Lo Stile del Salento che Fa Impazzire il Mondo
Il tacco d’Italia è oramai un vero e proprio fenomeno di culto, anche grazie alla sua architettura d’interni
Giulia Zappa
13 agosto 2020
Cosa ha fatto scattare la molla di questa complicità sentimentale che ha reso il Salento una meta amatissima in Italia e all’estero? Sicuramente anche un certo gusto per l’arredamento d’interni, sintesi magica e molto slow di archetipi rurali e nuovo minimalismo mediterraneo.
Che cosa hanno in comune Madonna, al secolo la celeberrima popstar Veronica Ciccone, e i tanti, tantissimi backpackers che anche quest’estate hanno scelto il Salento come destinazione vacanziera? A dispetto delle apparenze, c’è un filo rosso che lega profili così diversi: una passione sanguigna e rigenerante per una regione arcaica che più di tante altre ha saputo aprirsi agli influssi della contemporaneità, dando vita a una formula personalissima di accoglienza e benessere.
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Tra palme e fichi d’India per ritrovare se stessi
Terra a sud per eccellenza – il Salento è infatti una delle punte meridionali del Bel Paese – , ma anche terra tra i due mari, con albe che volgono all’Adriatico e tramonti che guardano allo Ionio, il Salento ha saputo coniugare in chi l’ha scelto come luogo di elezione una sensazione di ritrovato contatto non solo con le proprie radici interiori, ma anche con persone, influssi e contaminazioni che arrivano da ogni parte del mondo. Arcaico sì, ma allo stesso tempo modaiolo e dinamico. Lento e pigro, eccome, ma senza noia o sbadigli. E capace di dimostrare quanto un territorio realmente periferico possa riuscire a ricavarsi un nuovo ruolo da protagonista, anche per quello che riguarda il lifestyle.
Terra a sud per eccellenza – il Salento è infatti una delle punte meridionali del Bel Paese – , ma anche terra tra i due mari, con albe che volgono all’Adriatico e tramonti che guardano allo Ionio, il Salento ha saputo coniugare in chi l’ha scelto come luogo di elezione una sensazione di ritrovato contatto non solo con le proprie radici interiori, ma anche con persone, influssi e contaminazioni che arrivano da ogni parte del mondo. Arcaico sì, ma allo stesso tempo modaiolo e dinamico. Lento e pigro, eccome, ma senza noia o sbadigli. E capace di dimostrare quanto un territorio realmente periferico possa riuscire a ricavarsi un nuovo ruolo da protagonista, anche per quello che riguarda il lifestyle.
Un viaggio nei ricordi
Anche il mondo della casa, infatti, concorre a delineare questa identità ritrovata. Ma in cosa si differenziano i nuovi interni salentini? Cosa li rende speciali e un po’ unici? Ebbene, innanzitutto dobbiamo dire che, con un riscatto d’orgoglio per il proprio passato, le case in Salento offrono spesso un viaggio nella memoria alla ricerca di archetipi da ritrovare e valorizzare. Un esempio concreto ce lo offre quest’immagine, che svela la capacità di mescolare mobili dell’Ottocento con arredi contadini decisamente délabré o magari una sedia con inginocchiatoio rubata a una chiesa. Il tutto, privilegiando un equilibrio che gioca sulla sottrazione e fa del senso di vuoto uno strumento per esaltare ogni pezzo, la storia e le sue peculiarità.
Trending Now: Lo Stile Délabré è un Inno all’Imperfezione Felice
Anche il mondo della casa, infatti, concorre a delineare questa identità ritrovata. Ma in cosa si differenziano i nuovi interni salentini? Cosa li rende speciali e un po’ unici? Ebbene, innanzitutto dobbiamo dire che, con un riscatto d’orgoglio per il proprio passato, le case in Salento offrono spesso un viaggio nella memoria alla ricerca di archetipi da ritrovare e valorizzare. Un esempio concreto ce lo offre quest’immagine, che svela la capacità di mescolare mobili dell’Ottocento con arredi contadini decisamente délabré o magari una sedia con inginocchiatoio rubata a una chiesa. Il tutto, privilegiando un equilibrio che gioca sulla sottrazione e fa del senso di vuoto uno strumento per esaltare ogni pezzo, la storia e le sue peculiarità.
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La magica risonanza delle volte
Materiali e spazi importanti, che fanno di molte case della zona una piccola cattedrale: ecco una delle bellezze che si offrono agli amanti del Salento. Tra i tratti tipici dell’architettura locale, infatti, troviamo l’impiego nell’edilizia della pietra leccese, una roccia calcarea che accomuna molte delle masserie disseminate nella campagna come anche i bellissimi edifici centro storico di Lecce, capoluogo della regione.
Facile da lavorare, questa pietra viene tuttora utilizzata per realizzare le magiche volte a stella, una tipologia di copertura diffusasi in epoca barocca e caratterizzata dalla tipica stella a quattro punte sul vertice del soffitto. Ottimali per garantire un buon isolamento termico, soprattutto durante la calda stagione estiva, le volte conferiscono monumentalità a ogni tipo di stanza, anche quelle convertite a zone di servizio.
Materiali e spazi importanti, che fanno di molte case della zona una piccola cattedrale: ecco una delle bellezze che si offrono agli amanti del Salento. Tra i tratti tipici dell’architettura locale, infatti, troviamo l’impiego nell’edilizia della pietra leccese, una roccia calcarea che accomuna molte delle masserie disseminate nella campagna come anche i bellissimi edifici centro storico di Lecce, capoluogo della regione.
Facile da lavorare, questa pietra viene tuttora utilizzata per realizzare le magiche volte a stella, una tipologia di copertura diffusasi in epoca barocca e caratterizzata dalla tipica stella a quattro punte sul vertice del soffitto. Ottimali per garantire un buon isolamento termico, soprattutto durante la calda stagione estiva, le volte conferiscono monumentalità a ogni tipo di stanza, anche quelle convertite a zone di servizio.
Il vecchio che diventa nuovo
L’utilizzo di vecchi arredi non è confinato a un puro effetto nostalgico: in Salento più che altrove c’è chi ha saputo svecchiare oggetti archetipici della cultura contadina grazie a mélange rinnovato, come ad esempio il mix & match tra tessuti tradizionali, mattonelle di recupero e vecchi orci che vediamo in questa foto. L’effetto, complice il frigorifero Smeg, è volutamente vintage, pur sfuggendo dai classici canoni legati alla cultura industriale a cui ci siamo abituati negli ultimi anni e instaurando pertanto una reale sintonia con il territorio.
Due Masserie Pugliesi Ristrutturate nel Segno dell’Autonomia Energetica
L’utilizzo di vecchi arredi non è confinato a un puro effetto nostalgico: in Salento più che altrove c’è chi ha saputo svecchiare oggetti archetipici della cultura contadina grazie a mélange rinnovato, come ad esempio il mix & match tra tessuti tradizionali, mattonelle di recupero e vecchi orci che vediamo in questa foto. L’effetto, complice il frigorifero Smeg, è volutamente vintage, pur sfuggendo dai classici canoni legati alla cultura industriale a cui ci siamo abituati negli ultimi anni e instaurando pertanto una reale sintonia con il territorio.
Due Masserie Pugliesi Ristrutturate nel Segno dell’Autonomia Energetica
Un tocco vernacolare anche dentro casa
Altra bellezza delle case del Salento, la loro imprevedibilità: quel loro sapore di “fatto a mano” che si identifica spesso nella realizzazione di opere sartoriali fatte di nicchie e arredi in muratura. Un tratto che restituisce ai volumi un sapore molto disegnato, e che ben si sposa con finiture particolari, ad esempio pavimenti a base cementizia, o piccoli, circostanziati inserimenti cromatici.
Altra bellezza delle case del Salento, la loro imprevedibilità: quel loro sapore di “fatto a mano” che si identifica spesso nella realizzazione di opere sartoriali fatte di nicchie e arredi in muratura. Un tratto che restituisce ai volumi un sapore molto disegnato, e che ben si sposa con finiture particolari, ad esempio pavimenti a base cementizia, o piccoli, circostanziati inserimenti cromatici.
Upcycling
Nei tanti annessi agricoli che sono stati riconvertiti ad aree residenziali, non manca la possibilità di rinnovare con un tocco inaspettato i vecchi arredi di arte povera. È quello che succede in questa immagine, dove con un’ironica operazione di upcycling i vecchi setacci utilizzati per pulire i cereali sono converti in inediti paralumi. Conferendo una nuova utilità a oggetti altrimenti relegati a una inevitabile scomparsa.
Nei tanti annessi agricoli che sono stati riconvertiti ad aree residenziali, non manca la possibilità di rinnovare con un tocco inaspettato i vecchi arredi di arte povera. È quello che succede in questa immagine, dove con un’ironica operazione di upcycling i vecchi setacci utilizzati per pulire i cereali sono converti in inediti paralumi. Conferendo una nuova utilità a oggetti altrimenti relegati a una inevitabile scomparsa.
Etnico globale
La nuova Ibiza? Non sono in pochi ad avere già tracciato un parallelismo tra il Salento e l’isola delle Baleari. Meta quest’ultima della comunità hippy dagli anni Settanta e quindi punto di riferimento dei clubbers di tutto il mondo, il suo arredamento si caratterizza per uno spiccato stile etnico che sa mescolare con disinvoltura pezzi di arredo eterogenei in chiave decisamente informale. E il Salento? Contagiato anche lui dalla medesima tensione in bilico tra divertimento e cultura rurale, riesce in alcuni casi a fare bello sfoggio di mobili etnici, inserendo con nonchalance dei colori sgargianti – come il blu elettrico e il turchese vivace, che di per sé non gli apparterrebbero – per un effetto che ricorda la spensieratezza colorata dei quadri naïf. Complice anche la vegetazione di terrazzi e giardini che sembra intrufolarsi tra le pareti domestiche.
La nuova Ibiza? Non sono in pochi ad avere già tracciato un parallelismo tra il Salento e l’isola delle Baleari. Meta quest’ultima della comunità hippy dagli anni Settanta e quindi punto di riferimento dei clubbers di tutto il mondo, il suo arredamento si caratterizza per uno spiccato stile etnico che sa mescolare con disinvoltura pezzi di arredo eterogenei in chiave decisamente informale. E il Salento? Contagiato anche lui dalla medesima tensione in bilico tra divertimento e cultura rurale, riesce in alcuni casi a fare bello sfoggio di mobili etnici, inserendo con nonchalance dei colori sgargianti – come il blu elettrico e il turchese vivace, che di per sé non gli apparterrebbero – per un effetto che ricorda la spensieratezza colorata dei quadri naïf. Complice anche la vegetazione di terrazzi e giardini che sembra intrufolarsi tra le pareti domestiche.
Brezza d’estate
Eh sì, perché l’esperienza del vacanziero in Salento non può prescindere dalla piacevolezza della vita in esterno, avvenga essa tra le corti protette di una masseria, le terrazze dei piccoli centri storici o i campi in terra rossa che volgono agli uliveti. Tutti spazi, questi, che d’estate diventano luoghi speciali per la convivialità, celebrata con semplicità tra le bontà del cibo locale e l’incontro e il divertimento con gli altri.
Eh sì, perché l’esperienza del vacanziero in Salento non può prescindere dalla piacevolezza della vita in esterno, avvenga essa tra le corti protette di una masseria, le terrazze dei piccoli centri storici o i campi in terra rossa che volgono agli uliveti. Tutti spazi, questi, che d’estate diventano luoghi speciali per la convivialità, celebrata con semplicità tra le bontà del cibo locale e l’incontro e il divertimento con gli altri.
Verso il design
Non manca poi chi ha saputo cogliere l’opportunità di trasformare gli spazi maestosi di cui sono costellati borghi e piccoli centri cittadini seguendo un registro lontano dalla cultura vernacolare. Accade ad esempio a Galatina, dove una vecchia residenza nobiliare è stata ripensata grazie al tocco sofisticato di pochi, sceltissimi pezzi di modernariato e di una cartella colori rarefatta. Dimostrando come il potenziale espresso dalle dimore storiche salentine abbia ancora molto da dire. E si presti magicamente a favorire nuove incursioni a cavallo tra locale e globale, assecondando un’inclinazione minimalista che, scegliendo la via del meno, dimostra di avere ancora molto da dire.
Questa storia è stata pubblicata il 1 novembre 2017 e poi aggiornata
Leggi di più su questa casa in Salento
Non manca poi chi ha saputo cogliere l’opportunità di trasformare gli spazi maestosi di cui sono costellati borghi e piccoli centri cittadini seguendo un registro lontano dalla cultura vernacolare. Accade ad esempio a Galatina, dove una vecchia residenza nobiliare è stata ripensata grazie al tocco sofisticato di pochi, sceltissimi pezzi di modernariato e di una cartella colori rarefatta. Dimostrando come il potenziale espresso dalle dimore storiche salentine abbia ancora molto da dire. E si presti magicamente a favorire nuove incursioni a cavallo tra locale e globale, assecondando un’inclinazione minimalista che, scegliendo la via del meno, dimostra di avere ancora molto da dire.
Questa storia è stata pubblicata il 1 novembre 2017 e poi aggiornata
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