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virginia888

Dal libro di un filosofo inaspettati consigli di arredamento.

Virginie P.
2 anni fa
Ultima modifica:2 anni fa

Nel fine settimana a casa di amici mi ha incuriosito un libro sulla cassettiera nella camera degli ospiti: Piccola filosofia portatile. 101 esperimenti di pensiero quotidiano, di Roger-Pol Droit.

Con un titolo così accattivante non potevo non leggerlo e soprattutto non condividere qui su Houzz le parole dedicate ai consigli sull'arredamento della propria casa (in chiave filosofica).

Leggendole mi ci sono ritrovata in pieno, perché mi è accaduto di trovare così le soluzioni di fronte alla indecisione o alle difficoltà: ascoltare la stanza e ascoltare me stessa, liberando la mente da idee precostruite e pressioni esterne.

Sistemare una stanza

Durata: intermittente Materiale: alcune stanze Effetto: adattarsi

Moquette e carta da parati, piastrelle e intonaco, impianto elettrico, fasci di luce, porte, finestre, tende, cuscini, mobili, piante...

Bisogna decidere il posto degli oggetti, il colore e lo stile.

Ciò che è interessante è che non si sa come fare.

Imparate ad ascoltare quello che dice la stanza.

Ogni luogo vuole una certa forma e una certa sistemazione.

Non si può averne una conoscenza globale né razionale.

È come se in ogni posto lo spirito del luogo parlasse una propria lingua, che voi dovete imparare utilizzando le vostre risorse.

Bisogna quindi lasciarsi impregnare dalle caratteristiche del luogo: volume, luci, superfici, materiali, trama. E poi procedere a tentoni.

Una buona sistemazione non nasce mai da una prima intuizione.

Bisogna procedere per approssimazione, passo dopo passo, per tentativi ed errori.

Saper tacere e dimenticare, riscoprire, agire al di là delle parole e delle rappresentazioni.

Non completamente in modo teorico e astratto.

Posate un colore e gli altri tutt'intorno si trasformano.

Mettete un mobile e i volumi cambiano, talvolta anche i colori e le luci.

Ogni cosa è sempre in stretto rapporto con il resto.

Per questo non dovete lasciarvi ingannare, quando non conoscete esattamente l'itinerario da seguire.

L'esperienza obbedisce a regole ogni volta diverse. Voi dovete lasciar fare e agire al tempo stesso. Siete voi al centro delle manovre, ma avrete successo se non imporrete nulla.

D'altro canto le conseguenze di questa relativa passività saranno in ragione di quello che siete.

Ciò che il luogo suggerisce, ciò che esige su misura non è evidentemente identico per tutte le persone: il luogo è la guida, ma siete voi il conducente e non qualcun altro.

Non state quindi soltanto arredando una stanza, ma anche voi stessi.

Questa esperienza vi insegna che siete parte integrante dell'ambiente che vi circonda.

Non un attore, o un architetto, insomma una volontà esterna che decide solo delle apparenze.

Siete un elemento della stanza ed essa diventa uno degli elementi del vostro essere.

Se qualcuno vi dice «Come è bella la tua casa!», potrete percepirla come una banalità oppure pensare che la verità alla lunga produce qualche effetto.



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