I Pro Italiani Raccontano: Come Sostituire il Pavimento in Cucina
Come cambiare pavimento in cucina (anche) senza smontare i mobili
Perché rovinato o perché si vuole trasformare l’aspetto dell’ambiente, la scelta di sostituire il pavimento in cucina senza smontarla deve tenere in considerazione diversi fattori, legati al tipo di materiale presente e a quello desiderato, alle possibilità di investimento, alla consapevolezza sul tipo di cantiere che si dovrà aprire e al tempo durante il quale la stanza sarà inaccessibile.
Per avere dei parametri concreti basati sull’esperienza dei professionisti, abbiamo interpellato tre tecnici del settore, chiedendogli dettagli a proposito dei materiali e dei tipi di posa più adatti in caso di sostituzione di un rivestimento esistente, quali costi e tempi aspettarsi e come affrontare il percorso burocratico.
Consigli professionali di
Alessandra Parolini, architetto di Archimentelab, Busnago (MB)
Stefano Cristiani, responsabile tecnico e commerciale di Maro Cristiani, San Giuliano Terme (PI)
Michele Bedetta e Fabio Colmano, architetti di Isola Progetti, Milano
Clicca qui per accedere a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti consiglia il miglior professionista della posa di pavimenti delle tua zona
Per avere dei parametri concreti basati sull’esperienza dei professionisti, abbiamo interpellato tre tecnici del settore, chiedendogli dettagli a proposito dei materiali e dei tipi di posa più adatti in caso di sostituzione di un rivestimento esistente, quali costi e tempi aspettarsi e come affrontare il percorso burocratico.
Consigli professionali di
Alessandra Parolini, architetto di Archimentelab, Busnago (MB)
Stefano Cristiani, responsabile tecnico e commerciale di Maro Cristiani, San Giuliano Terme (PI)
Michele Bedetta e Fabio Colmano, architetti di Isola Progetti, Milano
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«Diventa necessario sostituire il pavimento di una cucina – continua – quando ci si trova ad affrontare problemi idraulici quali ad esempio una perdita o un tubo rotto; se abbiamo un pavimento sconnesso e quindi difficilmente pulibile e problematico dal punto di vista dell’igiene; nel momento in cui si crea l’intenzione di rinnovare ed innovare il proprio ambiente posando un nuovo pavimento».
Se in questi primi due casi non sarà necessario smontare la cucina per sostituire il pavimento, ci sono altri casi in cui invece il discorso cambia, come quando si vuole cambiare proprio la composizione dell’ambiente, per fare un esempio. Ne parla Alessandra Parolini: «Ci sono diversi motivi per decidere la sostituzione della pavimentazione di una cucina. In primo luogo, per motivi estetici: un vecchio pavimento, usurato o semplicemente datato, potrebbe non rientrare nel nuovo stile di un restyling più generale. Si potrebbe valutare la sostituzione del pavimento anche per motivi di nuova disposizione dei locali e degli arredi, per la sostituzione di impianti a terra o per l’inserimento di un riscaldamento a pavimento».
Se in questi primi due casi non sarà necessario smontare la cucina per sostituire il pavimento, ci sono altri casi in cui invece il discorso cambia, come quando si vuole cambiare proprio la composizione dell’ambiente, per fare un esempio. Ne parla Alessandra Parolini: «Ci sono diversi motivi per decidere la sostituzione della pavimentazione di una cucina. In primo luogo, per motivi estetici: un vecchio pavimento, usurato o semplicemente datato, potrebbe non rientrare nel nuovo stile di un restyling più generale. Si potrebbe valutare la sostituzione del pavimento anche per motivi di nuova disposizione dei locali e degli arredi, per la sostituzione di impianti a terra o per l’inserimento di un riscaldamento a pavimento».
Come organizzarsi
Essendo una cucina vissuta, nella maggior parte dei casi gli arredi saranno fissi e difficili da rimuovere. Un potenziale ostacolo nel rifacimento integrale del pavimento? Non particolarmente: i Pro ci confermano che rifare il pavimento senza smontare la cucina è possibile.
«Ovviamente in condizioni ottimali i mobili della cucina dovrebbero essere rimossi prima di iniziare le lavorazioni. Se proprio non è possibile, si può rimuovere lo zoccolo alla base dei mobili e arrivare con il nuovo pavimento a filo con i piedini dei moduli del mobile cucina, in modo che, rimontando lo zoccolo, non si percepisca l’interruzione»: è la proposta risolutiva di Isola Progetti.
Anche gli altri professionisti coinvolti non vedono la presenza degli arredi come un problema insormontabile, visto che la maggior parte dei materiali per i rivestimenti può essere tagliata su misura in fase di posa o arrivare in cantiere già nelle geometrie e nelle dimensioni che seguono i profili dei mobili.
Essendo una cucina vissuta, nella maggior parte dei casi gli arredi saranno fissi e difficili da rimuovere. Un potenziale ostacolo nel rifacimento integrale del pavimento? Non particolarmente: i Pro ci confermano che rifare il pavimento senza smontare la cucina è possibile.
«Ovviamente in condizioni ottimali i mobili della cucina dovrebbero essere rimossi prima di iniziare le lavorazioni. Se proprio non è possibile, si può rimuovere lo zoccolo alla base dei mobili e arrivare con il nuovo pavimento a filo con i piedini dei moduli del mobile cucina, in modo che, rimontando lo zoccolo, non si percepisca l’interruzione»: è la proposta risolutiva di Isola Progetti.
Anche gli altri professionisti coinvolti non vedono la presenza degli arredi come un problema insormontabile, visto che la maggior parte dei materiali per i rivestimenti può essere tagliata su misura in fase di posa o arrivare in cantiere già nelle geometrie e nelle dimensioni che seguono i profili dei mobili.
Quali permessi bisogna richiedere?
Cambiare pavimento a un ambiente residenziale non è un’operazione particolarmente complessa, ma c’è comunque una procedura da seguire.
«Il rifacimento della pavimentazione – chiarisce Alessandra Parolini –, se non inserito in una ristrutturazione, viene considerato manutenzione ordinaria, perciò non può usufruire delle agevolazioni fiscali e non richiede particolari pratiche; basterà una semplice dichiarazione in Comune e, in caso debba realizzarsi
in un condominio, una lettera all’amministratore».
Cambiare pavimento a un ambiente residenziale non è un’operazione particolarmente complessa, ma c’è comunque una procedura da seguire.
«Il rifacimento della pavimentazione – chiarisce Alessandra Parolini –, se non inserito in una ristrutturazione, viene considerato manutenzione ordinaria, perciò non può usufruire delle agevolazioni fiscali e non richiede particolari pratiche; basterà una semplice dichiarazione in Comune e, in caso debba realizzarsi
in un condominio, una lettera all’amministratore».
I materiali
Argomento complesso perché molto vasto, quello che riguarda la scelta dei materiali è un capitolo che richiede tempo, per riuscire a selezionare il rivestimento più adatto dal punto di vista della destinazione d’uso e delle preferenze stilistiche.
Da Alessandra Parolini, una rassegna che propone ed elenca i materiali adatti a sostituire o coprire un pavimento esistente in relazione anche al prezzo: «Il materiale per eccellenza in fatto di resistenza e praticità per la pavimentazione di una cucina è sicuramente il gres porcellanato: resistente, di forme e dimensioni varie ed un prezzo che può andare dai 35 ai 70 euro/mq, può adattarsi a qualsiasi stile. Lo svantaggio di questo materiale, soprattutto in caso di sostituzione dell’esistente, è lo spessore (circa 1 cm), che richiede un attento esame di fattibilità in caso di presenza di porte e porte finestre.
Un materiale simile in fatto di resistenza e pulizia al gres porcellanato è la Kerlite, ai vantaggi del gres si aggiunge anche il ridotto spessore (dai 3 ai 6 mm), in questo caso la discriminante è il prezzo, che si aggira intorno ai 100 euro/mq.
In entrambi i casi, prima della posa, si dovrà carteggiare il pavimento esistente e stendere un primer aggrappante.
Argomento complesso perché molto vasto, quello che riguarda la scelta dei materiali è un capitolo che richiede tempo, per riuscire a selezionare il rivestimento più adatto dal punto di vista della destinazione d’uso e delle preferenze stilistiche.
Da Alessandra Parolini, una rassegna che propone ed elenca i materiali adatti a sostituire o coprire un pavimento esistente in relazione anche al prezzo: «Il materiale per eccellenza in fatto di resistenza e praticità per la pavimentazione di una cucina è sicuramente il gres porcellanato: resistente, di forme e dimensioni varie ed un prezzo che può andare dai 35 ai 70 euro/mq, può adattarsi a qualsiasi stile. Lo svantaggio di questo materiale, soprattutto in caso di sostituzione dell’esistente, è lo spessore (circa 1 cm), che richiede un attento esame di fattibilità in caso di presenza di porte e porte finestre.
Un materiale simile in fatto di resistenza e pulizia al gres porcellanato è la Kerlite, ai vantaggi del gres si aggiunge anche il ridotto spessore (dai 3 ai 6 mm), in questo caso la discriminante è il prezzo, che si aggira intorno ai 100 euro/mq.
In entrambi i casi, prima della posa, si dovrà carteggiare il pavimento esistente e stendere un primer aggrappante.
Altri materiali validi in caso di sostituzione della pavimentazione di una cucina sono il laminato e i materiali vinilici. Anche in questo caso, siamo di fronte a
materiali resistenti e di facile manutenzione. Questi materiali
sostituiscono il parquet tradizionale; sicuramente meno pregiati del legno che solitamente sostituiscono per fattezze e colori, hanno uno spessore di 3/5mm e vengono posati sopra un tappetino.
Infine un altro buon materiale, sempre più presente nelle case di stile contemporaneo, è la resina. Deve essere stesa con più passaggi e il pavimento preesistente deve essere carteggiato e rasato per non far intravedere le fughe, perciò il prezzo è molto influenzato dalla mano d’opera, più che dal costo stesso del materiale. Il costo sarà proporzionalmente più basso su grandi dimensioni; per una cucina media, la finitura in resina può costare intorno ai 150 euro/mq».
materiali resistenti e di facile manutenzione. Questi materiali
sostituiscono il parquet tradizionale; sicuramente meno pregiati del legno che solitamente sostituiscono per fattezze e colori, hanno uno spessore di 3/5mm e vengono posati sopra un tappetino.
Infine un altro buon materiale, sempre più presente nelle case di stile contemporaneo, è la resina. Deve essere stesa con più passaggi e il pavimento preesistente deve essere carteggiato e rasato per non far intravedere le fughe, perciò il prezzo è molto influenzato dalla mano d’opera, più che dal costo stesso del materiale. Il costo sarà proporzionalmente più basso su grandi dimensioni; per una cucina media, la finitura in resina può costare intorno ai 150 euro/mq».
Che tipo di cantiere aspettarsi?
Dall’intervento appena concluso abbiamo ricevuto alcune informazioni utili anche a proposito del cantiere, anche se molto dipende – tanto sui tempi quanto sui costi – da qual è il materiale da sostituire.
«L’organizzazione del cantiere è condizionato dal materiale presente – confermano Michele Bedetta e Fabio Colmano –. Se il pavimento esistente è in materiale ceramico occorre demolirlo con l’uso di un martello elettrico. In alternativa, nel caso in cui il pavimento esistente sia ben ancorato, si può andare in sovrapposizione, valutando come compensare la differenza di quota rispetto ai pavimenti dei locali adiacenti.
Se il sottofondo è in buone condizioni si può posare direttamente il nuovo pavimento, altrimenti si deve procedere al rifacimento del massetto. In tal caso occorre considerare l’opportunità/necessità di un rinforzo strutturale del solaio, specie negli edifici storici con strutture orizzontali in legno».
Dall’intervento appena concluso abbiamo ricevuto alcune informazioni utili anche a proposito del cantiere, anche se molto dipende – tanto sui tempi quanto sui costi – da qual è il materiale da sostituire.
«L’organizzazione del cantiere è condizionato dal materiale presente – confermano Michele Bedetta e Fabio Colmano –. Se il pavimento esistente è in materiale ceramico occorre demolirlo con l’uso di un martello elettrico. In alternativa, nel caso in cui il pavimento esistente sia ben ancorato, si può andare in sovrapposizione, valutando come compensare la differenza di quota rispetto ai pavimenti dei locali adiacenti.
Se il sottofondo è in buone condizioni si può posare direttamente il nuovo pavimento, altrimenti si deve procedere al rifacimento del massetto. In tal caso occorre considerare l’opportunità/necessità di un rinforzo strutturale del solaio, specie negli edifici storici con strutture orizzontali in legno».
I tempi
Ed ecco un altro capitolo fondamentale quando si pensa ad un intervento nell’ambiente più vissuto della casa: per quanto tempo sarà da considerare inaccessibile e, quindi, per quanto tempo bisognerà patire le conseguenze di avere un cantiere aperto?
Chiaramente, dipende dal tipo di materiale esistente e futuro; per cercare dei parametri ragionevoli, Stefano Cristiani indica che «Si va da un giorno per i pavimenti adesivi applicabili in autonomia sul pavimento preesistente fino a circa una settimana/dieci giorni per quei pavimenti che devono essere posati in alternativa a quelli esistenti».
Più specifici i progettisti di Isola Progetti: «Per un pavimento ceramico in sovrapposizione occorrono circa 3 giorni (uno per stesura e asciugatura aggrappante; uno per la posa delle piastrelle con collanti specifici – occorrono 24 ore per la pedonabilità; uno per la stuccatura delle fughe, incluso tempo di asciugatura e pulizia). Se invece si demolisce il pavimento esistente si considerino altri 2 giorni (quindi 1 settimana lavorativa). Se si sostituisce il massetto i tempi si dilatano notevolmente (almeno 2-3 settimane) a causa della necessità di stagionatura del massetto stesso. Quindi quest’ultima ipotesi è da prendere in considerazione se l’abitazione è vuota o in caso di ristrutturazione più estesa».
Ed ecco un altro capitolo fondamentale quando si pensa ad un intervento nell’ambiente più vissuto della casa: per quanto tempo sarà da considerare inaccessibile e, quindi, per quanto tempo bisognerà patire le conseguenze di avere un cantiere aperto?
Chiaramente, dipende dal tipo di materiale esistente e futuro; per cercare dei parametri ragionevoli, Stefano Cristiani indica che «Si va da un giorno per i pavimenti adesivi applicabili in autonomia sul pavimento preesistente fino a circa una settimana/dieci giorni per quei pavimenti che devono essere posati in alternativa a quelli esistenti».
Più specifici i progettisti di Isola Progetti: «Per un pavimento ceramico in sovrapposizione occorrono circa 3 giorni (uno per stesura e asciugatura aggrappante; uno per la posa delle piastrelle con collanti specifici – occorrono 24 ore per la pedonabilità; uno per la stuccatura delle fughe, incluso tempo di asciugatura e pulizia). Se invece si demolisce il pavimento esistente si considerino altri 2 giorni (quindi 1 settimana lavorativa). Se si sostituisce il massetto i tempi si dilatano notevolmente (almeno 2-3 settimane) a causa della necessità di stagionatura del massetto stesso. Quindi quest’ultima ipotesi è da prendere in considerazione se l’abitazione è vuota o in caso di ristrutturazione più estesa».
I costi
Per decidere di cambiare pavimento alla propria cucina è fondamentale avere una prospettiva sui costi da sostenere, tanto riguardo i materiali quando a proposito di posa.
Avendo sempre a mente che molto dipende dal fornitore e dall’impresa edile, dal materiale esistente e da quello scelto, ecco due testimonianze concrete.
Secondo Alessandra Parolini: «Considerato che il locale cucina – secondo il Regolamento di Igiene – deve avere una metratura minima di 9 mq, il prezzo di un rifacimento di pavimentazione andrà dai 350 euro del classico grès ai 1500 euro della resina».
Per decidere di cambiare pavimento alla propria cucina è fondamentale avere una prospettiva sui costi da sostenere, tanto riguardo i materiali quando a proposito di posa.
Avendo sempre a mente che molto dipende dal fornitore e dall’impresa edile, dal materiale esistente e da quello scelto, ecco due testimonianze concrete.
Secondo Alessandra Parolini: «Considerato che il locale cucina – secondo il Regolamento di Igiene – deve avere una metratura minima di 9 mq, il prezzo di un rifacimento di pavimentazione andrà dai 350 euro del classico grès ai 1500 euro della resina».
La valutazione di Isola Progetti non si basa sulla metratura quanto sulle tappe della lavorazione: «Sulla piazza di Milano si deve considerare una range di 100-150 euro/mq per demolizione pavimento esistente (incluso trasporto e smaltimento in discarica), posa nuovo pavimento e fornitura materiale (ceramica o gres di media qualità). Quindi per le sole opere edili occorre considerare una spesa di 600-900 €. Normalmente bisogna considerare anche costi accessori per allestimento cantiere, pulizia finale, ecc. Quindi la spesa orientativa complessiva può oscillare tra i 1000 e i 1500 euro».
Devi sostituire il pavimento della tua cucina? Trova su Houzz il professionista più adatto a te.
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Vera e propria rivoluzione o passaggio senza troppi intoppi e poco impegnativo? Cosa significa sostituire il pavimento di una cucina?
«Prima di tutto sarebbe necessario fermarsi a riflettere sul significato del termine “sostituire” – puntualizza Stefano Cristiani; la sostituzione, infatti, non implica necessariamente interventi di ristrutturazione invasivi, potrebbe anche voler dire cambiare il pavimento andando a posare la nuova scelta sopra quella preesistente, di conseguenza la svolta sarebbe quella di evitare ogni tipo di ristrutturazione risparmiando tempo e avendo, in ogni momento, la possibilità di tornare al vecchio pavimento».