disponibilità!
salve MS conviene metterlo subito in vaso piu grande ,io quelli che coltivo in vaso tendo a metterli nei vasi quadrati cosi che ci sia un contrasto con la forma della chioma e sia piu stabile in caso di raffiche di vento ma queste sono considerazioni estetiche :) serve un vaso piu grande almeno 60x60 perchè Acer palmatum Autumn red è una cultivar vigorosa considerando che cresce 20 cm l anno ! a maturita infatti arriva dai 4 ai 5 metri -puoi usare uno stimolante radicale come Clonex per dargli piu vigoria cio comportera' pero condizioni di mantenimento stabili in temperatura , riparo dal vento e dal sole diretto-gli Acer palmatum e in genere tutte le piante pompate sono molto delicate -per averlo sano l irrigazione dovra essere costante e il drenaggio perfetto mischiando corteccia di pino o lapillo vulcanico al terriccio otterrai facilmente un buon drenaggio -non deve mancare l apporto di sostanza organica quindi come cadono le foglie gli va somministrato adesso che è piccolo un kilo di letame pellettato o mezzo kilo di cornunghia-poi in primavera come le gemme iniziano a gonfiarsi una dose di Osmocote o altre concime chimico complesso a lenta cessione-non dici da dove scrivi ne so l altezza sul livello mare del tuo giardino ne l esposizione cardinale quindi non so se è anche il caso di consigliarti di mettere della pacciamatura acidificante come la corteccia di pino
P.s. concime complesso che abbia il Boro compreso nei titoli
Grazie mille per tutti questi preziosissimi consigli!! Io vivo a Roma e ho un terrazzo esposto a est, vorrei mettere l'acero nell'angolo nord-est ma non so se gli arriva troppo vento...