Per Diventare un Nomade Digitale Inizia dalla Casa (che Non C'è)
Lavorano spostandosi nel mondo, e il mondo è la loro casa. Ecco come adottare la filosofia dei nomadi 2.0 anche in casa
Valentina Lonati
16 gennaio 2018
Contributor Houzz Magazine - Arte, teatro, design e architettura. Collaboro con le riviste Icon e Icon Design.
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Chi sono i nomadi digitali? Sono il volto più libero del popolo dei freelance. Un popolo che cresce senza sosta (secondo i dati Eurostat del 2015, in Italia sarebbero quasi 3,6 milioni, il 4% della popolazione) e che si insinua tra le pieghe di un sistema lavorativo sempre più instabile e incerto, che spinge a diventare “imprenditori di se stessi”, volenti o nolenti. Quello della flessibilità è quindi l’unico credo possibile, e flessibili, i digital nomad, lo sono davvero. Spesso guadagnano poco, e con quel poco vivono bene. Sono programmatori, informatici, giornalisti e scrittori e per alcune professioni, per lavorare basta pochissimo: un computer e una connessione veloce. I digital nomad fanno della precarietà la propria forza: sono freelance senza sicurezza, ma sfruttano questa situazione a loro vantaggio. Una situazione che è un miraggio per molti e che non garantisce la felicità, meglio dirlo subito, ma potrebbe avere dei risvolti positivi se affrontata con un occhio al breve periodo, ovvero “lavoro, viaggio e mi diverto per un po’”.
Centinaia di siti e community insegnano le regole base per diventare digital nomad. Punto primo: seguire le proprie passioni. Probabilmente lavoreremo fino all’ultimo giorno della nostra vita, tanto vale far coincidere lavoro e sogni. Punto secondo: viaggiare leggeri. I digital nomad sono minimalisti. Comprano poco in beni materiali anche perché non saprebbero dove metterli. Punto terzo: diventare padroni del proprio tempo e della propria vita. Chi dice che la formula delle 40 ore settimanali equivalga per tutti a una produttività maggiore?
Spesso non hanno una vera e propria casa ma cercano di ricrearla ovunque si trovino, in Thailandia come in Australia e vivono viaggiando e lavorando da remoto dagli angoli più paradisiaci del mondo. Un piccolo vademecum su come abbracciare la vita nomadica 2.0 e su come ricreare la propria casa in ogni parte del mondo.
Aprirsi alle nuove amicizie
Incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo e ascoltare le loro storie, magari in una tiepida notte al chiaro di luna. Essere nomadi digitali vuol dire aprirsi al nuovo e allo sconosciuto, significa esplorare luoghi lontani ma anche noi stessi. Basta questo per convincersi a mettere uno zaino in spalla e partire!
Spesso non hanno una vera e propria casa ma cercano di ricrearla ovunque si trovino, in Thailandia come in Australia e vivono viaggiando e lavorando da remoto dagli angoli più paradisiaci del mondo. Un piccolo vademecum su come abbracciare la vita nomadica 2.0 e su come ricreare la propria casa in ogni parte del mondo.
Aprirsi alle nuove amicizie
Incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo e ascoltare le loro storie, magari in una tiepida notte al chiaro di luna. Essere nomadi digitali vuol dire aprirsi al nuovo e allo sconosciuto, significa esplorare luoghi lontani ma anche noi stessi. Basta questo per convincersi a mettere uno zaino in spalla e partire!
Muoversi, sempre
La mobilità è uno dei massimi principi dei nomadi digitali. Gran parte di loro si sposta ogni due o tre mesi, scegliendo la nuova meta in base ai gusti personali e (molto importante) alla qualità della connessione internet. Sì, perché i digital nomad sono creature del presente. E come tali si muovono tra le onde elettromagnetiche del wi-fi. Sul sito Nomad List è possibile trovare una lista delle migliori città in cui emigrare per qualche mese. Tra le varie voci analizzate, anche quella relativa alla qualità della connessione. La sistemazione ideale resta il coliving, spesso dotato di coworking, in cui affittare una stanza e conoscere nomadi da tutto il mondo. Se però non lo si trova, bisogna optare per situazioni improvvisate – magari chiedendo nei gruppi Facebook per nomadi digitali – oppure scegliere soluzioni bizzarre, come la casetta mobile disegnata da Renzo Piano con RPBW per Vitra o la premiata aVOID tiny house mobile in foto disegnata dall’italiano Leonardo di Chiara.
La mobilità è uno dei massimi principi dei nomadi digitali. Gran parte di loro si sposta ogni due o tre mesi, scegliendo la nuova meta in base ai gusti personali e (molto importante) alla qualità della connessione internet. Sì, perché i digital nomad sono creature del presente. E come tali si muovono tra le onde elettromagnetiche del wi-fi. Sul sito Nomad List è possibile trovare una lista delle migliori città in cui emigrare per qualche mese. Tra le varie voci analizzate, anche quella relativa alla qualità della connessione. La sistemazione ideale resta il coliving, spesso dotato di coworking, in cui affittare una stanza e conoscere nomadi da tutto il mondo. Se però non lo si trova, bisogna optare per situazioni improvvisate – magari chiedendo nei gruppi Facebook per nomadi digitali – oppure scegliere soluzioni bizzarre, come la casetta mobile disegnata da Renzo Piano con RPBW per Vitra o la premiata aVOID tiny house mobile in foto disegnata dall’italiano Leonardo di Chiara.
Diventare esperti del fai da te
Viaggiando di continuo, i digital nomad sanno adattarsi a qualsiasi situazione. La loro più grande capacità è quella di saper abbellire la casa che abiteranno con piccoli gesti e attenzioni. Qualche esempio? Una piantina esotica comprata al mercato locale o qualche ammennicolo proveniente da lontano, che li fa sentire a casa. E poi, indispensabile sapersi divertire trasformando gli oggetti comuni in mobili di fortuna, dalla classica cassetta della frutta da far diventare porta-libri fino al telo da spiaggia trasformato in amaca.
Viaggiando di continuo, i digital nomad sanno adattarsi a qualsiasi situazione. La loro più grande capacità è quella di saper abbellire la casa che abiteranno con piccoli gesti e attenzioni. Qualche esempio? Una piantina esotica comprata al mercato locale o qualche ammennicolo proveniente da lontano, che li fa sentire a casa. E poi, indispensabile sapersi divertire trasformando gli oggetti comuni in mobili di fortuna, dalla classica cassetta della frutta da far diventare porta-libri fino al telo da spiaggia trasformato in amaca.
Un bastone per guardaroba. Suona strano? E invece può essere un’idea creativa se non si ha un armadio in camera da letto. Basta appenderlo in orizzontale attraverso un sistema di fili da attaccare al soffitto – meglio se trasparenti – e il gioco è fatto!
Trovare la bellezza anche nei luoghi più improbabili
Prima o poi, capita a tutti. Ritrovarsi in una casa al limite della fatiscenza è un’esperienza che tempra lo spirito di ogni digital nomad che si rispetti. Qui, armarsi di buona volontà è d’obbligo: bisogna pulire, riparare e decorare. Da avere sempre a portata di mano: un kit contenente uno spray anti-insetti, cerotti e disinfettante. Servirà durante i lavori e le pulizie. Da ricordare: quando si decide di diventare nomadi digitali, meglio smettere di essere schizzinosi…
Caos, disordine e – a volte – sporco: tutte cose che non spaventano i veri nomadi digitali!
Prima o poi, capita a tutti. Ritrovarsi in una casa al limite della fatiscenza è un’esperienza che tempra lo spirito di ogni digital nomad che si rispetti. Qui, armarsi di buona volontà è d’obbligo: bisogna pulire, riparare e decorare. Da avere sempre a portata di mano: un kit contenente uno spray anti-insetti, cerotti e disinfettante. Servirà durante i lavori e le pulizie. Da ricordare: quando si decide di diventare nomadi digitali, meglio smettere di essere schizzinosi…
Caos, disordine e – a volte – sporco: tutte cose che non spaventano i veri nomadi digitali!
Imparare la nobile arte della decorazione
Fiori freschi di campo da spargere in ogni angolo della casa: sul tavolo, in un bicchiere più grande, in bagno, accanto alla vasca da bagno, oppure ai piedi del letto. Tessuti provenienti da lontano che diventano tovaglie maestose o arazzi. Rendere più piacevole la casa in cui viviamo può essere semplicissimo. E aver scelto luoghi esotici, dominati dalla vegetazione più affascinante e selvaggia, rende l’arte della decorazione ancora più semplice. Per i tipi più manuali, ci si può cimentare nelle decorazioni fai da te: qualche pezzo di cera e uno spago possono diventare una bella candela, un sacchetto di carta può diventare un vasetto per una piantina, una corda può servire per appendere le piante al soffitto, creando scenografie fiorite.
Fiori freschi di campo da spargere in ogni angolo della casa: sul tavolo, in un bicchiere più grande, in bagno, accanto alla vasca da bagno, oppure ai piedi del letto. Tessuti provenienti da lontano che diventano tovaglie maestose o arazzi. Rendere più piacevole la casa in cui viviamo può essere semplicissimo. E aver scelto luoghi esotici, dominati dalla vegetazione più affascinante e selvaggia, rende l’arte della decorazione ancora più semplice. Per i tipi più manuali, ci si può cimentare nelle decorazioni fai da te: qualche pezzo di cera e uno spago possono diventare una bella candela, un sacchetto di carta può diventare un vasetto per una piantina, una corda può servire per appendere le piante al soffitto, creando scenografie fiorite.
Saper cucinare ovunque
Ogni viaggio, una scoperta. Anche in cucina. A ogni paese, infatti, corrisponde una cucina diversa, e a ogni cucina corrispondono utensili diversi. Capiterà quindi di trovarsi in cucina e di non sapere da che parte incominciare! Imparare a cucinare i piatti del luogo è il primo passo per immergersi nella cultura del paese che ci ospita.
Ogni viaggio, una scoperta. Anche in cucina. A ogni paese, infatti, corrisponde una cucina diversa, e a ogni cucina corrispondono utensili diversi. Capiterà quindi di trovarsi in cucina e di non sapere da che parte incominciare! Imparare a cucinare i piatti del luogo è il primo passo per immergersi nella cultura del paese che ci ospita.
Saper dormire ovunque
Dopo la cucina, è il letto a parlarci di un paese e della sua cultura. Essere digital nomad significa riuscire a dormire ovunque: su materassi sottili appoggiati direttamente a terra, oppure su brandine improvvisate, o ancora, sui treni notturni.
Dopo la cucina, è il letto a parlarci di un paese e della sua cultura. Essere digital nomad significa riuscire a dormire ovunque: su materassi sottili appoggiati direttamente a terra, oppure su brandine improvvisate, o ancora, sui treni notturni.
Essere minimalisti
Come dicevamo nell’introduzione, i digital nomad sono minimalisti. Nel loro zaino c’è poco, pochissimo: il computer, ovviamente, e poi qualche cambio di abiti (due, massimo tre paia di pantaloni, qualche t-shirt, una giacca impermeabile e biancheria intima). Immancabili, i libri. Sì, perché quella dei nomadi digitali è anche una vita solitaria. E se si opta per mete poco gettonate, sarà facile trascorrere lunghi periodi da soli. E chi meglio dei libri può farci compagnia durante le serate con noi stessi?
Come dicevamo nell’introduzione, i digital nomad sono minimalisti. Nel loro zaino c’è poco, pochissimo: il computer, ovviamente, e poi qualche cambio di abiti (due, massimo tre paia di pantaloni, qualche t-shirt, una giacca impermeabile e biancheria intima). Immancabili, i libri. Sì, perché quella dei nomadi digitali è anche una vita solitaria. E se si opta per mete poco gettonate, sarà facile trascorrere lunghi periodi da soli. E chi meglio dei libri può farci compagnia durante le serate con noi stessi?
Condividere
Uno dei valori dei digital nomad è la condivisione. Degli spazi, del cibo ma anche del lavoro. Sui loro gruppi Facebook, è facile trovare annunci di lavoro postati proprio da altri nomadi. Aiutarsi è essenziale per mantenere vivo il proprio sogno e quello degli altri.
Uno dei valori dei digital nomad è la condivisione. Degli spazi, del cibo ma anche del lavoro. Sui loro gruppi Facebook, è facile trovare annunci di lavoro postati proprio da altri nomadi. Aiutarsi è essenziale per mantenere vivo il proprio sogno e quello degli altri.
L’interno di aVoid Tiny House di Di Chiara
Il coliving è la tipologia di appartamento preferito dai nomadi digitali: qui si condividono gli spazi comuni, ma anche le esperienze di vita. Molto spesso, poi, i coliving sono dotati di coworking. Sarà facile sentirsi in una famiglia, lavorando fianco a fianco con i propri coinquilini.
Il coliving è la tipologia di appartamento preferito dai nomadi digitali: qui si condividono gli spazi comuni, ma anche le esperienze di vita. Molto spesso, poi, i coliving sono dotati di coworking. Sarà facile sentirsi in una famiglia, lavorando fianco a fianco con i propri coinquilini.
Creare il proprio ufficio, ovunque
Il computer è l’ufficio del digital nomad. Ma se siamo freelance, sappiamo bene quanto sia importante creare un angolo tutto nostro che ci faccia stare bene. Che si tratti di una postazione in un coworking o in un bar con wi-fi, l’importante è ritagliarci uno spazio in cui poterci concentrare senza distrazioni.
Raccontaci: sei un nomade digitale? Come arredi le tue dimore temporanee per sentirti a casa?
Altro
Dentro la Curiosa Routine del Vivere Insieme in un Cohousing
Il computer è l’ufficio del digital nomad. Ma se siamo freelance, sappiamo bene quanto sia importante creare un angolo tutto nostro che ci faccia stare bene. Che si tratti di una postazione in un coworking o in un bar con wi-fi, l’importante è ritagliarci uno spazio in cui poterci concentrare senza distrazioni.
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In parte ho vissuto con questo stile, condivido molto, soprattutto il concetto del minimalismo che diventa un'arte per muoversi in modo leggero e anche la facilità di contatto con gli altri. A 20 anni si accettano molti compromessi e si vive un pò adattandosi. Posso affermare per certo che anche da persone mature si può vivere benissimo in questo modo, almeno in alcuni periodi. Il mac e una buona connessione sono come casa... ma si sceglie e col tempo si impara a scegliere con cognizione di causa per cui si ricrea la propria "casa" con poco, ma non ci si adegua anche ai luoghi improbabili... perché non occorre, chi vive cosi sa cosa deve guardare per trovare il confort che desidera... mi permetto di dirlo perché credo che come me in molti amano e amerebbero vivere e lavorare cosi... e non è vero nemmeno che lo fanno solo persone che guadagnano poco... basta avere l'attività (e la professionalità) adeguata e tanta leggerezza di spirito... e magari anche il partner giusto per condividere esperienze del genere.
Scusate ma un nomade digitale si porta il libri nello zaino ???? Non hanno un e-reader???? piu' pratico leggero e minimalista
un prezioso libro cartaceo magari lo si porta dietro, ma rientra più tra le poche cose che fanno "casa"... per il resto il minimalismo è la vera legge di chi vive cosi... per cui si, si legge tutto in digitale dai libri, agli articoli di giornale... io ho tutto in .pdf se non in altri formati, perché è vero che qualche serata in più da soli si trascorre. Comunque la destinazione spesso si sceglie anche raggiungendo qualche amico o contatto che è già li in zona e diventa anche un riferimento nel decretare la prossima città in cui andare... perché è più semplice spostarsi quando si ha già un aggancio.