pompa di calore idronica

l'anno scorso

Buonasera,
Sto ristrutturando casa. È una villetta indipendente al mare che useremo principalmente d’estate e occasionalmente nella restante parte dell’anno. Metteremo il fotovoltaico e non abbiamo gas metano. L’architetto ci ha detto di valutare se installare una pompa di calore a espansione diretta (splitter) o idronica (pavimento radiante sia per riscaldamento che raffreddamento). Conosciamo bene la pompa di calore con gli splitter ma non quella idronica. Visto l’uso che ne faremo che ci consigliate di scegliere? Ha senso optare per quella idronica? Grazie mille

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l'anno scorso
Mah io da non pro (per una casa dove non dimori stabilmente) ti sconsiglio di mettere su una pdc per raffrescamente raffreddamento e a maggior ragione un impianto fotovoltaico. Sono impianti lenti a partire sia in raffrescamento che in riscaldamento (quindi direi di mettere i classici split per raffrescamento che facciano deumidificazione ma che facciano anche caldo). Il fotovoltaico è un altro impianto nato per far risparmiare nel lungo periodo quindi se non ci abiti stabilmente spendi soldi per un impianto che sfrutti poco e la maggior parte di corrente la cedi in rete e ti viene sottopagata… pensaci bene
User
l'anno scorso
Scusa pdc per raffrescamento e riscaldamento volevo dire
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Che tipo di riscaldamento scegliere?
Q
(1) commenti
Ciao Danil, ti ricordi che nell'altro tuo post, ti avevo scritto che se fossi delle mie parti ed avessi scelto me ti avrei già proposto un bel po'di cose? Beh! Una riguarda proprio la climatizzazione. Prima di tutto è bene che tu sappia che la prima cosa da fare è migliorare la classe energetica dell'appartamento, indipendentemente dal tipo di impianto che metterai. lo si fa almeno con un cappotto e con il cambio degli infissi. Poi va deciso il tipo di impianto: se a radiatori o se a bassa entalpia (a pavimento, a soffitto ecc.). La differenza d'uso tra i due tipi di impianto è che a radiatori puoi permetterti di accenderli al momento in cui ne hai bisogno, a pavimento devi tenerli accesi diciamo sempre. Ne consegue che se vivete poco la casa allora l'impianto che ti consiglio è a radiatori, mentre se la vivete abbastanza allora un qualsiasi impianto a bassa entalpia non ha paragoni, sia per gradevolezza, sia per resa, sia perché l'acqua circola ad una temperatura inferiore, rispetto ad un impianto a radiatori, di almeno 20 gradi (dipende dal tipo di caldaia che scegli: la differenza può anche arrivare a 40 gradi). Se l'impianto sarà a radiatori, non ha molto senso, secondo me, farlo funzionare con una pompa di calore invertibile aria-acqua: meglio solo una buona caldaia a condensazione. Viceversa, se scegli l'impianto a pavimento, allora si che che ti puoi sfiziare. Io a quel punto ci metterei una bella pompa di calore invertibile aria-acqua, da far funzionare prevalentemente in raffrescamento, d'estate. D'inverno la combinerei con una caldaia a condensazione ed a quel punto le percentuali di funzionamento di una rispetto all'altra le decidi tu a seconda se vuoi consumare più metano o più corrente elettrica. Da cosa dipende la scelta delle percentuali? Ovviamente da cos'altro ci hai messo. Va da se che se metti un impianto fotovoltaico (non è detto che tu debba farlo subito: puoi solo predisporlo oggi) ti conviene consumare più corrente elettrica. La cosa che io abbinerei sicuramente è un impianto solare termico o meglio ancora termodinamico (producono acqua calda, il termdinamico anche con temperature esterne bassissime), che può essere immagazinata in un accumulo (una sorta di serbatoio isolato) e portata in circolo con una caldaia a condensazione predisposta allo scopo, nell'impianto a bassa entalpia (anche questa cosa puoi solo predisporla). Va da se che se hai intenzione di installare un impianto fotovoltaico ed uno solare termico con accumulo, il problema di quanto tempo passate in case non si pone proprio: impianto a pavimento sia per il caldo che per il freddo sempre. Per il freddo ti serve infine un'ulteriore macchina: il deumidificatore.
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Unione di 2 appartamenti di fatto
Q
(13) commenti
Giulia, buongiorno. I requisiti necessari per godere delle esenzioni fiscali IRE, IMU e TASI sono la residenza e la dimora abituale a quell'indirizzo. Nessuna norma parla di utenze attive, ma il fatto di non averle potrebbe essere considerato dagli enti pubblici (Comune e Agenzia delle Entrate) come elemento pretestuale per mettere in dubbio il requisito della "dimora abituale", avviare un accertamento e una successiva richiesta delle imposte arretrate, a cui il cittadino potrebbe fare ricorso presso la giustizia tributaria in primo grado, e in caso di pronuncia avversa della commissione tributaria, ricorrendo al secondo grado. In entrambi i casi il proprietario dell'immobile senza le utenze dovrà dimostrare con prove inconfutabili che vi dimora, e come riesce a farlo nonostante la mancanza di acqua ed energia elettrica (del gas si può fare a meno sia per cucinare che per riscaldarsi e produrre acqua calda sanitaria). Altro problema: dovendo aprire un foro sul solaio che divide ora i due appartamenti per collegarli con una scala, e trattandosi di opera strutturale, il progettista dovrà presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) allo Sportello Unico per l'Edilizia, e questo potrebbe essere una ulteriore pulce nell'orecchio dell'Amministrazione Pubblica, che sommando le due cose (scala interna e cancellazione delle utenze di una delle due unità immobiliari) potrebbe richiedere gli arretrati delle imposte per gli anni precedenti per uno dei due immobili, e l'accorpamento catastale come unico immobile da quel momento in poi. E' un ragionamento un po' tortuoso, tipo un serpente che si mangia la coda, perché alla base vi è una situazione "di fatto" che rispetta tutti i requisiti (prima casa di proprietà, residenza e dimora) in entrambi gli immobili e per entrambi i proprietari, ma legalmente pone il presupposto che l'immobile sia invece una unica unità, per via della scala interna e delle utenze intestate a una sola unità catastale, e quindi una mancanza di segnalazione ufficiale delle mutate condizioni da parte vostra, fatto sempre pregiudizievole. Insomma, nell'eventualità che la pubblica amministrazione si accorga di questo vostro "escamotage" si aprirebbe un ginepraio. Intanto, visto che dovete rivolgervi a un ingegnere edile o un architetto per il progetto della scala e la direzione dei lavori per la sua costruzione, informatevi preventivamente con lei/lui a proposito delle dinamiche che si instaurerebbero con la pubblica amministrazione in seguito a questa opera. L'unica via legale, che vi permetterebbe di dormire sonni tranquilli, sarebbe quella di accorpare i due appartamenti in un'unica unità immobiliare, di cui diventereste comproprietari per quote (50% cadauno se gli appartamenti sono di uguale superficie, oppure in proporzione), sperando di mantenere l'attuale classe catastale. Immagino che installiate una scala prefabbricata, facile da rimuovere qualora in futuro vendiate uno dei due appartamenti. In questo caso si dovrà nuovamente procedere alla divisione catastale, il procedimento opposto.
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Pompa di calore - soluzioni cercasi
Q
(0) commenti
Buongiorno a tutti, Sto ristrutturando un immobile e non è stato possibile ricavare un locale tecnico. Qualcuno saprebbe consigliarmi soluzioni per installare una pompa di calore senza unità INTERNA? So che alcune marche offrono prodotti all in one per installazione esclusivamente all’esterno, ma ad oggi ho trovato solo un gruppo idronico proposto da Samsung che farebbe al caso mio. Vorrei sapere se vi siano altre alternative. Grazie
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Caldaia a gas o pompa di calore?
Q
(3) commenti
Pompa di calore sicuramente. E certo che vi sara un carico elettrico maggiore soprattutto nel periodo estivo per il riscaldamento e in estate per il raffrescamento. Per l’acqua calda funziona come un boiler. Io in casa il contatore da 6kw. La casa dovrebbe essere coibentata ed avere la vmc. È un discorso lungo e articolato dovresti farti seguire da un termotecnico per tutte le eventuali possibilita
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Valentina
Autore originale
l'anno scorso
Grazie Francesca. Abbiamo letto anche noi che la pdc idronica è lenta a raffrescare e riscaldare e serve al meglio le abitazioni vissute tutto l’anno e poi per il raffrescamento sembra ci sia il problema della condensa…insomma concordo che te per la pdc tradizionale con splitter inverter. Per il fotovoltaico ora vediamo il costo ma in estate avremmo un buon guadagno essendo il tetto della casa ben esposta e da valore alla casa
User
l'anno scorso
Il raffrescamento con i classici split hanno anche la funzione di deumidificatore. Mentre per Il raffrescamento a pavimento è necessario un deumidificatore a parte, altrimenti il freddo del pavimento a contatto con l’aria calda crea condensa e te lo ritrovi tutto bagnato. Per il fotovoltaico puoi fare un impianto piccolo … non ha senso spendere tanto se poi viene autoconsumato solo in estate. Produce anche il resto dell’anno (un po meno ovviamente) e immettere tutto in rete è un peccato… cioe non ha senso dal momento che il risparmio del fotovoltaico è quanto autoconsumi.
Valentina
Autore originale
l'anno scorso
Ora vediamo cosa ci consigliano come impianto fotovoltaico ma si direi di fare un impianto di giuste dimensioni per autosostenerci in estate

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