Prima e Dopo: Restaurare un Appartamento Anni 70 (Grazie al Giallo)
In un immobile tipicamente anni 70, l’uso di colori brillanti e un tocco d’Oriente hanno dato nuova vita a questo appartamento
Rosaria Di Prata
19 maggio 2016
Freelance appassionata di arredamento e di design, amo viaggiare e leggere, mi interesso di arte, moda e poesia : la vita è un opera e in essa va ricerca la bellezza in ogni sua forma.
Freelance appassionata di arredamento e di design, amo viaggiare e leggere, mi interesso... Altro
L’appartamento ristrutturato dall’architetto Elena Stolfi segue il leitmotiv del recupero di oggetti e materiali tanto da definirlo un lavoro “quasi storiografico”. Le modifiche strutturali sono state minime perché, come spiega «gli spazi esistenti erano divisi già molto bene: ho aperto solo il salone sull’ingresso ed eliminato le porte del disimpegno e della cucina sostituendole con tagli a tutt’altezza per dare maggiore spazialità agli ambienti e per creare una fruizione aperta della zona living».
Fotografie di Giovanni Bocchieri
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Marina C. e Gianni B.
Dove: Roma, zona San Pietro
Anno di costruzione: 1970
Anno di ristrutturazione: 2013/2014
Architetto: Elena Stolfi
Superficie: 130 m² suddivisi in ingresso, soggiorno, cucina, corridoio, bagno di servizio, bagno padronale
Costo: il budget preventivato era di 100 mila euro
Il particolare interessante: i precedenti proprietari erano legati ad un importatore di mobili di antiquariato cinese quindi negli anni hanno accumulato molti pezzi che si è deciso di recuperare
L’immobile è stato realizzato negli anni 70. Si tratta di una palazzina in cortina dove gli appartamenti sono stati rifiniti con materiali di discreto pregio, marmi e parquet. «Il committente si è affidato totalmente alla mia idea di recuperare la storia della casa in cui l’attuale proprietaria aveva trascorso la sua infanzia esprimendo le sue necessità funzionali e la voglia di giocare su alcune mie proposte come l’uso di arredi cinesi», racconta l’architetto Stolfi.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Marina C. e Gianni B.
Dove: Roma, zona San Pietro
Anno di costruzione: 1970
Anno di ristrutturazione: 2013/2014
Architetto: Elena Stolfi
Superficie: 130 m² suddivisi in ingresso, soggiorno, cucina, corridoio, bagno di servizio, bagno padronale
Costo: il budget preventivato era di 100 mila euro
Il particolare interessante: i precedenti proprietari erano legati ad un importatore di mobili di antiquariato cinese quindi negli anni hanno accumulato molti pezzi che si è deciso di recuperare
L’immobile è stato realizzato negli anni 70. Si tratta di una palazzina in cortina dove gli appartamenti sono stati rifiniti con materiali di discreto pregio, marmi e parquet. «Il committente si è affidato totalmente alla mia idea di recuperare la storia della casa in cui l’attuale proprietaria aveva trascorso la sua infanzia esprimendo le sue necessità funzionali e la voglia di giocare su alcune mie proposte come l’uso di arredi cinesi», racconta l’architetto Stolfi.
PRIMA: Il salotto si presentava piuttosto cupo. Le pareti dipinte di toni scuri e l’arredamento classico appesantivano l’ambiente.
«Nella fase d’intervento, si è scelto invece il colore bianco per gli arredi e la tinteggiatura, in questo modo la luce si diffonde uniformemente. Il pavimento in marmo è stato lucidato e si è deciso di tenerlo per la sua particolarità, si tratta di un grigio carnico», riferisce l’architetto. Un contrasto piacevole che viene messo in risalto dall’arredo bianco. L’architetto Stolfi aveva deciso di recuperare le sedie in stile barocco, ma doveva accostarci un elemento neutro che conferisse un aspetto di leggerezza, ragione per la quale ha deciso di scegliere un tavolo neutro con piano trasparente.
Tavolo con piano in cristallo: Tango di Riflessi
Tavolo con piano in cristallo: Tango di Riflessi
«Il giallo è senz’altro il colore dominante: illumina l’ambiente e conferisce agli spazi maggiore contemporaneità, a piccole e sapienti dosi è stato distribuito anche in altri spazi della casa». Le sedie sono state verniciate di bianco e l’imbottitura è gialla, stesso colore presente all’interno del paralume della lampada posta sulla madia.
Lampada: Bourgie di Kartell; madia: Segno di Riflessi
Lampada: Bourgie di Kartell; madia: Segno di Riflessi
PRIMA: Elemento identificativo nelle case edificate negli anni 70 è senz’altro il corridoio che separa i diversi ambienti.
«Durante l’intervento di restyling, l’architetto Stolfi, ha ridato luce e vitalità al corridoio utilizzando il colore grigio alle pareti. Il quadro è stato sostituito con uno specchio, cornice bianca su parete grigia, per gioco di contrasti, una scelta sia estetica che funzionale», racconta. Il mobile cinese è stato invece collocato sul lato opposto.
PRIMA: La precedente cucina presentava una disposizione a L, un arredo inattuale e delle piastrelle scure che incupivano l’ambiente.
«La nuova cucina si presenta funzionale, dalle linee nervose e un po’ maschili, non a caso lo chef di casa è l’uomo e la cucina è stata pensata per lui e con lui. Il piano d’appoggio accanto alla colonna dei forni riprende la stessa sagoma del piano in bagno, in quanto è un richiamo stilistico dettato da una scelta funzionale: distorcere lo spazio e la prospettiva con linee sghembe», spiega.
La cucina è stata realizzata su misura e la scelta di non avere maniglie è stata dell’architetto poiché «tolgono linearità ed orizzontalità al disegno della cucina. Inoltre, la preferenza cromatica è studiata affinché il colore bianco dei pensili esaltasse le tonalità e le venature del legno».
Cucina realizzata su misura: Perugini Cucine
La cucina è stata realizzata su misura e la scelta di non avere maniglie è stata dell’architetto poiché «tolgono linearità ed orizzontalità al disegno della cucina. Inoltre, la preferenza cromatica è studiata affinché il colore bianco dei pensili esaltasse le tonalità e le venature del legno».
Cucina realizzata su misura: Perugini Cucine
PRIMA: Il bagno originale, seppur spazioso, era poco luminoso a causa dei colori presenti. I sanitari ormai datati gli conferivano un’aria troppo “vecchiotta”.
Nella ristrutturazione i sanitari cambiano la loro disposizione e questo diventa il bagno padronale.
Il pavimento ha una texture in legno ripresa dal decoro delle piastrelle. La doccia è ampia e, per scelta del cliente, si è deciso non installare la vasca. L’architetto ha deciso di affidare l’illuminazione a dei faretti perché la luce sia più uniforme e meno decorativa.
Sanitari e lavabo: Ergo di Galassia; rubinetteria: Mare di Fantini
Il pavimento ha una texture in legno ripresa dal decoro delle piastrelle. La doccia è ampia e, per scelta del cliente, si è deciso non installare la vasca. L’architetto ha deciso di affidare l’illuminazione a dei faretti perché la luce sia più uniforme e meno decorativa.
Sanitari e lavabo: Ergo di Galassia; rubinetteria: Mare di Fantini
La camera da letto, essenziale negli arredi risulta essere comunque accogliente grazie a due elementi scelti ad hoc dall’architetto: la testiera imbottita del letto conferisce un aspetto più “morbido” e la preferenza di colori chiari ma caldi crea un mix perfetto.
Letto: Agave di Ditreitalia (modello non più in produzione)
Letto: Agave di Ditreitalia (modello non più in produzione)
La zona studio è stata collocata nella camera da letto. È arredata con una scrivania particolare per modello e colore, disegnata direttamente dall’architetto. Una comoda poltrona bianca completa lo spazio.
Sedia: Amélie di Calligaris
Sedia: Amélie di Calligaris
Per il bagno degli ospiti si alterna il bianco al grigio. Nonostante lo spazio sia ridotto è stata ricavata una pratica doccia sotto la finestra, una scelta non casuale perché come spiega l’architetto Stolfi: «nei bagni stretti e lunghi è la scelta migliore, si crea una doccia comoda e si elimina la percezione di uno spazio simile a un corridoio».
Colpisce senza dubbio la base del lavabo, semplice ma particolare, creata per «alternare la prospettiva in uno spazio piccolo, così il taglio ha la stessa inclinazione del parquet». La mensola collocata sotto il lavabo funge da pratico appoggio per gli asciugamani.
Sanitari: Degradè di Simas; lavabo: Ergo di Galassia; rubinetteria: Acquarelli di Nobili
Colpisce senza dubbio la base del lavabo, semplice ma particolare, creata per «alternare la prospettiva in uno spazio piccolo, così il taglio ha la stessa inclinazione del parquet». La mensola collocata sotto il lavabo funge da pratico appoggio per gli asciugamani.
Sanitari: Degradè di Simas; lavabo: Ergo di Galassia; rubinetteria: Acquarelli di Nobili
PRIMA: Ecco la pianta della casa prima dei lavori.
Qui vediamo invece la pianta della casa a lavori ultimati e con arredi.
Scopri nel Magazine altri consigli e idee per ristrutturare la casa
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La cucina nuova mi pare orribile, con tutto quel bianco, marrone e acciaio. Preferivo la vecchia.
Nel bagno c'è troppo bianco, metterei una pittura color giallo o senape sopra le piastrelle...
Al di la' delle scelte cromatiche, che sono sempre soggettive, mi chiedo se sia davvero necessario mostrare cosi' palesemente quel tubo in corrugato della cappa in cucina. Nessuno lo trova brutto?
Io avrei osato di più, facendo buttare giù la parete esterna della cucina, così entrando dall'ingresso era tolta la concezione del corridoio e si entrava in un open space nel quale si poteva vedere direttamente la finestra in fondo. La cucina però a quel punto l'avrei scelta più bella, senza tutto quel legno austero. Comunque non è brutta come soluzione neanche quella mostrata.