Le Case di Houzz: Liberty e Fantasia in una Villa Parigina di Fine 800
Eclettismo, poesia ed eleganza caratterizzano questa lussuosa villa cittadina, che oscilla tra fascino, modernità e un tocco orientale
Situato in posizione ideale, nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés, questo antico hôtel particulier è stato completamente rimesso a nuovo dall’architetto d’interni nonché arredatrice Élodie Sire, su richiesta di una giovane coppia di acquirenti, che si era rivolta a lei già qualche anno prima per la ristrutturazione di un altro appartamento. «Sono venuti di nuovo a cercarmi perché conoscevano il mio stile, apprezzavano il mio modo di lavorare e potevano lasciarmi carta bianca, certi del fatto che non li avrei delusi», precisa Élodie. Questa maestosa residenza di 400 metri quadrati, che gode di una posizione privilegiata nel centro di Parigi, si sviluppa su cinque piani e, al secondo, ospita un’ampia terrazza di 60 metri quadrati. «Nessuno ci aveva più messo le mani dagli anni Ottanta. Si trovava in uno stato pietoso e aveva un aspetto tetro, soprattutto al primo piano. Per questo, abbiamo cercato di schiarire al massimo le stanze buie, dai soffitti bassi, e abbiamo rivisto da zero l’intera disposizione delle stanze presenti nell’edificio. L’idea di fondo era di trasformare questo hôtel particulier, una villa singola in centro città, inizialmente un po’ triste, in una bella casa luminosa, con giardino».
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una coppia con figli
Dove: Saint-Germain-des-Prés, nel VI Arrondissement di Parigi
Tempistica: consegna del progetto prevista per il 2011; villa risalente alla fine dell’Ottocento
Superficie: 400 metri quadrati e 60 metri quadrati di terrazza
Architetto d’interni: Élodie Sire dello studio d.mesure
Il particolare interessante: questo hôtel particulier è stato costruito alla fine dell’Ottocento.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una coppia con figli
Dove: Saint-Germain-des-Prés, nel VI Arrondissement di Parigi
Tempistica: consegna del progetto prevista per il 2011; villa risalente alla fine dell’Ottocento
Superficie: 400 metri quadrati e 60 metri quadrati di terrazza
Architetto d’interni: Élodie Sire dello studio d.mesure
Il particolare interessante: questo hôtel particulier è stato costruito alla fine dell’Ottocento.
«L’entrata è davvero angusta: non si fa tempo a varcare la soglia, che ci si ritrova direttamente sulle scale, che erano già lì, ma hanno avuto diritto a una seconda vita» spiega Élodie Sire, la quale ha provveduto anche al decapaggio di tutte le superfici in ghisa. «Il corrimano in rovere è stato conservato e verniciato di nero, mentre le alzate dei gradini sono state dipinte di grigio scuro».
La statua apparteneva già alla proprietaria, la lampada a muro dal design industriale che illumina l’ingresso, invece, viene da un mercato delle pulci.
La statua apparteneva già alla proprietaria, la lampada a muro dal design industriale che illumina l’ingresso, invece, viene da un mercato delle pulci.
A destra dell’ingresso, una porta conduce al garage. «È stata realizzata a partire da un’anta in ghisa di inizio Ottocento, che ho acquistato da un antiquario e inserito all’interno di in un normale pannello. Anche il termosifone, sempre in ghisa, ha subìto il processo di decapaggio».
Le immagini che vediamo qui, scattate da un’amica della proprietaria, la fotografa Catalina Swinburn, movimentano la parete bianca di queste scale: un dittico molto intenso, focalizzato sugli occhi di una donna che indossa un velo fatto di banconote.
Salendo le scale, arriviamo al primo piano (ossia il secondo livello dell’abitazione), dove troviamo un open space che accoglie la sala da pranzo e la cucina.
L’arredo principale, che dà un tono all’intero ambiente, è rappresentato da un tavolo rettangolare e massiccio, in ghisa, di inizio Novecento; viene da un mercatino di antiquariato, come le sedie. Quelle color giallo miele sono un’imitazione della Serie 7 del designer Arne Jacobsen. Qui vengono abbinate ad altre sedie in Skai e metallo degli anni Cinquanta. «Il parquet è stato rifatto completamente, posando alcune grandi formelle tipo Versailles, grigie o nere a seconda dei piani, ma tutte in rovere massello, acquistate nel negozio parigino Autrement les Sols».
L’arredo principale, che dà un tono all’intero ambiente, è rappresentato da un tavolo rettangolare e massiccio, in ghisa, di inizio Novecento; viene da un mercatino di antiquariato, come le sedie. Quelle color giallo miele sono un’imitazione della Serie 7 del designer Arne Jacobsen. Qui vengono abbinate ad altre sedie in Skai e metallo degli anni Cinquanta. «Il parquet è stato rifatto completamente, posando alcune grandi formelle tipo Versailles, grigie o nere a seconda dei piani, ma tutte in rovere massello, acquistate nel negozio parigino Autrement les Sols».
Nello stesso locale si trova anche la cucina Boffi, laccata bianca, dal design minimalista, scelta apposta per schiarire al massimo questa stanza non molto alta che, all’inizio, era davvero buia. Il soffitto, in particolare, è stato dipinto di bianco per alleggerire l’effetto della decorazione con travi a vista, presente un po’ ovunque nella casa.
Per di più, l’arredatrice ha voluto creare un gioco di contrasti, basato su un’idea di rottura tra lo stile rustico della sala da pranzo o del parquet e la modernità dei mobili semilaccati della cucina, di colore bianco lucido. «Compro spesso arredi antichi, ma poi adoro spezzare lo stile rétro, inserendo elementi molto moderni», chiarisce Élodie.
Per di più, l’arredatrice ha voluto creare un gioco di contrasti, basato su un’idea di rottura tra lo stile rustico della sala da pranzo o del parquet e la modernità dei mobili semilaccati della cucina, di colore bianco lucido. «Compro spesso arredi antichi, ma poi adoro spezzare lo stile rétro, inserendo elementi molto moderni», chiarisce Élodie.
Attiguo alla cucina, c’è anche un salottino. «Era una stanza piccola e, all’inizio, non di particolare interesse, che abbiamo trasformato in uno spazio ricreativo, grazie ad alcune poltroncine in pelle e a un vecchio calcio balilla, preso sempre al mercato delle pulci». Alla parete è appeso un quadro raffigurante un toro, che porta la firma di Jorge Estevez.
Al terzo piano, si trova un soggiorno ampio e luminoso, merito, soprattutto, dei soffitti molto alti. «Abbiamo ridipinto tutto usando tinte molto chiare, rifatto il parquet e scelto le tende bianche per riuscire a ottenere il massimo della luce».
Sulla sinistra c’è un divano in lino color verde acqua, realizzato su misura da Bruder. Le due poltrone dotate di poggiapiedi arrivano invece da Gastou.
Sulla sinistra c’è un divano in lino color verde acqua, realizzato su misura da Bruder. Le due poltrone dotate di poggiapiedi arrivano invece da Gastou.
«Il divano Boa dei fratelli Campana è stato un vero e proprio colpo di fulmine per la padrona di casa, perciò sono partita da lì per arredare il resto del soggiorno». Il caminetto rivestito in acciaio inox che si vede in fondo alla stanza, dallo scopo puramente decorativo, proviene dalla galleria di Yves Gastou. Il ciottolo dorato, scultoreo e solenne, che vivacizza lo spazio rimasto tra il muro e il divano, Élodie l’ha trovato, invece, da un antiquario. Appesi alle pareti, altre due fotografie di Catalina Swinburn e un grande ritratto di Philippe Pasqua, conferiscono alla stanza un leggero tocco orientale.
Questo enorme e sublime soggiorno dà direttamente sulla terrazza: vi accediamo tramite una grande porta finestra, davanti a cui è stata realizzata una piccola pedana, che ricorda un podio.
«La terrazza è stata arredata in modo molto semplice: il pavimento è stato ricoperto di ghiaia e abbiamo fatto installare una struttura metallica, simile a un pergolato. Dopodiché l’abbiamo riempita di piante».
Per poter celare la vista dall’esterno, infatti, è stato necessario nascondere una parte della terrazza. Anche l’arredo giardino arriva dal mercato delle pulci.
Per poter celare la vista dall’esterno, infatti, è stato necessario nascondere una parte della terrazza. Anche l’arredo giardino arriva dal mercato delle pulci.
Il quarto piano – dedicato ai bambini – può essere facilmente suddiviso in tre, per mezzo di porte scorrevoli, che consentono di separare tre ambienti distinti: un soggiorno con la TV, una camera da letto e un bagno adiacente.
«Ho progettato io questo letto a castello dall’aspetto ludico, pieno com’è di cassetti e nascondigli segreti, e un artigiano lo ha poi realizzato. Dopodiché, l’artista nonché pittore decoratore Jorge Estevez ha completato l’opera valorizzandola con i colori».
«Il bagno, espressamente dedicato ai bambini, è stato progettato su misura per loro». Il pezzo forte di questa stanza? Un magnifico lavabo d’epoca, di quelli che si usavano nelle scuole, acquistato in un negozio di anticaglie e risalente agli anni Trenta. «La vasca da bagno è in cemento spatolato».
«L’armadio a muro è realizzato con lo stesso legno del letto e con alcune lastre in metallo, acquistate in un negozio di anticaglie».
«Sempre in un negozio di oggetti antichi, ho comprato alcuni vecchi planisferi per rivestire l’interno degli armadi e dare un tocco divertente a questi arredi». Un’idea carina per insegnare la geografia ai bambini giorno per giorno e in modo semplice.
Veduta della saletta TV per i bambini, con divani in pelle, scovati al mercato delle pulci di Saint-Ouen.
Il bagno in cemento spatolato è adiacente a una stanza degli ospiti, sempre allo stesso piano.
La tazza del WC è nera laccata. «Detesto i sanitari bianchi, mentre il lavandino è stato creato a partire da una piccola fioriera in bronzo», rivela l’arredatrice. Il rivestimento alle pareti realizzato con calce patinata, di un verde aleatorio e luminoso, porta la firma di Jorge Estevez.
Il quinto e ultimo piano è riservato ai genitori. Il letto, che arriva da Conran Shop, è posizionato al centro della stanza, provvista di un lussureggiante balcone. La panca imbottita in pelle arriva da un negozio di oggetti antichi di Saint-Ouen. Il parquet del pavimento è stato trattato con vernice nera.
Alla parete è appeso uno dei sublimi ritratti della fotografa olandese Desiree Dolron.
Alla parete è appeso uno dei sublimi ritratti della fotografa olandese Desiree Dolron.
Sempre su questo piano, l’ambiente che conduce alla doccia viene nobilitato dalla presenza di un’elegante ringhiera in ferro battuto, acquistata da un antiquario, che porta la firma di Raymond Subes, famoso fabbricante e commerciante di opere in ferro battuto del secolo scorso.
«Tutte le ante del guardaroba sono realizzate come un patchwork fatto di specchi antichi».
«Tutte le ante del guardaroba sono realizzate come un patchwork fatto di specchi antichi».
Il bagno è la prima stanza che si incontra arrivando al quinto piano. «Il pezzo forte di questo ambiente è la fontana in marmo, riadattata a lavabo».
«Alcuni pannelli in rame dell’artista Sabatier, che negli anni Settanta lavorava il metallo, sono stati montati alla parete come ante per il guardaroba».
Adiacente alla camera da letto si trova un tavolo rotondo, con piano in pelle e base d’appoggio in acciaio inox spazzolato. Dietro, scorgiamo una celebre fotografia di elefanti, firmata Nick Brandt.
Veduta dell’ingresso ai servizi igienici attigui al bagno padronale, ai quali si accede tramite una porta curva.
Per conferire un tono a questo locale, Jorge Estevez ha creato una sorprendente patina dorata, realizzata in gesso, con l’intento primario di dare vita a un’ambiente dal paesaggio lunare. Vi accediamo quindi come a un piccolo santuario che, guardandolo da fuori, proprio non ci si aspetta di trovare.
Per conferire un tono a questo locale, Jorge Estevez ha creato una sorprendente patina dorata, realizzata in gesso, con l’intento primario di dare vita a un’ambiente dal paesaggio lunare. Vi accediamo quindi come a un piccolo santuario che, guardandolo da fuori, proprio non ci si aspetta di trovare.
«Si entra passando per questa porta verde, che è ancora quella originaria, a cui abbiamo cambiato solo il colore». L’architetto paesaggista Camille Muller è intervenuta sulla terrazza e sulla facciata apportando un tocco green, grazie ad alcune piante ornamentali. «Per la porta d’ingresso e gli scuri ho perciò scelto questa tinta verderame, in modo da richiamare la vegetazione che aveva invaso la facciata», spiega l’arredatrice.
Le due lampade a muro che circondano l’entrata, conferendole un carattere maestoso, arrivano invece da un negozio di anticaglie di Saint-Ouen.