Moongate, Shishi Odoshi e Altre Suggestioni dal Giardino Orientale
Creati per essere percorsi di meditazione, ma carichi di magia e surrealtà: i giardini orientali sono una inesauribile fonte di ispirazione
L’arte del giardino orientale ha avuto un impatto incalcolabile sui giardini occidentali. Tante cose che diamo per scontate, come il giardino misto all’inglese, o i sentieri serpeggianti, devono la loro esistenza ai molti viaggi che giardinieri, esploratori, nobili e ambasciatori europei fecero in Cina e in Giappone.
Esattamente come per l’ukiyo-e (stampa artistica giapponese su carta), che diede l’avvio ad un’arte pittorica realmente moderna, anche il giardino occidentale ha subito il fascino di quello giapponese, le cui caratteristiche salienti sono la varietà e la ricchezza degli elementi e la capacità di ispirare lo stato meditativo.
Oltre ai noti sassi e il giardino di sabbia (Karesansui), moltissimi sono gli elementi a cui possiamo ricorrere per suggerire un’atmosfera nipponica in giardino. La cosa più importante è, ovviamente, rispettare il genius loci del vostro giardino, e non fare mai le “cose a caso”. Lo stile giapponese non perdona errori.
Esattamente come per l’ukiyo-e (stampa artistica giapponese su carta), che diede l’avvio ad un’arte pittorica realmente moderna, anche il giardino occidentale ha subito il fascino di quello giapponese, le cui caratteristiche salienti sono la varietà e la ricchezza degli elementi e la capacità di ispirare lo stato meditativo.
Oltre ai noti sassi e il giardino di sabbia (Karesansui), moltissimi sono gli elementi a cui possiamo ricorrere per suggerire un’atmosfera nipponica in giardino. La cosa più importante è, ovviamente, rispettare il genius loci del vostro giardino, e non fare mai le “cose a caso”. Lo stile giapponese non perdona errori.
Anche negli eventi per il grande pubblico
Questo moongate particolarissimo è stato realizzato a Orticolario a ottobre 2015.
A parte il materiale innovativo e ammiccante ad una modernità vintage, come il Cor-ten, la sommità dell’arco è stata usata come contenitore per un giardino sospeso.
Questo moongate particolarissimo è stato realizzato a Orticolario a ottobre 2015.
A parte il materiale innovativo e ammiccante ad una modernità vintage, come il Cor-ten, la sommità dell’arco è stata usata come contenitore per un giardino sospeso.
Passato e futuro
Quando un elemento formale di antica tradizione viene rielaborato con originalità e senza timori, né pudori reverenziali, il risultato può essere sorprendente. Il giardino è anche un luogo dove osare.
Questo moongate a specchio è orgogliosamente postmoderno, magico e fantascientifico al contempo.
Quando un elemento formale di antica tradizione viene rielaborato con originalità e senza timori, né pudori reverenziali, il risultato può essere sorprendente. Il giardino è anche un luogo dove osare.
Questo moongate a specchio è orgogliosamente postmoderno, magico e fantascientifico al contempo.
La casa da tè o la “folie”
Le cineserie ebbero un gran successo nell’Inghilterra settecentesca, dove furono portate grazie ai resoconti di due famosi viaggiatori: William Temple e William Chambers, che tra la fine del Seicento e il Settecento, visitarono l’Oriente.
Una piccola architettura nel giardino, aperta, attraverso cui è possibile vedere in entrambe le direzioni (dall’esterno verso l’interno e viceversa), è una caratteristica tipica del giardino orientale. In patria queste architetture sono riservate alla cerimonia del tè, alla pratica della meditazione o alla celebrazione di feste religiose.
Le architetture orientali piacquero così tanto agli europei da ricrearle nei loro giardini, spesso di materiali inadatti o impropri; a volte si trattava di semplici sagome dipinte. Venivano chiamate folie o folly.
Dentro uno Chashitsu: Storia e Magia delle Case del Tè Giapponesi
Le cineserie ebbero un gran successo nell’Inghilterra settecentesca, dove furono portate grazie ai resoconti di due famosi viaggiatori: William Temple e William Chambers, che tra la fine del Seicento e il Settecento, visitarono l’Oriente.
Una piccola architettura nel giardino, aperta, attraverso cui è possibile vedere in entrambe le direzioni (dall’esterno verso l’interno e viceversa), è una caratteristica tipica del giardino orientale. In patria queste architetture sono riservate alla cerimonia del tè, alla pratica della meditazione o alla celebrazione di feste religiose.
Le architetture orientali piacquero così tanto agli europei da ricrearle nei loro giardini, spesso di materiali inadatti o impropri; a volte si trattava di semplici sagome dipinte. Venivano chiamate folie o folly.
Dentro uno Chashitsu: Storia e Magia delle Case del Tè Giapponesi
Il “torii”
Molte volte avrete visto nelle mappe turistiche giapponesi il simbolo di una sorta di arco rettangolare. Si tratta di un’indicazione usata per segnalare la presenza di un tempio shintoista.
La parola torii significa “trespolo per uccelli” per la curiosa forma spigolosa dell’arco. Questi archi rettangolari indicano il passaggio dall’area pubblica a quella sacra del tempio. L’atto di entrare nell’area consacrata rende questi passaggi una sorta di “soglie” mistiche.
Molte volte avrete visto nelle mappe turistiche giapponesi il simbolo di una sorta di arco rettangolare. Si tratta di un’indicazione usata per segnalare la presenza di un tempio shintoista.
La parola torii significa “trespolo per uccelli” per la curiosa forma spigolosa dell’arco. Questi archi rettangolari indicano il passaggio dall’area pubblica a quella sacra del tempio. L’atto di entrare nell’area consacrata rende questi passaggi una sorta di “soglie” mistiche.
Lanterna di pietra
Tōrō invece è il termine con cui si indicano tutti gli strumenti per l’illuminazione esterna fatti di materiale pesante, non solo di pietra.
La lanterna in pietra, specie collocata accanto a ponticelli, è fortemente evocativa della tradizione giapponese del giardino, e ha un grosso carico simbolico e religioso. Da evitare quelle elaborate e con forme strane, meglio più semplici possibile, e di materiali naturali come pietra o metalli non lavorati.
Non cadete nell’errore di acquistare delle copie in resina o in altri materiali: sarebbero solo uno sgradevole tocco kitsch.
Tōrō invece è il termine con cui si indicano tutti gli strumenti per l’illuminazione esterna fatti di materiale pesante, non solo di pietra.
La lanterna in pietra, specie collocata accanto a ponticelli, è fortemente evocativa della tradizione giapponese del giardino, e ha un grosso carico simbolico e religioso. Da evitare quelle elaborate e con forme strane, meglio più semplici possibile, e di materiali naturali come pietra o metalli non lavorati.
Non cadete nell’errore di acquistare delle copie in resina o in altri materiali: sarebbero solo uno sgradevole tocco kitsch.
Parete divisoria in bambù
Una delle peculiarità più interessanti del giardino giapponese è il modo di recintare l’area destinata alla coltivazione delle piante. La recinzione tipica è fatta di assi di legno giustapposte tra loro in verticale (come dimenticare la scena di Karate Kid in cui il Maestro Miyagi dice al giovane Daniel, impegnato a dipingere la staccionata: “Su, giù! Piega bene polso, Daniel San!”), ma anche la recinzione in bambù intrecciato è molto diffusa, specie tra le zone a nord e interne.
Ogni elemento in bambù, e la pianta di bambù stesso, contribuiranno a sprigionare lo spirito nipponico.
Ispirazioni: foto di giardini etnici
Una delle peculiarità più interessanti del giardino giapponese è il modo di recintare l’area destinata alla coltivazione delle piante. La recinzione tipica è fatta di assi di legno giustapposte tra loro in verticale (come dimenticare la scena di Karate Kid in cui il Maestro Miyagi dice al giovane Daniel, impegnato a dipingere la staccionata: “Su, giù! Piega bene polso, Daniel San!”), ma anche la recinzione in bambù intrecciato è molto diffusa, specie tra le zone a nord e interne.
Ogni elemento in bambù, e la pianta di bambù stesso, contribuiranno a sprigionare lo spirito nipponico.
Ispirazioni: foto di giardini etnici
Campane a vento
Sono numerosissimi i Fūrin giapponesi. Ne esistono diverse tipologie, forme e dimensioni. Sono oggetti che abbiamo imparato a riconoscere attraverso la cinematografia, ma prima ancora attraverso gli anime giapponesi che per molti sono un caro ricordo d’infanzia.
Ovviamente le pieghe del consumismo hanno raggiunto anche questa tipologia di oggetto, che ritualmente doveva allontanare gli spiriti maligni, rendendolo quasi un simbolo di un oriente un po’ farlocco e a buon mercato.
I Fūrin sono davvero molto rumorosi, specie quelli tradizionali con canne di bambù lunghe. Siate consapevoli che tintinneranno ad ogni folata di vento, in particolare quelli più piccoli con le canne in metallo, perciò è bene provvedere ad un meccanismo di aggancio/sgancio piuttosto semplice, se ne doveste essere disturbati.
Sono numerosissimi i Fūrin giapponesi. Ne esistono diverse tipologie, forme e dimensioni. Sono oggetti che abbiamo imparato a riconoscere attraverso la cinematografia, ma prima ancora attraverso gli anime giapponesi che per molti sono un caro ricordo d’infanzia.
Ovviamente le pieghe del consumismo hanno raggiunto anche questa tipologia di oggetto, che ritualmente doveva allontanare gli spiriti maligni, rendendolo quasi un simbolo di un oriente un po’ farlocco e a buon mercato.
I Fūrin sono davvero molto rumorosi, specie quelli tradizionali con canne di bambù lunghe. Siate consapevoli che tintinneranno ad ogni folata di vento, in particolare quelli più piccoli con le canne in metallo, perciò è bene provvedere ad un meccanismo di aggancio/sgancio piuttosto semplice, se ne doveste essere disturbati.
Shishi odoshi come lo scacciapensieri
Il gioco d’acqua noto in Giappone come shishi odoshi è nato con lo scopo di allontanare le bestie selvatiche dai giardini. In buona sostanza ha la stessa funzione di uno spaventapasseri nostrano.
Anche per lo shishi odoshi si potrebbe fare lo stesso discorso delle campane a vento: usatelo con parsimonia, perché il suono prodotto è ripetitivo e quasi ossessivo. Inoltre evitate di acquistarne in confezioni di montaggio: sanno tristemente di “falso” e non portano alcun abbellimento al giardino. Piuttosto ispiratevi alla forma inclinata della canna, per ottenere un gioco d’acqua vario e dallo scroscio delicato.
Un artigiano sarà sicuramente in grado di farlo su misura, seguendo le vostre richieste.
Scopri altri Ideabook dedicati ai giardini
Il gioco d’acqua noto in Giappone come shishi odoshi è nato con lo scopo di allontanare le bestie selvatiche dai giardini. In buona sostanza ha la stessa funzione di uno spaventapasseri nostrano.
Anche per lo shishi odoshi si potrebbe fare lo stesso discorso delle campane a vento: usatelo con parsimonia, perché il suono prodotto è ripetitivo e quasi ossessivo. Inoltre evitate di acquistarne in confezioni di montaggio: sanno tristemente di “falso” e non portano alcun abbellimento al giardino. Piuttosto ispiratevi alla forma inclinata della canna, per ottenere un gioco d’acqua vario e dallo scroscio delicato.
Un artigiano sarà sicuramente in grado di farlo su misura, seguendo le vostre richieste.
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Una tradizione cinese che però si è sviluppata anche nella cultura giapponese. Si tratta di un’apertura circolare in un muro, attraverso cui osservare dei dettagli o un particolare, come se fosse un quadro. Nei moongate tradizionali l’elemento sorpresa gioca un ruolo importante: il muro si apre su un’altra stanza del giardino o su un cortile interno. La cornice circolare inquadra la scena, che può essere diversa a seconda della stagione.
Alcuni moongate prevedono di essere attraversati, altri no. Sono una sorta di “inciampo” visivo: mentre si procede per una direzione, il muro si annulla per un istante, e ci si affaccia su un altro quadro. Alcune volte sono solo aperture circolari di piccole dimensioni.
Questa pratica si è diffusa molto nell’Inghilterra settecentesca: i lunghi muri perimetrali o le alte siepi venivano di tanto in tanto “forati” in punti strategici dai quali osservare il paesaggio. Ne recano ancora traccia i tralicci per rampicanti pre-sagomati oggi in commercio.