Si fa Presto a Dire Prato Verde! Tutto Quello che Non Sapevi
Quanti tipi di prato esistono, quali piante scegliere, come va tagliato e come concimato? Vademecum del manto erboso
Croce e delizia di chi ha la fortuna di avere un giardino, il tappeto erboso è sempre uno degli elementi strutturali fondamentali di questo spazio all’aperto e va pensato e realizzato con sapienza.
Quasi tutti lo amano, in molti lo stigmatizzano come emblema dell’insostenibilità ecologica e degli stili esteri che traslati in Italia perdono senso e bellezza. Con il prato ci sono molte certezze “scomode”, tra cui il notevole impegno (tempo, acqua, concime) e la necessità di attrezzature a motore adatte per la manutenzione. Ma se non potete resistere all’idea di camminare a piedi nudi su un soffice tappeto erboso e il lavoro non vi spaventa, ecco dei consigli per avere un prato ben curato e di un verde splendente.
Quasi tutti lo amano, in molti lo stigmatizzano come emblema dell’insostenibilità ecologica e degli stili esteri che traslati in Italia perdono senso e bellezza. Con il prato ci sono molte certezze “scomode”, tra cui il notevole impegno (tempo, acqua, concime) e la necessità di attrezzature a motore adatte per la manutenzione. Ma se non potete resistere all’idea di camminare a piedi nudi su un soffice tappeto erboso e il lavoro non vi spaventa, ecco dei consigli per avere un prato ben curato e di un verde splendente.
Il prato come elemento compositivo e ornamentale
C’è chi considera che un giardino neanche sia tale se non c’è una vasta zona dedicata al prato. Questo è un modo di vedere assai superato anche se purtroppo ancora diffuso.
Un prato non fa un giardino, neanche se verdissimo e perfetto. Non pensate di risolvere tutte le magagne del vostro giardino con un prato perché “bello di per sé”. Non è così: il prato non è indicato in tutti i giardini e non c’è niente di male a non averlo o non volerlo.
Il prato deve essere organico al progetto del giardino e non un semplice modo di occupare dello spazio che altrimenti non si saprebbe a cosa destinare. La forma e la sua estensione devono essere in armonia con l’ambiente circostante.
Inoltre il prato può avere una forte componente funzionale: può essere un’area gioco per bambini o animali, o fungere da solarium, o ancora può servire come pista pedonale o sentiero. Oppure può avere un’impronta più prettamente ornamentale ed essere lo sfondo delle aiuole, o elemento decorativo tout court. È importante che la funzionalità si compenetri con l’aspetto ornamentale, altrimenti il prato diventerà un terribile cliché.
C’è chi considera che un giardino neanche sia tale se non c’è una vasta zona dedicata al prato. Questo è un modo di vedere assai superato anche se purtroppo ancora diffuso.
Un prato non fa un giardino, neanche se verdissimo e perfetto. Non pensate di risolvere tutte le magagne del vostro giardino con un prato perché “bello di per sé”. Non è così: il prato non è indicato in tutti i giardini e non c’è niente di male a non averlo o non volerlo.
Il prato deve essere organico al progetto del giardino e non un semplice modo di occupare dello spazio che altrimenti non si saprebbe a cosa destinare. La forma e la sua estensione devono essere in armonia con l’ambiente circostante.
Inoltre il prato può avere una forte componente funzionale: può essere un’area gioco per bambini o animali, o fungere da solarium, o ancora può servire come pista pedonale o sentiero. Oppure può avere un’impronta più prettamente ornamentale ed essere lo sfondo delle aiuole, o elemento decorativo tout court. È importante che la funzionalità si compenetri con l’aspetto ornamentale, altrimenti il prato diventerà un terribile cliché.
Come nasce un tappeto erboso
Per creare un prato bello, folto e omogeneo, in genere si usano le graminacee, in purezza o in miscuglio. La scelta del genere e della specie deve tenere in considerazione fattori come la qualità del terreno, il clima, la disponibilità d’acqua e lo stile del giardino. Ad esempio un prato di gramigna, che è un’erba rigida e poco delicata, stonerebbe in un contesto romantico e raffinato, dove sarebbe meglio l’Agrostis.
Fate una stima dell’impegno che il prato vi richiederà, in termini economici e di risorse; considerate la zona climatica, lo stile e le necessità a cui il prato deve assolvere, e solo dopo scegliete la specie che meglio si adatta.
Per creare un prato bello, folto e omogeneo, in genere si usano le graminacee, in purezza o in miscuglio. La scelta del genere e della specie deve tenere in considerazione fattori come la qualità del terreno, il clima, la disponibilità d’acqua e lo stile del giardino. Ad esempio un prato di gramigna, che è un’erba rigida e poco delicata, stonerebbe in un contesto romantico e raffinato, dove sarebbe meglio l’Agrostis.
Fate una stima dell’impegno che il prato vi richiederà, in termini economici e di risorse; considerate la zona climatica, lo stile e le necessità a cui il prato deve assolvere, e solo dopo scegliete la specie che meglio si adatta.
I diversi tipi di erbe
Sulla scelta delle specie non è possibile dare dei consigli univoci e universalmente validi, ma come parametri di massima tenete a mente che le erbe per il prato sono suddivise in due categorie: microterme (adatte a climi fresco-umidi) e macroterme (climi caldi-aridi). Questa distinzione è importante perché ci consente una adeguata scelta in base al clima.
Le microterme hanno un periodo vegetazionale maggiore quando le temperature non sono basse ma neanche alte, e sono usate in Inghilterra e nelle zone a inverno rigido. Le macroterme invece sono rigogliose in estate e se le temperature sono troppo fredde entrano in dormienza e possono perdere la parte aerea.
Avendo una gran quantità di climi, in Italia spesso si associano specie e varietà differenti per avere un prato verdeggiante durante tutto il corso dell’anno e per aumentare la resistenza ai patogeni.
Microterme più comuni
Sulla scelta delle specie non è possibile dare dei consigli univoci e universalmente validi, ma come parametri di massima tenete a mente che le erbe per il prato sono suddivise in due categorie: microterme (adatte a climi fresco-umidi) e macroterme (climi caldi-aridi). Questa distinzione è importante perché ci consente una adeguata scelta in base al clima.
Le microterme hanno un periodo vegetazionale maggiore quando le temperature non sono basse ma neanche alte, e sono usate in Inghilterra e nelle zone a inverno rigido. Le macroterme invece sono rigogliose in estate e se le temperature sono troppo fredde entrano in dormienza e possono perdere la parte aerea.
Avendo una gran quantità di climi, in Italia spesso si associano specie e varietà differenti per avere un prato verdeggiante durante tutto il corso dell’anno e per aumentare la resistenza ai patogeni.
Microterme più comuni
- Agrostis
- Festuca
- Poa
- Lolium
- Cynodon
- Paspalum notatum, P. vaginatum
- Stenotaphrum secundatum
- Zoysia (resistente al freddo)
- Axonopus e Eremochloa ophiuroides (prati a bassa manutenzione)
Prati fini e ornamentali
Per un tappeto erboso di pregio occorre scegliere erbe dalle foglie fini, che sopportino bene il taglio corto. Un miscuglio tipico è quello di Agrostis tenuis con Agrostis castellana, Festuca rubra var. commutata e Festuca rubra var. rubra (più strisciante e sottile). Tra le macroterme la Zoysia dà ottimi risultati poiché a crescita lenta.
Un prato ornamentale raffinato richiede tagli più frequenti e bassi di un prato ordinario o di un prato rustico. Si raccomanda sempre di tagliare poco e spesso, e comunque mai più di un terzo del getto foliare, altrimenti l’erba impiegherebbe troppo a ricrescere. L’altezza di taglio usuale per un prato in salute è di 2 cm o meno. In periodo estivo si falcia anche tre volte a settimana, per scendere a due nel periodo primaverile e autunnale (temperatura media) e ridursi a falciature di necessità durante l’inverno (temperature basse e crescita rallentata).
Per ottenere la zebratura, cioè la differenza di colore delle strisce, occorre passare una falciatrice a rullo e avere spazio di manovra ai bordi del prato per poter girare. Si deve sovrapporre leggermente ogni passata alla precedente.
Se il vostro prato ha una forma irregolare eseguite prima il bordo esterno e poi scegliete come direttrice della zebratura il segmento più lungo tracciabile da un lato a quello opposto.
Per un tappeto erboso di pregio occorre scegliere erbe dalle foglie fini, che sopportino bene il taglio corto. Un miscuglio tipico è quello di Agrostis tenuis con Agrostis castellana, Festuca rubra var. commutata e Festuca rubra var. rubra (più strisciante e sottile). Tra le macroterme la Zoysia dà ottimi risultati poiché a crescita lenta.
Un prato ornamentale raffinato richiede tagli più frequenti e bassi di un prato ordinario o di un prato rustico. Si raccomanda sempre di tagliare poco e spesso, e comunque mai più di un terzo del getto foliare, altrimenti l’erba impiegherebbe troppo a ricrescere. L’altezza di taglio usuale per un prato in salute è di 2 cm o meno. In periodo estivo si falcia anche tre volte a settimana, per scendere a due nel periodo primaverile e autunnale (temperatura media) e ridursi a falciature di necessità durante l’inverno (temperature basse e crescita rallentata).
Per ottenere la zebratura, cioè la differenza di colore delle strisce, occorre passare una falciatrice a rullo e avere spazio di manovra ai bordi del prato per poter girare. Si deve sovrapporre leggermente ogni passata alla precedente.
Se il vostro prato ha una forma irregolare eseguite prima il bordo esterno e poi scegliete come direttrice della zebratura il segmento più lungo tracciabile da un lato a quello opposto.
Prati resistenti al calpestio
Tra le erbe più utilizzate per tappeti erbosi ordinari c’è il loietto inglese (Lolium perenne), resistente al freddo e dall’aspetto compatto. Altre microterme resistenti al carico, allo strappo e al calpestio sono la Festuca rubra var. rubra, la Poa pratensis, l’Agrostis tenuis, e A. castellana.
Tra le macroterme l’erba più usata è il Paspalum, utilizzato per i campi da golf, che dà un aspetto compatto ma “verace” al prato. Segue il gramignone (Stenotaphrum secundatum), un tempo introvabile e comunque considerato grossolano.
In genere tutte le gramigne (Cynodon) sono estremamente resistenti al calpestio, ma vanno tagliate piuttosto alte (circa 4 cm) e molto meno frequentemente rispetto ai prati più fini. Basta un taglio a settimana durante la primavera e l’autunno ad altezza fissa. In estate continuare con uno sfalcio settimanale, ma aumentando progressivamente l’altezza di taglio. In inverno possono anche non essere tosati. I prati più bassi sopportano meglio il calpestio, mentre in zone ombrose è meglio lasciarli un po’ più alti.
Altre indicazioni generali per il taglio sono quelle di evitare lo sfalcio quando l’erba è asciutta (o tagliare più alto), o se è troppo freddo e umido. L’erba troppo bagnata potrebbe infatti intasare la falciatrice. Sui prati ordinari si può occasionalmente spargere lo sfalcio residuo, che incoraggerà il reintegro di nutrienti. Per prati di servizio vanno bene le falciatrici a taglio oscillante o a lama rotante, mentre per quelli fini è preferibile la falciatrice a rullo. I bordi danno la misura di quanto un prato è ben tenuto. Per gli amanti del tappeto erboso, un bordo rifinito alla perfezione è indispensabile.
Tra le erbe più utilizzate per tappeti erbosi ordinari c’è il loietto inglese (Lolium perenne), resistente al freddo e dall’aspetto compatto. Altre microterme resistenti al carico, allo strappo e al calpestio sono la Festuca rubra var. rubra, la Poa pratensis, l’Agrostis tenuis, e A. castellana.
Tra le macroterme l’erba più usata è il Paspalum, utilizzato per i campi da golf, che dà un aspetto compatto ma “verace” al prato. Segue il gramignone (Stenotaphrum secundatum), un tempo introvabile e comunque considerato grossolano.
In genere tutte le gramigne (Cynodon) sono estremamente resistenti al calpestio, ma vanno tagliate piuttosto alte (circa 4 cm) e molto meno frequentemente rispetto ai prati più fini. Basta un taglio a settimana durante la primavera e l’autunno ad altezza fissa. In estate continuare con uno sfalcio settimanale, ma aumentando progressivamente l’altezza di taglio. In inverno possono anche non essere tosati. I prati più bassi sopportano meglio il calpestio, mentre in zone ombrose è meglio lasciarli un po’ più alti.
Altre indicazioni generali per il taglio sono quelle di evitare lo sfalcio quando l’erba è asciutta (o tagliare più alto), o se è troppo freddo e umido. L’erba troppo bagnata potrebbe infatti intasare la falciatrice. Sui prati ordinari si può occasionalmente spargere lo sfalcio residuo, che incoraggerà il reintegro di nutrienti. Per prati di servizio vanno bene le falciatrici a taglio oscillante o a lama rotante, mentre per quelli fini è preferibile la falciatrice a rullo. I bordi danno la misura di quanto un prato è ben tenuto. Per gli amanti del tappeto erboso, un bordo rifinito alla perfezione è indispensabile.
Irrigazione, fertilizzazioni e concimazioni
Il prato è un divoratore d’acqua, e questo gli vale una motivata stigmatizzazione degli ambientalisti.
Ma se l’acqua non è un problema, dovete annaffiare ogni volta che poggiando il piede sul prato, l’erba non si risolleva perché troppo secca. Non fate irrigazioni brevi, ma lunghe e profonde, su tutta la superficie: questo consente alle radici di affondare bene nel terreno, ancorandosi e rendendo le piante più autonome, vedrete che una volta insediato il prato vi chiederà molta meno acqua.
Il nutriente di cui i tappeti erbosi hanno più bisogno è l’azoto. La quantità e la modalità di somministrazione dipendono dal tipo di prato e di terreno, oltre che altri fattori come l’insolazione e il dilavamento.
Per quasi tutti i tipi di prato sono sufficienti due somministrazioni annuali. Scegliete concimi specifici, che hanno azoto a cessione rapida e lenta, in modo che il prato rinverdisca in pochi giorni e si mantenga verde a lungo. Le concimazioni andrebbero di preferenza fatte in primavera (o inizio estate) e in autunno. Nella seconda fertilizzazione si diminuisce la quantità di azoto, che indurrebbe una crescita veloce e una maggiore esposizione ai patogeni.
Il ferro è un altro componente essenziale della cura del prato: lo fa rinverdire, scurendolo (cosa particolarmente utile a fine estate), e allontana i muschi. Il ferro è una componente delle cosiddette “sabbie per prato” che si usano per allontanare i muschi.
Se l’area da coprire è ampia, usare uno spandiconcime a cinghia continua, che dovrete passare esattamente come la falciatrice a rullo, ma senza sovrapporre le passate.
Il prato è un divoratore d’acqua, e questo gli vale una motivata stigmatizzazione degli ambientalisti.
Ma se l’acqua non è un problema, dovete annaffiare ogni volta che poggiando il piede sul prato, l’erba non si risolleva perché troppo secca. Non fate irrigazioni brevi, ma lunghe e profonde, su tutta la superficie: questo consente alle radici di affondare bene nel terreno, ancorandosi e rendendo le piante più autonome, vedrete che una volta insediato il prato vi chiederà molta meno acqua.
Il nutriente di cui i tappeti erbosi hanno più bisogno è l’azoto. La quantità e la modalità di somministrazione dipendono dal tipo di prato e di terreno, oltre che altri fattori come l’insolazione e il dilavamento.
Per quasi tutti i tipi di prato sono sufficienti due somministrazioni annuali. Scegliete concimi specifici, che hanno azoto a cessione rapida e lenta, in modo che il prato rinverdisca in pochi giorni e si mantenga verde a lungo. Le concimazioni andrebbero di preferenza fatte in primavera (o inizio estate) e in autunno. Nella seconda fertilizzazione si diminuisce la quantità di azoto, che indurrebbe una crescita veloce e una maggiore esposizione ai patogeni.
Il ferro è un altro componente essenziale della cura del prato: lo fa rinverdire, scurendolo (cosa particolarmente utile a fine estate), e allontana i muschi. Il ferro è una componente delle cosiddette “sabbie per prato” che si usano per allontanare i muschi.
Se l’area da coprire è ampia, usare uno spandiconcime a cinghia continua, che dovrete passare esattamente come la falciatrice a rullo, ma senza sovrapporre le passate.
Altre operazioni annuali
L’aerazione e la scarificazione sono operazioni di manutenzione ordinaria assolutamente indispensabili per la buona salute del prato.
La scarificazione è la rimozione dei detriti, dei filamenti morti, delle infestanti e del muschio. Si deve sicuramente fare a fine estate, e dopo si può concimare e areare. La scarificazione consente anche di mettere a nudo eventuali zone da riseminare o da sostituire. L’areazione è vitale per il prato poiché consente al terreno lo scambio gassoso con l’ossigeno, ma ha anche una funzione meccanica, perché aiuta le radici delle piante a crescere verso il basso e non in orizzontale. L’aerazione va fatta con un forcone o con degli strumenti appositi.
L’aerazione e la scarificazione sono operazioni di manutenzione ordinaria assolutamente indispensabili per la buona salute del prato.
La scarificazione è la rimozione dei detriti, dei filamenti morti, delle infestanti e del muschio. Si deve sicuramente fare a fine estate, e dopo si può concimare e areare. La scarificazione consente anche di mettere a nudo eventuali zone da riseminare o da sostituire. L’areazione è vitale per il prato poiché consente al terreno lo scambio gassoso con l’ossigeno, ma ha anche una funzione meccanica, perché aiuta le radici delle piante a crescere verso il basso e non in orizzontale. L’aerazione va fatta con un forcone o con degli strumenti appositi.
Prati con altri tipi di piante
Si possono creare dei manti verdi con altri tipi di piante che hanno crescita espansa. La camomilla è senz’altro la più nota. Un prato di camomilla non è facile da ottenere e in più è soffice e insofferente al calpestio. Ma il delicato colore verde limetta delle foglie è così fresco che esalta i piccoli fiori che possono crescervi dentro, sortendo un effetto affascinante, fiabesco, fresco e decisamente “inglese”.
Il timo serpillo può arrivare a coprire vaste estensioni di terreno, ma non è molto calpestabile.
Assai nota e di gestione relativamente facile, la Dichondrava bene per i viali e i sentieri tra le pietre. Non ha bisogno di falciature.
Si possono creare dei manti verdi con altri tipi di piante che hanno crescita espansa. La camomilla è senz’altro la più nota. Un prato di camomilla non è facile da ottenere e in più è soffice e insofferente al calpestio. Ma il delicato colore verde limetta delle foglie è così fresco che esalta i piccoli fiori che possono crescervi dentro, sortendo un effetto affascinante, fiabesco, fresco e decisamente “inglese”.
Il timo serpillo può arrivare a coprire vaste estensioni di terreno, ma non è molto calpestabile.
Assai nota e di gestione relativamente facile, la Dichondrava bene per i viali e i sentieri tra le pietre. Non ha bisogno di falciature.
Raccontaci: il tuo prato com’è? Piccolo, grande, sofferente, verdeggiante? Hai domande o consigli che vuoi sottoporre alla community di Houzz? Scrivi e se vuoi allega una foto nei Commenti.
Altro
Piccoli Spazi Verdi: Maggiore Impatto con Poco Prato
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Siamo portati a non chiederci cosa calpestiamo perché lo vediamo di un colore omogeneo, ma non c’è un solo tipo di prato, come non esiste un solo tipo di siepe o di aiuola.
Il prato verde e vellutato tradizionale che associamo alle dimore eleganti è tagliato basso e di frequente (il famoso “prato inglese”).
Il prato ordinario è lasciato un po’ più alto, sebbene debba mantenere un aspetto verdeggiante e compatto.
C’è poi il vero e proprio tappeto erboso, usato per gli sport come il tennis. In quel caso l’erba è resistente al calpestio e allo strappo (fino a un certo punto: se avete visto una finale di Wimbledon avrete notato l’usura della superficie), e l’erba è tagliata molto bassa, rasoterra. Annaffiature e concimazioni sono ravvicinate e costanti, e non c’è assolutamente spazio per imperfezioni, patologie e scorribande di animali domestici.
C’è infine il prato selvatico, che assume molti nomi, come prateria, meadow, campo, prato rustico, prato naturale, ecc. In quel caso l’erba è lasciata decisamente più alta e le falciature si possono ridurre a due l’anno, inoltre spesso vi si piantano fiori o bulbi per punteggiarlo di colori.