Guida Superfici Antibatteriche: Nuove Finiture e Materiali Attivi
Alla ricerca della massima igiene: quali sono le opzioni possibili per avere superfici antibatteriche
Utili soprattutto in luoghi densamente frequentati, come gli ospedali o le scuole, le superfici antibatteriche possono essere di diverso tipo: ci sono materiali che, di per sé, hanno caratteristiche di questo tipo e altri che diventano biocidi grazie a specifiche finiture. Cerchiamo di fare chiarezza, consapevoli che si tratti di un settore in continua evoluzione grazie al moltiplicarsi di ricerche, e anche che, in casa, spesso sono sufficienti le normali operazioni di pulizie, anche semplicemente a base di acqua e sapone, per stare sicuri.
Altri materiali che non hanno bisogno di una finitura sulla propria superficie per garantire alti parametri di igiene sono i soldi surface, cioè i materiali compositi solitamente realizzati combinando miscele a base di resine, minerali e pigmenti e usati spesso per il piano della cucina o per i lavabi in bagno. Grazie alla loro specifica composizione e alla cottura ad altissime temperature, non sono porosi – e quindi non permettono alla polvere e alle sostanze organiche di annidarsi – e hanno caratteristiche batteriostatiche.
Si tratta, cioè, di superfici capaci di sfavorire la crescita di microbi e batteri. Fra questi, il Corian, la Fragranite, il Fenix, il Krion e il Laminam.
Un Lavello da Cucina in Composito È una Valida Alternativa?
Solid Surface in Bagno: Pro e Contro per Lavabo, Top e Vasca
Un Lavello da Cucina in Composito È una Valida Alternativa?
Solid Surface in Bagno: Pro e Contro per Lavabo, Top e Vasca
Le finiture antibatteriche
Un altro capitolo riguarda le finiture antibatteriche posate sulla superficie dei materiali in un secondo momento.
In questo caso si tratta nella maggior parte dei casi di finiture a base di nanoparticelle (cioè particelle formate da molecole con un diametro compreso fra 1 e 100 nm) attive.
Un altro capitolo riguarda le finiture antibatteriche posate sulla superficie dei materiali in un secondo momento.
In questo caso si tratta nella maggior parte dei casi di finiture a base di nanoparticelle (cioè particelle formate da molecole con un diametro compreso fra 1 e 100 nm) attive.
Riassume lo scenario Piersanto Pallavicini, full professor, Coordinatore di Dottorato in Scienze Chimiche, Farmaceutiche e Innovazione Industriale del Dipartimento di Chimica presso l’Università di Pavia: «Ci sono principalmente due tecnologie utili in questo ambito: quelle basate sull’applicazione di nanoparticelle di argento, attive perché si tratta di un materiale intrinsecamente antibatterico (cioè il contatto con queste particelle o con i loro ioni genera un’azione disinfettante); quelle che sfruttano le particelle di ossido di zinco e titanio, capaci di reagire, con l’ossigeno, e generare specie reattive a loro volta disinfettanti (le cosiddette ROS, Reactive Oxygen Species, specie reattive all’ossigeno)».
Un’altra strada, parte del mondo delle finiture, riguarda l’applicazione sulle superfici di polimeri che rilasciano disinfettanti, solitamente a base di sali di ammonio quaternari o iodopovidone (lo stesso disinfettante usato, per esempio, per il Betadine).
La durata nel tempo delle finiture
Sull’efficacia nel tempo delle finiture antibatteriche la discussione è ancora aperta; le variabili sono legate soprattutto alla frequenza d’uso: se la finitura è posata sulla superficie del materiale, man mano che viene utilizzata si assottiglia e le nanoparticelle vengono consumate.
Se, invece, sono inglobate nella massa del materiale, l’efficacia potrebbe allungarsi, anche se le nanoparticelle si attivano solo nel momento in cui si trovano sulla superficie.
Sull’efficacia nel tempo delle finiture antibatteriche la discussione è ancora aperta; le variabili sono legate soprattutto alla frequenza d’uso: se la finitura è posata sulla superficie del materiale, man mano che viene utilizzata si assottiglia e le nanoparticelle vengono consumate.
Se, invece, sono inglobate nella massa del materiale, l’efficacia potrebbe allungarsi, anche se le nanoparticelle si attivano solo nel momento in cui si trovano sulla superficie.
I campi di applicazione
La richiesta di superfici antibatteriche è alta sopratutto per gli elementi che vengono toccati da più persone e che, quindi, alzano il rischio nella diffusione di virus, batteri e funghi. È il caso, ad esempio, delle maniglie oppure dei touch screen installati nei pannelli per le prenotazioni delle visite negli ospedali, negli sportelli POS delle banche o nelle Poste. Per quanto riguarda gli interni residenziali, torna il professor Pallavicini: «In casa, visto che tendiamo ad avere la massima pulizia le finiture antibatteriche forse hanno meno utilità, perché si raggiunge lo stesso risultato con le abituali operazioni di pulizia».
Una scelta che va motivata e spiegata ai clienti. Anche per quanto riguarda i costi.
La richiesta di superfici antibatteriche è alta sopratutto per gli elementi che vengono toccati da più persone e che, quindi, alzano il rischio nella diffusione di virus, batteri e funghi. È il caso, ad esempio, delle maniglie oppure dei touch screen installati nei pannelli per le prenotazioni delle visite negli ospedali, negli sportelli POS delle banche o nelle Poste. Per quanto riguarda gli interni residenziali, torna il professor Pallavicini: «In casa, visto che tendiamo ad avere la massima pulizia le finiture antibatteriche forse hanno meno utilità, perché si raggiunge lo stesso risultato con le abituali operazioni di pulizia».
Una scelta che va motivata e spiegata ai clienti. Anche per quanto riguarda i costi.
I costi
Un altro argomento sensibile riguarda i costi e anche in questo caso lo spettro è molto ampio. Nonostante il quantitativo di materiali attivo sia molto piccolo – considerate le dimensioni delle nanoparticelle – modificare la filiera produttiva per aggiungere una finitura antibatterica a una superficie potrebbe essere particolarmente oneroso.
Per quanto riguarda i metalli come il rame e l’argento, invece, il costo – sopratutto per il secondo – è alto e la valutazione finale riguarderà la quantità necessaria perché l’elemento diventi efficace e la necessità, cioè se ci si trova in un ambiente che ha bisogno di un alto livello di ‘protezione’. Più informazioni condividerai coi tuoi clienti più sarà facile comprendere costi, ordini e tempi legati alla scelta dei materiali e dei fornitori.
Con Houzz Pro hai a disposizione molti strumenti per lavorare meglio e con più organizzazione coi tuoi clienti. Scopri di più. La sottoscrizione a Houzz Pro è adatta a ogni tipo di budget e team. Sei un professionista? Vai al sito pro.houzz.it per provare Houzz Pro. Oppure visita il sito houzz.it/pro per scoprire prezzi e servizi.
Che ne pensi? Credi che le superfici antibatteriche avranno un incremento nella loro diffusione? Scrivici nei Commenti
Altro
Nuove Pitture Ecologiche per la Casa dalle Proprietà Sorprendenti
10 Consigli e Trucchi per Pulire la Tua Casa con Prodotti Naturali
Un altro argomento sensibile riguarda i costi e anche in questo caso lo spettro è molto ampio. Nonostante il quantitativo di materiali attivo sia molto piccolo – considerate le dimensioni delle nanoparticelle – modificare la filiera produttiva per aggiungere una finitura antibatterica a una superficie potrebbe essere particolarmente oneroso.
Per quanto riguarda i metalli come il rame e l’argento, invece, il costo – sopratutto per il secondo – è alto e la valutazione finale riguarderà la quantità necessaria perché l’elemento diventi efficace e la necessità, cioè se ci si trova in un ambiente che ha bisogno di un alto livello di ‘protezione’. Più informazioni condividerai coi tuoi clienti più sarà facile comprendere costi, ordini e tempi legati alla scelta dei materiali e dei fornitori.
Con Houzz Pro hai a disposizione molti strumenti per lavorare meglio e con più organizzazione coi tuoi clienti. Scopri di più. La sottoscrizione a Houzz Pro è adatta a ogni tipo di budget e team. Sei un professionista? Vai al sito pro.houzz.it per provare Houzz Pro. Oppure visita il sito houzz.it/pro per scoprire prezzi e servizi.
Che ne pensi? Credi che le superfici antibatteriche avranno un incremento nella loro diffusione? Scrivici nei Commenti
Altro
Nuove Pitture Ecologiche per la Casa dalle Proprietà Sorprendenti
10 Consigli e Trucchi per Pulire la Tua Casa con Prodotti Naturali
Come accennato poco fa, ci sono alcuni materiali che hanno caratteristiche intrinseche di protezione contro la diffusione di batteri, virus e funghi.
Quelli la cui efficacia è conosciuta da lungo tempo sono il rame e l’argento e, di conseguenza, anche le leghe metalliche che ne contengono una percentuale, come l’ottone, per esempio.
Semplificando, il contatto degli agenti patogeni con le particelle di questi materiali genera un’azione disinfettante.
Negli ospedali, infatti, non è raro trovare maniglie con componenti metalliche di questo tipo.