Aiuto, la mia Pianta Non Cresce Più! 11 Modi per Vederla Svettare
Se una pianta si “ferma” c'è sempre un motivo. Oltre ai perché più frequenti, 11 tattiche a garanzia di crescita
I fattori che determinano uno stop nella crescita delle piante sono numerosi, e non sempre dipendono da errori di coltivazione; è bene conoscerli, per prevenire le difficoltà e applicare gli 11 “comportamenti virtuosi” elencati a seguire.
Alcune piante sono lente di loro, o si assestano con difficoltà, altre sopportano male rinvasi o trapianti, o al momento della scelta non erano in buona salute. Ma molto più di frequente, ammettiamolo, alla base di un arresto nella crescita c’è qualcosa che non va in come abbiamo coltivato le piante.
In questo articolo abbiamo enumerato i più frequenti capitomboli giardineschi, con gli errori che proprio non si dovrebbero fare, e i modi in cui si evitano o si contengono i danni.
Tenendo a mente il vecchio adagio che sbagliando si impara, e che i momenti di scoraggiamento nel giardino capitano a tutti, anche agli espertissimi, sapere alcune cose in anticipo eviterà decessi inattesi e apparentemente inspiegabili.
Alcune piante sono lente di loro, o si assestano con difficoltà, altre sopportano male rinvasi o trapianti, o al momento della scelta non erano in buona salute. Ma molto più di frequente, ammettiamolo, alla base di un arresto nella crescita c’è qualcosa che non va in come abbiamo coltivato le piante.
In questo articolo abbiamo enumerato i più frequenti capitomboli giardineschi, con gli errori che proprio non si dovrebbero fare, e i modi in cui si evitano o si contengono i danni.
Tenendo a mente il vecchio adagio che sbagliando si impara, e che i momenti di scoraggiamento nel giardino capitano a tutti, anche agli espertissimi, sapere alcune cose in anticipo eviterà decessi inattesi e apparentemente inspiegabili.
2. Il giusto drenaggio
Correlato al problema precedente, cioè la cattiva scelta del terriccio, spesso si aggiunge un drenaggio scarso o inesistente.
Il drenaggio è composto da quell’insieme di materiali più o meno inerti – come sabbia, pietrisco, sassi – che consentono all’acqua di irrigazione di defluire velocemente e non ristagnare attorno alle radici, asfissiandole.
Non si può supplire con un terriccio più sabbioso: lo strato di inerti sul fondo del vaso o della buca di piantagione deve esserci sempre.
I materiali più indicati sono i sassi comuni, ma spesso si usa anche l’argilla espansa, che non è adatta in quanto trattiene l’umidità, a dispetto del fatto che venga venduta proprio come materiale da drenaggio.
Se dovete acquistare il drenaggio, meglio la pomice o ghiaia di pezzatura medio-piccola che si può trovare nei negozi di materiali edili.
Correlato al problema precedente, cioè la cattiva scelta del terriccio, spesso si aggiunge un drenaggio scarso o inesistente.
Il drenaggio è composto da quell’insieme di materiali più o meno inerti – come sabbia, pietrisco, sassi – che consentono all’acqua di irrigazione di defluire velocemente e non ristagnare attorno alle radici, asfissiandole.
Non si può supplire con un terriccio più sabbioso: lo strato di inerti sul fondo del vaso o della buca di piantagione deve esserci sempre.
I materiali più indicati sono i sassi comuni, ma spesso si usa anche l’argilla espansa, che non è adatta in quanto trattiene l’umidità, a dispetto del fatto che venga venduta proprio come materiale da drenaggio.
Se dovete acquistare il drenaggio, meglio la pomice o ghiaia di pezzatura medio-piccola che si può trovare nei negozi di materiali edili.
3. Concimare con metodo e attenzione
Una frequente causa di arresto nella crescita è una concimazione scarsa, sbagliata o eseguita fuori tempo.
Il concime non è una panacea e soprattutto non bisogna esagerare. Si deve dare quello giusto, nelle giuste dosi e nei periodi giusti.
Una concimazione di fondo va sempre fatta in inverno, quando le piante sono in riposo. L’inverno è la stagione in cui si userà molto concime organico, come letame, sfatticcio di foglie, compost, con l’aggiunta (se lo usate) di concime minerale a lenta cessione.
Inutile usare concimi a cessione rapida quando le piante riposano!
In primavera vanno invece combinati i concimi a lenta cessione con quelli a cessione più rapida, in particolare sulle piante da fiore. Quelli a cessione rapida sono spesso liquidi.
È questo il momento in cui vanno dati con più frequenza fosforo e potassio per aumentare la produzione di fiori e frutti, consentire alle piante di lignificare e rafforzare l’apparato radicale.
In estate si preferisce evitare la concimazione per non danneggiare le piante per via del caldo, ma se vivete in climi con estati fresche, potete continuare con il concime liquido durante tutto l’arco della fioritura.
In autunno si ritorna a una concimazione organica e abbondante che può essere accompagnata da un supplemento di minerali.
Questa è una linea generale, ma ogni pianta ha i suoi tempi e i suoi bisogni fisiologici, che bisogna conoscere molto bene.
Una frequente causa di arresto nella crescita è una concimazione scarsa, sbagliata o eseguita fuori tempo.
Il concime non è una panacea e soprattutto non bisogna esagerare. Si deve dare quello giusto, nelle giuste dosi e nei periodi giusti.
Una concimazione di fondo va sempre fatta in inverno, quando le piante sono in riposo. L’inverno è la stagione in cui si userà molto concime organico, come letame, sfatticcio di foglie, compost, con l’aggiunta (se lo usate) di concime minerale a lenta cessione.
Inutile usare concimi a cessione rapida quando le piante riposano!
In primavera vanno invece combinati i concimi a lenta cessione con quelli a cessione più rapida, in particolare sulle piante da fiore. Quelli a cessione rapida sono spesso liquidi.
È questo il momento in cui vanno dati con più frequenza fosforo e potassio per aumentare la produzione di fiori e frutti, consentire alle piante di lignificare e rafforzare l’apparato radicale.
In estate si preferisce evitare la concimazione per non danneggiare le piante per via del caldo, ma se vivete in climi con estati fresche, potete continuare con il concime liquido durante tutto l’arco della fioritura.
In autunno si ritorna a una concimazione organica e abbondante che può essere accompagnata da un supplemento di minerali.
Questa è una linea generale, ma ogni pianta ha i suoi tempi e i suoi bisogni fisiologici, che bisogna conoscere molto bene.
4. Riconosci il tuo clima?
Una domanda che tutti dovremmo porci prima di avviare qualsiasi coltivazione, pena essere malamente puniti da Madre Natura.
L’Italia ha una gran quantità di microclimi, senza contare che le condizioni variano da giardino a giardino per mille ragioni, quali l’esposizione, il vento, l’altezza di un edificio, la presenza di rilievi, corsi d’acqua, mare, ecc. Conoscere in quale zona climatica si vive è quindi fondamentale: se coltivare piante amanti del fresco in climi torridi è impensabile, è altrettanto sconsigliato coltivare piante delicate in climi freddi.
È anche vero che il giardiniere corre sempre sul filo delle possibilità, ma se lo fate mettete in conto qualche necessaria perdita e un po’ di lavoro in più.
Una domanda che tutti dovremmo porci prima di avviare qualsiasi coltivazione, pena essere malamente puniti da Madre Natura.
L’Italia ha una gran quantità di microclimi, senza contare che le condizioni variano da giardino a giardino per mille ragioni, quali l’esposizione, il vento, l’altezza di un edificio, la presenza di rilievi, corsi d’acqua, mare, ecc. Conoscere in quale zona climatica si vive è quindi fondamentale: se coltivare piante amanti del fresco in climi torridi è impensabile, è altrettanto sconsigliato coltivare piante delicate in climi freddi.
È anche vero che il giardiniere corre sempre sul filo delle possibilità, ma se lo fate mettete in conto qualche necessaria perdita e un po’ di lavoro in più.
5. Esposizione al sole
Forse uno degli errori più diffusi e ingenuamente commessi è non considerare l’esposizione migliore.
È il gradimento personale a guidarci nella disposizione delle piante, ma questo deve sempre rispettare le loro necessità.
Un’ortensia in pieno sole deperirà, così come una rosa in ombra non fiorirà.
Molto spesso anche piante da pieno sole soffrono per via di un vaso piccolo o irrigazioni inadeguate, così come quelle da ombra per eccessivo ristagno: quindi l’esposizione porta con sé anche i fattori visti per primi: terriccio, irrigazione, drenaggio e concimazione.
Forse uno degli errori più diffusi e ingenuamente commessi è non considerare l’esposizione migliore.
È il gradimento personale a guidarci nella disposizione delle piante, ma questo deve sempre rispettare le loro necessità.
Un’ortensia in pieno sole deperirà, così come una rosa in ombra non fiorirà.
Molto spesso anche piante da pieno sole soffrono per via di un vaso piccolo o irrigazioni inadeguate, così come quelle da ombra per eccessivo ristagno: quindi l’esposizione porta con sé anche i fattori visti per primi: terriccio, irrigazione, drenaggio e concimazione.
6. Sottovasi solo se necessari
Ormai si sono valsi la fama di “serial killer” del giardinaggio, i sottovasi sono utili per non sporcare il pavimento e per il rispetto delle regole condominiali, ma per il resto andrebbero evitati.
Il sottovaso genera pericolosissimi ristagni che possono asfissiare le radici, perciò vanno sempre svuotati, e se non è possibile per ragioni di grandezza e pesantezza del vaso, è necessario usare i distanziatori o qualsiasi sistema che sollevi il vaso e non consenta all’acqua di raccolta di toccarne il fondo.
Mentre se si coltivano piante da bordo acquatico o molto igrofile, il sottovaso va bene e può essere svuotato solo occasionalmente.
Ormai si sono valsi la fama di “serial killer” del giardinaggio, i sottovasi sono utili per non sporcare il pavimento e per il rispetto delle regole condominiali, ma per il resto andrebbero evitati.
Il sottovaso genera pericolosissimi ristagni che possono asfissiare le radici, perciò vanno sempre svuotati, e se non è possibile per ragioni di grandezza e pesantezza del vaso, è necessario usare i distanziatori o qualsiasi sistema che sollevi il vaso e non consenta all’acqua di raccolta di toccarne il fondo.
Mentre se si coltivano piante da bordo acquatico o molto igrofile, il sottovaso va bene e può essere svuotato solo occasionalmente.
7. Rinvasare spesso
Non ci si pensa, ma la terra esaurisce facilmente i suoi nutrienti, specie quella del sacchetto che in genere è anche piuttosto povera poiché ad alto contenuto di torba.
Occorre quindi rinvasare spesso, soprattutto le piante in vasi medio piccoli, o gli arbusti che iniziano a star stretti in vasi anche grandi.
Un rinvaso spesso è più funzionale di una concimazione, ad esempio per le piante grasse, poiché il terriccio si rinnova e le radici possono espandersi, consentendo alla pianta di accrescersi. Inoltre il rinvaso consente un’ispezione dell’apparato radicale e del drenaggio.
Non ci si pensa, ma la terra esaurisce facilmente i suoi nutrienti, specie quella del sacchetto che in genere è anche piuttosto povera poiché ad alto contenuto di torba.
Occorre quindi rinvasare spesso, soprattutto le piante in vasi medio piccoli, o gli arbusti che iniziano a star stretti in vasi anche grandi.
Un rinvaso spesso è più funzionale di una concimazione, ad esempio per le piante grasse, poiché il terriccio si rinnova e le radici possono espandersi, consentendo alla pianta di accrescersi. Inoltre il rinvaso consente un’ispezione dell’apparato radicale e del drenaggio.
9. Scegliere il vaso giusto
Uno dei problemi che riscontro più frequentemente come professionista è il desiderio di inserire piante troppo grandi in vasi piccoli o poco profondi.
Rampicanti e arbusti non possono stare in comuni balconiere da terrazzo, ma devono avere almeno 50 cm di terra, il che vuol dire un vaso un po’ più alto di 50 cm. Egualmente le rose, escluse le miniatura e le più piccole tra le Polyantha, che si accontentano di vasi un po’ più contenuti. Non sperate di avere una pianta più piccola in un vaso più piccolo, cioè che tutta la pianta riduca la sua taglia in funzione del vaso: le piante non diventano bonsai naturali solo perché hanno a disposizione poco spazio radicale.
Le possibilità sono due: o si sceglie prima il vaso e di conseguenza la pianta, o prima la pianta e poi si acquista il giusto vaso.
Rispettare il rapporto tra vaso e radici è uno dei capisaldi della coltivazione in vaso.
Uno dei problemi che riscontro più frequentemente come professionista è il desiderio di inserire piante troppo grandi in vasi piccoli o poco profondi.
Rampicanti e arbusti non possono stare in comuni balconiere da terrazzo, ma devono avere almeno 50 cm di terra, il che vuol dire un vaso un po’ più alto di 50 cm. Egualmente le rose, escluse le miniatura e le più piccole tra le Polyantha, che si accontentano di vasi un po’ più contenuti. Non sperate di avere una pianta più piccola in un vaso più piccolo, cioè che tutta la pianta riduca la sua taglia in funzione del vaso: le piante non diventano bonsai naturali solo perché hanno a disposizione poco spazio radicale.
Le possibilità sono due: o si sceglie prima il vaso e di conseguenza la pianta, o prima la pianta e poi si acquista il giusto vaso.
Rispettare il rapporto tra vaso e radici è uno dei capisaldi della coltivazione in vaso.
10. Shock dopo l’acquisto
La maggior parte delle piante da fiore, lo sappiamo, sono coltivate e tenute in massa, in serre dove ricevono trattamenti in grado di farle arrivare ai banconi di vendita in splendida forma.
Anche le piante da esposizione assolata vengono tenute sotto teli ombreggianti, e molti vivai usano l’irrigazione dal basso e non quella dall’alto.
Perciò, quando una nuova piantina arriva a casa è buona norma collocarla in una zona in luce filtrata, evitare il vento e stress idrici.
La maggior parte delle piante da fiore, lo sappiamo, sono coltivate e tenute in massa, in serre dove ricevono trattamenti in grado di farle arrivare ai banconi di vendita in splendida forma.
Anche le piante da esposizione assolata vengono tenute sotto teli ombreggianti, e molti vivai usano l’irrigazione dal basso e non quella dall’alto.
Perciò, quando una nuova piantina arriva a casa è buona norma collocarla in una zona in luce filtrata, evitare il vento e stress idrici.
11. Rispettare le piante lente
C’è poi un gran numero di piante ad accrescimento naturalmente lento, per le quali è necessario attendere anni per poter dire che sono mature. Le rose stesse hanno bisogno di almeno quattro o cinque anni per perdere la forma giovanile. Una delle piante ornamentali la cui lentezza è ormai leggendaria, è l’Hydrangea petiolaris, in foto. Si tratta di un’ortensia rampicante da sottobosco di cui si dice che bisogna piantarla, dimenticarsene, e tornare dopo dieci anni a guardarla fiorita!
A te come va? Le tue piante crescono bene? Raccontaci nei Commenti le tue difficoltà e cerca su Houzz un professionista del verde vicino a te.
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Come si Sceglie il Concime Giusto? Leggendo la Sua Etichetta!
Terricci e Terreni, Come Capire che Tipo di Terra Hai in Giardino
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Deve essere il mantra di ogni giardiniere che aspiri a risultati che vadano oltre le coltivazioni stagionali o le piante da unica fioritura che poi finiscono nel sacchetto dell’umido.
Abitualmente si acquistano terricci commerciali, magari non specifici, che sono molto ricchi di torba per rendere leggero il trasporto. La torba in sé è un’ottimo materiale, ma dà molti problemi: si inzuppa troppo quando è fresca, mentre tende a sfaldarsi e scompattarsi se è lasciata a lungo nel sacco. Se non è annaffiata regolarmente perde elasticità, diventando impermeabile: praticamente un mattone.
Questa è forse la principale ragione per la quale le piante fermano la crescita o la fioritura, o addirittura deperiscono fino a morire.
E non sarà mai ripetuto abbastanza che un terriccio inadeguato non potrà che causare seri danni.