Backstage: Come Funziona un Cantiere Edile? I Pro Raccontano
Tra difficoltà e soddisfazioni, ecco come gli architetti lavorano in cantiere e riescono a costruire spazi di qualità
Dall’inizio dei lavori fino alla loro chiusura, gli architetti passano molto tempo in cantiere. La loro missione è quella di far in modo che il progetto elaborato si realizzi mantenendo la sua conformità. Un lavoro per nulla semplice che incontra tanti momenti difficili ma anche tante soddisfazioni. Alcuni professionisti di Houzz raccontano questo backstage spesso poco conosciuto: dalle difficoltà più comuni alla vita di cantiere di ogni giorno.
I professionisti intervistati:
I professionisti intervistati:
- Emilio Leonida Tenca, architetto di Studio Tenca & Associati (Milano)
- Marco D’Andrea, architetto (prov. di Milano)
- Lorenzo Galvani, architetto di Quadrastudio (Bergamo)
Dal primo giorno l’architetto si reca quasi quotidianamente in cantiere e non solo per controllare i lavori ma anche per cercare soluzioni non pensabili prima. In realtà la produzione dei disegni continua e spesso sono elaborati di dettagli indispensabili per spiegare meglio una soluzione e realizzare delle parti. Osservando lo spazio grezzo, l’architetto può ancora decidere dove è necessario intervenire, quale dettaglio o materiale scegliere per arricchire e migliorare gli ambienti fino ad allora solo immaginati.
Coordinare e documentare tutto e tutti
Il coordinamento di tutti i sistemi che coesistono nel cantiere è la mansione principale dell’architetto che segue i lavori. Lui è l’anello di unione tra tutti gli ambiti disciplinari e le lavorazioni che bisogna fare. Questo aspetto molto complesso del cantiere impone ai professionisti di avere sempre con loro l’attrezzatura adeguata per poter controllare ogni singolo aspetto e tenere sotto controllo eventuali complessità.
Il coordinamento di tutti i sistemi che coesistono nel cantiere è la mansione principale dell’architetto che segue i lavori. Lui è l’anello di unione tra tutti gli ambiti disciplinari e le lavorazioni che bisogna fare. Questo aspetto molto complesso del cantiere impone ai professionisti di avere sempre con loro l’attrezzatura adeguata per poter controllare ogni singolo aspetto e tenere sotto controllo eventuali complessità.
«In cantiere ho sempre almeno il mio smartphone, con il quale posso verificare i disegni, modificarli, prendere note, ricevere e inviare mail, fotografie. Ormai anche WhatsApp è diventato uno strumento per comunicare più velocemente con imprese e clienti». Così l’architetto Marco D’Andrea riesce a governare i tempi e le comunicazioni spesso molto rapide che il cantiere richiede. Anche il reportage ha la sua importanza, come spiega l’architetto Lorenzo Galvani di Quadrastudio: «È consigliato munirsi di fotocamera per poter documentare e possedere uno storico dello stato di avanzamento del cantiere, soprattutto in fase di formazione delle parti strutturali e di stesura degli impianti tecnologici».
Abitare il cantiere
A volte, soprattutto quando i lavori sono molto complessi o quando c’è un imprevisto, l’architetto si ritrova perfino ad “abitare” il cantiere. Accade, cioè, che i disegni delle piante e delle sezioni vengono appese alle pareti, si allestiscono arredi improvvisati, si discute tutti insieme, come in un salotto, per decidere le giuste soluzioni. «Si alterna il lavoro di supervisione a quello di progettazione – dice l’arch. D’Andrea – ci si ricava un angolo (il meno polveroso possibile per proteggere il computer)» e si cerca di trovare le scelte migliori.
A volte, soprattutto quando i lavori sono molto complessi o quando c’è un imprevisto, l’architetto si ritrova perfino ad “abitare” il cantiere. Accade, cioè, che i disegni delle piante e delle sezioni vengono appese alle pareti, si allestiscono arredi improvvisati, si discute tutti insieme, come in un salotto, per decidere le giuste soluzioni. «Si alterna il lavoro di supervisione a quello di progettazione – dice l’arch. D’Andrea – ci si ricava un angolo (il meno polveroso possibile per proteggere il computer)» e si cerca di trovare le scelte migliori.
Se ci sono imprevisti – «non sempre è possibile avere una situazione chiara ben leggibile, soprattutto negli interventi di costruzione e di restauro conservativo», racconta l’arch. Galvani – bisogna essere rapidi e mettere d’accordo la teoria del progetto, le esigenze del committente, i bisogni dell’impresa, nonché i tempi di tecnici e fornitori.
Il rapporto con il committente
Un altro lavoro fondamentale dell’architetto è quello di guidare il proprio cliente verso la realizzazione della costruzione. Il processo costruttivo è molto complesso, e spesso il committente (soprattutto se si trova davanti alla sua prima esperienza), non sa quali e quanti sono gli imprevisti che si possono incontrare. In questi casi mostrare la propria professionalità ed esperienza è essenziale. Bisogna «tenere aggiornato il cliente sempre e comunque, in modo precisissimo» ci dice l’arch. Tenca.
Un altro lavoro fondamentale dell’architetto è quello di guidare il proprio cliente verso la realizzazione della costruzione. Il processo costruttivo è molto complesso, e spesso il committente (soprattutto se si trova davanti alla sua prima esperienza), non sa quali e quanti sono gli imprevisti che si possono incontrare. In questi casi mostrare la propria professionalità ed esperienza è essenziale. Bisogna «tenere aggiornato il cliente sempre e comunque, in modo precisissimo» ci dice l’arch. Tenca.
Riuscire a spiegare, poi, che l’unità finale della costruzione è data dalla somma di tanti elementi, professioni e lavorazioni che l’architetto è tenuto e sa coordinare e gestire, è fondamentale sia per avvertire il committente che alcuni imprevisti sono quasi endemici sia –aggiunge l’arch. D’Andrea – per «far comprendere loro che per ogni problematica c’è la soluzione».
Il rapporto con l’impresa
Quando c’è sinergia tra architetto, committente e impresa, il lavoro in cantiere è davvero gratificante ed è possibile realizzare edifici a regola d’arte. Ognuno vive la costruzione come un momento suggestivo dove le forze si uniscono per ottenere il meglio. «Grazie alle imprese che si specializzano e investono in formazione – spiega l’arch. Galvani – è possibile lavorare all’interno di cantieri ben organizzati ed efficienti, ma anche belli da vedere per il rigore in cui vengono installati».
Quando c’è sinergia tra architetto, committente e impresa, il lavoro in cantiere è davvero gratificante ed è possibile realizzare edifici a regola d’arte. Ognuno vive la costruzione come un momento suggestivo dove le forze si uniscono per ottenere il meglio. «Grazie alle imprese che si specializzano e investono in formazione – spiega l’arch. Galvani – è possibile lavorare all’interno di cantieri ben organizzati ed efficienti, ma anche belli da vedere per il rigore in cui vengono installati».
Purtroppo però questo non si verifica sempre, ci raccontano gli architetti Galvani e Tenca. La causa principale è la scelta poco accorta da parte committente che, allettato dall’offerta più bassa, finisce con lo scegliere maestranze poco professionali.
«È imprudente pagare troppo, ma peggio ancora pagare troppo poco», dice l’arch. Galvani citando il sociologo e critico d’arte John Ruskin: «La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare troppo poco e di ottenere molto», e questa è una regola fondamentale che il committente dovrebbe ricordare quando sceglie l’impresa esecutrice dei lavori.
«È imprudente pagare troppo, ma peggio ancora pagare troppo poco», dice l’arch. Galvani citando il sociologo e critico d’arte John Ruskin: «La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare troppo poco e di ottenere molto», e questa è una regola fondamentale che il committente dovrebbe ricordare quando sceglie l’impresa esecutrice dei lavori.
La fine dei lavori
Il cantiere si potrebbe definire come la parte pratica, fisica, corporea del fare architettura. Durante tutta la fase dei lavori gli architetti si trovano a stretto contatto con le imprese, le manovalanze, i fornitori. «Ti sporchi (letteralmente!) le mani con i materiali e tutti gli elementi edilizi», spiega l’arch. D’Andrea. Durante tutte le lavorazioni, nulla può essere lasciato al caso, «tutto il processo deve essere coordinato e osservato con attenzione per la massima resa del progetto», aggiunge l’arch. Tenca.
Per non perdere la battaglia della qualità spaziale, l’architetto deve essere presente fino alla fase finale «in cui a fare la differenza è proprio la cura del dettaglio», conclude l’arch. Galvani.
Altro
Ristrutturare: 5 Domande Essenziali per Scegliere un Architetto
Il cantiere si potrebbe definire come la parte pratica, fisica, corporea del fare architettura. Durante tutta la fase dei lavori gli architetti si trovano a stretto contatto con le imprese, le manovalanze, i fornitori. «Ti sporchi (letteralmente!) le mani con i materiali e tutti gli elementi edilizi», spiega l’arch. D’Andrea. Durante tutte le lavorazioni, nulla può essere lasciato al caso, «tutto il processo deve essere coordinato e osservato con attenzione per la massima resa del progetto», aggiunge l’arch. Tenca.
Per non perdere la battaglia della qualità spaziale, l’architetto deve essere presente fino alla fase finale «in cui a fare la differenza è proprio la cura del dettaglio», conclude l’arch. Galvani.
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L’inizio dei lavori è la prima fase delicata del cantiere. Il primo giorno è fondamentale consegnare tutti gli elaborati del progetto esecutivo all’impresa ed è indispensabile che il direttore dei lavori sia presente.
«È il progetto che governa il cantiere», spiega l’architetto Emilio Leonida Tenca dello Studio Tenca & Associati ed «è responsabilità della Direzione dei Lavori trovare soluzioni che risolvano i problemi senza inficiare il risultato finale».
Questo è l’obiettivo principale: fare in modo che lo spazio immaginato e studiato dall’architetto possa diventare un luogo reale.