Consiglio tecnico su addolcitore

3 anni fa

Buonasera, non so se qualcuno di voi puoi aiutarmi anche su questa questione tecnica.

ho fatto predisporre l’impianto idraulico con addolcitore x tutta la casa Perché da noi l’acqua è molto dura. Avevo chiesto espressamente che dal l’impianto addolcito fosse esclusa la cucina perché non mi piace l’idea di cucinare con acqua addolcita e anche perché ho già l’osmosi x acqua potabile.

naturalmente hanno sbagliato e hanno messo anche la cucina sotto l’addolcitore. X rimediare devono fare nuove tracce e vorrei evitare. Qualcuno di voi sa se si può usare l’acqua addolcita x cucinare? può dare problemi alla salute? Scusate, magari è una domanda stupida ma in passato gli idraulici mi hanno sempre detto che era meglio evitare, come anche x innaffiare le piante ma questo lo posso risolvere prendendo l’acqua da fuori. X cucinare invece non ho alternative de non rompere di nuovo... grazie

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Commenti (4)

Renata V.
3 anni fa
L'ho avuto per 30 anni e non mi risultano problemi di salute, ne' alle persone ne' alle piante, altro non saprei dirti.
Sabrina Z. 1983
3 anni fa
Anche io ce l'ho, non l'avevo mai sentita questa cosa
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(21) commenti
ok, ho letto un po'. Le dico cosa "sento", perchè in questi casi (e qui ci si potrebbe collegare al senso dell'affidarsi di cui ho letto in qualche commento) quello che è importante è cogliere il "sentimento" del cliente, e cercare di interpretarlo. Siccome non so però nulla del vostro, le racconto il mio: 1) quella è di fatto una presenza "brutale". Potrà rivestirla come vuole, ma tale resta; 2) il pensiero di nasconderla, integrarla in qualche cosa non mi piacerebbe. Avrei come effetto l'aumento di volume di quella "presenza"; 3) allora, se devo tenermela, io la "denudo". Rimuovo la rasatura a gesso e lascio a vista l'intonaco a rustico (che io adesso suppongo essere a base cemento, cioè di colore grigio). Poi gli dò un prodotto antipolvere, per evitare che a lavori finiti questo oggetto rilasci qualche piccola particella in giro (forse questo è un po' troppo tecnico, ma eventualmente le spiegherò). In sostanza comunque: tu sei grosso e brutto ed io ti evidenzio per ciò che sei: una massa, una presenza forte. E quindi voglio una superficie forte, dura; 4) tutte le pareti intorno, invece, saranno perfettamente rasate a gesso e ben verniciate; 5) al di sotto della "cosa" (diamole un nome, poverina) a questo punto, si tratta di disegnare un elemento di arredo aperto, trasparente, comunque utile per tutto quello che in soggiorno di solito si usa/mette. Una struttura in metallo e vetro trasparente, ad esempio, consentirebbe di lasciare la percezione di uno spazio che vi continua al di sotto (il pavimento...). L'oggetto d'arredo dovrà essere naturalmente la proiezione inferiore della "cosa" e porsi in contrasto/antagonismo con essa. E tra le due dovrà esserci una volontaria frattura, cioè uno spazio. Spazio di confronto. Non vado oltre. E' chiaramente un esercizio a cui dedicarsi in caso di un sentire comune. Giovanni Rizzi
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(17) commenti
si francesco quasi certamemte il tuo muratore ti ha consigliato bene. sembrerebbe un soffitto in cannucce e intonaco tipica Delle case "vecchie". se è ammalorato e rifai con carton gesso fai rimuovere prima tutto. forse, considerato che sopra c è un appartamento consiglieri di porre attenzione a isolamento acustico e anche termico. cmq in bocca al lupo e complimenti per la casa, sembra sia molto bella. ciao
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ciao Gloria! Grazie mille! quindi tu hai fatto fare quel foro sulla placca dall'elettricista? è la stessa identica cosa che dobbiamo fare noi :) ma l'elettricista dice che non si prende la responsabilità di bucare la base che ha paura di rovinarla...
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Sabrina Z. 1983
3 anni fa
Devo però anche dire che io non la bevo, e per cucinare la uso solo quando faccio bollire qualcosa ( non la uso nemmeno per il tè, caffè o minestre)... ma questo da sempre, anche quando non lo avevo, probabilmente sbagliando.
Francesco
3 anni fa
Ultima modifica: 3 anni fa
Perdonami, sarò tecnico.

L'acqua può contere molte cose: immagina un bicchiere di acqua di mare, o di fiume: sabbia (o terra), batteri, alghe, sali disciolti eccetera. Per rimuovere ciascuno di questi composti solitamente si opera una filtrazione con setti porosi adeguati: come per lo scolapasta, i fori saranno leggermente più piccoli della dimensione minima dell'oggetto che vuoi raccogliere (o separare). L'acqua che ti arriva a casa è già stata ampiamente trattata, sia fisicamente (filtrazione) che chimicamente (clorazione o altri disinfettanti). Ciò che gli acquedotti non possono fare (perché estremamente oneroso per le portate che loro trattano) è ridurre il livello di calcio presente nell'acqua (come carbonato di calcio CaCO3), ovvero la durezza. Il contenuto di calcio ha degli impatti, il più noto dei quali è la formazione di carbonati, che in forma solida formano depositi coriacei che tendono a occludere le tubazioni (soprattutto di piccolo diametro).

Il calcare si forma spontaneamente? Solo in determinate condizioni: tipicamente se l'acqua è riscaldata sopra i 55°C (in effetti acque particolarmente 'dure' mostrano evidenti segni di formazione del calcare già a 35°C: sono visibili lì dove le sezioni di passaggio sono più piccole, come negli ugelli della doccia).

Si può rimuovere il calcare? la risposta secca è sì, ma ha un costo.

Una tecnica è sostituire il calcio (e il Magnesio) presente dell'acqua con un altro ione il cui carbonato non formi un deposito: è il metodo delle resine a scambio ionico (solitamente fornite in cartucce che si sostituiscono in base al consumo). Come avrai capito si tratta di un 'trucco' non di una filtrazione vera e propria.

La filtrazione è complicata perché gli ioni Ca++ e Mg++ (ioni bivalenti) sono entità piccole e quindi richiedono filtri con microporosità. Il problema non sta nei mezzi filtranti (che sono costosi sì, ma non eccessivamente) bensì nella pressione dell'acqua che si deve filtrare: più è piccolo il foro di passaggio e più alta deve essere la 'spinta' perché l'acqua filtri.

Quindi: il vero 'collo di bottiglia' è la pressione dell'acquedotto - e la pressione con cui otterrai l'acqua dopo la filtrazione.

L'ultrafiltrazione ha bisogno di pressioni minime di 2,5-3 bar; la nanofiltrazione di 5 bar; l'osmosi inversa necessita tipicamente di 10 bar. Nelle ultime due tecniche di filtrazione, gli impianti vengono forniti con delle pompe che integrano la pressione dell'acquedotto e permettono di avere acqua filtrata con una pressione residua utile (di almeno 2 bar) per la distribuzione e l'uso domestico. Quindi oltre al costo dei consumabili (membrane) avrai il costo della pompa.

Risolto il quesito tecnico restano due questioni: gusto e salubrità.

Il primo è francamente personale. Meno sali sono disciolti in acqua, meno questa avrà sapore: tipicamente le acque delle fonti di montagna sono sì fresche ma... non sanno di niente. Per dire: c'è differenza tra l'acqua Panna e la Sant'Anna (vedi le etichette per il valore dei sali).

Salubrità: la salubrità dell'acqua è garantita dall'acquedotto. Semplicemente rammenta che se rimuovi degli elementi dall'acqua, dovrai integrarli nella tua dieta. Né più né meno lo stesso problema che ha chi vive in alta montagna o luoghi in cui l'acqua è particolarmente priva di sali minerali.... quindi, davvero, ci sono problemi? Non mi sembra!

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