A Siracusa, i Pro Ridanno Luce a due Appartamenti Vista Mar Ionio
A Siracusa, nel cuore della Sicilia più antica una vecchia casa rinasce con una spettacolare vista mare
Ci troviamo sull’isola di Ortigia, centro dell’antica Siracusa; qui gli architetti Francesco Moncada e Mafalda Rangel di Moncada Rangel Studio hanno ristrutturato una vecchia casa di pescatori trasformandola in due unità abitative attigue, separate ma accordabili a seconda del numero di ospiti. Al centro del progetto il desiderio e la necessità di mantenere il sapore storico della struttura, fondamentale visto il luogo (Ortigia è dal 2005 sito Unesco), regalando però all’insieme una nuova identità più fresca e contemporanea.
Un lavoro articolato, ma opportunamente compiuto grazie all’uso eclettico dei materiali locali e dei colori accesi, mischiati e ben calati nel layout originale della struttura.
Vuoi conoscere i dettagli? In fondo all’articolo trovi un approfondimento su un particolare interessante: l’uso di una scala per usare al meglio la terrazza. Scopri cosa raccontano i professionisti!
Un lavoro articolato, ma opportunamente compiuto grazie all’uso eclettico dei materiali locali e dei colori accesi, mischiati e ben calati nel layout originale della struttura.
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La ristrutturazione ha interessato una piccola palazzina nel cuore storico di Siracusa, sulla splendida isola di Ortigia. La dimora, abitata nel passato da una famiglia di pescatori, nel nuovo progetto è stata scomposta in due appartamenti indipendenti, ma collegabili, con un ingresso comune al piano terra e una grande terrazza, anch’essa comune, all’ultimo piano.
Completamente restaurata e rinnovata nelle finiture interne e nei materiali, la dimora ha subito un’importante riorganizzazione degli ambienti e dal punto di vista strutturale sono state rafforzate tutte le murature. Trovandosi in una zona strettamente sottoposta a vincolo storico e paesaggistico, la casa non è stata modificata nell’impianto originario, intoccabile per ovvie ragioni.
«Abbiamo abbattuto le pareti e i tramezzi divisori interni che non corrispondevano alle piante originarie ed erano stati realizzati dai precedenti proprietari per separare gli ambienti», racconta l’architetto Moncada.
La casa, infatti, si trova sul lungomare dell’isola di Ortigia, luogo inserito nella World Heritage List dell’Unesco nel 2005, in una zona sottoposta a vincolo storico e paesaggistico e dotata di un Piano Particolareggiato piuttosto rigido che non apre a grandi sperimentazioni. Questo ha creato dei paletti nella ristrutturazione che si è dovuta muovere dentro le rigide regole del piano.
«Abbiamo abbattuto le pareti e i tramezzi divisori interni che non corrispondevano alle piante originarie ed erano stati realizzati dai precedenti proprietari per separare gli ambienti», racconta l’architetto Moncada.
La casa, infatti, si trova sul lungomare dell’isola di Ortigia, luogo inserito nella World Heritage List dell’Unesco nel 2005, in una zona sottoposta a vincolo storico e paesaggistico e dotata di un Piano Particolareggiato piuttosto rigido che non apre a grandi sperimentazioni. Questo ha creato dei paletti nella ristrutturazione che si è dovuta muovere dentro le rigide regole del piano.
La casa nella sua condizione iniziale presentava, sia alle pareti sia sul soffitto, un rivestimento realizzato con perlinato scuro in simil legno che chiudeva e rimpiccioliva completamente gli ambienti togliendo tantissima luce.
«Fra le sfide più interessanti che ci si sono palesate all’inizio, c’è stata quella di riportare e di far entrare quanta più luce possibile all’interno degli spazi», spiega l’architetto. «Per farlo abbiamo optato per un bianco puro alle pareti interrotto solo da pochi pennellate decise che richiamassero i colori del mare e del cielo».
Divano: Friheten di Ikea; lampada a parete: Lampe De Marseille, di Le Corbusier per Nemo; sul mobile vintage: lampada da tavolo Fato, di Gio Ponti per Artemide
Nella ristrutturazione, la casa è stata divisa in 2 unità abitative di diverse dimensioni che vengono affittate insieme o separate l’una dall’altra, a seconda delle esigenze degli ospiti.
Hanno un’articolazione degli ambienti un po’ diversa fra loro: con camere separate e ambienti più ampi e divisi l’appartamento più grande (in foto), in un open space che comprende camera e living in un unico ambiente, con bagno separato, il secondo più piccolo.
Nella ristrutturazione, la casa è stata divisa in 2 unità abitative di diverse dimensioni che vengono affittate insieme o separate l’una dall’altra, a seconda delle esigenze degli ospiti.
Hanno un’articolazione degli ambienti un po’ diversa fra loro: con camere separate e ambienti più ampi e divisi l’appartamento più grande (in foto), in un open space che comprende camera e living in un unico ambiente, con bagno separato, il secondo più piccolo.
Tavolo e cucina: Ikea; poltrona gialla: Acapulco di Ok Design; pavimento: cementine Bisazza linea I Colori
«La casa si trova a pochi metri dal mare di Ortigia, ragione per cui nella scelta delle finiture e dei colori ci siamo orientati verso sfumature intense e decise di blu, di azzurro e di giallo, colori che richiamassero il più possibile il luogo, la terra e il sole che la bacia», spiega l’architetto.
Per farlo sono stati utilizzati, in entrambi gli appartamenti, pochi ma decisi colori brillanti.
Il pavimento dell’appartamento più grande è stato realizzato con delle cementine di Bisazza esagonali 20x20 cm che danno grande carattere e continuità all’insieme.
La tavolozza dei materiali crea una composizione cromatica policroma fatta di blu, che vibra e si scompone al passaggio della luce naturale.
«La casa si trova a pochi metri dal mare di Ortigia, ragione per cui nella scelta delle finiture e dei colori ci siamo orientati verso sfumature intense e decise di blu, di azzurro e di giallo, colori che richiamassero il più possibile il luogo, la terra e il sole che la bacia», spiega l’architetto.
Per farlo sono stati utilizzati, in entrambi gli appartamenti, pochi ma decisi colori brillanti.
Il pavimento dell’appartamento più grande è stato realizzato con delle cementine di Bisazza esagonali 20x20 cm che danno grande carattere e continuità all’insieme.
La tavolozza dei materiali crea una composizione cromatica policroma fatta di blu, che vibra e si scompone al passaggio della luce naturale.
Pavimento in legno: linea Kerakoll Design House di Kerakoll; infissi: Masetti Siracura
Il pavimento dell’open space (in foto) realizzato in legno dipinto di bianco rimanda alle vecchie barche che si possono scorgere dalla finestra aperta sul mare. Volutamente realizzato con una superficie irregolare, smorza il bianco donando un tocco di vissuto all’insieme.
Tutti gli infissi della casa sono stati ripristinati e realizzati da un’azienda locale. Colorati in un denso azzurro cielo, riprendono all’interno i colori del mare interrompendo la continuità del bianco.
Il pavimento dell’open space (in foto) realizzato in legno dipinto di bianco rimanda alle vecchie barche che si possono scorgere dalla finestra aperta sul mare. Volutamente realizzato con una superficie irregolare, smorza il bianco donando un tocco di vissuto all’insieme.
Tutti gli infissi della casa sono stati ripristinati e realizzati da un’azienda locale. Colorati in un denso azzurro cielo, riprendono all’interno i colori del mare interrompendo la continuità del bianco.
Unico elemento strutturale a essere stato aggiunto, nella camera da letto dell’appartamento più grande, una parete in marmo Calacatta che fa da testiera al letto. Si tratta di una solida quinta scenica che divide la camera da letto padronale dal bagno.
Vero e proprio elemento architettonico, la parete «Rimanda ancora una volta al luogo ed è stata inserita come se fosse un “pezzo” ritrovato appartenente a una vecchia chiesa vicina», racconta l’architetto.
Un elemento d’impatto che crea una continuità fra la casa e l’intorno.
Vero e proprio elemento architettonico, la parete «Rimanda ancora una volta al luogo ed è stata inserita come se fosse un “pezzo” ritrovato appartenente a una vecchia chiesa vicina», racconta l’architetto.
Un elemento d’impatto che crea una continuità fra la casa e l’intorno.
Piccoli e compatti i bagni – qui quello dell’appartamento più grande in cui è ben visibile la parete in marmo Calacatta – riprendono nei colori e nelle finiture le tipiche case delle isole del Mediterraneo.
Minimali e luminosi, sono completati da pochi arredi realizzati tutti su disegno dei progettisti.
Minimali e luminosi, sono completati da pochi arredi realizzati tutti su disegno dei progettisti.
Piastrelle a parete: Made a Mano; lampada: Delight di Ingo Maurer
Nell’appartamento più piccolo, la lunga parete che fa da testiera al letto e ospita il piccolo tavolo per la colazione, è stata rivestita con piastrelle di ceramica, realizzate su disegno dall’azienda di Caltagirone Made a Mano e dipinte a mano. Create sui pattern dell’artista Ellsworth Kelly, hanno un decoro che simula il movimento delle onde del mare.
Per aumentare la dimensione di questo spazio, i progettisti hanno realizzato sul lato corto della camera un grande specchio a parete che, oltre a riflettere la vista del mare data dalla finestra, crea un’illusione ottica che amplia lo spazio.
Nell’appartamento più piccolo, la lunga parete che fa da testiera al letto e ospita il piccolo tavolo per la colazione, è stata rivestita con piastrelle di ceramica, realizzate su disegno dall’azienda di Caltagirone Made a Mano e dipinte a mano. Create sui pattern dell’artista Ellsworth Kelly, hanno un decoro che simula il movimento delle onde del mare.
Per aumentare la dimensione di questo spazio, i progettisti hanno realizzato sul lato corto della camera un grande specchio a parete che, oltre a riflettere la vista del mare data dalla finestra, crea un’illusione ottica che amplia lo spazio.
L’accesso alla terrazza, alla quale si arriva tramite una scala, è comune e condiviso dalle due unità abitative.
«Il ripristino della terrazza è stato un lavoro complesso perché versava in uno stato di parziale abbandono; inoltre, trattandosi di un elemento assai raro per le case di Ortigia, ha richiesto diversi permessi e delle lungaggini burocratiche non indifferenti», racconta l’architetto.
«Il ripristino della terrazza è stato un lavoro complesso perché versava in uno stato di parziale abbandono; inoltre, trattandosi di un elemento assai raro per le case di Ortigia, ha richiesto diversi permessi e delle lungaggini burocratiche non indifferenti», racconta l’architetto.
Sedie: in fibra di cemento del designer svizzero Willy Guhl
La terrazza si trova allo stesso livello della parte più alta del Forte San Giovannello di Ortigia, fortificazione spagnola risalente al 600. Il pavimento, creato completamente ex novo è realizzato in pietra di Modica.
«La pietra utilizzata per il pavimento, come tutte le superfici orizzontali ricoperto con un materiale calcareo sabbioso simile a quello utilizzato nel vicino castello, crea una sorta di estensione materica e visiva con il Forte», spiega l’architetto Moncada.
La terrazza si trova allo stesso livello della parte più alta del Forte San Giovannello di Ortigia, fortificazione spagnola risalente al 600. Il pavimento, creato completamente ex novo è realizzato in pietra di Modica.
«La pietra utilizzata per il pavimento, come tutte le superfici orizzontali ricoperto con un materiale calcareo sabbioso simile a quello utilizzato nel vicino castello, crea una sorta di estensione materica e visiva con il Forte», spiega l’architetto Moncada.
Piastrelle a parete: Made a Mano
Il muro di fondo del terrazzo è punteggiato con piastrelle artigianali di Caltagirone in un motivo a onde ispirato ancora dalle forme di Ellsworth Kelly. Una doccia all’aperto contrassegnata da un gigantesco cerchio rosso non è solo un decoro, ma ha un’indicazione precisa: «La scelta di segnare sulla parete questo grosso cerchio rosso nasce dal desiderio di rimarcare e di riprendere il punto da cui sorge il sole; indica, infatti, l’oriente».
Il muro di fondo del terrazzo è punteggiato con piastrelle artigianali di Caltagirone in un motivo a onde ispirato ancora dalle forme di Ellsworth Kelly. Una doccia all’aperto contrassegnata da un gigantesco cerchio rosso non è solo un decoro, ma ha un’indicazione precisa: «La scelta di segnare sulla parete questo grosso cerchio rosso nasce dal desiderio di rimarcare e di riprendere il punto da cui sorge il sole; indica, infatti, l’oriente».
Il dettaglio architettonico: l’architetto spiega come ha usato la scala
«Il grande valore aggiunto della casa era sicuramente la terrazza così ampia (90 metri quadrati). Una condizione non semplice da trovare ad Ortigia, dove ci sono quasi solo tetti spioventi e soprattutto dove esistono pochissime superfici aperte così grandi e importanti. Renderla facile da raggiunge e organizzare un accesso che fosse pratico e agevole è stato per noi un elemento prioritario nella ristrutturazione», racconta l’architetto Moncada.
«Il grande valore aggiunto della casa era sicuramente la terrazza così ampia (90 metri quadrati). Una condizione non semplice da trovare ad Ortigia, dove ci sono quasi solo tetti spioventi e soprattutto dove esistono pochissime superfici aperte così grandi e importanti. Renderla facile da raggiunge e organizzare un accesso che fosse pratico e agevole è stato per noi un elemento prioritario nella ristrutturazione», racconta l’architetto Moncada.
La casa al momento della ristrutturazione presentava sia il vano scala sia la scala vera e propria in muratura in pessimo stato, soprattutto nella parte che portava alla terrazza in alto (per accedere alla terrazza era presente una precaria rampa in legno poco sicura). Data la condizione estremamente compromessa, gli architetti hanno optato per un nuovo progetto. Una soluzione completamente diversa, che ha previsto la demolizione totale della vecchia scala in muratura a favore di una nuova struttura in ferro, più leggera, ariosa e funzionale.
La nuova scala, essenziale e d’impatto, si compone di 3 rampe singole indipendenti l’una dall’altra. 3 rampe in ferro esili solo all’apparenza, ma solide nella struttura, che ben si inseriscono nel piccolo vano che collega i 3 livelli. Realizzate da un’artigiano locale, sono state montate in loco.
Colorate con 3 tonalità diverse, seguono una sorta di direzione “dalla terra al cielo”. Si parte con il verde della prima rampa che dal piano strada conduce al primo livello – quello degli appartamenti – per proseguire con il rosa e con il giallo che conducono alla terrazza e che idealmente riprendono i colori dell’alba.
Colorate con 3 tonalità diverse, seguono una sorta di direzione “dalla terra al cielo”. Si parte con il verde della prima rampa che dal piano strada conduce al primo livello – quello degli appartamenti – per proseguire con il rosa e con il giallo che conducono alla terrazza e che idealmente riprendono i colori dell’alba.
Tecnicamente la cosa più complessa è stata far entrare le rampe dentro il vano scala (largo solo 2 metri); per ovviare a questo problema, l’ultima rampa è stata inserita dall’alto al momento del rifacimento del tetto. Create le singole rampe in officina, la scala è stata poi ricomposta in loco componendola rampa per rampa.
Le 3 rampe, volutamente prive di parapetto, si reggono poggiandosi a 2 travi in metallo a loro volta appoggiate alle pareti portanti del vano scala.
«Quando si arriva sulla terrazza attraverso la scala in metallo color alba, varcando la porta finestra che dà luce all’insieme, la vista verso il mare è qualcosa di travolgente. Un qualcosa di unico che abbiamo completamente restituito alla dimora».
Col professionista giusto, si fanno grandi cose! Trova l’esperto che fa per te tra i professionisti di Houzz.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
Le 3 rampe, volutamente prive di parapetto, si reggono poggiandosi a 2 travi in metallo a loro volta appoggiate alle pareti portanti del vano scala.
«Quando si arriva sulla terrazza attraverso la scala in metallo color alba, varcando la porta finestra che dà luce all’insieme, la vista verso il mare è qualcosa di travolgente. Un qualcosa di unico che abbiamo completamente restituito alla dimora».
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: una casa vacanze
Dove: a Ortigia, nella parte più antica della città di Siracusa
Anno di costruzione dell’edificio: fine ‘800/primi ‘900
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: Francesco Moncada e Mafalda Rangel dello studio Moncada-Rangel
Superficie: 90 m² coperti + 90 m² di terrazza
Costo dei lavori: circa 70.000 €
Durata lavori: 1 anno