Architettura e design
Grandi Designer Italiani: Michele De Lucchi
Dalle proteste davanti alla Triennale nel 1973 al progetto per la sua ristrutturazione, passando per architetture e prodotti di successo
La prima apparizione pubblica di Michele De Lucchi risale al 1973 quando, da contestatore poco più che ventenne (è nato a Ferrara nel 1951), si mise in posa davanti a una Triennale di Milano presidiata dalla polizia, vestito da generale napoleonico con al collo una targa con scritto “Designer in Generale”. Una performance che gli valse la copertina di Domus (n. 530, 1974), e un gioco di parole che enunciava in sintesi ciò che anni dopo ebbe a spiegare: «Seppure coinvolto in diverse discipline, io in realtà faccio un lavoro solo, che è quello di interfacciare l’industria in tutti i suoi problemi legati alla comunicazione, ma soprattutto alla sua identità e al suo carattere». (Da Modo, 2003, cit. in Fiorella Bulegato, Sergio Polano, Michele De Lucchi: comincia qui e finisce là, Milano, Electa, 2004, p. 204).
Nei primi anni Ottanta inizia a collaborare con Artemide e nel 1986 disegna con Giancarlo Fassina la lampada da tavolo Tolomeo (in foto) che, destinata a un successo a dir poco duraturo, sarà negli anni declinata in tante versioni vincendo il Compasso d’Oro nel 1989.
Lampada Tolomeo Parete Mega, Artemide
Con Ettore Sottsass avvia, a partire dal 1979, anche una duratura collaborazione con Olivetti diventando responsabile del design dal 1988 al 2002. Progetta inoltre per marchi come Acerbis, Arflex, De Padova, Moroso, Poltrona Frau, Vitra realizzando parallelamente allestimenti di negozi ed esposizioni.
Con Ettore Sottsass avvia, a partire dal 1979, anche una duratura collaborazione con Olivetti diventando responsabile del design dal 1988 al 2002. Progetta inoltre per marchi come Acerbis, Arflex, De Padova, Moroso, Poltrona Frau, Vitra realizzando parallelamente allestimenti di negozi ed esposizioni.
Lampada a sospensione Castore, Artemide, 2003
Progetto di adeguamento architettonico e funzionale dell’edificio ex convento di San Filippo, destinato a Biblioteca Laudense. Sedia 2007, Produzione Privata
A partire dagli anni Novanta, l’attività nel campo del design si integra sempre più con quella architettonica. Progetta in Giappone per NTT, in Germania per Deutsche Bank, in Svizzera per Novartis, in Italia per Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia. Numerosi anche gli allestimenti di mostre d’arte e gli edifici per musei: la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino, la Fondazione Cini a Venezia e le Gallerie d’Italia - Piazza Scala, il Museo della Pietà Rondanini e Casa Manzoni a Milano, solo per citarne alcuni.
A partire dagli anni Novanta, l’attività nel campo del design si integra sempre più con quella architettonica. Progetta in Giappone per NTT, in Germania per Deutsche Bank, in Svizzera per Novartis, in Italia per Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia. Numerosi anche gli allestimenti di mostre d’arte e gli edifici per musei: la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino, la Fondazione Cini a Venezia e le Gallerie d’Italia - Piazza Scala, il Museo della Pietà Rondanini e Casa Manzoni a Milano, solo per citarne alcuni.
Lampada a sospensione Acquatinta, Produzione Privata. Riferendosi a essa De Lucchi scrive sul suo sito di Produzione Privata, il suo laboratorio sperimentale: «Mettere a nudo la meccanica della lampada svela la poesia della luce».
La costante ricerca personale sui temi del progetto, della tecnologia e dell’artigianato ha portato De Lucchi a fondare nel 1990 Produzione Privata, i cui prodotti vengono realizzati mediante tecniche e mestieri artigianali. De Lucchi li definisce «tra l’intimo progettuale e il disincanto consumista».
La costante ricerca personale sui temi del progetto, della tecnologia e dell’artigianato ha portato De Lucchi a fondare nel 1990 Produzione Privata, i cui prodotti vengono realizzati mediante tecniche e mestieri artigianali. De Lucchi li definisce «tra l’intimo progettuale e il disincanto consumista».
Nel commissionargli il progetto di una nuova sedia (Donzella, De Padova, 2013), la richiesta di De Padova fu molto precisa: disegnare la nuova Carimate.
Sul suo sito l’architetto scrive: «Sono stato contentissimo, sia per l’ammirazione che ho per Magistretti, sia perché la Carimate mi è sempre sembrata un oggetto molto moderno (…). Ho pensato alla manualità degli artigiani agricoltori, che si costruivano da soli gli attrezzi per lavorare (…). Così è stato per un semplice palo di legno di salice, che si biforca per diventare il manico di un rastrello, nella tradizione contadina».
Sul suo sito l’architetto scrive: «Sono stato contentissimo, sia per l’ammirazione che ho per Magistretti, sia perché la Carimate mi è sempre sembrata un oggetto molto moderno (…). Ho pensato alla manualità degli artigiani agricoltori, che si costruivano da soli gli attrezzi per lavorare (…). Così è stato per un semplice palo di legno di salice, che si biforca per diventare il manico di un rastrello, nella tradizione contadina».
Sedia Donzella, De Padova, 2013
«Questa sedia – spiega De Lucchi a proposito di Donzella, sempre sul suo sito – sfrutta il bellissimo incastro che fu inventato da un anonimo tanti anni fa per risolvere il punto di connessione tra seduta e gambe».
«Questa sedia – spiega De Lucchi a proposito di Donzella, sempre sul suo sito – sfrutta il bellissimo incastro che fu inventato da un anonimo tanti anni fa per risolvere il punto di connessione tra seduta e gambe».
Sedia 1933, pieghevole in faggio naturale, Produzione Privata
Fra i lavori più recenti, il progetto architettonico, di restauro e illuminazione di Palazzo Litta, rilevante monumento storico milanese, nonché prestigioso esempio di architettura barocca.
Fra i lavori più recenti, il progetto architettonico, di restauro e illuminazione di Palazzo Litta, rilevante monumento storico milanese, nonché prestigioso esempio di architettura barocca.
Sedia 2007, in faggio naturale; tavolo in rovere naturale Benedetto, Produzione Privata
Riva1920 Collection Bookshelves
Torre lignea, libreria in legno massello di cedro profumato lavorato da un blocco unico, Riva 1920
Il legno è un vero e proprio materiale di elezione per De Lucchi che, a proposito della sua collaborazione con Riva 1920 scrive sul suo sito: «Conosco Maurizio e Davide Riva da alcuni anni e sin dal primo incontro si è stabilita un’intesa che è ben più di una semplice relazione professionale: sono sicuro che esiste la condizione per cui gli uomini si intendono anche con il naso, perché l’olfatto è un senso che accomuna, unisce, cementa amicizie. Con i Riva il profumo del legno è sicuramente la colla dell’amicizia e non possiamo non intenderci quando parliamo di rovere, noce, ciliegio, cedro…».
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Poltrona Icona? Viaggio Attraverso i Miti del Made in Italy
Il legno è un vero e proprio materiale di elezione per De Lucchi che, a proposito della sua collaborazione con Riva 1920 scrive sul suo sito: «Conosco Maurizio e Davide Riva da alcuni anni e sin dal primo incontro si è stabilita un’intesa che è ben più di una semplice relazione professionale: sono sicuro che esiste la condizione per cui gli uomini si intendono anche con il naso, perché l’olfatto è un senso che accomuna, unisce, cementa amicizie. Con i Riva il profumo del legno è sicuramente la colla dell’amicizia e non possiamo non intenderci quando parliamo di rovere, noce, ciliegio, cedro…».
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Immerso nell’atmosfera di contestazione e rinnovamento degli anni Settanta, Michele De Lucchi si inserisce fin dagli esordi nelle esperienze dell’architettura radicale. I suoi primi oggetti sono progettati nell’ambito del gruppo Alchimia, dove conosce Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Ettore Sottsass, con il quale fonda Memphis nel 1980. La sedia First per Memphis (1983, in foto), con i suoi colori, forme e decori è già una sintesi della ricerca su superfici, forme e materiali che guiderà la sua carriera professionale.