riscaldamento pavimento senza staccarsi dal condominio

5 anni fa

Ultima modifica:5 anni fa

Buongiorno, mi trovo in fase di progettazione per la ristrutturazione di un appartamento (in condominio) con l'architetto incaricato. Devo decidere se mettere il riscaldamento a pavimento o "tradizionale" a termosifoni.

Oltre alla questione di prezzo, dato che bisognerà scavare il sottofondo (mi scuso anticipatamente nel caso non usassi la terminologia esatta) e coibentare nel caso del riscaldamento a pavimento, rimane la questione se staccarsi o no dal riscaldamento centralizzato.

So che, il riscaldamento a pavimento funziona con caldaie a temperature più basse, non presente nel mio condominio.

Mi è stato fatto notare che esiste un sistema di miscelazione che con l'acqua del riscaldamento centralizzato riesce a far raggiungere la temperatura giusta per il riscaldamento a pavimento...

Questo sistema esiste ed è "sicuro", o è come la definirebbe Fantozzi, una corrazzata Potemkin?

Si può intraprendere questa via?

Sapreste indicarmi dove mi posso informare anche autonomamente di tali sistemi, in modo da avere un secondo parere?

Commenti (2)

PRO
IN LEGNO di Rozzi Emanuele
5 anni fa
Salve, dato che si trova in procinto di ristrutturare credo che sia l'occasione adatta per liberarsi dal riscaldamento condominiale per installare la propria caldaia così da rendersi termoautonomo e controllare meglio i consumi.

Il sistema radiante a pavimento è un'ottima soluzione ma oltre al maggior costo devi mettere in conto un maggior numero di lavori da eseguire al sottofondo e i condomini non sono mai contenti delle ristrutturazioni altrui.
PRO
MICROCOSMO Interior Design
5 anni fa
Salve, per staccarsi dal riscaldamento condominiale deve accertarsi che il suo distaccamento non crei disagi agli altri condomini. Nel caso non ci fossero problemi rimarrà sempre a suo carico una piccola quota del riscaldamento centralizzato. Dovrebbe fare una valutazione di tutti questi costi.
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Quando ho dovuto affrontare l'argomento in fase di ristrutturazione ero dubbiosa... Il caldo sotto i piedi è stato il mio primo pensiero: ero perplessa, ho pensato fosse poco salutare. Invece un buon tecnico può entrare nel dettaglio e dissipare ogni vostro dubbio in merito! Quindi sicuramente riscaldamento a pavimento! Se poi la tua casa e su più piani può evitarti dei micro climi che dove vivo ora con i caloriferi subisco...con fastidio! Comunque ci sono sempre nuove soluzioni, si tratta a mio avviso, di trovare la più adatta con un fornitore di cui fidarsi, che sappia valutare la situazione e che soprattutto faccia per prima cosa "il bene del cliente"!
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(1) commenti
Salve Roberto è in teoria possibile inserendo una valvola miscelatrice che appunto miscela l'acqua calda che arriva dalla caldaia a 65/70°C con acqua di rete dell'acquedotto fino a portarla alla temperatura richiesta per i pannelli radianti. Il consiglio però è di contattare un tecnico che valuterà l'impianto in situ.
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Grazie per il complimento nel tuo ultimo commento Andrea. Ma probabilmente Michele ha quella nomea proprio perché non lavora a distanza: i luoghi deve vederli, capirli, sapere esattamente cosa conviene fare, cosa si può fare e cosa invece no. Per Costantino. Guarda che, se leggi attentamente, tra quello che ti abbiamo scritto Andrea e io, hai sia livellato, sia isolato livellando. Certo, a conti fatti non avrai 2,73 ma se compatibile con un solo foglio di areogel avrai 2,724: capirai che differenza se consideri che i muratori non è che possano andare precisi al millimentro. Ma ...... io rimango fermamente convinto che un tecnico serio, vista la situazione, un po' di materiale inutile dalla parte meno alta, forse riesce a farlo togliere in piena sicurezza strutturale. Detto questo, ti dico pure che non è che Andrea ti abbia dato la soluzione più credibile per livellare. Livellare significa esattamente quello che ti ha scritto: si sceglie un punto (nel tuo caso quello più alto, quello a 2,73 per intenderci) e si porta il resto alla stessa quota. Non è che esistano altri modi per farlo :)
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(5) commenti
Buongiorno, il costo di smaltimento dei pannelli è incluso all'interno dello stesso, quindi non va pagata una somma a parte. Il produttore del modulo per legge deve essere iscritto ad un fondo di riciclo del modulo a fine vita, che garantisce che il modulo danneggiato verrà ritirato dal posto in cui si trova e portato nella zona in cui verrà smaltito. L'unico costo che il privato dovrà sostenere è la messa a terra del modulo dal tetto. Cosa importante è verificare che i seriali dei moduli acquistati siano stati registrati ad un ente di recupero tramite un certificato che vi deve rilasciare il soggetto che vi ha venduto l'impianto. grazie
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