Ricavare un Terrazzo, gli Esperti ci Svelano Come Fare
Dalle norme da rispettare ai costi di intervento: tutto ciò che dobbiamo sapere per avere una stanza in più “open air”
«Arriva la bella stagione e subito cresce la voglia di vivere all’aperto l’intimità della propria casa. Cosa c’è di meglio di un terrazzo per stare spaparanzati al sole, godersi il fresco o mangiare con gli amici?». Così ha esordito Matteo Gattoni, uno dei professionisti di Houzz ai quali abbiamo chiesto come possiamo ricavare un terrazzo nella nostra abitazione.
Questo Ideabook è infatti un articolo a più voci: per realizzarlo abbiamo intervistato tre esperti ai quali abbiamo chiesto se e quando possiamo progettare uno spazio in più all’aria aperta, che lavori dobbiamo eseguire, quali normative dobbiamo rispettare, quanto costa. E abbiamo capito che tra norme e vincoli, non è semplice orientarsi; se però abbiamo tutti i permessi, ricavare un terrazzo conviene.
Consigli professionali di:
Questo Ideabook è infatti un articolo a più voci: per realizzarlo abbiamo intervistato tre esperti ai quali abbiamo chiesto se e quando possiamo progettare uno spazio in più all’aria aperta, che lavori dobbiamo eseguire, quali normative dobbiamo rispettare, quanto costa. E abbiamo capito che tra norme e vincoli, non è semplice orientarsi; se però abbiamo tutti i permessi, ricavare un terrazzo conviene.
Consigli professionali di:
- Filippo Colombetti, architetto (Milano)
- Fabio Manueli, geometra (Genova)
- Matteo Gattoni, architetto (Milano)
A proposito di vincoli e normative
Le normative da rispettare sono quelle legate a ogni tipo di intervento edilizio e generalmente variano per ogni comune. «Alcune amministrazioni per esempio chiedono che si versino degli oneri urbanistici per la realizzazione del terrazzo altre invece no», puntualizza l’architetto Colombetti. «I vincoli possono essere di tipo normativo o di tutela, per esempio nei centri storici o in aree vincolate dal punto di vista paesaggistico, e in questo caso la pratica andrà sottoposta ad autorizzazione da parte di chi ha emesso il vincolo». A proposito di condominio, Colombetti ricorda anche che la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 14107 del 3.08.2012) ha sancito il diritto di realizzare il terrazzo nel sottotetto, contrariamente a quanto avveniva in precedenza.
Prima di intervenire, è bene verificare anche le caratteristiche dello spazio che andremo a ristrutturare per ricavare la terrazza: «Il Codice Civile regola quelle che sono le distanze relative alle vedute sulle proprietà altrui di cui andrà tenuto conto in fase progettuale. Inoltre, andrà garantita la statica dell’intervento rispetto all’edificio sottostante e la continuità di impermeabilizzazione svolta dalla precedente copertura» conclude Colombetti.
Le normative da rispettare sono quelle legate a ogni tipo di intervento edilizio e generalmente variano per ogni comune. «Alcune amministrazioni per esempio chiedono che si versino degli oneri urbanistici per la realizzazione del terrazzo altre invece no», puntualizza l’architetto Colombetti. «I vincoli possono essere di tipo normativo o di tutela, per esempio nei centri storici o in aree vincolate dal punto di vista paesaggistico, e in questo caso la pratica andrà sottoposta ad autorizzazione da parte di chi ha emesso il vincolo». A proposito di condominio, Colombetti ricorda anche che la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 14107 del 3.08.2012) ha sancito il diritto di realizzare il terrazzo nel sottotetto, contrariamente a quanto avveniva in precedenza.
Prima di intervenire, è bene verificare anche le caratteristiche dello spazio che andremo a ristrutturare per ricavare la terrazza: «Il Codice Civile regola quelle che sono le distanze relative alle vedute sulle proprietà altrui di cui andrà tenuto conto in fase progettuale. Inoltre, andrà garantita la statica dell’intervento rispetto all’edificio sottostante e la continuità di impermeabilizzazione svolta dalla precedente copertura» conclude Colombetti.
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Accertate le norme, possiamo intervenire
L’architetto Gattoni elenca, accertate le norme e rispettati i vincoli, quali sono gli interventi che possiamo eseguire. «Se la casa presenta già una copertura piana di proprietà è necessario farne certificare la “praticabilità” da un ingegnere, nel caso invece ne fosse sprovvista, viene creare un collegamento con il vano scala esistente. Tramite una pratica edilizia è possibile mutare lo status del lastrico, probabilmente sarà necessaria qualche opera edilizia come la realizzazione di parapetti alti 110 cm (altezza minima richiesta dal piano di calpestio)».
Se invece vi fosse spazio al piano terreno e l’appartamento fosse al primo piano, l’architetto Colombetti consiglia di realizzare un portico al piede dell’edifico con copertura piana agibile e calpestabile che coinciderà con il terrazzo. E puntualizza: «Previa verifica delle prescrizioni di PGT (Piano di Governo del Territorio) e Codice Civile, si potrebbero addirittura ricavare due nuovi spazi usufruibili, autorizzate nella maggioranza dei casi tramite “permesso di costruire”».
L’architetto Gattoni elenca, accertate le norme e rispettati i vincoli, quali sono gli interventi che possiamo eseguire. «Se la casa presenta già una copertura piana di proprietà è necessario farne certificare la “praticabilità” da un ingegnere, nel caso invece ne fosse sprovvista, viene creare un collegamento con il vano scala esistente. Tramite una pratica edilizia è possibile mutare lo status del lastrico, probabilmente sarà necessaria qualche opera edilizia come la realizzazione di parapetti alti 110 cm (altezza minima richiesta dal piano di calpestio)».
Se invece vi fosse spazio al piano terreno e l’appartamento fosse al primo piano, l’architetto Colombetti consiglia di realizzare un portico al piede dell’edifico con copertura piana agibile e calpestabile che coinciderà con il terrazzo. E puntualizza: «Previa verifica delle prescrizioni di PGT (Piano di Governo del Territorio) e Codice Civile, si potrebbero addirittura ricavare due nuovi spazi usufruibili, autorizzate nella maggioranza dei casi tramite “permesso di costruire”».
Se invece nell’abitazione vi fosse un locale poco sfruttato con un buon orientamento solare «si potrebbe demolire il muro perimetrale sostituendolo con vetrate completamente apribili, così da creare una serra d’inverno (di fatto un locale vero e proprio) e d’estate un fresco loggiato. Oltre a tutte le autorizzazioni si dovrà però provvedere a impermeabilizzare e isolare il locale», conclude Gattoni.
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Il tetto non mi vincola
Il terrazzo può essere ricavato su ogni tipologia di tetto (piano o a falde). «Una volta verificata l’agibilità della struttura portante, un tetto piano – spiega Manueli – può essere facilmente attrezzato per accogliere il nuovo terrazzo; un tetto a falda, invece, richiede delle modifiche alla struttura delle falde, e in questo caso si potrebbero realizzare delle terrazze “inserite” nel tetto. In ogni caso è molto importante verificare la tenuta del manto impermeabile e il sistema di smaltimento dell’acqua piovana. Qualunque sia la tipologia di materiale con il quale è stato realizzato il tetto, sarà possibile ricavare il terrazzo».
Il terrazzo può essere ricavato su ogni tipologia di tetto (piano o a falde). «Una volta verificata l’agibilità della struttura portante, un tetto piano – spiega Manueli – può essere facilmente attrezzato per accogliere il nuovo terrazzo; un tetto a falda, invece, richiede delle modifiche alla struttura delle falde, e in questo caso si potrebbero realizzare delle terrazze “inserite” nel tetto. In ogni caso è molto importante verificare la tenuta del manto impermeabile e il sistema di smaltimento dell’acqua piovana. Qualunque sia la tipologia di materiale con il quale è stato realizzato il tetto, sarà possibile ricavare il terrazzo».
Quanto mi costa un terrazzo nuovo?
Se per realizzare la terrazza è sufficiente installare un parapetto e posare un pavimento galleggiante direttamente sul manto impermeabile del tetto piano, i costi sono più contenuti. «Si va dalle 300 alle 400 euro a metro quadrato per la ringhiera (fornitura posa e tinteggiatura) alle quali dobbiamo sommare circa 100-150 euro a metro quadro per un pavimento galleggiante in WPC (Wood Plastic Composites)», precisa Manueli.
E aggiunge: «La stagione estiva è più indicata per eseguire interventi di ristrutturazione all’esterno. Realizzando però delle strutture di copertura temporanee, è possibile realizzare questi lavori durante tutto l’anno».
Se per realizzare la terrazza è sufficiente installare un parapetto e posare un pavimento galleggiante direttamente sul manto impermeabile del tetto piano, i costi sono più contenuti. «Si va dalle 300 alle 400 euro a metro quadrato per la ringhiera (fornitura posa e tinteggiatura) alle quali dobbiamo sommare circa 100-150 euro a metro quadro per un pavimento galleggiante in WPC (Wood Plastic Composites)», precisa Manueli.
E aggiunge: «La stagione estiva è più indicata per eseguire interventi di ristrutturazione all’esterno. Realizzando però delle strutture di copertura temporanee, è possibile realizzare questi lavori durante tutto l’anno».
Quando è meglio rinunciare
Il terrazzo è un sogno al quale però, a volte, è meglio rinunciare, come per esempio «in mancanza di uno spazio comodo o non sufficientemente ampio per poter realizzare uno ambiente fruibile; o quando, a lavori conclusi, i costi di realizzazione superino il valore dell’abitazione. È invece fortemente consigliato
se si ha disposizione una superficie sufficientemente grande magari al piano», termina Manueli.
«Generalmente viene trasformata in terrazza la parte più bassa del sottotetto, dall’altezza utile all’uscita fino al pavimento o sino alla quota del parapetto realizzando ciò che viene comunemente definito terrazzo a “tasca”, più adatto agli edifici storici in quanto rimane nella sagoma della copertura. In generale realizzare un terrazzo, quando possibile, è sempre consigliato perché aumenta il valore immobiliare della proprietà sfruttando una parte di copertura altrimenti poco utilizzata», conclude Colombetti.
Il terrazzo è un sogno al quale però, a volte, è meglio rinunciare, come per esempio «in mancanza di uno spazio comodo o non sufficientemente ampio per poter realizzare uno ambiente fruibile; o quando, a lavori conclusi, i costi di realizzazione superino il valore dell’abitazione. È invece fortemente consigliato
se si ha disposizione una superficie sufficientemente grande magari al piano», termina Manueli.
«Generalmente viene trasformata in terrazza la parte più bassa del sottotetto, dall’altezza utile all’uscita fino al pavimento o sino alla quota del parapetto realizzando ciò che viene comunemente definito terrazzo a “tasca”, più adatto agli edifici storici in quanto rimane nella sagoma della copertura. In generale realizzare un terrazzo, quando possibile, è sempre consigliato perché aumenta il valore immobiliare della proprietà sfruttando una parte di copertura altrimenti poco utilizzata», conclude Colombetti.
Questa storia è stata pubblicata il 10 aprile 2017 e poi aggiornata
Raccontaci: hai ricavato un terrazzo nella tua casa? Come hai fatto? Vorresti realizzarlo? Hai altre domande da porre ai esperti di Houzz?
Altro
Parla l’Esperto: Come Impermeabilizzare Terrazzi e Lastricati Solari
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Partiamo subito col dire che creare un terrazzo ex novo è una pratica non semplice, soprattutto se si vive in condominio e bisogna rispettare i diritti degli altri condomini. Ce lo spiega bene l’architetto Gattoni: «Nel caso foste proprietari di un’abitazione indipendente dovrete “solo” rispettare i regolamenti urbanistici, il regolamento edilizio, le tutele ambientali e le prescrizioni del codice civile. I regolamenti, nonostante siano sempre più simili in tutta la nazione, presentano eccezioni locali. Di fatto un bravo tecnico sarà in grado di soddisfare i vostri desideri mediandoli coi vincoli normativi».
Nel caso, invece, l’immobile facesse parte di un complesso condominiale la situazione è più complessa: «Bisogna intervenire sulle parti comuni: armatevi di pazienza ma soprattutto di un pool di tecnici capaci. In estrema sintesi, la modifica di una propria proprietà che interferisca in facciata è “modifica delle parti comuni” e quindi, escluse alcune eccezioni, è assoggettata al benestare dell’assemblea (maggioranza dei presenti e 2/3 dei millesimi totali)».
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