Storie Italiane: Dalle Chiavarine alla Superleggera
Una seduta leggera e artigianale, che nasce in Liguria a inizio ‘800 e attraversa due secoli di storia del design con grande eleganza
Isabella Maruti e Paola Bonfante
4 maggio 2016
Architette e interior designer, lavoriamo con entusiasmo da vent'anni nel settore sia in autonomia, che in collaborazione con altri professionisti. Non ci occupiamo esclusivamente di residenza, ma troviamo la progettazione di spazi per abitare particolarmente stimolante per la relazione che si viene a creare con il cliente che rende ogni progetto "su misura", diverso da tutti gli altri, unico.
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Quante volte i clienti mi hanno chiesto che seduta abbinare al loro tavolo da pranzo, «ma mi raccomando architetto, che sia comoda, leggera e al tempo stesso resistente…». E allora perché non una Chiavarina o una Superleggera?
Gio Ponti, che negli anni ‘50 ha fatto di questa sedia un caso di design, la definiva una “sedia-sedia, senza aggettivi” quasi un oggetto archetipico, un trionfo della normalità. È talmente normale da incarnare la sedia esistita da sempre, che si adatta ad ogni ambiente, semplice e bella.
Gio Ponti, che negli anni ‘50 ha fatto di questa sedia un caso di design, la definiva una “sedia-sedia, senza aggettivi” quasi un oggetto archetipico, un trionfo della normalità. È talmente normale da incarnare la sedia esistita da sempre, che si adatta ad ogni ambiente, semplice e bella.
Questa seduta, ideata in Liguria più di due secoli fa, ancora oggi mostra il suo fascino e si abbina con grande facilità a tavoli da pranzo contemporanei, donando alla stanza stile e calore.
Stiamo parlando di una sedia che ha un’origine artigianale, dunque fatta da linee morbide e accoglienti seppure essenziali e da una lavorazione attenta al dettaglio oggi come ieri.
Stiamo parlando di una sedia che ha un’origine artigianale, dunque fatta da linee morbide e accoglienti seppure essenziali e da una lavorazione attenta al dettaglio oggi come ieri.
I legni sono quelli tipici delle valli liguri: ciliegio selvatico, acero, faggio, talvolta frassino, con la seduta in canna d’India intrecciata. Talvolta la struttura viene laccata, con tinte decise, neri, bianchi o oro in foglia (!). Ma attenzione, in questo caso risulterà più delicata, soprattutto se scegliete il modello con i braccioli, di grande comfort e di raffinata eleganza, ma fragile nel punto in cui la sedia entra in contatto con il bordo del tavolo: la laccatura potrebbe rovinarsi.
Gli artigiani che continuano oggi a produrre con la stessa abilità e cura i modelli di chiavarine, permettono anche la personalizzazione con colori a scelta del cliente. La finitura superficiale potrà essere lucida, semi-lucida, opaca, extra opaca, speciale (come ad olio di lino, che rende il legno particolarmente morbido e naturale al tatto) o sbiancata.
Questa sedia, seppure delicata all’aspetto e ridotta strutturalmente al minimo, divenne un successo per la sua resistenza e per la sua elasticità. La tradizione narra che il suo ideatore, detto il Campanino, che la progettò semplificando modelli di sedie francesi risalenti allo Stile Impero, la collaudò lanciandola dalla finestra: la sedia rimbalzò e non si ruppe!
Negli anni ‘50, il designer milanese Gio Ponti ne fece un oggetto di design declinando le doti della Chiavarina da prodotto artigianale a prodotto industriale creando il modello 699 detta La Superleggera prodotta da Cassina.
La struttura diviene a sezione triangolare, lo schienale leggermente piegato all’indietro assume un carattere più contemporaneo e la seduta, oltre alla canna d’India, prevede anche l’imbottito in tessuto o in pelle.
Una particolare versione in bianco e nero alternato estremizza ulteriormente, se possibile, l’effetto leggerezza.
Anche questa volta il miracolo si compie: è di nuovo un grande successo commerciale, una sedia che diventa uno degli emblemi del design italiano e che gli italiani apprezzano ed acquistano per le loro case.
La struttura diviene a sezione triangolare, lo schienale leggermente piegato all’indietro assume un carattere più contemporaneo e la seduta, oltre alla canna d’India, prevede anche l’imbottito in tessuto o in pelle.
Una particolare versione in bianco e nero alternato estremizza ulteriormente, se possibile, l’effetto leggerezza.
Anche questa volta il miracolo si compie: è di nuovo un grande successo commerciale, una sedia che diventa uno degli emblemi del design italiano e che gli italiani apprezzano ed acquistano per le loro case.
Ponti traduce la genialità artigianale in creatività industriale e idea un prodotto che ne mantiene sia le caratteristiche tecniche che l’estetica. Anche questa volta il battesimo è un volo dal quarto piano e anche questa volta la sedia rimbalza!
Questa evoluzione, che l’ha resa “un classico”, apprezzato dagli architetti di tutto il mondo e incluso in molte collezioni museali, ha portato tuttavia la sedia a una discutibile incoerenza con le concezioni originarie del progettista: da semplice ed economica sedia “per il popolo” la Superleggera è divenuta negli anni un oggetto culturale ricercato, non più rivolto alla massa e con un prezzo di vendita importante.
Questa evoluzione, che l’ha resa “un classico”, apprezzato dagli architetti di tutto il mondo e incluso in molte collezioni museali, ha portato tuttavia la sedia a una discutibile incoerenza con le concezioni originarie del progettista: da semplice ed economica sedia “per il popolo” la Superleggera è divenuta negli anni un oggetto culturale ricercato, non più rivolto alla massa e con un prezzo di vendita importante.
Ma quando utilizzare queste sedute? Il loro pregio, oltre all’eleganza della forma e dei materiali, è la loro leggerezza visiva che le rende ottimali anche nei piccoli spazi in quanto possono essere “attraversate dallo sguardo”. Se la zona pranzo non è tanto grande un tavolo con piano in vetro trasparente e delle chiavarine intorno vi daranno una sensazione di presenza molto discreta, ma non per questo modesta.
Un altro utilizzo interessante è per contrapposizione, di forme e materiali: un tavolo ovale Sarineen bianco dall’aspetto futuristico circondato da chiavarine in essenza; o di colori: su un pavimento scuro una seduta con la struttura bianca (o il contrario) per ottenere un effetto più grafico.
La Ricetta (Semi) Infallibile per Abbinare Tavolo e Sedie
La Ricetta (Semi) Infallibile per Abbinare Tavolo e Sedie
Se siete stati così fortunati da avere negli anni collezionato chiavarine di modelli diversi, potrete sempre renderle omogenee laccandole tutte con un unico colore molto particolare che le metta in evidenza come in questa foto.
Ma se vi doveste stufare non lanciatele dalla finestra… perché non riuscirete a romperle!
Ma se vi doveste stufare non lanciatele dalla finestra… perché non riuscirete a romperle!
E ora, a te la parola: hai una Chiavarina o una Superleggera? A che tavolo l’hai abbinata? Condividi una foto nei Commenti.
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Io ne ho ancora della mia famiglia, comperate circa 60 anni fa. Ma la seduta si è rotta. Dove le posso portare per il restauro? Grazie.
Noi effettuiamo anche il servizio di reimpagliatura, ci contatti su info@levaggisedie.it