Come la Dépendance di un Casale è Diventata Bella e Efficiente
Da un vecchio casale anni '70 viene ricavata anche una dépendance, dominata dal bianco e da arredi di recupero
Greta La Rocca
30 giugno 2021
Collaboratore Houzz Magazine. Giornalista, svolgo anche attività di Ufficio Stampa e mi occupo di tutto ciò che riguarda la Comunicazione, off e on line.
Curiosa e appassionata scrivo da sempre (anche) di architettura e design.
Affascinata dalla bellezza, cerco il giusto compromesso tra estetica e funzionalità.
Collaboratior of Houzz Magazine. Journalist; I do PR activities also and in communication in general, both on and off line.
Curious and passionate, I write since ever (also) of Architecture and Design. Fascinated by beauty, I look for the right balance between esthetic and functionality.
Collaboratore Houzz Magazine. Giornalista, svolgo anche attività di Ufficio Stampa... Altro
Siamo vicino a Perugia, in una delle valli limitrofe. Qui una coppia italo tedesca, innamorata dell’Italia, ha scelto di acquistare una casa per trasferirsi. Desideravano un casale immerso nella natura che, però, non fosse troppo distante da servizi e comodità. Già in fase di scelta hanno chiesto aiuto all’architetto Filippo Maria Federici che, in passato, aveva lavorato per la ristrutturazione di queste tipologie di abitazioni.
L’architetto e la proprietà hanno scelto questo vecchio casale degli anni ‘70, una struttura di ampia metratura (350 m²), al cui pian terreno è stata ricavata una dépendance. Quest’ultima è nata inizialmente con l’idea di affittarla a turisti, poi di trasformarla in un possibile studio della proprietaria – dottoressa – per poi essere mantenuta come parte indipendente dell’abitazione e dove la coppia ospita i propri amici.
Il casale era in pessime condizioni, è stato infatti necessario demolirlo e ricostruire parte dell’esistente. Nel piano interrato, un’architettura che a vista con i suoi tramezzi ricordava un vecchio garage, è stata costruita la dépendance, dominata dal bianco e dagli arredi di recupero. Il risultato è un appartamento che ricorda esteticamente i casali di campagna, complice la muratura, ma altamente efficiente dal punto di vista energetico.
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L’architetto e la proprietà hanno scelto questo vecchio casale degli anni ‘70, una struttura di ampia metratura (350 m²), al cui pian terreno è stata ricavata una dépendance. Quest’ultima è nata inizialmente con l’idea di affittarla a turisti, poi di trasformarla in un possibile studio della proprietaria – dottoressa – per poi essere mantenuta come parte indipendente dell’abitazione e dove la coppia ospita i propri amici.
Il casale era in pessime condizioni, è stato infatti necessario demolirlo e ricostruire parte dell’esistente. Nel piano interrato, un’architettura che a vista con i suoi tramezzi ricordava un vecchio garage, è stata costruita la dépendance, dominata dal bianco e dagli arredi di recupero. Il risultato è un appartamento che ricorda esteticamente i casali di campagna, complice la muratura, ma altamente efficiente dal punto di vista energetico.
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In foto Villa Valletrusca, il casale di 350 m² ristrutturato. A pian terreno è stata ricavata la dépendance che vedremo nelle prossime immagini
Architetto: Filippo Maria Federici di EquusArchitects
Dove: Perugia
Superficie: open space di 50 m², un unico volume esposto a sud
Anno di ristrutturazione: 2018
Budget: 60mila euro (di cui 30mila per struttura e impianti, altri 30mila per gli arredi)
Il casale
«Il casale – dal quale è stata ricavata la dépendance – era in pessime condizioni, era una tipica costruzione degli anni ‘70. È stato necessario realizzare un muro controterra che la proteggesse dalla montagna. Abbiamo ricostruito la cinta e demolito quasi tutto l’esistente. Abbiamo realizzato una struttura a pilastri coibentata, l’abbiamo rivestita con il cappotto termico e realizzato una muratura faccia a vista, con tetto in legno ventilato e con isolamento termico. E abbiamo realizzato ampie finestre che filtrassero la luce. Pur restando fedeli, nella scelta dei materiali, all’immagine dei casali (in quell’area c’erano anche dei vincoli che non permettevano di intervenire con totale libertà), dal punto di vista energetico abbiamo realizzato una casa molto efficiente», spiega Filippo Maria Federici.
«L’intero volume di Villa Valletrusca è molto efficiente dal punto di vista energetico e termico. La casa è completamente coibentata con dei lucernari sul soffitto che permettono l’illuminazione naturale. Ci sono, inoltre, i pannelli radianti nella pavimentazione del piano terra e termosifoni al primo piano che – grazie alla doppia altezza dovuta dal vuoto sul solaio – permettono un miglioramento del contributo termico», puntualizza l’architetto.
Architetto: Filippo Maria Federici di EquusArchitects
Dove: Perugia
Superficie: open space di 50 m², un unico volume esposto a sud
Anno di ristrutturazione: 2018
Budget: 60mila euro (di cui 30mila per struttura e impianti, altri 30mila per gli arredi)
Il casale
«Il casale – dal quale è stata ricavata la dépendance – era in pessime condizioni, era una tipica costruzione degli anni ‘70. È stato necessario realizzare un muro controterra che la proteggesse dalla montagna. Abbiamo ricostruito la cinta e demolito quasi tutto l’esistente. Abbiamo realizzato una struttura a pilastri coibentata, l’abbiamo rivestita con il cappotto termico e realizzato una muratura faccia a vista, con tetto in legno ventilato e con isolamento termico. E abbiamo realizzato ampie finestre che filtrassero la luce. Pur restando fedeli, nella scelta dei materiali, all’immagine dei casali (in quell’area c’erano anche dei vincoli che non permettevano di intervenire con totale libertà), dal punto di vista energetico abbiamo realizzato una casa molto efficiente», spiega Filippo Maria Federici.
«L’intero volume di Villa Valletrusca è molto efficiente dal punto di vista energetico e termico. La casa è completamente coibentata con dei lucernari sul soffitto che permettono l’illuminazione naturale. Ci sono, inoltre, i pannelli radianti nella pavimentazione del piano terra e termosifoni al primo piano che – grazie alla doppia altezza dovuta dal vuoto sul solaio – permettono un miglioramento del contributo termico», puntualizza l’architetto.
Immagine di cantiere relativa alla ricostruzione della dépendance
La dépendance
Il percorso architettonico ha previsto la ristrutturazione di questo spazio interrato e la trasformazione in una dépendance moderna che, nella sua semplicità e funzionalità, potesse ospitare amici della proprietà. «Abbiamo scelto di realizzarla con pilastri in mattoni e archi a due centri, soffitto in tavole di legno poste su travi, abbiamo verniciato tutto di bianco, come accade spesso per semplicità di intervento su vecchie strutture. Il pavimento è in gres porcellanato bianco simil pietra; gli infissi, performanti, sono in rovere spazzolato, realizzati artigianalmente e verniciati sempre bianchi. Gli archi, realizzati in cartongesso, sono stati intonacati, mentre i pilastri in cemento armato sono stati rivestiti con vecchi mattoni; le contro-soglie delle finestre sono state realizzate con tavole in legno di castagno“invecchiato”. La maggior parte dei mobili, e così i dettagli d’arredo, sono stati recuperati o costruiti artigianalmente per restare fedeli allo spirito del luogo».
La porta bianca, che abbiamo visto nella prima immagine, conduce nell’ingresso della dépendance: un unico ambiente diviso in tre diverse zone di uguale metratura. A sinistra c’è la cucina con la sala da pranzo, al centro la zona giorno e, a destra, la camera da letto.
Il salotto, e così tutta l’abitazione, è stata arredata con elementi di recupero.
L’arredamento è semplice, su richiesta della proprietà. Dominano il bianco e le tonalità chiare, per rendere l’open space luminoso.
Il percorso architettonico ha previsto la ristrutturazione di questo spazio interrato e la trasformazione in una dépendance moderna che, nella sua semplicità e funzionalità, potesse ospitare amici della proprietà. «Abbiamo scelto di realizzarla con pilastri in mattoni e archi a due centri, soffitto in tavole di legno poste su travi, abbiamo verniciato tutto di bianco, come accade spesso per semplicità di intervento su vecchie strutture. Il pavimento è in gres porcellanato bianco simil pietra; gli infissi, performanti, sono in rovere spazzolato, realizzati artigianalmente e verniciati sempre bianchi. Gli archi, realizzati in cartongesso, sono stati intonacati, mentre i pilastri in cemento armato sono stati rivestiti con vecchi mattoni; le contro-soglie delle finestre sono state realizzate con tavole in legno di castagno“invecchiato”. La maggior parte dei mobili, e così i dettagli d’arredo, sono stati recuperati o costruiti artigianalmente per restare fedeli allo spirito del luogo».
La porta bianca, che abbiamo visto nella prima immagine, conduce nell’ingresso della dépendance: un unico ambiente diviso in tre diverse zone di uguale metratura. A sinistra c’è la cucina con la sala da pranzo, al centro la zona giorno e, a destra, la camera da letto.
Il salotto, e così tutta l’abitazione, è stata arredata con elementi di recupero.
L’arredamento è semplice, su richiesta della proprietà. Dominano il bianco e le tonalità chiare, per rendere l’open space luminoso.
L’immagine mostra la camera da letto.
I pilastri bianchi che vediamo in questa foto, e nella precedente, erano parte della struttura portante. Gli archi sono stati creati, in cartongesso, per rimanere fedeli all’idea delle vecchie architetture.
I pilastri bianchi che vediamo in questa foto, e nella precedente, erano parte della struttura portante. Gli archi sono stati creati, in cartongesso, per rimanere fedeli all’idea delle vecchie architetture.
Un dettaglio della camera da letto: l’anta dell’armadio è un pannello recuperato nel quale è stata integrata la specchiera.
La foto mostra la sala da un’altra angolazione. La televisione è stata appesa dietro la colonna: rimane nascosta e poco invasiva.
In primo piano una griglia microforata usata per i termosifoni, recuperata e integrata con una specchiera; ne seguono riflessi di luce che creano dei giochi, complice il sole, nell’ambiente soggiorno.
La foto mostra il tavolo da pranzo, oggetto di recupero. Le lampade sopra il tavolo sono dei vecchi imbuti con all’interno il punto luce.
La porta dietro il tavolo nasconde una piccola credenza.
La porta dietro il tavolo nasconde una piccola credenza.
Cucina: Ikea
La cucina è un modello della grande distribuzione. Sono stati sostituiti i pannelli frontali con una soluzione in legno.
La cucina è un modello della grande distribuzione. Sono stati sostituiti i pannelli frontali con una soluzione in legno.
La cappa è in ferro, ricavata da un catino al quale sono stati aggiunti dei ganci per i mestoli. L’elettrodomestico è integrato; è stato realizzato su misura.
Il bagno misura 4 m², è stato ricavato nel sottoscala relativo alla rampa che porta all’abitazione principale.
Il mobile è stato recuperato da una vecchia panca.
La porta del bagno, e così tutte le porte dell’abitazione, sono in legno di larice. Sono state scarteggiate e spazzolate per ricavare l’effetto grezzo.
I rivestimenti sono in gres, formati 1 x 1 m, a coronamento è stato montato un profilo in legno. «Le lastre sono state scelte di queste dimensioni perchè l’idea era di avere meno giunti possibili e una sorta di effetto di parete materica continua».
La specchiera del bagno con luce retroflessa è stata collocata in una predisposta nicchia in muratura. Il porta-carta e porta-asciugamani è stato realizzato con ferri di recupero trattati “corten”.
Il mobile è stato recuperato da una vecchia panca.
La porta del bagno, e così tutte le porte dell’abitazione, sono in legno di larice. Sono state scarteggiate e spazzolate per ricavare l’effetto grezzo.
I rivestimenti sono in gres, formati 1 x 1 m, a coronamento è stato montato un profilo in legno. «Le lastre sono state scelte di queste dimensioni perchè l’idea era di avere meno giunti possibili e una sorta di effetto di parete materica continua».
La specchiera del bagno con luce retroflessa è stata collocata in una predisposta nicchia in muratura. Il porta-carta e porta-asciugamani è stato realizzato con ferri di recupero trattati “corten”.
Di fronte alla porta d’ingresso è stata ricavata una veranda con tavolo per pranzare all’aperto.
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Se in Italia sono stati spesi solo 60000 vi contatto immediatamente!
In effetti sono solo30.000 euro per i lavori, ma 30.000 per gli arredi sono forse eccessivi.
Meglio dentro che dall'esterno!!!